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di Giovanni Finocchiaro

Caro direttore,

Fatturato del turismo alle Eolie = Bosone di Higgs

Probabilmente pochi sanno esattamente che cos'è, ma tutti sanno che c'è.

Ascoltavo ieri l’interessante intervista con il Dr Vincenzo D’Ambra e Angelo Sidoti dove e’ trapelato un dato a mio avviso non verosimile poiché se lo fosse, la mia calcolatrice sarebbe appestata da “evadovirus”.

• Il Turismo a Lipari, fatturato e’ di circa 5-7 milioni di euro:

Sono andato a vedere che nella provincia di Messina, nel 2018 ci sono state 3,5 milioni di presenze, grazie probabilmente, alla vicinanza dell’arcipelago delle Isole Eolie (dati Gazzetta del Sud, Aprile 2019).
Nelle precedenti interviste (Spinella, Natoli, Giacomantonio & Bruno) mi sembra di aver intercettato che le presenze alle Eolie sono circa 800,000 l’anno.

Se quello che afferma Angelo Sidoti è corretto e attribuiamo all’isola di Lipari i 2/3 (600,000) degli 800,000 presenze, ogni turista a Lipari spende €11.

E’ possibile?

A me sembra che a pagare le tasse sono sempre e solo i soliti noti.

Prepararsi al peggio, sperare per il meglio.

Caro Direttore,

come anticipato al telefono purtroppo a malincuore la maggior parte degli Eoliani d’Australia non potranno essere a Lipari quest’estate per celebrare “Il Festival degli Emigranti” in programma a Luglio/Agosto. Ma ci rifaremo il prossimo anno!!!!

Il ministro del Turismo australiano Simon Birmingham potrebbe aver efficacemente ingabbiato la nazione fino alla fine di quest'anno, avvisando che il confine australiano rimarrà chiuso fino ad allora, ma non ha impedito ad alcuni Eoliani di prepararsi e far volare la gabbia.

L’Europa tornerà realtà solo a partire da maggio 2021.
Mentre gli Stati Uniti sono una zona vietata anche per l'anno successivo, e le richieste statunitensi sono pressoché zero, gli aussie si stanno preparando per tornare nel vecchio continente.

L'Italia è la destinazione più gettonata in Europa, nonostante il suo alto tasso di COVID-19.
Il Belpaese e’ stato colpito duramente, ma le cose pian piano stanno tornando quasi alla normalità e gli australiani si sentono a proprio agio a tornare l'anno prossimo, e maggio è il mese in cui la maggior parte dei vacanzieri di Down Under, stanno prenotando.

Domani saliremmo su un aereo per l'Europa se potessimo....

Questo sentimento sembra essere condiviso largamente e moltissimi australiani sono andati online per prenotare viaggi all'estero per il prossimo anno. Nelle ultime due settimane, gli australiani alla ricerca di destinazioni internazionali hanno fatto click per lo più su Bali, seguita da Roma, Parigi, la regione di Otago nell'Isola del Sud della Nuova Zelanda (che porta a Queenstown), Londra, quindi Tokyo.

Il più grande flusso di ricerche di destinazione negli ultimi sette giorni è stata per Bora Bora dopo che Tahiti ha annunciato la riapertura dei suoi confini il 15 luglio. Taiwan, Pattaya in Tailandia, Melbourne e Kyoto in Giappone sono state tra le altre ricerche di destinazione più in voga.

L'Europa ha aperto i confini nella speranza che il turismo riavvii la sua economia, ma anche se gli australiani potessero viaggiare, la maggior parte del vecchio continente ad eccezione della Grecia, accoglie per ora solo i cittadini dell'Unione Europea.....

Prepararsi al peggio, sperare per il meglio.

La Storia contro gli ultrà.

Quello che e’ successo in tutto il mondo la scorsa settimana, richiederebbe, più che schiere di folla sanguinaria, che sfasciano monumenti, invece proprio una profonda considerazione sul valore della realtà e non soltanto sui simboli e sulla rappresentazione di essa. Comincio col dire, che quando si parla di razzismo non si può che essere tutti d’accordo, ma saremmo al limite della pazzia se pensassimo che il nome di una marca di cioccolatini sia un temibile mezzo di propaganda razzista. Questi sono tempi dove statue di Captain Cook ad Hyde Park in Sydney e di Cristoforo Colombo in città come Miami, Richmond e Boston, sono state rovesciate e vandalizzate, una è stata anche decapitata.
I manifestanti hanno accusato l'esploratore italiano di genocidio e sfruttamento delle popolazioni native.
Se fossi un italiano/americano, mi opporrei con tutte le mie forze alla rimozione di una statua di Colombo nel Columbus Circle di Manhattan.
Capisco i sentimenti di alcuni nei confronti del navigatore genovese ma la statua sta a rappresentare e significare in realtà il contributo italoamericano a New York. Quindi per questo motivo la sosterrei, cari Eoliani di Manhattan.
Dobbiamo confrontarci con il nostro passato. La mia opinione su questo è che nascondere la nostra storia non è la strada da percorrere.

Prepararsi al peggio, sperare per il meglio

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