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di Rossella Sciacchitano

Buon pomeriggio direttore,
vorrei pubblicamente denunciare un episodio accaduto ieri a me e alla mia famiglia al porto di Milazzo.

Insieme ai miei bambini di 7 e 4 anni e in compagnia anche di mia madre anziana, mi reco a Milazzo per il disbrigo di alcune faccende.

Ho prenotato anche il rientro da Milazzo per le ore 19.30. Arriviamo puntuali per la partenza. Al momento del check-in mi viene richiesta l'esibizione dei documenti di identità per dimostrare la residenza a Lipari, cosa che prontamente facciamo sia io, sia mia madre.

Rimango molto sorpresa quando la signorina allo sportello mi chiede anche il documento dei miei bambini. Non avendone avuto la necessità non ho mai richiesto i documenti per i bambini che peraltro fino a 14 anni non sono obbligatori, ma si richiedono in genere per affrontare un viaggio all'estero o per prendere l'aereo. Pertanto rispondo con garbo che essendo bambini di 7 e 4 anni non possono che risiedere con i genitori, quindi con me che sono la mamma. Niente, l'impiegata non voleva sentire ragioni e insisteva affinchè comprassi due biglietti non residenti per i miei bambini.

All'imbarco c'era anche una mia conoscenza, isolano di Lipari anche lui, Antonio Casilli al quale spiego il problema in cerca di sostegno. Lui stesso trova la richiesta assurda consigliandomi di non lasciar passare questa cosa.

Ero terribilmente stanca e e desiderosa di arrivare a casa. Mossa da questo (forse la società conta sulla stanchezza della gente) cedo. Torno in biglietteria per cambiare il biglietto da residente a non residente. Un'altra impiegata allo sportello mi dice che non potevo cambiare il biglietto ma avrei dovuto comprarne altri due non residenti e perdere i precedenti. Ma come???

Cominciavo a disperarmi, anche perchè mia figlia di 7 anni cominciava a piangere disperata, perchè aveva paura di dover restare a Milazzo. Inutile per me e mia madre tentare di rassicurarla che mai l'avremmo lasciata lì, lei continuava a piangere disperata. Le impiegate dello sportello assitevano alla scena senza mostrare alcuna sensibilità verso una una bambina spaventata, soprattutto considerato che erano state loro la causa di tutta quella sceneggiata napoletana, resa ancora più squallida e imbarazzante per me dalla presenza di numerosi turisti spettatori del tutto.

Nel frattempo Antonio Casilli alla passerella dell'aliscafo ha fatto chiamare il comandante spiegandogli cosa mi stava succedendo. Il comandante faceva quindi chiamare il personale del check-in per dirgli di farmi imbarcare i bambini da residenti.

Finalmente siamo imbarcate con mio grande sollievo. Quando siamo arrivati a Lipari la bambina, visibilmente ancora molto scossa dall'accaduto, mi ha detto :" mamma io a Milazzo non voglio più venire".

Ora, a mente fredda, mi faccio alcune domande. Ma è possibile fare una sceneggiata del genere per una cosa così scontata come può essere la convivenza con i propri figli minorenni? La cosa resa ancora più evidente dal fatto che si trattasse di bambini piccoli.

E' normale per una cosa del genere fare assistere i turisti a queste scene inqualificabili e che sicuramente non fanno onore a nessuno?

E' possibile per noi Eoliani, che già viviamo i disagi del vivere su un'isola che certamente non offre gli stessi confort di chi vive a terra ferma, essere umiliati per cercare come "favore" un "DIRITTO" che può esserti negato perchè Tizia o Caia quel giorno decidono che non ti spetta anche se sanno che ti spetta? Per sicurezza mi sono informata con mia cugina, che lavora in Polizia e lei mi ha confermato che non avevano nessun diritto di chiedermi i documenti dei bambini per verificare la residenza quando per i minorenni è una presunzione di legge avere la stessa residenza dei genitori, che sono tutori dei propri figli.

In questa brutta avventura, però, voglio ringraziare Antonio Casilli che mi ha aiutata, quando non sapevo come fare, a fare valere il mio diritto di cittadino residente. E voglio ringraziare anche il Comandante dell'Aliscafo che ha mostrato molto più ragionavolezza e sensibilità delle due giovani impiegate della Liberty Lines con cui ho avuto la sfortuna di incrociare la mia vita ieri.

la cosa che più mi preme in questa storia e che vorrei che in tale situazione non si trovasse più nessuna mamma delle isole perchè non è giusto.

Chiedo quindi alla Liberty Lines di istruire e informare meglio le sue dipendenti e a mostrare un pò più di comprensione e umanità quando si trovano davanti a gente delle isole, soprattuto se in difficoltà con bambini o con anziani, costretti a partire col caldo torrido o con la pioggia e il freddo, per poter soddisfare un bisogno o un diritto che sulla terra ferma richiede magari solo pochi minuti o poche ore e che per noi invece rappresenta il calvario di un'intera gionata.

La ringrazio Direttore 

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