di Salvatore Leone
Sono proprio tanti quelli che non si raccapezzano come abbia potuto fallire una grossa società come la Pumex le cui ramificazioni toccavano anche Inghilterra, Turchia, Svizzera e tante altre nazioni. E’ stato un "colpo grosso", diventato storto per gli eventi naturalistici ed economici. Così che gli uni sono diventati alibi degli altri e viceversa, trasformando in veri danneggiati gli ultimi lavoratori eoliani ed il Comune di Lipari con i suoi abitanti. Comune che ha perso l'introito della famosa tassa sulla pomice, decurtata sempre di tutto ciò che era possibile. E..come al solito questo discusso piano regolatore ha regalato pure un Pue che più Pue non si può. E’ la vita, c’é chi Pue e chi no. Non si capisce come si possa procedere ad una riqualificazione dell'ambiente degradato in forza delle attività pomicifere e non si comprende chi possano essere, allo stato attuale, i controinteressati al Pue, oltre, naturalmente al Comune di Lipari che a distanza di anni cerca di tutelare i propri interessi anche con un'azione possessoria (!?!). Ma, nell'ambito della riqualificazione ambientale, si dovrà comprendere come è stato inserito il deposito di Punta Castagna e che fine dovrà fare l'enorme materiale che é stato accumulato facendo sorgere una montagna artificiale, in barba alla tutela ambientale, che offusca uno dei tanti panorami che Lipari possiede e tiene in disuso. Fu il panorama che fece innamorare l’ex presidente Napolitano, la prima volta che giunse a Lipari in visita ispettiva. Intanto, si continua a non tenere conto dell'ordine di ripristino contenuto in una sentenza penale del Tribunale di Lipari Sezione distaccata di Barcellona P.G.. Di tutto ciò se ne tiene conto nel Pue oppure si terrà buono solo quello che conviene? Il tempo passa ed i rischi di cedimento delle strade “ponteggiate” resistono di pari passo con la criticità di quelle siciliane ma con una corsia preferenziale. PUEmex, prima o dopo?
Lipari, Pue Pomiciato
Io abito a Canneto. La montagna di Monte Pilato è per me come Monte Rosa.
Mi fanno destra e sinistra interscambiabili in funzione di come mi fanno girare la testa. Il naso e la professione mi fanno brillare notizie. Gli amici mi fermano e mi danno fotocopie e chiedono di adoperare il materiale a paragone.
Un caso a caso. La famosissima ex fabbrica Novaceta di Magenta, fallita nel 2010, lascia a casa 400 dipendenti dopo 59 anni di succoso lavoro. Sono stati distratti 70 milioni e i dirigenti sono stati rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta mentre la giunta comunale non si é neppure costituita parte civile al processo.
Si pensa solo al futuro per valorizzare l’area “maledetta” di 140 mila metri quadri industriali e 45 mila diventati edificabili con volumetrie triplicate. Il valore di mercato é 14 milioni di euro la parte industriale e 6 milioni la parte edificabile. La proprietà é Snia e dal 2005 Unicredit. Ora si parla apertamente di cordate speculative del mattone contro chi vuole portare a zero il consumo del territorio.
La Guardia di Finanza produce conclusioni che vengono fatte proprie dal pubblico ministero. “Gli indagati “concorrevano a cagionare la crisi della società attraverso operazioni di depauperamento del patrimonio sociale e realizzavano condotte distruttive. Cervellotico il meccanismo per far sparire con la vendita degli immobili Novaceta per 56 milioni a Eurinvest, società che a sua volta li riaffitta agli ex proprietari, che ottengono così una grossa liquidità da investire per rilanciare l’azienda.
Cosa che però non accade, perché quei soldi (cui si aggiungono altre operazioni per 14 milioni) si perdono in mille rivoli di una decina di società, che alla fine si fondono una dentro l’altra”. Per l’accusa è un fallimento provocato ad arte e nel luglio 2015 il giudice per le indagini preliminari rinvia tutti a giudizio. In quella sede i 400 lavoratori Novaceta ottengono di costituirsi parte civile, nonostante l’opposizione dell’azienda. Il processo appena iniziato ha un grande assente: il Comune di Magenta, che ha assistito da spettatore alla bancarotta della storica fabbrica e che, mentre gli operai disoccupati si preparano a combattere la battaglia più importante, cambia la destinazione dei terreni, ne accresce il valore e apre alle gru le porte dell’ex sito industriale.
Chi ha naso sa come sfruttare le situazioni. Spesso i fallimenti sono opere d'arte, specialmente se studiati con i tempi giusti e preparati anche nei giusti tavoli tecnici politicamente. Una volta si falliva per incamerare soldi, oggi si sta creando la moda del fallimento per speculare sui terreni. Fatti e circostanze con addosso solo stranezze. Chissà! Un giorno nella storia della pomice si parlerà del fallimento storico della Pumex e dell’Italpomice, di società in uscita e in entrata, di vendite e svendite, della riconversione dei terreni e fabbricati industriali e non. Puro Pue o pura purificazione pomicifera? Oggi la tecnologia porta a non saper più distinguere la copia dalla fotocopia.
Mannaiamiseria
Nel "cu ti manna" del Comune di Lipari, l'ente ormai é una vera manna, anche grossa. Non si perde occasione per richiedere danni ed il Comune liparoto paga perché giustamente, a posteriori, riconosce le proprie responsabilità. Ma quando il Comune di Lipari richiede il pagamento delle imposte comunali, ecco che si ritardano i pagamenti, si chiedono spiegazioni, si ricorre alla Commissione provinciale che naturalmente respinge i ricorsi. Le spese s'ingrossano ed alla fine il beneficiario rimane solo uno. Per il Comune aumentano in un modo o nell'atro le spese della difesa. E...come dice il buon Notiziario totòizzato "ed io pago"...anche se la manna esce dalle casse comunali, spesso anche celermente. Di chi chi le responsabilità? "Mannaiamiseria"!
Rai-gliare
I fiorentini non sono scemi. Sono riusciti a privarsi di Renzi rifilandolo astutamente a tutti gli italiani. Per ricompensare del miracolo, il buon Matteo ha fatto un bel regalo anche alla popolazione eoliana che sa sempre "ammuccari". Finalmente é stata eliminata la rogna del pagamento del canone tv con i bollettini postali e che adesso si paga con la bolletta elettrica. Esultano gli eoliani che vivono con il proprio gruppo elettrogeno e non hanno bolletta elettrica. Per gli eoliani, con la "bollettatura" elettrica, tale agevolazione é l'altro miracolo. E' luce sia, tutti contenti per il bel regalo Rainzista o Renzista. Pagare senza più scomodarsi. Chissà se in un prossimo futuro non arriveranno anche le compensazioni con le bollette elettriche. Stipendi pubblici accreditati sempre con le bollette elettriche. Poi potrebbe arrivare un giro di compensazioni tra società elettriche e dipendenti pubblici. Intanto chiamiamo Arbore e urliamo "W la Rai", specialmente Rai1 che pubblicizza le agevolazioni postali dei Buoni Postali a tassazione favorita del 12,50%. Abboccano o "ammuccanu" nell'attesa dei "Cattivi Postali". Pubblicità ingannevole o no, é la Rai che entra nelle case e ci porta le sorprese, quasi come gli asini di una volta che al mattino con una ragliata ci davano la sveglia per farci pagare l'abbonamento a base di fieno, paglia e erba medica. Un canone proprio "raigliato", come oggi. "Prruattè, prruattè".Lipari, il bilancio fa acqua miracolosa
Quando un capofamiglia decide di vendere qualche immobile ereditato, generalmente avviene a malincuore, ma se bisogna far quadrare il bilancio o ci sono necessità impellenti, l’operazione procura meno dispiacere. Al Comune di Lipari, la politica é dispiaciuta.
Ma la forza maggiore raffrontata all'incapacità cinquantennale di rispolverare Lipari come isola termale, ha l’esigenza di provare la vendita di un'opera unica al mondo che ha guarito tanti malanni agli uomini.
A Vulcano invece, con una pozza di fango, i privati guadagnano. Attrattive mondiali con risultati opposti. Adesso si chiede alle acque termali di San Calogero il miracolo guarisci bilancio. Ma chi vorrà investire tre milioni di euro in un fabbricato trasformato in pesce-carne? Gira voce che l’interessato ci sarebbe.
E’ l’italiano Sergio Marchionne, cittadino svizzero fiscalmente e cittadino americano per fusione. La Fca per rilanciare e far risplendere la linea delle sue macchine vuol creare un miracoloso autolavaggio. L’acqua termale di San Calogero ha anche queste proprietà.
Con l’occasione poi le auto sfilerebbero sul lungomare di Canneto per prendere la benedizione di San Cristoforo protettore degli automobilisti. Si prenderebbero 2 Santi con un’acqua miracolosa che potrebbe anche sostituire benzina e gasolio. Bilancio inaspettato grazie all’acqua del Santo che guarisce tutto.