di Pier Paolo Cincotta
Ieri sera, 26 aprile 2020, ho ascoltato con molta attenzione le parole del capo del governo Giuseppe Conte e sinceramente sono rimasto deluso nel sentire che per il comparto turistico, che incide in misura superiore al 13% sul PIL nazionale, non sia stata adottata alcuna iniziativa. Piuttosto, ho sentito dal premier soltanto alcune generiche rassicurazioni. Nulla di più.
L’incertezza non aiuta le nostre isole che vivono ormai esclusivamente di turismo.
La famiglia Cincotta ha sempre operato nel settore del turismo, in particolar modo investendo le proprie risorse sul territorio di Stromboli, garantendo continuità dei servizi nel periodo invernale, a prescindere dal profitto.
Purtroppo, a causa del COVID-19 ci troviamo seriamente in difficoltà. Ma nonostante tutto, senza abbatterci, cerchiamo, nel rispetto delle regole, di svolgere il nostro lavoro in un territorio ove l’economia è totalmente compromessa. Anche in considerazione della circostanza che a Stromboli, e in generale nelle piccole isole, le persone che vivono di stipendio fisso e di pensione si contano sulle dita delle mani. Il resto della popolazione vive di turismo e giornalmente, se pur con grande dignità, patisce gli effetti della inaspettata e lunga crisi.
Inoltre non dimentichiamoci che l’isola di Stromboli, ma in generale tutta la comunità eoliana, ha subito già la profonda crisi causata lo scorso anno 2019 dalle due esplosioni dello Stromboli, che in piena stagione estiva ha generato una notevole riduzione delle presenze, anche in virtù delle restrizioni imposte in merito all’accesso all’isola ed al vulcano. Purtroppo, ancora oggi, per l’emergenza Stromboli dello scorso anno attendiamo i doverosi aiuti che a qualsiasi livello sono stati promessi ma mai arrivati!
Tornando al Covid-19, nonostante le continue dirette a cui ormai ci siamo abituati, dal Presidente del Consiglio dei Ministri al Sindaco, ad oggi i piccoli imprenditori delle isole minori sono costretti a vagare senza meta, senza possibilità di organizzare e programmare il proprio futuro. Senza alcun sostegno economico. Nonostante, infatti, le mirabolanti cifre che siamo abituati a sentire non abbiamo ancora visto nessun euro!
Vogliamo, tuttavia, concentrarci sul nostro territorio e sulle iniziative locali. In merito, per esempio, ai buoni consegnati dal Comune di Lipari per l’acquisto di beni di prima necessità, lo stesso Sindaco in occasione della giornaliera diretta Facebook ha più volte ribadito che i buoni, al fine di evitare spostamenti, dovevano essere spesi nelle attività commerciali vicine. Nel caso di Stromboli dovevano essere investiti sulla stessa isola.
Purtroppo devo dire che ciò non avviene e tutto questo è sotto gli occhi di tutti. Infatti, basta recarsi nella zona di carico e scarico merci dell’isola di Stromboli, ogni martedì e venerdì, ove si assiste ad un’aggregazione di persone e ad una forma di mercato ambulante, non autorizzato, ove attraverso la nave sbarca un camion, anch’esso non autorizzato al trasporto merci, per la consegna di beni alimentati agli avventori, con incasso sul posto di buoni e somme di denaro.
E’ palese che il “grossista” che vende al dettaglio, abbattendo i costi di trasporto e di gestione delle attività sostenute dal piccolo commerciante dell’isola, così facendo mette ancor più in ginocchio, creando concorrenza sleale, la già modesta economia isolana. Chi verifica tutto ciò? Chi verifica se i buoni consegnati a Stromboli vengono spesi sull’isola oppure fuori da essa? Chi verifica la tipologia trasportata e la correttezza della conservazione dei prodotti? I mezzi utilizzati sono autorizzati a trasportare beni alimentari?
A chi di competenza, in particolare al Sindaco di Lipari, chiedo nello interesse di tutti i commercianti dell’isola di Stromboli di effettuare le dovute verifiche, anche attraverso la forza pubblica presente sull’isola.
Segnaliamo, altresì, che occorre mettere delle regole certe e valide per tutti per il trasporto dei prodotti alimentari, guardando soprattutto alle reali esigenze di approvvigionamento delle attività delle isole minori, alla sicurezza ed al contenimento dei costi. La scorsa settima “La Bottega del Marano” non ha potuto imbarcare sull’aliscafo proveniente da Milazzo prodotti confezionati e riposti in appositi contenitori a norma di legge. Di contro, ogni giorno con gli stessi aliscafi viaggiano prodotti di tutti i generi (pane, carne, ecc.) senza alcuna precauzione.
Occorre, pertanto, individuare e predisporre un regolamento che valga per tutti, che preveda in casi eccezionali il trasporto merci anche sui mezzi adibiti a trasporto passeggeri. Senza creare discriminazioni. Anche al fine di sgombrare qualsiasi dubbio sull’individuazione di limitazioni individuate ad personam.
In conclusione, la vera ripresa dell’economia delle nostre isole dipende da noi stessi. Siamo noi, abitanti delle nostre isole, i veri artefici del nostro sviluppo.
---Accade questo, già prima del previsto.
Le famiglie sono in serie difficoltà...