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Dettagli...

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 di Salvatore Agrip

Con grande gioia Don Gennaro è ritornato l'ho visto nel tardo pomeriggio sul sagrato della Basilica Minore di Canneto e ci siamo salutati. Don Gennaro è "piezzu i cori", viva San Cristoforo.

di Marco Mazza

Stanotte alle 23:30 sul porto ho assistito ad una scena molto triste. Il nostro (perché per me è ancora nostro) amatissimo Don Gennaro costretto a partire per Salina quasi con le lacrime agli occhi. Non voleva salire in macchina e stava tornando a piedi a Canneto ma è stato subito fermato e e costretto a salire in macchina. Attenzione non travisate queste parole perché quando dico costretto intendo costretto amorevolmente senza forzatura ma solo facendolo ragionare dai suoi parenti che sono stati a loro volta costretti a portarselo a Salina x evitare al nostro povero Don Gennaro "richiami severi" dall'alto. Mi sono avvicinato per stringere la mano al parroco che mi ha cresciuto per oltre 15 anni dicendogli di stare su con il morale perché c'è tanta gente che gli vuole bene, e lui come risposta con le lacrime agli occhi mi ha detto "ma c'è anche tanta gente che NON mi vuole bene". Adesso io capisco che purtroppo è anche giusto che il nostro Don Gennaro lasci quello che lui ha costruito in tutta la sua vita al nuovo parroco, perché è giusto che si vada avanti ed è giusto che il nuovo parroco svolga le sue mansioni di religioso con serenità. Però per favore Eoliani tutti e specialmente cannetari non dimentichiamo che a Salina adesso c'è il nostro parroco quasi in esilio...lo stesso parroco che ha cresciuto, sposato, battezzato, cresimato molti di noi...lo stesso parroco che ha regalato all'isola di Lipari per non dire alle Eolie "una basilica romana minore" privilegio dato a pochissime chiese in tutto il mondo. Non facciamolo morire da solo. Non dimentichiamoci del nostro parroco perché se è giusto che i nostri "vecchi" si facciano da parte per fare largo ai giovani è altrettanto giusto non mettere da parte i nostri "vecchi" nel dimenticatoio perché la maggior parte di loro anche se lamentosi sono il vero tesoro dell'umanità. Non possiamo essere così ingrati e ingiusti con chi ha dato la sua vita per fare del bene a noi e agli altri. Massima solidarietà per Don Gennaro, parroco meraviglioso e uomo immenso. (da Facebook).

I COMMENTO.

di Giovanni Ferlazzo

Vergogna! Dove sono tutte le "pie donne" che si battevano il petto tutti i giorni in chiesa e recitavano interminabili rosari? Dove sono i catecumeni che hanno invaso il tempio scacciando i credenti che non facevano parte della "setta"? E i diaconi che servivano messa con aria estasiata mentre imperversavano in sacrestia? E i bestemmiatori feriali che il giorno di festa diventano pii e che per San Cristoforo si sciacquano l'anima portandolo a spalle per il paese e danno 10 euro per la festa.Tutti in adorazione (ipocrita) del loro amato parroco. Io sono ormai praticamente ateo, e non credo quasi più che dopo la vita ci sia qualcosa. Ma credo nelle persone per bene, che amano il prossimo in cambio di nulla. Don Gennaro era uno di questi. La sua assoluta incapacità di negare qualcosa a qualcuno l'ha reso vittima fin troppo facile di un'infinità di novelli Borgia. E adesso che non può intercedere per nessuno, viene esiliato di notte, nel silenzio, in solitudine. Del resto, morto un papa se ne fa un altro.....figuriamoci un parroco. Vergogna!

di Giovanni Finocchiaro (Sydney)

Cannetari siamo alla frutta! Anzi al conto e pure salato. E' vero!
"Un padre può campare cento figli ma cento figli non possono campare un padre", perché Don Gennaro sarà sempre il Padre della comunità di Canneto. Mi associo a Giovanni, ci dobbiamo vergognare tutti! I look forward to welcoming you soon.

di Marco Manni

Con quale disinvoltura abbiamo lasciato al proprio difficile destino, il nostro parroco di Canneto don Gennaro Divola bisognoso di affetto ancor prima che di cure. Ieri mi ha scosso l'aver appreso che è stato condotto in piena notte su una nave e spedito a Salina. Il suo pianto, il suo sfogo " qualcuno non mi vuole bene", sono frutto della sua malattia? No: al contrario la sua senilità non ha cancellato, né cancellerà i sentimenti verso la nostra comunità. Dove l'avete mandato? Nella sua vecchia casa? Nella casa di riposo a Val di Chiesa? Troppo facilmente dimentichiamo il bene ricevuto, e 50 anni di continue omelie predicate in questa comunità, non sono servite a riconoscere ed isolare la figura di Ponzio Pilato che si lava le mani difronte alle situazioni scomode, né quella di Giuda, per rimanere in tema con le Sacre Scritture. Qualcuno tra coloro che frequenta la chiesa assiduamente, ci dia pubbliche informazioni per favore. Qualcuno ha percepito la sua presenza come un intralcio e non più un valore aggiunto, forse per via di quelle quotidiane quanto innocenti incomprensioni che possono manifestarsi all'interno di ogni famiglia? Qualcuno ha scomodato il diretto superiore che disturbato da frequenti lamentele, ha assunto questa decisione senza tenere conto del comune sentire della nostra comunità? Io incontravo don Gennaro poche volte l'anno, perché i miei peccati sono quelli di sempre. Non l'ipocrisia, la codardia e l'irriconoscenza però. Nulla di più facile che allontanarlo dalla nostra comunità, di notte, senza neanche "concedergli" di onorare per l'ultima volta i prossimi festeggiamenti di San Cristoforo tra una settimana. Una volta rincondotti all'ovile i clienti della parrocchia, Gennaro Divola non serve più? Mi sia consentito questo pesante paragone, ma don Gennaro è stato trattato ne più ne meno come un lavoratore dipendente di una qualsiasi attività commerciale, che non essendo più efficiente come un tempo deve lasciare spazio ai giovani. Riguardo la sua presunta malattia, è notizia del telegiornale di oggi, che certi morbi che si manifestano con la senilità, rallentano garantendo al paziente serenità, piacevoli attività di svago, non di certo con l'esilio. Ritengo che se la nostra comunità di Canneto avesse drasticamente protestato contro questa decisione, Don Gennaro sarebbe ancora qui e potrebbe vivere meglio e più a lungo. E' anche strano ad esempio che i precetti religiosi tutelino la vita dentro uno sventurato corpo umano che vegeta, ma che in casi come questo, favoriscano, con scelte drastiche, il decesso dello spirito in una persona affetta dalle malattie dell'età.
Don Gennaro, che da un giorno non è più ospite della parrocchia che lui stesso ha elevato a "Basilica Romana Minore", merita di restare a Canneto, magari non in canonica, ma almeno nella dimora degli ospiti annessa al grandioso centro giovanile che ha donato alla comunità di Canneto, fino a quando lo desidera. Intanto l'abbiamo privato della sua medicina più efficace: l'affetto dei suoi sinceri parrocchiani. Facciamoci un esame di coscienza, di prima di tornare innanzi ad un altare e ricevere il corpo di Cristo.
Chiedo al comitato dei festeggiamenti, in segno di protesta di sospendere i festeggiamenti folcloristici perché la comunità di Canneto non è in festa o almeno di sopprimere i giochi d'artificio, magari spendendo meglio quei soldi. San Cristoforo ne sarebbe felice.

---di Claudia Natoli

Con rammarico e dolore, apprendiamo tramite faebook che il l nostro amato parroco Don Gennaro, dovrà lasciare la casa parrocchiale, GDIVOLAaltrimenti chi di DOVERE si vedrà costretto a portarLo a Messina, (come se fosse Il suo cagnolino).

Così. in sordina, senza farsi notare , come costume di chi non ha il coraggio di chiarirsi di fronte alla Comunità. Un benservito semplice semplice, senza un minimo di preoccupazione circa la sorte futura di quest'uomo, per 50anni ha servito con amore e dedizione, che dovrebbe tornare nei suoi luoghi natii, a Leni, Isola di Salina, in perfetta solitudine.
A prescindere dalle idee di ciascuno non c'è dubbio che abnegazione, impegno, professionalità e dedizione verso il prossimo, meritino unanime riconoscenza e ben più di un trattamento simile, al limite del mortificante e dell'abbandono.
Come già fatto dalla sottoscritta con email inviate in forma privata, ancora una volta si CHIEDE a S.Eccellenza, di rivedere la Sua posizione.

"L'attenzione e l'impegno della Chiesa per gli anziani non datano da oggi.

Il magistero ecclesiale, lungi dal considerare la questione come un puro problema di assistenza e di beneficenza, ha sempre ribadito l'importanza primaria della valorizzazione delle persone di ogni età, richiamando tutti a far sì che la ricchezza umana e spirituale, le riserve di
esperienza e di consiglio accumulate nel corso di vite intere non andassero disperse. A conferma di ciò, rivolgendosi a circa ottomila
anziani ricevuti in udienza il 23 marzo 1984, Giovanni Paolo II diceva: «Non vi lasciate sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore.
Nonostante la complessità dei vostri problemi [...], le forze che progressivamente si affievoliscono ............., le incomprensioni di una società egoistica, voi non siete né dovete sentirvi ai margini della vita della Chiesa, elementi passivi di un mondo in eccesso di movimento, ma soggetti attivi di un periodo umanamente e spiritualmente fecondo dell'esistenza umana. Avete ancora una missione da compiere, un contributo da dare ».

Svegliate le Vostre coscienze, compaesani Cannetari, TUTTI abbiamo beneficiato dell'amore , della dedizione del sostegno di quest'uomo, oggi la nostra porrocchia ha ciò... che ha............ che grazie all'ingegno , alla caparbietà e all'abnegazione di quest'uomo e di chi per tanti
Anni l'ha supportato.
Don Gennaro è un uomo malato che ha bisogno del nostro sostegno e non toglie LUSTRO a nessuno , anzi poteva essere una buon occasione di crescita, se continua ad aggirarsi per la Chiesa o se sposta un vaso con i fiori.

LE REAZIONI.

Giancarlo Niutta: Carissimo Arcivescovo La Piana, non sono i massoni, i comunisti, i gay, i divorziati a rovinare la nostra società....ma la corruzione, è vero, è verissimo, soprattutto quella dello spirito, che mortifica l'anima, la legge naturale della libertà eguaglianza e solidarietà tra i simili e tra gli uomini e l'energia dell'universo....quella che porta a discostarsi dagli antichi insegnamenti e contraddirsi spudoratamente....ella un paio di mesi addietro di fronte alla stampa ha esaltato i valori dell'anziano e la sua importanza nella comunità...ed ora non ritiene assolutamente opportuno tutelare un parroco che in 50 anni di ministero ha fatto davvero tanto bene senza alcun tornaconto personale lavorando solo nel rispetto di quei principi che per secoli hanno consentito a genti diverse per cultura credo e religione di abbracciarsi in serenità......invece di non opporsi all'utilizzo del patrimonio ecclesiastico per il business abbia più a cuore le sorti dii UOMINI che con l'opera hanno dimostrato di meritare massimo rispetto.... "un padre campa cento figli....cento figli non campano un padre".

Silvia Carbone: Ci risiamo?

Jasmine Barbera: Manca un punto fondamentale... non sta andando al patibolo... sta andando a casa sua a Leni... Voglioamo parlare di Padre Bruno allora...?

Marcello D'Amico: Carissimi amici, Scusatemi se mi rivolgo ancora a voi nello spazio di poche ore, ma dopo aver letto la notizia dello "sfratto" di monsignore Gaetano Divola non credo di avere altre alternative.
Non parlo di religiosita' ma di un uomo che dopo lunghissimi anni di fedele servizio alla sua gente e' costretto ad abbandonare la sua vera casa per una costruzione a Leni dove ha vissuto solo circa 12 anni della prima parte della sua vita, poi lasciata per studiare al seminario ed infine per servire la comunita' religiosa della parrocchia di Canneto.
Mons Divola e' l'ultimo superstite di quattro giovani eoliani che nel lontano 1 agosto 1948 furono ordinati sacerdoti nella cattedrale di San Bartolomeo a Lipari dal vescovo Monsignor Bernardino Re, OFM. Fra questi quattro c'era pure mio fratello Vincenzino che purtroppo ci ha lasciati esattamente 12 anni fa.
Contrariamente a quel che ha scritto Jasmine Gaetano Divola andra' al suo patibolo nella casa che vide i suoi natali a Leni, perche' per lui questo sara' un luogo sconosciuto.
Alcuni hanni orsono monsignor Divola venne in Australia per una vacanza e allora un gran numero di cannitari lo implorarono a rimanere qui a Melbourne perche' c'era bisogno di lui. Ma da buon parroco di Canneto rifiuto' la generosita' e offerta dei suoi ex parrocchiani perche' da buon pastore non voleva abbandonare il suo gregge di Canneto.
Ma la realta' nel nostro mondo oggi e' molto triste e secondo gli interventi che ho letto in passato e ce ne saranno ancora in futuro, si ha piu' cura e pieta' di un animale che di un vecchio uomo che ha conosciuto una sola vita.
E la cara Silvia Carbone si e' sempre presa cura di cani e gatti abbandonati.
Ma conoscendo le doti spirituali di don Gennarino sono sicuro che accettera' con umilta' il suo destino e perdonera' chi gli ha fatto del male.
In ogni caso spero che tutto si risolvera' per il meglio e don Gennarino passera' tranquillamente il testimone al suo successore con il suo inimitabile sorriso.
Ben fatto don Gennarino.

Aldo Natoli (Presidente associazione Geometri): Mons. Gennaro Divola, oltre ad essere stato un Prete ed un Parroco esemplare, è stato un punto di riferimento per la comunità della Frazione di Canneto. Mi sorprende in questa vicenda "il silenzio" della popolazione cannetara e la rassegnazione a perdere la presenza di un "Padre" carismatico.

Salvatore Agrip: A proposito di Don Gennaro.....

Avendo letto e visto quanto succede in questo momento intorno a Don Gennaro, fino al punto di far intervenire il Signor D'Amico dalla lontana Australia, per richiamare tutta la comunità al buon senso e alla giusta attenzione sul futuro del nostro Don Gennaro, sento l'obbligo di intervenire. Ho vissuto da sempre a Canneto dove sono nato e da sempre Don Gennaro è stato presente nella mia vita, per cose belle e non belle, una figura che mi trascina nel tempo, facendomi rivivere la mia adolescenza, un riferimento, un cardine, oserei dire per tutta Canneto e con la mia famiglia, con i miei genitori un rapporto forte fatto di stima e fiducia. Don Gennaro ha catturato sempre la mia ammirazione fino al punto di esserne impressionato per la sua dedizione spirituale, non solo per l'aspetto religioso ma nel senso ampio e generale della sua vita è stata sempre una persona scevra e lontana da avidità e materialismo, un concetto di vita difficile da trovarsi, quasi unico, che giganteggia e sovrasta anche qualsiasi preoccupazione o indifferenza a cui ognuno di noi in questo momento siamo partecipi. D'altra parte c'è da dire che Don Lillo, il nuovo parroco che da quest'anno ha preso in mano la parrocchia di Canneto è sicuramente persona sensibile e disponibile, che sta cercando di dare vigore e dinamicità oltre a un doveroso cambio generazionale del consiglio pastorale preposto a supportare le incombenze logistiche della parrocchia e organizzare gli eventi religiosi. Ho avuto modo di constatare personalmente la sua grande devozione religiosa in occasione della dipartita di mia mamma nel mese di gennaio e sono rimasto impressionato di come mia mamma alla sua presenza abbia trovato quella serenità come ultimo suo desiderio. Non credo proprio che ci sia nessuna intenzione da parte sua di accompagnare chicchessia come "un cagnolino", certe dichiarazioni improprie e forvianti non fanno di sicuro bene alla nostra comunità e non predispongono nel modo migliore il nostro nuovo sacerdote a un sereno svolgimento del suo ministero, non vorrei invece che proprio ci fosse un'idea di volerlo tenere a "guinzaglio". Finti elemosinieri, falsi moralisti infarciti di politica e speculatori in passato hanno spesso presidiato la nostro parrocchia, approfittando della grande spiritualità del nostro Don Gennaro e mi auguro che la nostra comunità parrocchiale possa sin da adesso, migliorarsi ancor più nel segno della cristianità e di un percorso di evangelizzazione. Detto ciò e ritornando sul futuro di Don Gennaro che ha trascorso 55 anni ininterrotti come guida spirituale di Canneto, bisogna dire che Lui a Salina non ha più nessuno e non può essere mandato via, non è sicuramente la sua volontà. La parrocchia di Canneto dispone di due abitazioni canoniche distinte e separate, una di queste è sempre stata la sua abitazione, in questo momento ha più che mai bisogno della sua famiglia che è costituita da noi cannetari e del suo paese che è Canneto e senza tanti preamboli e pubblicità, auspico da parte di chi in tutti questi anni gli sia stato vicino per affetto e sensibilità, possa aiutarlo concretamente con amore in questo suo ultimo e difficile passaggio terreno.

Maria Rosa Merlo: Don Gennaro è stato un buon prete, sempre pronto ad aiutare tutti. Sempre disponibile. Non capisco perchè non può rimanere nella casa parrocchiale.

Angelo Sidoti: Cari amici ed amiche di Canneto il sacerdozio si fonda sul principio dell "obbedienza alla chiesa ed ai suoi ministri". Ritengo che in questo momento le parole di Don Gennaro sono tratte da questo salmo "Sul rotolo del libro di me è scritto di fare la tua volontà. Mio Dio, questo io desidero:la tua legge è nel profondo del mio cuore".

Giancarlo Niutta: "... Non credo proprio che ci sia nessuna intenzione da parte sua di accompagnare chicchessia come "un cagnolino", certe dichiarazioni improprie e forvianti non fanno di sicuro bene alla nostra comunità e non predispongono nel modo migliore il nostro nuovo sacerdote a un sereno svolgimento del suo ministero, non vorrei invece che proprio ci fosse un'idea di volerlo tenere a "guinzaglio". Finti elemosinieri, falsi moralisti infarciti di politica e speculatori in passato hanno spesso presidiato la nostro parrocchia, approfittando della grande spiritualità del nostro Don Gennaro..." . A chi si riferisce Salvatore Agrip con queste affermazioni?

Angelo Sidoti: Tutto questo parlare non fa bene alla Chiesa. Che a parlare sia Don Gennaro. Se non lo fa perché lui ha rispetto della Chiesa. Non facciamo crociate non servono.

Luigi Profilio: Egr. Direttore, Leggo con profonda amarezza e sincero senso di disagio quanto si sta scrivendo sul conto del nostro amato Parroco. Perche' sebbene a Don Gennaro sia da qualche mese subentrata un'altra guida alla Chiesa di Canneto Don Gennaro Divola e' e restera' sempre il nostro Parroco e dubito che in futuro ci potra' essere un altro sacerdote che guidera' la Chiesa di Canneto con la stessa dedizione, la stessa passione e lo stesso distacco per le cose materiali di Don Gennaro. Una persona per bene, un Amico sempre attento e disponibile alle esigenze di chiunque e che ha fatto dell'accoglienza e della disponibilita' verso gli altri un modus vivendi ineguagliabile. Chi e' di Canneto ed ha qualche anno in piu' ben conosce le specchiate doti morali e pastorali di Don Gennaro, Generoso ed instancabile servo di Dio. La sua preparazione e le sue indubbie qualita' pastorali gli sono sempre state riconosciute da chiunque, parrocchiano o forestiero, che hanno sempre trovato nel suo sguardo attento e nella sua sensibilita' un conforto sincero ed una risposta sempre pronta e risolutiva alle proprie necessita'. La profonda e sincera amicizia che lo lega a Mons. Capovilla gli hanno hanno concesso che omaggiasse la Chiesa di Canneto con la Messa del Suo cinquantesimo anno di sacerdozio ed egli come segno di tangibile gratitudine ha donato alla nostra Parrocchia reliquie preziose di un Papa che sarebbe poi divenuto San Giovanni XXIII. L'elevazione della nostra Chiesa a Basilica Romana Minore e' stato il regalo piu' grande che potesse lasciarci e questo titolo lo lega ancora maggiormente alla nostra comunita'. Io spero vivamente che a Don Gennaro sia concessa la possibilita' di continuare ad onorare con la Sua presenza mite e silenziosa la nostra comunita' e che la Sua figura docile e sorridente possa continuare' per tanti anni ancora arricchire la nostra Canneto.

Marco Manni: Egregio direttore Leone, credo che la comunità di Canneto abbia il dovere morale di prendersi cura di Don Gennaro Divola, che ha dedicato a questa parrocchia la sua vita, migliorandoci. Forse non sarà possibile per lui rimanere dentro le mura parrocchiali, non conosco la prassi ecclesiale: non so se un prete avanti negli anni e con le sofferenze dell'età, vada mandato in pensione o in ricovero. So che Don Gennaro è un sacerdote modello, onesto, ricco di ogni virtù che ha dato quel di più all'immagine della Santa Chiesa in un'epoca di decadentismo morale che non la risparmia; sia chiaro che Gennaro Divola non è un prete qualunque, nel mio immaginario è quanto di più vicino al concetto di santo, ma spero che non ne patisca le tribolazioni terrene, proprio adesso che è avanti negli anni ed ha bisogno anche del nostro aiuto. Visto che non si è fatto casa a Canneto, lavorando sempre e solo al servizio degli altri, spero che Sua Eccellenza, la stessa comunità ecclesiastica locale e civile, trovi una soluzione idonea affinché Don Gennaro possa continuare a vivere vicino alle persone a lui care, sull'isola. Spero forse un po' egoisticamente, che anche Don Gennaro che può darci ancora tanti buoni esempi, desideri e possa rimanere a Canneto.

Niky Biviano: concordo con Angelo...

Massimo Ristuccia Si può chiedere al Vescovo di lasciare Don Gennaro come "coadiutore" del nuovo parroco, dedicandosi alla preghiera e meditazione soprattutto. Moralmente direi, anche i preti anziani sono un dono per la chiesa e per il mondo. Ho letto in un testo: ""Crediamo opportuno a questo proposito riferirci anche al tema dell'obbedienza: in ogni stagione della vita il presbitero si confronta con questa promessa del giorno dell'ordinazione, da rinnovare nei vari passaggi della propria avventura presbiterale. In nome di una spiritualità del servizio e del dono di sé, ogni presbitero è chiamato a realizzare, nel momento del cambiamento, il necessario distacco dal ruolo, dai compiti e dalle relazioni del passato"". Materialmente, però, il presbitero, anziano, malato, solo, ha bisogno di maggior aiuto ed assistenza e diventa una responsabilità per chi lo ospita. Purtroppo rimanendo in aspetti materiali deve avere anche le risorse per mantenersi, ma credo che sia previsto una specie di diaria, certo una struttura diocesana di accoglienza può garantire la necessaria assistenza, prendersi carico del parroco anziano in tutti i suoi aspetti non è facile ma sicuramente da un lato è un segno di una Chiesa umana e riconoscente ed una testimonianza reale laica della vita buona del vangelo. Ho imparato che: ""Al compimento dei 75 anni di età ogni parroco (e ogni altro sacerdote che ricopre un incarico assimilabile) è invitato (rogatur), a norma del canone 538§3, a presentare al vescovo la rinuncia all'ufficio. Ogni stagione della vita è significativa e preziosa. Il ministero sacerdotale non cessa con la rinuncia dell'incarico pastorale, anzi potrà essere svolto con maggiore serenità, proprio per le minori preoccupazioni 'gestionali'"".

Claudia Natoli: Dopo attenta riflessione ed aver ripetutamente letto le righe a firma del Signor Agrip, mi corre l'obbligo, per la mia libertà intellettuale e morale, di riprendere le fila del discorso, senza cadere nel vittimismo o nel pettegolezzo.
La riforma della scuola ha obbligato tutti ad imparare a leggere e a scrivere per combattere l'analfabetismo, ma purtroppo contro l'analfabetismo del cuore non ci sono rimedi.
Signor Agrip, la conosco solo il tempo di un caffè offerto da me a lei quando lavorava nel cantiere del Prof. Di Perri.
Pur trovandoci d'accordo sulla soluzione da prendere, Lei inveisce, contro chi? Che?
Nel Suo sfogo sui finti elemosinieri, degli approfittatori...presidiatori della parrocchia ecc... ecc..... Dica con chiarezza, con la forza della verità, a chi si vuole riferire, a me, o, ad altri?
E' a conoscenza fatti accaduti in seno alla parrocchia , di persone che hanno approfittato economicamente, intellettualmente di Don Gennaro?
Lei ha il dovere di chiarire quanto affermato, non Le posso permettere di gettare discredito su di me o qualunque altra persona, se non con atti motivati di Sua conoscenza.
La sua acredine, perenne, per persone che non conosce, di cui non sa niente se non per sentito dire,
Mi addolora, ritrovi la pace del cuore, così più serenamente può giudicare cose, persone ed eventi.
Conosco ed apprezzo Don Lillo, forse più di Lei, frequentando la parrocchia non solo nelle occasioni di morte o battesimi, e ne riconosco le capacità, ma non è Lui che ha il potere di portare Don Gennaro a Messina, anche in questo ha sbagliato!
Spieghi pubblicamente il Suo dire, o, mi chieda scusa pubblicamente per avermi ingiustamente offeso. Ringrazio i Compaesani che hanno preso a cuore questa situazione e insieme a me hanno auspicato una soluzione, chiedendo anche loro a S.Eccellenza di rivedere la Sua decisione.
Invito i familiari del Parroco a trovare soluzioni di accompagnamento per permettere a Don Gennaro un tranquillofuturo nel paese senza mortificazioni o ultimatum.
Voglio tranquillizzare chi pensa che cercare di far restare don Gennaro a Canneto sia una forma di violenza, state tranquilli anche don Gennaro, se gli è concesso, vuole restare a Canneto, di Leni non ricorda nemmeno le strade, la Sua casa è qui. Grazie a tutti.

Aldo Natoli (Ragioniere): Dopo una assenza forzata da Canneto, al mio rientro ho letto, dai giornali on-line, una serie di commenti sulla categorica richiesta di rilascio dei locali della canonica di Canneto abitati da oltre 55 anni da Don Gennaro e dai suoi familiari. Nel pieno ed assoluto rispetto delle opinioni di tutti, ritengo però che le sterili polemiche o peggio le mal celate insinuazioni e le ormai ricorrenti diffamazioni creino ulteriori fratture ed alimentino una pericolosa spaccatura della comunità peraltro già in atto da tempo. A mio avviso, i Cannetari dobbiamo saper ritrovare la serenità e la pace sociale che hanno caratterizzato questi ultimi 55 anni grazie a Don Gennaro al quale tutta la comunità deve immensa gratitudine ed infinita riconoscenza per il Suo ineccepibile, generoso, perseverante servizio prestato a tutti senza distinzione alcuna che ancora oggi rappresenta una preziosa risorsa non soltanto per Canneto. Ma tornando all'argomento principale che ha turbato e nello stesso tempo sconcertato molti di noi , "il paventato sfratto" , io sono fermo ad una autorevole e pubblica rassicurazione di pochi mesi fa : " Don Gennaro può restare a Canneto fin che vuole". Ora, una cosa è se Don Gennaro, con i suoi familiari, autonomamente, senza alcuna incalzante pressione e nei tempi che loro stabiliranno decideranno di tornare a Leni, altra cosa, ben più grave, sono le richieste incomprensibilmente ultimative ed i toni ingiustificatamente categorici di lasciare la casa canonica. Ed allora sorge spontanea la domanda che rivolgo a "chi di dovere " : cosa c'è di nuovo che ha determinato questa richiesta? Con l'umiltà di un parrocchiano mi rivolgo ancora a " chi dovere" per dire che non è il caso di mandare rappresentanti, ma di spiegare con i mezzi ed i modi adeguati alla comunità, a cui è dovuto rispetto, le ragioni di tali non condivise iniziative ma soprattutto di trovare la giusta, umana e definitiva soluzione al problema. Ove mai non si trovasse la via d'uscita sono certo che i Cannetari di" buona volontà" per tutti i meriti accumulati da Don Gennaro sapranno farsi carico di ogni utile iniziativa per assicurare alla famiglia Divola, fin quando vorrà, ogni migliore assistenza per una serena permanenza a Canneto cose di cui ha più bisogno soprattutto in questo momento.

Salvatore Agrip: Signora Claudia Natoli, sono sorpreso della sua sortita nella quale esprime considerazioni ingenerose verso la mia persona e contemporaneamente asserisce di non conoscermi abbastanza, ma solo giusto il tempo di avermi gentilmente offerto un caffè. Questa mia risposta è all'insegna della considerazione di un suo clamoroso fraintendimento, pertanto e senza nessuna presunzione vorrei essere io portare un po' di serenità al suo cuore, dicendogli che in quelle mie parole non c'è nessun riferimento verso la Sua persona.

Giovanni Ferlazzo: Come al solito quando c'è da risolvere un problema in modo semplice, ci si complica la vita. Si tirano in ballo poteri occulti, prese di posizione, decisioni politiche, ecc. e ci si consegna nelle mani di questi poteri, di questi politici, assoggettandosi ad un futuro ricatto in termini, nel migliore dei casi, di future richieste di voti, di do ut des.
Mi riferisco al "caso Don Gennaro".
Faccio una breve premessa. Don Gennaro mi ha battezzato, cresimato, mi ha seguito nel catechismo, nell'azione cattolica, nella mia vita di ragazzino di Canneto. Ha contribuito a fare di me quello di cui mi vanto essere oggi: una persona perbene. In seguito mi sono allontanato sempre più dalla Chiesa, deluso soprattutto dalle sue assurde prese di posizione e dagli uomini che, in molti casi, la compongono. Ma Don Gennaro no! Non si tocca. Arrabbiatevi pure, ma in parte Agrip ha ragione. Approfittando della sua bontà e del suo cuore, spesso la parrocchia è stata invasa da gente di dubbio valore morale, che si confondeva tra la moltitudine di devoti. Se la comunità di Canneto nega ciò, o non ha visto o non ha voluto vedere.
Ma azzeriamo le chiacchiere e risolviamo il problema senza chiedere aiuti o elemosine o peggio favori a nessuno. Io voglio bene a Don Gennaro. Sono sicuro che a Canneto tutti vogliano bene a Don Gennaro. Troviamo un alloggio decoroso libero, autotassiamoci e consentiamo al Nostro Parroco di rimanere tra di noi. Tutto il resto è ipocrisia, scarica barile e bla bla bla.

P.S. Questa tassa sarei felicissimo di pagarla.

ilpuntoFra la chiesa di San Vincenzo e quella di San Cristoforo ci sono gli ultimi 50 anni di campane e campanili, di preghiere e di fede di Canneto. Anche la vita religiosa ha i suoi momenti per cambi e ricambi. Ma il vangelo umano fatto di preti al servizio di piccole comunità, non può strappare o piegare male le ultime pagine del suo testamento. La chiesa ha sempre dato, spesso anche in buona fede anche a chi ha saputo trarre tornaconti politici o economici. La chiarezza di questo triste momento di don Gennaro è un matematico momento decisorio nel quale la comunità cannetara non deve appoggiarsi al muro della spiaggia con le spalle rivolte alla chiesa, ma deve decisamente girarsi verso la chiesa ed osare la forzatura della permanenza con i fatti ed il perdono da trovare sulla strada della preghiera.
con il credo nel cuore.

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