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di Emilio La Rosa

La differenziata è stata il peggior fallimento che si possa annoverare nella storia di queste isole, servizio inesistente, vicoli, strade piene di bidoni a tutte le ore del giorno e della notte che dire puzzolenti è dire poco, mosche che proliferano attorno ai bidoni delle attività.

Aggiungiamoci l‘invasione di topi e blatte e siamo a posto. Tralascio i commenti su altri animali che camminano eretti e che hanno invaso le isole (leggasi bimbi minxia dediti all’ alcool, agli schiamazzi e anche ad altro di cui tutti sono a conoscenza …..frutto di genitori falliti) e che fanno da contorno ad un degrado vergognoso.

Scrivo per un amico che più volte esterefatto di fronte a tale scempionsi chiede e mi chiede come abbiano e abbiamo fatto (mi ci metto pure io) a ridurre un paradiso in una discarica a cielo aperto.

Che dire se non che la prossima estate , purtroppo questa ancora deve giungere a termine, non potra' che essere peggiore di questa in un’escalation di degrado che non conosce ormai piu fine…

 

Siamo tutti Ulisse.
La domanda rivolta da Polifemo ad Ulisse su chi gli avesse infilzato un palo ardente nell'unico occhio ebbe come sappiamo la famosa risposta "Nessuno".
Ed è la risposta che ogni liparoto può dare a infinite domande.
Di chi è la colpa se a Lipari prevale il turismo di ragaZzini dediti ad un malsano senso del divertimento fatto per lo più di alcool, risse e schiamazzi? Di nessuno.
Di chi è la colpa se a Lipari la benzina costa mediamente 50 centesimi in più che sulla terra ferma? Di Nessuno

Di chi è la colpa se a Lipari ci sono assembramenti ai limiti dell' assurdo? Di Nessuno.
Di chi è la colpa sei vicoli e le strade la mattina si presentano piene di spazzatura, pipì umana, cacca di animali, vomito e bottiglie vuote di alcool? Di Nessuno.
Di chi è la colpa se gente senza scrupoli e strafottente di tutte le norme igieniche e anticovid affitta stanze fatiscenti a 10/12 ragazzini senza alcun controllo? Di Nessuno.
Di chi è la colpa se il corso è diventato una discoteca a cielo aperto e una filiale di casotti per le biglietterie dei barconi? Di nessuno.

Di chi è la colpa se sull'isola sbarca un numero assurdo di automobili contro un'ordinanza apposita e quindi diventa impossibile trovare un parcheggio e il traffico veicolare diventa insostenibile? Di Nessuno.
Ulisse quello originale superò grazie a Nessuno una situazione pericolosa, noi grazie a Nessuno ci troviamo ai margini di un baratro.
Ipse dixit.

RASSEGNA STAMPA

REPUBBLICA.IT: L’invasione dei barconi di turisti alle Eolie che vanno a ballare a Covid Street
Quando scende la sera, le strade del centro di Lipari diventano un serpentone di musica dal vivo e dj session

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di Carmelo Lopapa

Via Maurolico, il budello che conduce a Marina Corta, è presto un muro ondeggiante di gente al ritmo di musica. Si canta assiepati attorno ai gruppi live, canzoni di Vasco e Ligabue, Nannini e Ferro. Effetto stadio e giù le mascherine che tanto «qui non ce n’è contagio», ridono i ragazzi mezzi brilli con spritz in mano. La chiamano con ironia “Covid street”, quasi a voler esorcizzare la paura. La settimana scorsa due turisti sono rientrati da Panarea con contagio. Ieri il Comune di Lipari, competente su tutte le isole (con eccezione di Salina, amministrazione autonoma) ha festeggiato i 70 tamponi senza neanche un positivo sull’isola da cui provenivano le due persone ora in isolamento. Ma non è solo col buio che le Eolie fanno paura a chi era sbarcato sulle isole vulcaniche per una vacanza tranquilla e si ritrova al centro di un assalto fuori controllo.

Ore 20.30. Molo di Stromboli. Ci sono 500 persone ammassate in attesa di salire sui barconi delle gite mordi e fuggi, 40-60 euro e tutti calorosamente incollati a bordo. Non c’è regola e non c’è limite per navigare sotto la sciara del fuoco e assistere allo spettacolo delle mini esplosioni. Non solo turisti che navigano da un’isola all’altra, ma anche quelli che con le imbarcazioni arrivano da Tropea e Reggio Calabria, da Milazzo, Messina e dalla costa tirrenica della Sicilia. «Vi invitiamo a indossare la mascherina se non è possibile mantenere la distanza», ripetono dall’altoparlante. E suona come una beffa: almeno quattro persone per panca, due panche per fila, e via con le cento persone sul tetto dell’imbarcazione, niente protezione perché «tanto siamo all’aria aperta», risponde chi la tiene nello zaino.

Qui non ci sono sbarchi, non ci sono immigrati, non c’è nemmeno un vu cumprà, sarebbe l’arcipelago ideale di Matteo Salvini, se non preferisse il Papeete.

«Le isole sono strapiene, mai registrate tante presenze. Non c’è stato un solo posto letto libero» racconta non senza preoccupazione Marco Giorgianni, da 8 anni sindaco di Lipari. «Il 35% di incremento solo per le barche da diporto. Questo ci crea non pochi problemi, soprattutto nelle aree portuali. Le forze dell’ordine fanno un lavoro di gran contenimento». Anche se le immagini e le situazioni in cui si sono ritrovati i turisti nelle varie isole racconterebbero altro.(repubblica.it)

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