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di Laura Lucidi
 
All'attenzione di Rosario Vilardo,direttore Museo Archeologico, Tiziana De Luca, assessore comune di Lipari  Cultura e Beni culturali, Marco Giorgianni, Sindaco Comune di Lipari, Alberto Samonà, Assessore regionale ai Beni Culturali
 
Gentili Signori, sono rientrata, con un gruppo di amici, da un trekking alle isole Eolie dal 2 al 10 ottobre. Ma oltre ai panorami spettacolari, ai paesaggi, ai vulcani, il nucleo tematico forte, l'archeologia, concentrato nel Museo Regionale Eoliano di Lipari, è stata una forte delusione: ricche le collezioni, ampi gli spazi MA vergognosamente carente la manutenzione, sia all'interno che all'esterno degli spazi espositivi.
 
ESTERNI:
- i bagni per i visitatori accanto alla biglietteria, erano sporchi, mancavano le maniglie per chiudere le porte dall'interno (solo rudimentali chiavistelli), c'era un unico dispenser di sapone liquido (finito peraltro), mentre dei dispenser a muro che dovevano esserci una volta, restavano solo i ganci. Non c'era carta igienica nè ci si poteva asciugare le mani. Il pavimento presentava macchie d'acqua ed era scricchiolante, dava l'idea di non essere stato spazzato da un po'.
- la gradinata scenografica che accede alla Cattedrale e al Museo è fiancheggiata da entrambi i lati da larghi vasi decorativi, pochi con qualche pianta verde residua, la maggior parte dei vasi con piante secche  o vuoti o usati come contenitori per bottiglie o cartacce;  come ricche di rifiuti erano le scale.
sacchetti di plastica, con rifiuti, abbandonati intorno agli edifici museali e lì lasciati per giorni;
erba alta all'interno degli scavi del piccolo parco archeologico, tanto da non distinguere con chiarezza i ritrovamenti;
sarcofagi/tombe (nel parco vicino al teatro),  parzialmente scoperchiati o con lapidi rotte, e utilizzati come deposito per rifiuti.
 
Questi rilievi sono stati fatti una prima volta il 4.10 e confermati ancora il 10.10.
INTERNI:
- Sale delle esposizioni. A  cominciare dalla sala 1, e poi in quelle a seguire, in alcuni armadi a vetri  non funzionava l'illuminazione, altri  erano parzialmente illuminati. La guida che ci accompagnava era fornita di una torcia (come a dire che è un problema di vecchia data) e noi abbiamo usato quelle dei nostri cellulari per vedere meglio i pezzi esposti e non, o parzialmente, illuminati.
Non parliamo della polvere sulle mensole a vetro, delle mosche morte tra i reperti e dei cartellini caduti in avanti e quindi illeggibili.
La stessa incuria vale per i vetri degli sportelli, opachi per la polvere e pieni di ditate.
I fondi degli armadietti risultavano spesso scrostati.
Così per tutto il percorso.
Migliori, per fortuna, le condizioni di manutenzione di alcune sale preziosissime, come quella delle maschere, delle anfore, dei crateri, dei vasi del "liparino".
Puo' bastare?
Segnalo poi l' atteggiamento poco professionale di alcuni addetti alla sorveglianza, molto impegnati con i loro cellulari, al punto che, quando ho chiesto ad un'addetta se aveva visto un gruppetto di persone con il quale avevo perso il contatto, senza alzare la testa,  ma SOLO il braccio, mi ha indicato la direzione da prendere. Non una parola.
 
Segnalo poi  le pessime condizioni del chiostro annesso alla Cattedrale, nella speranza che vorranno inoltrare queste valutazioni a chi di dovere.
 
Il costo di 1 euro, senza rilascio di biglietto e/o ricevuta, permette di accedere ad un sito di rara eleganza, se non fosse tenuto in pessime condizioni, con dei lavori di ripristino fermi da tempo, mattonelle sconnesse e mai spazzate e dei cartelli esplicativi in lingua straniera zeppi di errori,  che la mano e la penna di qualche cortese visitatore straniero ha cercato di correggere.
Decorativo, ma inopportuno, un filo di plastica con mollette, per il bucato, sul tetto di una parte del chiostro.
 
Sul lato esterno della cattedrale, a sinistra, sanitari in disuso in bella mostra, tavole, materiale edile e attrezzatura di lavoro di vario genere. Se è un cantiere, tutto questo materiale non può essere "celato" agli occhi dei visitatori?
 
Scrivo, ovviamente, a nome di tutto il gruppo che ha visitato il complesso museale per esprimere il nostro rammarico ma soprattutto la sorpresa per le pessime condizioni di manutenzione di questo patrimonio ricchissimo, che dovrebbe essere il fiore all'occhiello delle isole Lipari.
Aggiungo ancora che a Canneto, dove risiedevamo, ottenere lo scontrino in spiaggia o in qualche esercizio commerciale era una vera e propria lotta. Quasi da sentirsi in difetto nel chiederli.
Ringrazio tutti per l'attenzione e gradirei ricevere una risposta a queste nostre segnalazioni.
Buon lavoro.
 

LA REPLICA DEL DIRETTORE VILARDO

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di Rosario Vilardo*
 
Nel "Notiziario delle Eolie online" si legge stamattina il resoconto della signora Laura Lucidi sulla sua visita presso il Castello di Lipari svolta tra il 4 ed il 10 ottobre scorsi, assieme al commento della signora Francesca Marino, alle quali appare doveroso rispondere.
Si vuole in premessa sottolineare che molto di quanto elencato dalla signora Lucidi è noto
da tempo alla Direzione del Museo dato che, lavorando e vivendo ogni giorno presso il Museo
Archeologico “Luigi Bernabò Brea”, ben conosciamo le sue meraviglie, ma anche ciò che in esso difetta. Intendiamo quindi rendere conto, soprattutto alla Comunità che abita il territorio, delle attività condotte presso il Parco Archeologico delle Isole Eolie per la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio.
 
Va considerato innanzitutto che le valutazioni espresse riflettono una analisi di realtà sulle
condizioni generali dell’area del Castello in parte veritiera ma che risulta parziale e priva del
presupposto di completezza. Vogliamo pertanto fornire adesso una serie di dati ed informazioni
sulle criticità ma anche sulle opportunità che oggi caratterizzano la gestione museale. Il Parco,
ovviamente per ragioni di competenza, si astiene dal commentare quanto rappresentato in merito agli immobili ecclesiastici e comunali presenti nel Castello.
 
Il patrimonio culturale amministrato dalla Regione Siciliana, a cui appartiene anche il
Museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari, è vastissimo, con oltre duecento siti tra parchi archeologici, musei, antiquaria, collezioni d’arte ed etnoantropologiche, siti monumentali e paesaggistici. Le risorse necessarie per mantenerli in uno stato di decoro e per valorizzarne l’offerta culturale al pubblico dei fruitori non possono che essere ingenti.

Ogni volta che, anche se legittimamente, un osservatore esterno segnala criticità in questi
siti, andrebbe tuttavia proposta una valutazione molto semplice: nelle case che ognuno di noi abita, ogni mese dobbiamo effettuare delle attività di gestione e manutenzione ordinaria (una lampadina che si fulmina, una stanza da ridipingere, le pulizie, un infisso da registrare, pagare le bollette…) e andiamo incontro a delle spese che, ovviamente, devono essere contenute entro il budget che possiamo permetterci.
 
Allora, se per mera ipotesi il Castello dei Lipari appartenesse ad un soggetto privato, quanto gli costerebbe ogni anno la sua manutenzione (personale, illuminazione, pulizia, sistemi
d’allarme e televigilanza, gestione depositi, etc.), in considerazione che il patrimonio consiste in
un’area di tre ettari e mezzo con cinque chiese, svariati padiglioni a più piani assieme a percorsi, spazi all’aperto e servizi annessi?
Il tema dei costi gestionali, non sempre e non tutti affrontabili quanto meno nell’immediato, va accompagnato anche da una valutazione su un aspetto che spesso è sottovalutato: il quadro normativo. Complesso e talvolta contraddittorio, che va sempre e comunque rispettato in qualsiasi attività venga esercitata da un Ente pubblico, quindi anche dal Museo e, in parte, pure negli altri siti del Castello. L’acquisto per esempio anche di una semplice lampadina, ma anche tutti i lavori, le forniture o i servizi qui necessari, deve essere conforme alle norme sui contratti pubblici (il codice degli appalti del 2016 viene sistematicamente modificato innumerevoli
volte ogni anno, non ultimo nella fase della pandemia), sulla sicurezza di lavoratori e visitatori,
sulle norme tecniche degli impianti, sulla trasparenza, sulla privacy, sulla contabilità di stato, sul
personale, per citarne solo alcuni. Ne risultano molto spesso procedure complesse e tempistiche dilatate.
 
Non si pensi tuttavia che questa necessaria premessa costituisca il solito alibi ai cattivi
comportamenti narrati nella vulgata sulla pubblica amministrazione, ma vuole essere invece una
riflessione utile ad una analisi di realtà autentica e completa, alla quale si vuole aggiungere ancora un ulteriore elemento riguardo alle attività tecniche e amministrative svolte dal Parco Archeologico.
Le problematiche manifestate nella comunicazione delle signore Lucidi e Marino, che
verranno appresso analizzate nel dettaglio, le affrontiamo e spesso le risolviamo, oltre che con
interventi quotidiani, soprattutto per mezzo di attività strategiche di programmazione e
progettazione, propedeutiche a qualunque tipologia di intervento. Come il Parco sta facendo
attivamente negli ultimi due anni, da quando lo scrivente ha il privilegio di dirigerlo.
La criticità principale che provoca i fenomeni segnalati soprattutto in merito alla pulizia
degli spazi all’aperto e dei bagni è costituita dai flussi di visitatori che ogni anno a decine di
migliaia visitano il Castello (ma non il Museo), lasciando dappertutto notevoli quantità di rifiuti.
Allo stesso modo, intasano i bagni, in realtà destinati ai fruitori del Museo, e spesso vandalizzano anche le tombe allestite nelle stesse aree esterne, utilizzandole come cestini per i rifiuti (peraltro sistematicamente ripulite).
 
Sullo stato della pulizia delle vetrine ci trova dissenzienti, in quanto, qualora vi si riscontri
della sporcizia, essa è limitata a pochi punti del percorso museale e si interviene prontamente. Sono peraltro gli stessi custodi a segnalarlo alla Direzione, che vi provvede in tempi rapidi.
Riguardo alle pulizie sia delle aree all’aperto che degli spazi interni, è attiva una ditta che
impiega operatrici locali, le quali svolgono un continuo, ottimo e adeguato lavoro quotidiano, nei
limiti delle ore di lavoro che il budget annuale assegnatoci ci concede (€ 40.000), occupandosi in questo periodo difficile anche di sanificazione. Il numero di ore che possono svolgere è fissato nel contratto d’appalto, secondo un costo orario stabilito per Decreto Legge dal Ministero del Lavoro, e pertanto non è possibile andare oltre quanto finanziato.
 
A fronte della quantità di turisti che, nonostante tutto, anche quest’anno hanno visitato il
Museo ma anche il Castello, crediamo sia evidente a tutti come, a fronte di un budget limitato, non è possibile garantire nei bagni una pulizia migliore di quella effettuata. È evidente che sarebbero opportune ulteriori pulizie giornaliere, ma non è lecito né legittimo effettuarle.
Anche riguardo allo sfalcio delle aree a verde e degli scavi, va ricordato che, con il budget
per le pulizie prima indicato, il Museo si può permettere solo tre attività di diserbamento nel corso dell'anno, due delle quali già effettuate, assieme a quella realizzata dai famosi "operai forestali" della Regione Siciliana che, ogni anno, provvedono alla manutenzione del verde più impegnativa, così come provvedono negli oltre duecento siti culturali regionali.
 
In merito alle criticità determinate dai flussi di visitatori, così come avviene in moltissimi
siti ad interesse turistico e culturale in tutto il mondo, il Parco sottoscriverà a breve una
convenzione per istituire un ticket d’ingresso alle aree del Castello, assieme all’Arcidiocesi ed al
Comune di Lipari (gli altri due proprietari degli immobili presenti sul Castello), impegnandosi a
reinvestire i relativi introiti in attività di manutenzione, gestione e valorizzazione, da realizzare
esclusivamente nel Castello stesso. Si potrà così acquisire un budget di spesa, consolidato nel tempo e finalizzato a risolvere in tempi più brevi, assieme alle necessità gestionali, anche molti dei degradi che edifici anche pluricentenari non possono non presentare.
 
Come già segnalato alla stampa, il Parco ha anche programmato un importante appalto
finalizzato al miglioramento dell’offerta museale per l’importo complessivo di € 2.122.000 dove,
tra molti altri lavori, si provvederà anche ad una ristrutturazione ed ampliamento dei bagni per €
42.000. Sono anche previsti molti altri interventi nei padiglioni museali, atti a risolvere molte altre insufficienze oltre quelle segnalate: manutenzione delle coperture (€ 91.000), manutenzione edilizia nelle Ex Carceri (€ 62.000,00), impianto di illuminazione museale nella Sala XXVII e spazi adiacenti del padiglione “Età Greca e Romana” (€ 118.000), impianto di condizionamento nei padiglioni Preistorico e Vulcanologico (€ 28.000), manutenzione impianti di videosorveglianza (€ 17.000), manutenzione impianti di rilevazione fumi (€ 14.000). Si è previsto anche di intervenire con il consolidamento delle tombe con i coperchi divelti.
 
La procedura è attualmente in corso presso il Dipartimento Regionale Tecnico, il quale sta
svolgendo le gare per la progettazione definitiva ed esecutiva e successivamente provvederà anche all’affidamento dei lavori.
Siamo anche riusciti, con qualche fatica, a far ammettere a finanziamento presso il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, dopo averne corretto alcune
approssimazioni progettuali, cinque progetti dimenticati in un cassetto, che consentiranno di
traghettare questo Museo nella contemporaneità, dotandolo di servizi e spazi che potranno
arricchirlo di contenuti, informazioni, conoscenze scientifiche, di maggiore fruibilità .
I progetti riguarderanno la digitalizzazione dell'intero museo ed avranno come obietto il
restauro della dimora di Luigi Bernabò Brea (€ 852.791,03); il restauro del padiglione
Vulcanologico (€ 773.608,84); la rifunzionalizzazione dell'Ascensore al Castello (€ 477.972,82);
percorsi di visita multimediali per l'intero Museo (€ 1.981.200,00); il Laboratorio di Vulcanologia
delle Isole Eolie, LAVE (1.184.900,00).
 
Riguardo alle luci nelle vetrine, si segnala un impegno di spesa di quasi 10.000 euro che
entro l’anno arriverà al Parco dal Dipartimento Regionale Beni Culturali e I.S. e pertanto sarà
possibile intervenire a breve e comunque e comunque prima della prossima stagione turistica.
A fronte di un comportamento episodico e probabilmente dovuto ad un momento di
stanchezza, una riflessione va però puntualizzata in merito al personale, rispetto al quale lo
scrivente non può che sottolineare il costante impegno e professionalità nel proprio lavoro,
rivolgendosi sempre ai visitatori con cortesia e precisione. Va anche aggiunto che, al momento della riapertura al pubblico avvenuta lo scorso 30 maggio, quando ancora così poco si conosceva della pandemia ancora oggi in corso, nessuno del personale museale si è tirato indietro, adempiendo comunque ai propri compiti sia pure con comprensibili e umani timori.
 
Una riflessione infine appare necessaria, alla luce delle considerazioni espresse e delle altre
innumerevoli attività di diffusione delle conoscenze. Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea
non è certamente un Istituto perfetto, ammesso che ne esista uno, ma a fronte di finanziamenti e dotazioni economiche modeste, senza le quali è impensabile una gestione museale adeguata, le donne e gli uomini di questo Istituto, affiancati da guide turistiche e da volontari, ogni giorno per tutti i giorni dell'anno lavorano per offrire comunque e sempre una visita di qualità.
Senza volere evocare i "leoni di tastiera", appare tuttavia necessario invitare ad esprimere
le proprie valutazioni procedendo da considerazioni meno marginali e più attente ad un mondo,
quello museale, la cui complessità spesso sfugge a molti. Sarebbero altrimenti inspiegabili gli
innumerevoli commenti positivi ascoltati direttamente dai visitatori del Museo, così come quelli online.
Ad esempio, i commenti di valutazione sul Museo, riportati da Trip Advisor in data
odierna, sembrano anch'essi di diverso avviso: eccellente: 487; molto buono: 262; nella media: 71; scarso: 14; pessimo: 11. In valore percentuale, su di un ampio e confortante campione di 845 commenti, quelli positivi (eccellente e molto buono) sono l'89% a fronte di quelli negativi (scarso e pessimo) sono soltanto il 3 %.
 
In ultimo, per consentire a tutti di manifestare concretamente amore e passione, senso di
appartenenza all'arcipelago eoliano, fare davvero tutti la propria parte concretamente, piuttosto che esprimere giudizi superficiali o poco realistici, il personale del Museo intende avviare incontri con le organizzazioni di categoria eoliane di commercianti, professionisti, imprenditori, albergatori per proporre loro di partecipare alle attività ed ai progetti del Museo in modo concreto, utilizzando le opportunità di risparmio fiscale offerte dalla normativa statale e regionale attraverso la sponsorizzazione in danaro, in lavori, in beni e in servizi, così come l'Art Bonus ed altre forme di mecenatismo.
 
*Direttore
 
L'INTERVENTO
 
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di Aldo Natoli
 
Condivido la risposta data  alla Sig.ra Laura Lucidi, che ha segnalato una carenza di manutenzione nel complesso museale di Lipari, il Direttore del Museo Archeologico di Lipari Arch. Rosario Vilardo.
Per quanto riguarda l'euro che si paga senza rilascio della ricevuta per visitare il Chiostro Normanno all'interno della Cattedrale San Barolomeo mi permetto precisare alla Signora Lucidi che si tratta di un'offerta che viene data spontaneamente dai visitatori. Non credo che le "offerte" necessitano di alcuna ricevuta.
 

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