di Ornella Costanzo
Pure io voglio boicottare Dolce e Gabbana, oggi.
Non solo per le loro posizioni sulle adozioni gay, ma anche per l'uso "sintetico" delle immagini sulle confezioni dei loro prodotti.
Ad esempio, per l'estate 2015 il loro profumo Light Blue pour homme, porta sulla confezione un'immagine della Spiaggia di Papisca di Lipari, tra quelle che una volta, e a ragione, si chiamavano Spiagge Bianche e che oggi invece non lo sono più.
Cessata l'attività estrattiva non si è mai provveduto ad un ripristino dell'area né a un ripascimento del litorale.
Le cave di pomice e le spiagge bianche hanno fatto parte dell'immaginario di Lipari e delle Eolie per decenni. Oggi qualcuno prova ancora, timidamente o impunemente a vendere qualche cartolina dell'isola che fu.
Chissà se Dolce e Gabbana, che pur frequentano le Eolie assiduamente, si sono accorti di questo cambiamento e che opinione se ne sono fatti.
Sicuramente in questi dieci anni un giro a Lipari, fosse anche in barca, l'avranno fatto e non potrà essere passata inosservata la riduzione della spiaggia e la sparizione del bianco.
Mi chiedo perché utilizzare quell'immagine datata, fuorviante, per molti nostalgica, e per qualcuno anche dolorosa, a meno che non vogliano prendere una posizione sulla questione.
E quella spiaggia da "sogno" diffusa in tutte le profumerie del mondo, non rischia di diventare un boomerang per l'immagine reale dell'isola?
LE REAZIONI.
di Leo Giuffrè
Mi è capitato di vedere Dolce e Gabbana, nell'estate 2013, insieme a delle bellissime modelle e degli uomini, sdraiati su un gommone, proprio di fronte alle cave abbandonate, per intenderci, alla spiaggia di Petra Liscia, subito dopo Papisca, il loro yacht Regina d'Italia, era ad una considerevole distanza.Dico questo per replicare alla lettera di Ornella Costanzo, e per puntualizzare che D&G, conoscono bene la zona, avendo notato in rada, svariate volte il loro meraviglioso panfilo. A volte, nella memoria di ognuno di noi, fissiamo delle immagini, dei posti che riteniamo familiari, degli angoli, che sicuramente non sono di nostra proprietà, ma li consideriamo di nostra, sicura appartenenza. Le spiagge bianche di Lipari. è uno di quei posti che considero mio, o meglio...lo consideravo, era uno di quegli angoli indimenticabili, biglietto da visita da mostrare con orgoglio, certi che sarebbe piaciuto a chiunque. Nessuno prendeva in considerazione l'idea, che un giorno, quella interminabile spiaggia si sarebbe cancellata
che il mare avrebbe scavato la battigia, che il vento avrebbe portato via il talco della pomice e le pietre più leggere, che il verde smeraldo del mare antistante, avrebbe cambiato colore. Quell'angolo di Paradiso non doveva cambiare, quella striscia bianca, gli scivoli di pomice, facevano parte del paesaggio della nostra isola...eppure, nessuno ha fatto in modo che tutto restasse com'era...
In quel luogo mi sono forgiato, sono anche cresciuto spiritualmente, ho sempre decantato la bellezza e l'unicità, la gente era entusiasta di arrivare a conoscere un posto simile, toccare con mano la pomice soffice, camminare su quella sabbia morbida, percorrere un cammino interminabile che andava da Canneto fino a Porticello. Riuscivo a passeggiare a piedi scalzi, per ore, avanti e indietro, sembrava di camminare sulle acque, non avvertivo alcun dolore. Hanno spezzato la spiaggia, hanno distrutto il canneto che ne ricopriva una larga parte, non hanno mai tenuto conto, che una schiera di nostalgici, in quel luogo, ha vissuto momenti indimenticabili, non hanno mai tenuto conto, che un luogo cosi...è impossibile da rimpiazzare.
Può darsi che, il solo fatto che se ne parli, spingerà qualcuno ad interessarsi della questione, o forse no...da troppi anni, le priorità sono altre, ma cosa ancora più strana, non sono mai quelle giuste...
Se qualcuno troverà fuorviante l'immagine presa in prestito dagli stilisti, diremo loro che il mondo sta cambiando, diremo anche che i politici vogliono stravolgere le nostre certezze e la nostra mentalità, dandoci da bere che anche la famiglia è cambiata. No grazie, io mi astengo da questi nuovi dettami e continuo a credere ed a preferire, che i figli, possano crescere insieme ad un padre ed una madre.
di Pino Portelli
Condivido appieno le considerazioni di Leo Giuffrè. Hanno avuto l'abilità di distruggere le spiagge più belle del mondo. Da oggi se rientra nelle mie possibilità comprerò qualcosa di Dolce e Gabbana.
Il suono delle Eolie al MoMA.
Share your silence è il contributo partecipativo che il MoMA di New York ha deciso di realizzare per celebrare la mostra dedicata a John Cage, artista compositore celebre per il suo 4':33'', o meglio noto come "silent piece".
Quattro minuti e trentatre secondi di silenzio, il momento in cui l'artista rinuncia alla centralità del performer e quindi dell'uomo, e lascia spazio al suono puro.
Per ricordare l'artista il museo ha chiesto al pubblico on line di realizzare una mappa collaborativa con suoni e silenzi da tutto il mondo. I suoni, accompagnati da coordinate geografiche e breve descrizione, rigorosamente registrati con lo smartphone, sono stati raccolti in un sito collegato agli account di Soundcloud dei partecipanti.
Così navigando, capita di ritrovare anche un pezzo di Eolie: Silence on the sea -Stromboli, ad opera del digital artist Giuseppe La Spada, già noto per le sue collaborazioni con Ryuichi Sakamoto e Christian Fennesz.
A questo link la mappa:
http://www.moma.org/share_your_silence
Dello stesso artista ritroviamo anche il suono dell'Etna e di un gregge che pascola alle sue pendici, o ancora il mare di Milazzo, la notte.
Da non perdere anche i mari e le latitudini più lontani, che si spingono fino ad una classe di Honolulu che sta compilando un compito in classe.