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INCONTRO CON LA SOPRINTENDENZA DEL MARE DELLA REGIONE SICILIANA

POSTE E BASI PER UNA CAMPAGNA ARCHEOLOGICA SUBACQUEA
NEL MARE DEL GOLFO TIRRENICO DA TINDARI A MILAZZO E CON UN PENSIERO ALLE EOLIE

Si prospetta un nuovo inizio post CoVid-19 per il territorio del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, all’insegna della ricerca archeologica subacquea con la Soprintendenza del Mare della Sicilia che potrà portare nuovi interessi e possibilità di sviluppo turistico e culturale.

Finito, o quasi, il lock-down, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, che in verità non si è mai fermata, pensa in maniera concreta e costruttiva a fare ripartire le attività di ricerca archeologica subacquea che, tra l’altro, possono dare una grande mano d’aiuto e fare da volano alla fase di ripresa dell’economia siciliana e alla sua Identità Culturale.

Così, a Palermo il direttore del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, arch. Roberto Sauerborn, ha avuto un incontro con la Soprintendente del Mare della Regione Sicilia, dott.ssa Valeria Li Vigni Tusa, presso la sede della Sopmare, a cui hanno preso parte anche l’ing. Pietro Selvaggio, responsabile del nucleo operativo subacqueo, il sig. Stefano Vinciguerra e il sig. Aurelio Vaccaro, componenti anch’essi del nucleo operativo subacqueo della Soprintendenza del Mare.

L’incontro era stato previsto per riprendere le attività, sospese dall’emergenza CoVid-19, per giungere alla sottoscrizione del Protocollo di Intesa tra la Sopmare e tutti i GAL e GAC della Sicilia, all’insegna della Delibera di Giunta Regionale n. 46/2019, voluta dall’allora Assessore Regionale ai BBCC e IS, prof. Sebastiano Tusa, per una gestione evoluta e partecipata dei siti archeologici della Sicilia in sinergia con i GAL, che sono i Partenariati Pubblico-Privati per eccellenza.

Durante l’incontro si è parlato dei temi già da tempo all’OdG tra i due organismi e peraltro già avviati con lo stesso prof. Sebastiano Tusa, tra il 2017 e il 2018, e che riguardano, tra l’altro, l’avvio di una campagna di archeologia subacquea che interesserà il mare sotteso dal GAL Tirrenico, che va dal promontorio di Tindari sino a Milazzo e che vede coinvolti, da subito, i comuni di Oliveri, Falcone, Furnari, Terme Vigliatore e Barcellona Pozzo di Gotto soci del GAL Tirrenico. Campagna di scavo che potrà proseguire sino a Milazzo e oltre, per giungere a Punta Faro con il coinvolgimento, ove disponibili, del GAL Tirreno Eolie e Peloritani-Taormina.

E’ stata anche occasione per pensare di riprogrammare “Archeolie”, nata nel 2013 e svolta sino al 2015, come “1° workshop di archeologia tecnica e scienze subacquee”, condotta dal Prof. Sebastiano Tusa, che consentì di portare alla luce le risultanze dell’antico porto romano tutt’oggi insistenti nell’attuale porto commerciale di Lipari, proprio con il supporto e input dell’arch. Roberto Sauerborn, allora direttore del GAL Isole di Sicilia.

La dott.ssa Li Vigni e l’arch. Sauerborn, hanno concordato che l’areale sotteso dal GAL Tirrenico con le Eolie, di rimpetto, vada trattato come un unicum territoriale e culturale, come le testimonianze storiche e archeologiche dimostrano e pertanto vada pensato e compreso con un approccio inclusivo e multidisciplinare.

Ma, i lavori presso la Soprintendenza del Mare si sono per lo più concentrati sul mare del Golfo Tirrenico-Tindari, scenario di antiche battaglie e rotte commerciali del Mar Tirreno, con sullo sfondo proprio le isole Eolie, già oggetto di studi presenti nella letteratura scientifica, che il direttore del GAL Tirrenico ha auspicato possano essere oggetto delle necessarie e preliminari prospezioni archeologiche subacquee, si spera già a partire da questa estate.

La Dott.ssa Valeria Li Vigni, ha raccolto con grande piacere l’interesse del GAL Tirrenico a farsi promotore di questa iniziativa confermando da subito la piena disponibilità della Soprintendenza del Mare per partire, anche con immediatezza, con le ricerche sul campo coinvolgendo, sull’iniziativa proposta dal GAL Tirrenico, l’Assessore Regionale ai BBCC e IS, Dott. Alberto Samonà, il Dipartimento Regionale dei BBCC, i due Parchi Archeologici di Tindari e delle Isole Eolie, nonché la Soprintendenza ai BBCC di Messina.

Il direttore del GAL Tirrenico, arch. Roberto Sauerborn, raccolta la disponibilità della Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, si farà parte attiva per il coinvolgimento, da subito, dei due GAL Tirreno-Eolie e Peloritani-Taormina per un possibile programma comune e condiviso di azione e supporto, anche in termini di risorse, perché, tra l’altro, per consentire l’avvio di una attività di ricerca sistematica e proficua sarà necessario pensare anche ad una sistemazione logistica utile per le attrezzature, le risorse e il deposito dei materiali rinvenibili durante gli scavi sommersi dal personale della Soprintendenza del Mare, dai partner scientifici e dagli studiosi coinvolti.

A tale proposito, il direttore del GAL Tirrenico ha già dato la disponibilità della sede operativa del GAL Tirrenico per ogni occorrenza (uffici, deposito materiali, ecc.) e interpellerà i comuni soci costieri e non solo, al fine di risolvere il problema logistico fiducioso che non vi sarà alcun problema al riguardo.

di Roberto Sauerborn

All’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Dott. Alberto Samonà

Oggetto: attuare la Delibera di GR n. 46/2019, voluta da Sebastiano Tusa, per la gestione sistemica tra pubblico e privati dei Beni Culturali della Sicilia.

Credo di interpretare correttamente l’animo pro-attivo dei GAL della Sicilia, se mi permetto di suggerire e caldeggiare l’attivazione della Delibera di Giunta Regionale n. 46/2019, che il carissimo prof. Sebastiano Tusa fece approvare il 29 gennaio 2019, che aspetta solo di essere firmata.

Così facendo, a mio modesto avviso, potrebbe dare avvio ad un’azione già pronta e immediatamente operativa per i beni culturali, interpretando parte della volontà del compianto Sebastiano Tusa, certamente per ciò che concerne la gestione in maniera sistemica e condivisa del Patrimonio Culturale siciliano in una logica pubblico-privato.

La grande intuizione di Sebastiano Tusa, anche in quella occasione, infatti, fu l’aver capito e riconosciuto, che per la gestione sostenibile e partecipata di tutti i siti culturali della Sicilia, non serviva, come non serve, un altra legge o complesso meccanismo gestionale con proliferazione di poltrone, vieppiú per i parchi archeologici, avendo già tutto pronto e immediatamente disponibile. Infatti, basterebbe applicare, come previsto nella Delibera, i Regolamenti Comunitari che, ormai, da decenni regolano l’operatività di tutti i settori economici, sociali, culturali europei.

Quando ne parlammo, nel luglio 2018 a Barcellona Pozzo di Gotto in occasione del 1° Festival per il Territorio Sostenibile Siciliano, (in cui fu anche dedicata una piazza ad Aldina Cutroni Tusa, mamma di Sebastiano), ricordo che mi disse, “Roberto, mi sembra l’uovo di Colombo, scrivi che ne parlo al Presidente”; sapeva, che non avrebbe sbagliato e che avrebbe fatto “bella fiùra”.

Non dico che il percorso della proposta del prof. Tusa non fu ostacolato, ove da vecchi retaggi, ove da sfiducia (io direi paura del nuovo), nei confronti di questi Organismi Intermedi (GAL) ma, ciò nonostante, e dopo aver lavorato, a più mani, tra i colleghi di tutti i GAL della Sicilia e con l’Ufficio di Gabinetto, il 29 gennaio 2019, la Giunta Regionale varò la Delibera n. 46/2019 in apprezzamento, dell’”Accordo di programma quadro tra l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana ed i Gruppi di Azione Locale – GAL operanti nel Territorio regionale”; una vera rivoluzione, senza colpo ferire, stava per avviarsi nel sistema di gestione dei beni culturali siciliani, senza ulteriori oneri per le casse regionali, ma solo grazie alla disponibilità dei 23 GAL della Sicilia di utilizzare, in forma concertata con un assessore ai BBCC che si chiamava Sebastiano Tusa, le proprie risorse.

La rivoluzione aveva anche un nome voluto da Tusa perché, come si legge nella delibera, “la stipula del suddetto Accordo è finalizzata a costituire una “RETE CULTURA” atta a garantire, tra l’altro, nell’ambito delle sue prerogative e obblighi istituzionali la valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, materiale e immateriale; la promozione dei processi di identità culturale e di crescita sociale, attraverso la trasmissione della memoria storica, artistico-letteraria, documentaria ed etnoantropologica; il potenziamento della fruizione dei beni culturali al fine di favorire l’aggregazione territoriale e lo sviluppo della consapevolezza ecoambientale, nonché la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistico – naturali, al fine di innescare processi di crescita economica e sociale nel territorio.”

Nella convenzione, vi è previsto tutto quello che serve e che il prof. Tusa riteneva necessario per la “rivoluzione” dei BBCC della Sicilia; veniva, nei fatti, mutuato un sistema già in uso e collaudato in altri settori con il coinvolgimento dei privati attraverso procedure trasparenti e sostenibili ma declinato per il patrimonio culturale.

Veniva, e verrebbe, superato il problema della apertura dei siti culturali, dei lavori di manutenzione, del controllo, della mancanza di personale, delle collaborazioni scientifiche, della promozione turistica, lo sviluppo la crescita grazie all’aggregazione territoriale attorno alla cultura.
In poche parole, della gestione globale sistemica e condivisa dei giacimenti culturali in logica pubblico-privata ma saldamente controllata dalla regione grazie a dei programmi culturali concertati localmente tra i parchi, i comuni e gli attori dei territori. Questo, semplicemente, grazie al ruolo dei GAL, organismi intermedi riconosciuti dal Reg UE n. 1303/2013, artt. 32, 33 e 34, agenzie di sviluppo CLLD di rango sovracomunale.

Era, ed è, questo il contenuto della Convenzione che avrebbe dovuto essere firmata a marzo 2019 tra il Presidente della Regione, On. Musumeci, il prof. Sebastiano Tusa e tutti i GAL della Sicilia, cioè la nascita della “Rete Cultura” della Sicilia.

Con piacere, assessore, Le comunico che, proprio in questi giorni, quella stessa delibera è oggetto di attenzione nazionale quale buona pratica da mutuare, forse, anche a livello ministeriale.

Oggi, augurandoLe buon lavoro, mi sento di poter rinnovare la disponibilità e l’auspicio di far ripartire quel percorso, già condiviso da tutti i GAL siciliani, da concertare oggi secondo i Suoi programmi per il bene della nostra Sicilia e per la messa in orbita del nostro Patrimonio Culturale. In attesa di Sue, Voglia gradire i miei cordiali saluti.

---"RETE CULTURA" E "SICILIA ISOLA SICURA"
Una buona pratica per la SM 19.3 del PSR Sicilia, anche da replicare a livello nazionale.

Il Forum Nazionale del Turismo Sostenibile si incontra il 5 giugno 2020 alle ore 16 per il terzo meeting nazionale. Con proposte e molti passi avanti.
(DI SEGUITO, IN SECONDA PARTE, IL PROGRAMMA DI LAVORO)

STIAMO METTENDO AL CENTRO UN’ALTRA ITALIA CHE NON VIVE NELLE GRANDI CITTÀ MA IN PICCOLI CENTRI URBANI, NEI TRADIZIONALI BORGHI DELLE ZONE MONTANE O SULLE VIE DELL’ACQUA.

E' questo uno degli obiettivi che il Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, presso il Ministero per l'Ambiente, con il Gruppo di Lavoro "Prosperità", di cui il nostro GAL Tirrenico fa parte, intende perseguire.

Assieme al "Forum Nazionale per il Turismo Sostenibile" ed il Gruppo di Lavoro "Prosperità", abbiamo intrapreso un viaggio per preservare e valorizzare un patrimonio che rappresenta un nuovo modello economico, di produzione e di consumo, basato su salute, sostenibilità ambientale e qualità della vita.

Da mesi, con il Forum Nazionale per il Turismo Sostenibile ed GdL "Prosperità", stiamo lavorando intensamente a favore dei territorio per la costruzione di una Strategia che abbia in seno la proposta di soluzioni innovative capaci di aiutare nel concreto le PMI in termini di sostenibilità ed innovazione, favorendo sinergie tra giovani, enti pubblici e privati.

Siamo al varo di un programma su macroaree:
- Ricerca & Sviluppo;
- Economia Circolare;
- Creating Shared Value (CSV);
- Stakeholder Engagement;
- Standard e Bilancio di Sostenibilità;
- costruzione di un "Glossario della Sostenibilità" dal punto di vista delle PMI;
su cui si lavorerà già a partire dal 8 giugno 2020.

Ed, in questo ambito, si inserisce anche la nostra proposta Sicilia Isola Sicura con il progetto "Borghi di Sicilia/Sicilia dei Borghi", che come GAL stiamo portando avanti e sul quale abbiamo avviato una manifestazione di interesse, aperta a tutti i borghi che stanno aderendo da tutta la Sicilia.

ll progetto prende le mosse dalla "Rete Cultura", nata con la delibera N.49/2019 della Giunta Regionale siciliana (voluta dall’allora Ass. reg. ai BBCC, prof. Sebastiano Tusa), con la quale veniva apprezzata la rete dei GAL di tutta la Sicilia e che é condiviso, oltre che dai sindaci del nostro territorio e aderenti a "Borghi di Sicilia", anche dal Forum Nazionale per il Turismo Sostenibile e da GdL " Prosperità", quest'ultimi coordinati dalla dott.ssa Isa Maggi.

Con il GdL "Prosperità" abbiamo pensato che la "Rete Cultura" (poi rimasta ferma per i fatti legati alla tragica scomparsa del prof. Sebastiano Tusa) possa essere proposta come buona pratica per lo Sviluppo Sostenibile e che pertanto, possa essere portata all'attenzione del Governo Nazionale così da replicarla anche su scala nazionale con il Ministero della Cultura e Turismo e il Ministero per l'Ambiente.

La nostra proposta per l'attuazione della SM 19.3 del PSR Sicilia, di cui discuteremo già mercoledì 3 giugno con l'AdG del FEASR e gli altri GAL nell'ambito del tavolo di lavoro costituito sul tema, intende "Mettere in relazione le potenzialità locali di vita sostenibile dei borghi tra di loro e con un contesto più ampio, per raggiungere quella massa critica necessaria per garantire la vitalità di un progetto di rilancio del brand Sicilia quale Isola Sicura e Sostenibile secondo i parametri di Agenda 2030, in modo da porlo meglio in relazione con una dimensione economica globale. Potranno, per esempio, anche essere valorizzati, promossi, perché modulati in connessione sistemica con i 17 GAOL dell’Agenda 2030, alcuni elementi/pratiche/aspetti di vita tipici dei luoghi dei borghi. Il progetto di cooperazione unitario su base regionale avrebbe quindi la funzione di permettere il superamento di taluni vincoli strutturali, insiti nella dimensione locale. Allargare la partnership regionale, nazionale ed internazionale, se richiesto, e costituire reti transnazionali".

Inoltre, abbiamo ricevuto conferma dell'interesse sul nostro progetto per la SM 19.3, da parte della Rete Nazionale dei GAL Bulgari, per il tramite della presidente dott.ssa Neli Kadieva, e di alcuni GAL della Polonia, che sono già stati da nostri ospiti e con cui abbiamo già avviato dei rapporti di collaborazione sulla loro SM 19.3 di cooperazione, che verranno ad attuare nella nostra Sicilia alla fine del lockdown.

Così, convinti della bontà e validità della nostra proposta, auspichiamo fortemente di poterla inserire nell'ambito della stesura della SM 19.3 del PSR Sicilia 2014-2020 in concertazione con tutti gli altri GAL della Sicilia e l'AdG del FEASR retta dal Dirigente Generale Dott. Dario Cartabellotta.

---Si é svolto il seminario on line "Ripartire dal Territorio: GAL e opportunità imprenditoriali in Agribusiness“, il primo incontro relativo ad un un ciclo di seminari che l’Ateneo peloritano intende portare avanti per ripensare i rapporti con il territorio e per riflettere sull’impatto delle fasi post-COVID-19 sul trasferimento tecnologico e, in generale, sulla Terza Missione universitaria.

Al Seminario hanno preso parte il vice rettore prof. Moschella, che ha portato i saluti dell'Università degli studi di Messina , i docenti e gli studenti sia del corso “Strategie e Innovazione in Agribusiness”, della Laurea magistrale in “Sicurezza e Qualità delle produzioni animali”, tenuto dal prof. Fabio Gresta, che del corso di "Economia e gestione delle imprese" tenuto dal prof. Cesaroni. L’iniziativa é stata moderata dalla prof.ssa Daniela Baglieri (Prorettore alla Ricerca, Innovazione e Trasferimento Tecnologico).

E' stata l'occasione per presentare in ambito accademico, tra l'altro, cosa sono i GAL, come operano, perché e le origini dell'APPROCCIO LEADER e la Rete dei GAL Nazionale ed Europea (RRN).
Chi scrive ha raccontato la genesi formativa del GAL Tirrenico, la partecipazione al bando regionale del PSR Sicilia 2014-2020, le azioni messe in essere e gli obiettivi prefissati e le opportunità (in ottica di diversificazione e cooperazione), in chiave di Strategia di Sviluppo Sostenibile di Tipo Partecipativo, le attività del Gal Tirrenico che opera secondo l'Approccio LEADER, tutto questo anche nel particolare momento pandemico che l'Italia, il mondo sta vivendo.

In quest'ottica, ho anche presentato il Marchio d'Area del GAL Tirrenico ed il Progetto Pilota "Sicilia Isola Sicura" che il GAL Tirrenico ha proposto quale azione della SM 19.3 e di cui é programmata per la prossima settimana con l'AdG Regionale FEASR con tutti i GAL siciliani.
La comunicazione, molto apprezzata, é stat seguita da un dibattito con i docenti e gli studenti ed é stata anche l'occasione per aprire le porte a future collaborazioni tra il GAL Tirrenico e l'Università di Messina sull'innovazione a favore del mondo rurale.
L'incontro é stato registrato e sarà a breve disponibile sulla piattaforma sia dell'UNIME che del Gal Tirrenico.

 

Incontro on line SICILIA ISOLA SICURA Progetto Pilota Sintesi dei lavori

Si è tenuta sulla piattaforma Skype un partecipatissimo incontro dibattito scaturito dalla proposta di progetto pilota “Sicilia Isola Sicura” del GAL Tirrenico per l’adozione sperimentale di “protocolli per un nuovo stile di vita” alla luce del rischio Covid-19. Progetto da avviare a partire dai Borghi della Sicilia, quali luoghi le cui dimensioni e caratteristiche consentono di avviare la sperimentazione con adeguate garanzie di riuscita e di controllo per definire dei disciplinari per evitare il contagio.

Il progetto proposto dal direttore, l’arch. Roberto Sauerborn, potrebbe essere uno strumento utilissimo per proporre in una nuova chiave turistica la Sicilia, proprio alla luce della necessità di una ripartenza sostenibile e per fare fronte alla concorrenza di quei territori, specialmente non italiani, che sono già riusciti ad ottenere dei “corridoi sanitari”, per fare arrivare il turismo straniero, perché si propongo come “bolle sanitarie sicure”.

All’incontro sono intervenuti l’Ass. Reg. alla FP, On. Bernadette Grasso, in rappresentanza del Governo Regionale, l’on. Mario Bolognari (Sindaco di Taormina), Filippo Bonansinga (Sindaco di Merì), Michele Lemmo (Sindaco di Tripi), Carmelo Pietrafitta (Sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea), Luigi Ialuna (V. Sindaco di Mirto), Carolina Castellucci (T.O. e Cons. On. Danimarca), Gaetano Cimò (già DG Agricoltura), Michele Germanà (Pres.Agenzia del Mediterraneo) Filippo Grasso (Esp. Turismo UNIME), Sergio Imparato (Esp. settore bancario), Salvatore Scalisi (Karasicilia), Francesco Cancellieri (CEA Messina Onluss), Roberto Allegrezza (Strategia Val di Noto).

L’on. Bernadette Grasso, ha indicato e spiegato puntualmente la logica degli interventi e quali sono gli strumenti previsti nella legge finanziaria (di cui si attende la pubblicazione), a favore dei comuni e delle imprese, pur senza entrare nel merito, ovviamente, di quelli che saranno i decreti attuativi che ogni assessore predisporrà per specifica competenza.

“Il Governo Regionale” ha dichiarato nel suo lungo e apprezzato intervento, “attende le linee guida, i DPCM per sapere come muoversi anche per l’apertura con i paesi esteri. Il turismo è un sistema ma è anche un prodotto per poter promuovere il territorio in termini di sicurezza. Ma, servono regole che dipendono dalle linee guida del Governo Centrale. Vi è una costante interlocuzione del Presidente Musumeci con il Governo Nazionale in tal senso. Così, come si aspetta anche per una congruente ripartizione delle risorse previste. Per quanto mi compete e per i 300 milioni che competono al mio assessorato, saranno indirizzati a favore dei comuni come fondi perequativi per gli operatori economici con un riparto oggettivo che sarà frutto dei lavori in conferenza delle autonomia e sentito l’ANCI. Come Assessore sono disponibile, come sempre, sulle proposte che arriveranno dai sindaci e dal GAL e che trasferirò al Presidente nonché ai colleghi di Giunta dei vari settori.”

L’assessore Grasso, inoltre, ha dato mandato al direttore del GAL Tirrenico, l’arch. Roberto Sauerborn, di proporre in un documento di sintesi, scaturente dall’incontro, quelle che sono le proposte, per tutti i settori, che arriveranno dal territorio affinché li possa valutare e proporre all’attenzione del Governo Regionale anche per gli aspetti legati all’attuazione e all’impegno delle risorse regionali.

Il dibattito molto interessante che ha sviscerato tutti gli aspetti connessi al settore turistico, ma non solo, ha consentito di puntualizzare ed avere una chiara indicazione sulle necessità, le preoccupazioni, le aspettative, le speranze, le proposte a partire dai sindaci che sono il “front office”, i terminali di tutte le preoccupazioni dei territori che “possono esplodere anche in chiave di emergenza sociale” come ha detto, tra l’altro, il sindaco di Taormina, Mario Bolognari.

L’incontro, dopo la presentazione e introduzione del tema da parte del direttore del GAL, Roberto Sauerborn, si è subito aperto proprio con l’intervento di Bolognari che ha fatto una ampia e dettagliata disamina della situazione turistica da Taormina, località turistica per eccellenza della Sicilia e che è un perfetto osservatorio oggi, purtroppo, per avere contezza della crisi del settore. Il sindaco Bolognari si è preoccupato di fare presente la necessità di riaprire subito ma con la giusta sicurezza e interventi dei Governi. “Taormina ha 11 alberghi a 5 stelle oltre che migliaia di micro imprese a cui si devono dare aiuti puntuali, liquidità ma non a pioggia e senza regole per fare quello che vogliono (penso al suolo pubblico senza regole), perché si rischia una situazione di caos che sarebbe come fare karakiri. Il turismo di prossimità non basta. Taormina, come altre località turistiche note, vive di turismo straniero.L’85% dei flussi non sono italiani sono quelli che dobbiamo convincere a tornare. Servono il fondo perduto, protocolli di sicurezza come quello proposta da GAL Tirrenico e una grande compagna di comunicazione per una Sicilia nuova, per superare le barriere del pessimismo diffuso”.

Sulla stessa linea più o meno tutti i sindaci e le amministrazioni presenti, accomunati proprio dalla condizione di terminali delle richieste e delle preoccupazioni di tutti i settori economici.
Il sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Carmelo Pietrafitta, tra l’altro, ha rappresentato all’ass. Grasso di non essere d’accordo con il “divieto di cumulo dei fondi nazionali con quelli regionali, perché si rischia di non avere il cosiddetto effetto moltiplicatore”.
Il sindaco di Tripi, Michele Lemmo, si aspetta interventi significativi che valorizzino i territori ricchi di beni culturali.
Il sindaco di Merì, Filippo Bonanzinga, ha espresso grande preoccupazione per i settori economici turistico, agricolo, manifatturiero e ha condiviso la proposta del GAL auspicando che possano essere “strumenti attivi nei flussi economici, con amplificazione del ruolo che già svolgono.

Luigi Ialuna, vice sindaco di Mirto e vice presidente di “Città del Bio”, sostenitore anche del progetto “Borghi di Sicilia” proposta dal GAL Tirrenico a cui il comune di Mirto ha già aderito, ha insistito sulla necessità di turismo lento in bici a piedi che si basi su laghi, fiumi e mare per valorizzare luoghi sconosciuti.
Il prof. Filippo Grasso, ha ricordato la necessità di puntare sul turismo lento ma innanzitutto sulla necessita di fare sistema, “i territori vanno organizzati in termini di sicurezza, di certificazione sanitaria per rivedere il sistema dell’attrattività della Sicilia. Andrebbe costituita una cabina di regia in chiave DMO dell’area metropolitana di Messina.”

Il console onorario per la Danimarca in Sicilia e imprenditore turistico, Carolina Castellucci, ha confermato come “sino ad oggi si è fatto ben poco. Anche la bozza del decreto nazionale di rilanci vi è ben poco. Serve liquidità vera e non credito di imposta. Per il 75 milioni previsti dalla regione per il turismo, ancora non si è capito come, e in quale misura verranno spesi. Non è chiaro come questi voucher proposti potranno essere distribuiti nel territorio siciliano. A quali tariffe si acquisteranno le notti per avere la notte gratuita? Risulta difficile capire quale sia il reale vantaggio per il territorio, al di là della tipologia di intervento. Condivido la necessità di “corridoi sanitari” e la proposta del GAL in questo senso risulterebbe fondamentale. Le Baleari su questa linea hanno ottenuto che dalla Germania già dalla fine di giugno potranno arrivare flussi turistici. Si dovrebbero poter fare anche per la Sicilia dei protocolli per raccordarsi con i Governi stranieri in tal senso”.

Totò Scalisi di Karasicilia, ha condiviso il progetto del GAL e le iniziative a favore del turismo lento o relazionale di cui si parla da lungo tempo, ma ha sottolineato che la “sicurezza prescinde dal turismo. Il territorio deve essere innanzitutto sicuro per i residenti e dopo, di conseguenza, lo sarà per i turisti. Gli interventi di aiuto devono essere su due livelli: prima sulle imprese e poi sulla promozione a partire dalle località sconosciute. Perché la Sicilia è ”consumata” in maniera differente a seconda della località di cui si parla.”

Gaetano Cimò, già dirigente generale dell’Ass.Reg. all’agricoltura ed oggi consulente, ha rappresentato e commentato gli interventi proposti dall’ass. reg. alle attività produttive della regione siciliana a favore dei settori economici.

Sergio Imparato, esperto del mondo bancario e consulente volontario gratuito del GAL Tirrenico a favore delle aziende del territorio, si è dimostrato scettico sul fatto che il turismo non abbia bisogno di finanziamenti, “dai territori ci giungono urla di dolore. Bisogna intervenire con il fondo perduto, con la compensazione dei crediti che si vantano dallo Stato. Il sostegno della regione diverso per forma, metodo e di carattere infrastrutturale. Va tenuto fortemente presente l’aspetto psicologico dei cittadini e degli imprenditori. Urge, infine, un tavolo tecnico a titolo gratuito come questo che oggi ha organizzato il GAL Tirrenico per supportare le scelte attuative del governo della regione.

Michele Germanà, presidente dell’Agenzia per il Mediterraneo, ha condiviso l’idea di una Sicilia Sicura che si può raggiungere grazie anche all’applicazione di procedure standard e certificate con norme UNI. In questo senso il processo connesso alla blockchain potrebbe essere di grande aiuto con i GAL che sono gli organismi intermedi che per eccellenza potrebbero implementare questi processi ma in una logica di sistema. Un grande ostacolo in tal senso è la burocrazia regionale che va messa in linea con i nuovi processi di certificazione.

Francesco Cancellieri, dell’Ass. Centro di Educazione Ambientale CEA Messina onlus, condividendo l’iniziativa del progetto Sicilia Isole Sicura, ha presentato il protocollo di sicurezza proposto a livello nazionale per i Parchi nazionali per la loro fruibilità in sicurezza.
Roberto Allegrezza, della “Strategia Val di Noto”, ha condiviso la necessità di ripensare la Sicilia in una nuova ottica anche in termini di proposta connessa ai siti UNESCO con un nuovo programma di internazionalizzazione cambiando paradigma e metodi di lavoro a favore di tutte le comunità.

Il dibattito integrale sarà pubblicato sia sul sito del GAL Tirrenico che sul canale You Tube.

 

 

Al Presidente della Regione Siciliana, Alla Giunta Regionale, all'AdG FEASR e p.c. Alle Autorità Deputate di riferimento comprensoriale, Ai Sindaci del comprensorio, AIl'Assemblea del GAL Tirrenico, Al CdA, al Tavolo di Partenariato Tirrenico, Alla Cabina di Regia BBCC GAL della Sicilia

Oggetto: Progetto PILOTA DI INNOVAZIONE SM 19.3 PSR Sicilia 2014-2020 - SICILIA TERRA SICURA

On.li Autorità, Inviamo in allegato, alla Loro attenzione, sintesi della nostra proposta progettuale di cooperazione regionale, che diventa fortemente a favore del settore turistico e sostenibile e che passa da un possibile progetto pilota di innovazione di processo a favore dei territori per la definizione di protocolli di sicurezza da implementare a partire dai nostri piccoli comuni di Sicilia, località turistiche per eccellenza sui quali si gioca la ripartenza dell'economia turistica della Sicilia e dell'Italia.

Per quanto compete a questo GAL, nelle more dell'auspicabile assegnazione delle risorse originarie della SM 19.3 che ci competono, avremmo già previsto come azione che i comuni aderenti al Marchio d’Area Collettivo Tipico, diventerebbero, così, un laboratorio di innovazione sostenibile per protocolli di vita in sicurezza in cui sperimentare soluzioni, idee e progetti per un modello di insediamento sicuro a bassi costi e dal ridotto impatto ambientale che possa imporsi positivamente anche sul mercato del turismo sostenibile e di qualità.

Questo consentirebbe di definire un nuovo brand della Sicilia non più legato a vecchi e superati stereotipi, ma una Sicilia sempre bella, intelligente, sostenibile e innanzitutto sicura per chi ci vive o vuol venire in vacanza : SICILIA TERRA SICURA.

Ci pregiamo, infine, di inviare di fare richiesta di poter far parte del preannunciati tavoli tecnici di settore regionali in occasione della emergenza sanitaria in corso. Cordiali saluti

 

---Si è tenuta la 1^ conferenza in remoto sul “Turismo e beni culturali al tempo del coronavirus” , su iniziativa del GAL Tirrenico nell'ambito dell'attività di Animazione che svolge in remoto, e dove si è fatto il punto sullo stato dei settori con importanti spunti e proposte.
 
La conferenza ha visto la partecipazione dell’on Francesco De Domenico del PD che ha dato la sua totale disponibilità per ogni possibile azione a favore dei settori  e del dott Santi Cautela, portavoce dell’on Antonino Catalfamo della Lega, che ha portato i saluti e fatto una disamina delle potenzialità del comparto nel territorio del GAL Tirrenico; dei sindaci del GAL e delle principali località turistiche della Sicilia tra questi il prof Mario Bolognari, sindaco dì Taormina, il sindaco di Tripi Michele Lemmo per il Borghi del GAL, delle organizzazioni e operatori del settore turistico, con il Presidente regionale FIAVET Sicilia dott Cimminisi, della Soprintendenza del Mare della Sicilia con la dott.ss Valeria LI Vigni , del consolato Danese in Sicilia con il console dott.ssa M. Carolina Castellucci della STS, l’UNPLI con il presidente provincia di Messina Piero Giacobello delle pro loco unitamente alla presidente Pro Loco di Castroreale Maria Miano, del mondo della navigazione con il sen. Salvatore Lauro della Lauro Shipping, del terzo settore con Totò Scalisi di Karasicilia, del dott. Sergio Imparato e del dott. Italo Candido per la CDA mediazioni creditizie, Roberto Allegrezza della Strategia Val di Noto.
 
I lavori sono stati condotti dall'arch. Roberto Sauerborn, direttore del GAL Tirrenico con il supporto del dott. Franco Machì.
Dopo un introduzione da parte dell'arch. Sauerborn, sulle azioni del GAL e sui prossimi bandi in cantiere che prenderanno il via già dal 12 maggio, gli intervenuti hanno espresso le loro posizioni e proposte sull'attuale situazione di crisi che si prospetta ancora per un lungo periodo e con grande preoccupazione per il possibile fallimento di tantissime attività della filiera. 
Su tale solco ha parlato Totò Scalisi che, tra l'altro, ha definito il nuovo modo di fare turismo che sarà più "lento" e tecnologico tutto giocato sui sistemi on line. Si é soffermato anche sul fatto che i fondi comunitari dovrebbero essere spesi in maniera più coerente con le reali condizioni e le necessità del mondo del lavoro.
 
Il Sen. Lauro, che ha portato anche la testimonianza di quanto si sta facendo nel settore della ricettività e della navigazione nelle isole della Campania ha indicato la necessità di organizzarsi per riuscire a proporre sicurezza e modalità di lavoro che rendano tranquilli i turisti e sinergia tra le località turistiche.
Il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, ha tracciato un panorama ampio del settore a partire dalla mancanza di un programma turistico regionale e della necessità di definire un strategia comunicativa adeguata che proponga la Sicilia in maniera nuova  e non legata a vecchi e superati stereotipi. A Taormina l'85% dei flussi turistici, quasi due milioni di presenze all'anno,  sono stranieri e che sarà un grande problema la loro assenza, con le aziende che non riusciranno a riaprire con il reale rischio di fallimento. Bisogna trovare strumenti e metodi di attirare nuovamente il turismo che ama la Sicilia e in questa direzione il futuro sono i borghi dove si potrà attivare un nuovo modo di fare turismo più lento e tranquillo, ha concluso.
 
Il sindaco di Tripi, Michele Lemmo, ha condiviso le preoccupazioni e altrettanto l'assenza di un programma a favore dei beni culturali e del turismo per i borghi della Sicilia. A Tripi insiste un  importante necropoli, che testimonia la presenza dell'antica e mitica città di Abacena,  che dal 1950 da quando é stata scoperta é lasciata a se stessa. La sua amministrazione ha investito e in sinergia con il GAL si sforzerà di rilanciare questo importante attrattore culturale ma declina la crisi anche per l'assenza di un coordinamento adeguato con chi é preposto alla tutela e valorizzazione del  settore dei BBCC.
Il presidente provinciale UNPLI, Piero Giacobello, ha portato i suoi saluti e delle centinaia di Pro Loco e fatto presente il prezioso lavoro e apporto dei volontari delle Pro loco per il rilancio del settore turistico unitamente alla presidente della pro loco Artemisia di Castroreale, Maria Miano
 
Il Console Onorario della Danimarca, Carolina Castellucci anche come tour operator con i marcati stranieri, ha fatto presente che l'ass. reg. al Turismo, Manlio Messina, ha avviato un significativo lavoro di rilancio ed ha sottolineato la necessità di strumenti di sostegno economico a partire da coloro che il turismo lo creano in Sicilia come  i dipendenti delle agenzie che, di fatto, operano nel settore e che oggi rischiano di perdere il lavoro.
Sullo stesso piano anche la FIAVET Sicilia con Giuseppe Cimminisi, che ha rimarcato le preoccupazioni espresse durante i lavori.
 
Significativo anche l'intervento di Roberto Allegrezza che ha portato la testimonianza della Val di Noto e del grande potenziale del patrimonio UNESCO.
Il Dott. Sergio Imparato ha fornito indicazioni sugli strumenti finanziari per le imprese per superare lo stato di crisi.
La dott.ssa Valeria Li Vigni si é resa disponibile per parte sua e della Soprintendenza del Mare a fornire tutto il supporto possibile a favore della valorizzazione dei BBCC del mare.
Infine, l'arch. Sauerborn nel tirare le fila ed avere ringraziato tutti i partecipanti all'incontro, ha sottolineato che il GAL per parte sua, oltre l'attivazione delle azioni del PSR di cui é titolare con incentivi a fondo perduto per le imprese, farà tutto il possibile per dare supporto al settore come ha iniziato a fare con il Marchio d'Area Collettivo Tipico Tirrenico per un immagine coordinata del territorio e che viene offerto gratuitamente per il 2020 a tutti coloro che aderiranno da tutta la Sicilia, nella consapevolezza della difficoltà dell'incertezza del periodo che porta sfiducia nell'attivazione di possibili investimenti. Ha concordato che i Borghi della Sicilia sono la nuova e vera forza per il rilancio della Sicilia e in questa direzione ha confermato la nascita di una rete specifica a regia GAL a partire dai 12 borghi del comprensorio tirrenico a cui spera si uniranno quelli di tutta la Sicilia.
 
La conferenza é stata registrata e sarà pubblicata sul sito www.galtirrenico.it 
 

 

---Al Presidente della Regione siciliana, Al Ministro per il Mezzogiorno e per il suo tramite all’Agenzia per la Coesione Territoriale Dott. V. Gazerro, Al Dipartimento per le Politiche di Coesione Dott. Ferdinando Ferrara Presidenza della Regione - Dipartimento Programmazione, All’AdG POFESR Sicilia 2014-2020 Arch. D. Tornabene, Assessorato Regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea - Dipartimento Agricoltura, All’AdG PSR Sicilia 2014-2020 Dott. D. Cartabellotta, Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità - Dipartimento dell'energia Al Dirigente Generale Ing. Salvatore D’Urso 


OGGETTO: PROCEDIMENTO PLURIFONDO CLDD/SICILIA FEASR/FESR 2014/2020. RISERVA DI EFFICACIA. PENALIZZAZIONE DEI TERRITORI CLLD
Si fa riferimento al contenuto della Deliberazione della giunta regionale n. 66 del 20 febbraio 2020 “P.O. FESR Sicilia 2014/2020 – Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013. Riprogrammazione della riserva di efficacia”.In particolare, si richiama l’apprezzamento da parte della Giunta regionale di governo della proposta formulata dal dipartimento della programmazione, circa l’assegnazione della riserva di efficacia del PO FESR Sicilia 2014/2020, ex art. 20 del Regolamento(UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013.Tale assegnazione, per un importo complessivo pari ad euro 170.773.397,00, è frutto di una interlocuzione tra istituzioni regionali, nazionali e comunitarie, che prende avvio con la decisione di esecuzione della commissione C(2019) 6200 final del 20.8.2019 che ha stabilito quali sono le priorità del programma PO FESR Sicilia che hanno raggiunto i target intermedi e quelle che, invece, non hanno conseguito tali target.Tra questi ultimi, anche l’OT4 “Energia sostenibile e qualità della vita”.Dalla proposta trasmessa dal dipartimento programmazione alla Presidenza della Regione per l’assegnazione della riserva di efficacia, si evince che l’AdG PO FESR ha ritenuto di penalizzare lo strumento CLLD. Infatti, è stata azzerata l’intera dotazione precedentemente assegnata all’OT4
“Energia sostenibile e qualità della vita” di €. 13.333.334,00 (Az. 4.1.1 €. 7.440.000,00; Az. 4.1.1 3.140.000,00; Az. 4.5.2 €. 2.753.334,00).

Dall’interlocuzione tra la programmazione e i vari CdR non risulta, per tale proposta, alcuna contestazione da parte del dirigente generale del dipartimento energia, il quale non ha mai avviato alcuna interlocuzione con i GAL, malgrado questi avessero, già dal 2018, i piani finanziari (cd. Addendum) definitivamente approvati dal Comitato Tecnico Regionale, organo formato dai rappresentanti delle due AdG, PSR e PO FESR e che sovrintende alle attività dei GAL e del CLLD.

Se ne deduce che lo strumento della “riserva di efficacia”, pensato dalla Commissione per consentire alle AdG di spostare le risorse dagli assi e dalle priorità meno performanti a quelle più performanti, allo scopo di migliorare l’intero programma, in Sicilia viene utilizzato dal dipartimento programmazione per penalizzare esclusivamente i territori CLLD.
Infatti, i territori CLLD e i GAL, gli strumenti deputati alla implementazione delle strategie di sviluppo locali, non solo non hanno mai partecipato ad alcun momento decisorio dell’intera procedura, ma hanno solo subito le scelte dell’AdG PO FESR e, ancora oggi, sono in attesa che i CdR emanino le cd “chiamate a progetto” di cui alla nota prot. 16474 del dipartimento programmazione del 06/12/2019. Con ciò dimostrando che solo a dicembre 2019, il Dipartimento programmazione “ritiene opportuno fornire a codesti CdR alcune precisazioni .... per una celere ed uniforme attivazione delle procedure CLLD in quota FESR”, salvo poi, due mesi dopo, penalizzare proprio i territori CLLD proponendo l’azzeramento della loro dotazione finanziaria.

Infine, si fa notare come, dalla nota 1500 del 06/02/2020 del dipartimento programmazione, avente ad “Oggetto: PO FESR Reg UE nr. 1303/2013 – Riprogrammazione riserva efficacia”, si appaleserebbe una condotta negligente del dirigente generale del dipartimento energia, quanto meno per eccesso di inerzia, visto che mentre la proposta di taglio delle quote CLLD dell’assessorato attività produttive non è stata presa in considerazione dal dipartimento programmazione perché “...il dipartimento delle attività produttive/CdR ha già avviato le procedure per l’emanazione degli avvisi rivolte alle Agende urbane ed ai 21 GAL...” non così è stato detto per il taglio delle risorse del dipartimento energia/CdR perché, evidentemente, lo stesso non ha ancora avviato alcunché. La qual cosa si evince anche dal tenore di quanto sostenuto dal dirigente responsabile OT4, dott.ssa Calagna, intervenuta durante la riunione del CTR del 3 marzo 2020 dichiarando, durante lo svolgimento del Comitato ed in presenza dei rappresentanti dei GAL che la avevano specificamente sollecitata, che a “breve emanerà la circolare per le chiamate a progetto”, evidentemente, nelle migliori delle ipotesi, sconoscendo il contenuto della deliberazione di giunta del 20 febbraio 2020.

A questo punto, considerato che con la stessa deliberazione citata, la Giunta regionale da mandato al Dipartimento programmazione di “elaborare, in raccordo con i diversi rami dell'Amministrazione regionale, gli schemi di revisione complessiva del PO FESR 2014/2020 e del POC 2014/2020, nel termine di trenta giorni dalla notifica della presente deliberazione”;
Nel formulare tale revisione, e fatta salva ogni altra azione SI CHIEDE
DI RIASSEGNARE LE RISORSE TOLTE AI GAL, QUINDI AI TERRITORI CLLD;
PER EVITARE
1) il venir meno della logica programmatoria che sottende i PAL dei vari Gruppi di Azione Locale;
2) Il venir meno degli obiettivi programmati da ciascun PAL;
3) Il venir meno della dotazione minima assegnata ai PAL dei vari GAL (€. 1.000.000,00 exart. 3 del bando misura 19, SM 19.2 e 19.4, DDG 5598 del 09/09/2016) in quota PO FESR;
4) Il venir meno delle SSLTP costruite dai GAL e definitivamente approvate dal CTR,espressione delle due AdG coinvolte (PSR e PO FESR);
5) Compromettere in maniera irreversibile la logica del CLLD e dello stesso PO FESR, inquanto il fallimento del primo trascina nel fallimento anche le politiche territorializzatevolute dal secondo;
6) Creare un evidente danno, anche di carattere erariale, per quei comuni soci dei GAL chehanno già predisposto le progettazioni esecutive richieste dal Dipartimento alla programmazione e a quest’ultimo trasmessi.

Si riportano, onde valutarne la portata, i tagli subiti dai vari PAL, quasi 12 milioni di euro, sia in termini assoluti, sia in percentuale rispetto alla dotazione totale assegnata in quota PO FESR:
GAL Metropoli Est: €. 2.000.000,00 cioè il 57% della quota PO FESR;
GAL Valle del Belice: €. 2.000.000,00 cioè il 75% della quota PO FESR;
GAL Tirreno Eolie: €. 1.650.000,00 cioè il 70% della quota PO FESR;
GAL Tirrenico: €. 1.300.000,00 cioè il 95% della quota PO FESR;
GAL Sicilia Centro Meridionale: €. 690.000,00 cioè il 24% della quota PO FESR;
GAL NAT Iblei: €. 800.000,00 cioè il 27% della quota PO FESR;
GAL Terre del Nisseno: €. 400.000,00 cioè il 20% della quota PO FESR;
GAL Terre di ACI: €. 1.000.000,00 37% della quota PO FESR;
GAL Terre Normanne: €. 2.000.000,00 cioè il 57% della quota PO FESR;

*Direttore - Presidente

 

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE, AL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA, ALLA GIUNTA REGIONALE, ALLA DEPUTAZIONE REGIONALE

PROPOSTA INTERVENTI A FAVORE DEL SETTORE FLORIVIVAISTICO – EMERGENZA COVID 19

Sentito, in più video conferenze pubbliche, il FORUM PARTENARIALE di questo Organismo Intermedio di cui tra gli altri fanno parte tutti i sindaci del territorio di questo GAL, le aziende del settore florovivaistico, le associazioni di categoria e di rappresentanza sindacale, i tecnici, gli organismi di mediazione creditizia e i cittadini del comprensorio,

Considerato che,

l’emergenza pandemica del CoVid-19 rischia di distruggere il settore florovivaistico siciliano a tutti i livelli e comparti con gravi ripercussioni sull’indotto che genera a monte ed a valle (moltiplicatori di materiale di produzione, imprese fornitrici di materiale intermedio, industrie di serre e macchinari, aziende di trasporti, intermediari, fioristi, negozianti, GO e GDO) ovvero gravissime ricadute a livello occupazionale e sociale;

il Settore florovivaistico siciliano risulta il terzo polo produttivo d’Italia, dopo la Toscana e la Liguria. Sul totale del mercato nazionale, la produzione delle imprese florovivaistiche siciliane pesa per il 13, 8 per cento. Ma nessun segnale viene da Governo Nazionale in suo favore.

in Sicilia il solo settore della produzione vivaistica, esclusa la vendita all’ingrosso e al dettaglio, interessa 2500 ettari per un valore di produzione pari a 180 milioni di euro all’anno. Cifre che declinate all’ingrosso e quindi al dettaglio devono essere decuplicate con una forte incidenza sul PIL della Sicilia. Di questo il 20 per cento della produzione appartiene a Messina e vale, a prezzi di produzione, oltre 35 milioni di euro.

il Gal Tirrenico, in assenza di un organismo intermedio rappresentativo, che riesca ad intermediare le istanze del settore florovivaistico del comprensorio della fascia tirrenica della provincia di Messina in modo urgente ed immediato, si propone di dare voce a questo comparto che attualmente sta attraversando un momento di grave difficoltà e crisi con specifico riferimento all’emergenza Codiv19 che ha inciso drasticamente sul blocco delle vendite tanto a livello del mercato nazionale che internazionale;

il florovivaismo è una delle più importanti attività economiche presenti nel territorio GAL. Nel comprensorio tirrenico del messinese il settore florovivaistico rappresenta la principale attività agricola nonché l’attività economica più importante che impegna più di 10.000 lavoratori agricoli fra impiegati e stagionali. Una “polveriera” che, in mancanza di ossigeno nel breve periodo a supporto delle imprese floroviaistiche, rischia di esplodere al termine della crisi covid-19 con ricadute sociali insostenibili per in territorio. È necessario mettere gli imprenditori in condizione di ripondere alla crisi e di resistere alla gravosa congiuntura negativa;

é necessario evidenziare, per facilitare la comprensione del devastante impatto potenziale sul settore:

- la peculiarità del ciclo produttivo del settore florovivaistico obbliga le aziende a finanziare con risorse proprie la produzione durante la stagione invernale e concentrare le commesse ed il relativo fatturato nel periodo primaverile;

- il periodo marzo-maggio rappresenta il periodo di massimo fatturato per tali imprese, che proprio nel periodo primaverile spediscono le commesse svuotando le aziende per lasciare spazio alla nuova produzione;

- la mancata vendita dei prodotti, non solo incide negativamente provocando una flessione del fatturato senza precedenti, ma la mancata spedizione impedisce alle aziende di lasciare spazio alla nuova produzione, con una drammatica ripercussione sulla filiera del semi-lavorato e minando gravemente le prospettive di rinnovare la produzione nei prossimi anni;

- tale congiuntura sfavorevole, se da una parte compromette il cash flow ovvero la solidità delle imprese in modo irreparabile, dall’altra rischia di provocare un impatto drammatico con pesanti ricadute a livello economico, occupazionale e sociale;

- molte aziende, sulla scorta della commesse già ricevute, hanno già assunto impegni finanziari che difficilmente potrenno rispettare, ciò determina una situazione economico-finanziaria pericolosa che bisogna necessariamente evitare;

- gli istituti di credito trovandosi in tale situazione di incertezza hanno difficoltà ad erogare credito a tali imprese, pertanto tali imprese non hanno possibilità di sopravvivere in tale scenario; Tutto ciò visto e considerato,

preso atto della disponibilità alla rimodulazione dei Fondi dell’Unione Europea per cui gli Stati membri possono, in conseguenza della comunicazione del 19.3.2020, elaborare misure di sostegno conformemente al Regolamento Generale senza il coinvolgimento della Commissione, ciò anche sulla base dell’art. 107, paragrafo 3, lettera c) del TFUE e come ulteriormente specificato negli orientamenti sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione, gli Stati membri possono notificare alla Commissione regimi di aiuti per far fronte alle necessità acute di liquidità e sostenere le imprese in difficoltà finanziarie, anche dovute al gravame dall’epidemia CoVid-19 e, sula base dell’art. 107, paragrafo 2, lettera b), del TFUE, gli Stati membri possono indennizzare anche e imprese di settori particolarmente colpiti dall’epidemia, si CHIEDE alle Onorevoli Autorità :

- La costituzione immediata di una Task Force per il settore Florovivaistico regionale, composta dalle governace dei GAL già operanti nei territori interessati dal settore florovivaistico, senza oneri per le casse regionali e le cui eventuali spese di funzionamento sono reperite nell’ambito della sm 19.4 del PSR Sicilia, che andrà implementata al tal fine ed in previsione dell’introduzione della regola di passaggio dalla regola “n+3” alla regola “n+4”, di concerto con l’AdG FEASR, sino al 6% sulla dotazione globale dei rispettivi PAL – PSR Sicilia 2014-2020 solo per i GAL interessati dalla presenza nel proprio territorio di almeno 200 aziende florivivaistiche;

- La Costituzione di un Fondo di Solidarietà per la durata di 24 mesi salvo proroga per tutte le Aziende, esulando ogni valutazione rating e/o di merito, alimentato nell’ambito della Rimodulazione dei fondi UE (la cui approvazione e del solo Comitato di Vigilanza regionale senza dover attendere l’autorizzazione della CE), e articolato in :

1) Fondo perduto:
 A) contributo sino a 25 mila euro ad azienda per le piccole e medie Aziende con perdita di fatturato per oltre il 20% raffrontando i soli periodi del 1.3/30.5 – 2019 con il 1.3/30.5 – 2020 (dichiarato di emergenza giusto DPCM 4 marzo 2020);
 B) Attivare per tutte le Aziende florovivaistiche una linea di finanziamento di max 100 mila euro per liquidità immediata da restituire nel lungo periodo max 120 mesi a tasso zero, con preammortamento di almeno di 12 mesi esente da rate (in linea con quanto stanno facendo altre regione d’Europa );

2) Costituire un Fondo di Garanzia in conto al capitale, finalizzato alla garanzia del 100% di Finanziamenti di max 250 mila euro dedicati alla ripresa, ivi compresi quelli di cui al punto b) richiesti da piccole o medie Aziende e/o ditte individuali con sede in Sicilia. Il costo della Garanzia dovrà essere limitato al 3% del capitale garantito, sarà direttamente trattenuto contestualmente alla erogazione e formalizzerà la Garanzia tacitamente ed automaticamente con l’accreditamento della trattenuta al Fondo di Garanzia. È da evidenziare che il costo della Garanzia è giustificato dal fatto che la concessione appunto della Garanzia non prevede istruttoria di merito ma si formalizza automaticamente con la trattenuta della quota alla erogazione ed il riaccredito di questa al Fondo. Sono escluse tutte le Aziende con gravami pregiudizievoli. Le richieste devono transitare tramite Organismi di Intermediazione Creditizia che a sostegno del Fondo prepareranno il fascicolo aziendale con una valutazione di sostenibilità.

- La conferma della dotazione già approvata nell’ambito dell’Addendum FESR al GAL Tirrenico della misura 4.5.2 a) FESR, con l’aumento della sua dotazione da €. 450.000,00 a €. 2.000.000,00, quale azione infrastrutturale e di sistema in ovvia e corretta previsione della ripartenza dell’economia italiana;

- L’Attivazione di una linea di finanziamento per liquidità a breve termine per le aziende del settore da restituire nel lungo periodo e a tasso zero, come stanno facendo altre regione d’Europa.

 

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA, AL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA, ALLA GIUNTA REGIONALE, AI DEPUTATI DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA, AL DIRIGENTE GENERALE DELL’AGRICOLTURA, SVILUPPO RURALE E PESCA MEDITERRANEA, AL DIRIGENTE GENERALE ALLA PROGRAMMAZIONE

(L’ appello proposto da questo Organismo Intermedio, è stato condiviso e frutto di pubblica attività di concertazione on line unitamente a: Deputati nazionali e regionali – Sindaci dei comuni del nostro Presidio Ambientale - Confagricoltura Giovani - Federfiori – Cavallaro Vivai - Consorzio “Milazzo Flora” – Giambopiante di Vito Giambò – La Mediterranea – Piante Faro – Sicilia Verde -Vivaio Valenti - CDL Mediazioni Creditizie - Centro di Educazione Ambientale – Associazioni Ambientaliste – Ordini Professionali – Liberi Professionisti – Semplici Cittadini)

L’emergenza pandemica del CoVid-19 sta distruggendo il settore florovivaistico siciliano a tutti i livelli e comparti.

A livello nazionale, dal sito del MIPAAF, si contano 27 mila aziende, 29 mila ettari coltivati, 100 mila lavoratori nel settore per un valore del settore pari a 2,5 miliardi di euro.

Il Settore florovivaistico siciliano è il terzo polo produttivo d’Italia, dopo la Toscana e la Liguria, ma nessun segnale viene da Governo Nazionale in suo favore.
In Sicilia il solo settore della produzione vivaistica, esclusa la vendita all’ingrosso e al dettaglio, interessa 2500 ettari per un valore di produzione pari a 180 milioni di euro all’anno. Cifre che declinate all’ingrosso e quindi al dettaglio devono essere decuplicate con una forte incidenza sul PIL della Sicilia. Di questo il 20% interessa la provincia di Messina.

Infatti, nella sola provincia di Messina si contano più di 700 aziende di queste circa 400 sono (ISTAT 2014/15) localizzate nei comuni del nostro GAL Tirrenico, con milioni di piante prodotte ogni anno e migliaia di lavoratori che trovano certezze di vita grazie a questo settore produttivo.

Il settore florovivaistico siciliano e quello Tirrenico in particolare, rappresenta un modello imprenditoriale di successo che ha registrato negli ultimi 30 anni una repentina riconversione produttiva dal tradizionale vivaismo ortofrutticolo, in recessione per la contrazione del comparto agrumicolo regionale, verso nuove produzioni ornamentali in vaso di specie autoctone della flora mediterranea che trovano oggi piena collocazione ed apprezzamento prevalentemente nel mercato centro europeo.

L’incremento delle superfici coltivate e la forte propensione all’investimento di questa nuova generazione di imprenditori illuminati si è concretizzata in imponenti investimenti per acquisire innovazioni e realizzare nuove infrastrutture logistiche su scala locale quasi sempre scollegate dai vincoli imposti dai fondi strutturali e pertanto attuati in prevalenza reinvestendo capitali propri.

La nuova emergenza Codiv19 amplifica le minacce già manifeste alla competitività di questo settore tra le quali le nuove barriere fitosanitarie e i sempre più rigidi standard qualitativi imposti dai mercati di destinazione e che richiedono interventi straordinari di lungo periodo per sostenere gli sforzi degli operatori del settore.

Consapevoli di questi numeri, e di ciò che questa industria rappresenta per la Sicilia e l’Italia intera, come GAL avevamo fatto delle previsioni impegnando buona parte del nostro Piano di Azione Locale, per sviluppare azioni a favore di tutto il comparto e del territorio coinvolto.

Per questo abbiamo previsto:
- già nel 2016/17, un impegno di €. 450.000,00 sulla azione 4.5.2 a) del FESR territorializzata a favore del nostro territorio, per la realizzazione di un “impianto-piattaforma logistica e rete per la raccolta da filiera corta delle biomasse per la produzione di terriccio” che ci avrebbe consentito di abbattere il problema dello smaltimento delle potature riconvertendolo in terriccio a km 0. Queste risorse, già da noi impegnate e confermate con l’approvazione regionale del PAL, la Giunta Regionale ha programmato di sottrarcele per destinarle ad altro;

- una azione di cooperazione per la promozione e commercializzazione anche a favore del settore che prenderà il via entro il 2020 per la durata di due anni;

- a novembre 2018, su proposta delle amministrazioni comunali aderenti, la Governance del GAL TIRRENICO, la costituzione di un’ OSSERVATORIO TECNICO ED ECONOMICO DEL FLOROVIVAISMO da estendere a livello regionale con il coinvolgimento delle altre realtà territoriali siciliane dove questo settore produttivo e di vendita è presente sia per il comparto industriale, del vivaismo in vaso, come del fiore reciso con l’ovvio coinvolgimento del settore della vendita al dettaglio.

Nel nostro territorio, come detto, l’attività del florovivaismo rappresenta una delle attività economiche importanti ove, addirittura, preponderante rispetto ad altre (così da divenire, o essere considerata, elemento di forte identificazione storica e culturale e di caratterizzazione dello stesso presidio ambientale del GAL Tirrenico anche all’esterno degli stessi confini regionali).

Con la costituzione dell’Osservatorio Tecnico Economico per il florovivaismo, si intendeva proporre un luogo di dialogo, di confronto, di monitoraggio, di raccolta e sistematizzazione dei dati oltre che di necessaria rappresentanza a tutti i livelli di questo settore che rappresenta un eccellenza della Sicilia. Ma, anche per aprire un focus sul settore al fine di metterne in orbita le valenze economiche, sociali e di inclusione e per affrontare le nuove sfide che il settore (ma non solo questo) deve affrontare alla luce della emergenza sanitaria.

Oggi, proprio in occasione di questa immane crisi pandemica, infatti, l’Osservatorio presentato nel collegato alla Finanziara Regionale 2019 ma, inconcepibilmente, bocciato dai lavori d’aula all’ARS, sarebbe stato di fondamentale aiuto e supporto per la definizione delle azioni utili e necessarie da proporre a favore delle aziende colpite da quella che si può definire come una calamità naturale che produce effetti negativi simili a quelli di un conflitto mondiale.
Soffre il comparto del vivaismo industriale, soffre il comparto del vivaismo in vaso, soffre il comparto dei fiori recisi, soffrono le migliaia di aziende della filiera e i lavoratori coinvolti che non si vedono pagati i primi stipendi e per via del fatto che si tratta di un settore agricolo nessun aiuto potrà arrivare dalla cassa integrazione in deroga perché non applicabile.

Da un mese a questa parte, dalla esplosione dell’emergenza sanitaria, giornalmente arrivano disdette di ordini e di merce rinviata al mittente. Merce che, come per il fiore reciso, andrà direttamente al macero.
Siamo alla presenza di una catastrofe epocale le cui ripercussioni si faranno sentire nelle tasche dei lavoratori per molti mesi a venire.

Sono i dati ISTAT che danno l’idea dell’immane catastrofe che solo il nostro territorio sta vivendo: Terme Vigliatore: n. 150 aziende e 160 ettari; Barcellona Pozzo di Gotto: n. 50 aziende e 40 ettari; Falcone: n. 10 aziende e 8 ettari; Mazzarrà Sant’Andrea: n. 75 aziende e 35 ettari; Rodì Milici : n. 45 aziende e 40 ettari; Furnari.: n. 45 aziende e 45 ettari (dati ISTAT 2014/15).

Il florovivaismo è una delle più importanti attività economiche presenti nel territorio GAL. Si tratta di una solida realtà agricola, che mira alla produzione di piante ornamentali ed industriali in contenitore. Le aziende florovivaistiche presenti nel Comprensorio GAL sono circa 400, con una superficie complessiva di circa 500 ettari, con un volume d’affari complessivo annuo stimabile in diverse decine di milioni di euro annui.

Il nostro comparto florovivaistico (ove si contano circa 400 aziende), è oggi noto agli addetti del settore per l’elevata qualità dei prodotti ottenuti, resa possibile da un microclima particolarmente favorevole alla produzione di piante ornamentali.

A tale fattore ambientale si associano la professionalità e la serietà che contraddistinguono i titolari di aziende florovivaistiche, nonchè tutto il personale in esse impiegato, che hanno contribuito allo sviluppo della presente attività nel corso degli anni, dando una forte spinta al settore agricolo regionale, che complessivamente non sta attraversando un momento di particolare splendore.

La partecipazione alle più importanti fiere internazionali di settore ha permesso di far conoscere sia le piante prodotte dalle aziende florovivaistiche del comprensorio ma, innanzitutto, ed anche la Sicilia in tutto il territorio nazionale ed anche all’estero.

Anche per questo chiediamo un intervento immediato a favore del settore a partire dalla nostra provincia che rappresenta il più alto numero percentuale di produzione e rappresentanza e, quindi, oggi (ahinoi!) di danni!

Ciò detto, chiediamo alle Onorevoli Autorità :

- La Dichiarazione di Calamità Naturale;

- La costituzione immediata dell’Osservatorio Tecnico Economico Regionale del Settore florovivaistico, così come già proposta nell’ambito del collegato alla finanziaria regionale, quale piattaforma unitaria di lavoro per il settore;

- La conferma della dotazione già in capo a questo GAL Tirrenico della misura 4.5.2 a) FESR con l’aumento della sua dotazione da €. 450.000,00 a €. 2.000.000,00, a favore del settore florovivaistico;

- La Costituzione di un Fondo di Solidarietà per la durata di 24 mesi salvo proroga, per le Aziende alimentato dai principali attori pubblici sia regionali che nazionali alimentato da fondi regionali e/o nazionali e/o comunitari che possa al suo interno :
o a) Sostenere con un fondo perduto sino a 10 mila euro le piccole e medie Aziende con perdita di fatturato per oltre 30% nel primo trimestre 2020;
o b) Attivare per tutte le Aziende, ad eccezione della filiera agroalimentare che per fortuna ha proseguito la sua attività, una linea di finanziamento di max 100 mila euro per liquidità immediata da restituire nel lungo periodo max 120 mesi a tasso zero, (in linea con quanto stanno facendo altre regione d’Europa );
o Costituire un Fondo di Garanzia in conto al capitale, finalizzato alla garanzia di tutti i finanziamenti dedicati alla ripresa, ivi compresi quelli di cui al punto b) richiesti da piccole o medie Aziende e ditte individuali con sede in Sicilia.
- L’Attivazione di una linea di finanziamento per liquidità a breve termine per le aziende del settore da restituire nel lungo periodo e a tasso zero, come stanno facendo altre regione d’Europa,
Siamo certi di un benevolo e positivo accoglimento delle superiori indifferibili richieste, rimaniamo fiduciosi e a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento.

 

 

Video call “dell’Osservatorio Tecnico Economico del Settore Florovivaistico Tirrenico” sull’emergenza settore florovivaistico - CoVid 19

Riunione in video conferenza, organizzata dal GAL Tirrenico sull’emergenza del settore floroviviaistico che ha riunito l’Osservatorio Tirrenico nato nel gennaio 2019. (La video
Call sarà pubblicata sul sito Gal Tirrenico).

Partecipata e puntuale alle 17:00 è iniziata la video conferenza del GAL sulla crisi del settore conclusasi alle 19:00 proprio per garantire a tutti i numerosi partecipanti di poter intervenire.

I lavori sono stati condotti dall’arch. Roberto Sauerborn, direttore del GAL Tirrenico che ha ricordato l’impegno del GAL per il settore e le misure che saranno attivate in favore (promozione, diversificazione e cooperazione), anche con l’avvio del Marchio d’Area a cui si potrà aderire e che potrà dare una significativa messa in orbita del territorio e delle sue aziende.

Subito è stato chiaro che i principali Comparti del settore, quello dei fiori recisi, quello dei vivai industriali come quello dei vivai in vaso sono tutti i profonda crisi e rischio di fallire a tutti i livelli proprio perché il settore opera già in logica di filiera e complementarietà.
Così, se le difficoltà si diffondono a tutti i i livelli dal piccolo produttore alla più grande azienda, senza sconti.

Liquidità e aiuti in conto capitale immediati sono state le proposte con la costituzione di un Fondo di Garanzia pubblico e con il superamento dei limiti bancari sul merito come “Basilea” che consentirebbe al credito bancario di dare aiuti immediati.

Invitata la deputazione regionale e nazionale, sindaci, aziende, funzionari pubblici, tecnici, associazioni ambientaliste e mondo del credito.
Tutti hanno dato il proprio contributo inviando anche messaggi e documenti: tutto sarà sintetizzato in un documento che sarà presentato al Governo nazionale e regionale.

L’ass. alla FP on B. Grasso ha condiviso l’iniziativa pur senza poter partecipare perché impegnata in Giunta Regionale on Line.
L’on. Galluzzo ha presentato una interrogazione urgente riproponendo per Decreto l’istituzione dell’Osservatorio Regionale per il settore florovivaistico.
L’ on Catalfamo ha condiviso l’iniziativa ma impegnato per i lavori di martedì prossimo in ARS.
L’on Francesco De Domenico, che ha partecipato attivamente alla riunione, ha tra l’altro, proposto una piattaforma regionale di proposte per il settore e si farà portavoce delle istanze di immediata liquidità per le aziende in ARS perché “i soldi ci sono a livello regionale” ha dichiarato “e in questo momento di “guerra” non ci sono steccati di partito ma dobbiamo essere tutti uniti”.

I sindaci di Mazzarrà Sant’Andrea, dott Carmelo Pietrafitta, e Rodì Milici, dott, Eugenio Aliberti anche componente del CdA, e il comune di Oliveri, con il dott Celona, presenti anche a nome di tutti i sindaci del GAL Tirrenico, hanno dato la loro solidarietà al settore e fatto delle proposte puntuali e chiare, condivise da tutti, e che saranno parte del documento sottoscritto.
Il dott. Francesco Mastrandrea, Presidente Nazionale di Confagricoltura Giovani, ha portato il suo contributo anche di imprenditore condividendo le proposte e rendendosi disponibile a farsi portavoce a tutti i livelli delle istanze di aiuti e interventi suggerendo di coinvolgere immediatamente le Autorità di Gestione dei Fondi SIE a partire dal quella all’Agricoltura con il DG Cartabellotta.

Presente anche Vito Giambó che è intervenuto in rappresentanza del settore, anche a nome del Consorzio Milazzo Flora di cui fanno parte tra le aziende più grandi del settore, ha chiaramente e puntualmente rappresentato la drammaticità del comparto e l’urgente necessità di liquidità alla luce degli ordini cancellati per milioni di euro, e dell’impossibilità di vendere per chiusura di tutti i mercati nazionali e internazionali.

L’azienda Vivai Cavallaro con la dott.ssa Stefania Ingegneri ha fatto una accurata analisi dei bisogni delle aziende e indicato i numeri occupazionali e di fatturato del settore a livello siciliano.

Presente anche Federfiori con il vice presidente Gioacchino Vitale che ha portato il problema della vendita al dettaglio e delle centinaio di punti che rischiano di chiudere. Ha fatto presente, infatti, l’inefficacia se non l’inutilità che il settore possa rientrare tra quelli di cui all’elenco Ateco autorizzato dal DPCM a operare in questo periodo di emergenza: nessuno compra fiori o piante, anche perché nessuno può uscire per questo motivo, ne si sposa o festeggia.

Il Centro di Educazione Ambientale di Messina, con l’ing F. Cancellieri, ha portato il suo contributo ricordando che l’ambiente è il “settore” che coinvolge tutto e tutti e che va salvaguardato e il vivaismo ne è un protagonista.

Il dott. Sergio Imparato quale esperto del mondo bancario ed il Direttore Italo Candido responsabile del CDL Mediazioni Creditizie Srl mediazioni creditizie, ha fornito indicazioni tecniche sui passaggi finanziari possibili che sarebbero necessari per poter aiutare il modo produttivo.
Tutti i partecipanti hanno espresso vicinanza al settore e condiviso le proposte.

Le risultanze della conferenza saranno oggetto di un documento che si sta predisponendo e che sarà reso pubblico entro lunedì.

 

----Avrà gli effetti di un terremoto nei confronti dei piccoli comuni del GAL di tutta la Sicilia la Delibera di Giunta Regionale n.66 del 20 febbraio 2020 con la quale viene “apprezzata la proposta di assegnazione dei fondi di riserva” (con la quale vengono tagliati i fondi già deliberati ai GAL della Sicilia in chiave CLLD) e viene dato “mandato al Dipartimento Programmazione di elaborare nel termine di 30 giorni gli schemi di revisione complessiva del PO FESR 2014/2020 e del POC 2014/2020“ da sottoporre alla Giunta Regionale.

Eppure, lo scorso anno, proprio di questi tempi grazie alla lungimiranza del compianto Ass. Sebastiano Tusa, (a cui va oggi il nostro ricordo per quel fatidico incidente in cui perse la vita con altre 146 persone), i GAL venivano investiti di un mandato da parte del Governo Regionale per l’avvio di un piano di sviluppo della Sicilia che sarebbe stata partecipata proprio dall’azione dei GAL. Altri tempi e altri uomini…

Oggi, invece ed in sostanza, inaspettatamente e senza giustificato motivo, la Giunta Regionale ha approvato la proposta di tagliare i fondi destinati ai progetti esecutivi già trasmessi dai comuni del GAL Tirrenico, e di altri della Sicilia, e per i quali si era in attesa delle cosiddette “chiamate a progetto” da parte delle Autorità di Gestione (AdG) regionale dei fondi FESR, per un primo impegno di €.1.500.000,00, destinati sia all’efficentamento energetico degli edifici pubblici (OT FESR 4.1.1), che per la risoluzione del problema dei residui delle potature provenienti dalle oltre 200 aziende florovivaistiche nel territorio del GAL Tirrenico grazie ad un progetto di filiera destinato la produzione di terriccio in loco (OT FESR 4.5.2), ma anche a vantaggio di una risoluzione rispettosa dell’ambiente dell’annoso problema dello smaltimento delle potature.
Quest’ultima proposta era peraltro stata condivisa dall’Osservatorio sul Florovivaismo che il GAL Tirrenico ha istituito nella provincia di Messina e per il quale ne era stata proposta, nel collegato alla Finanziaria, l’istituzione a livello regionale, proposta poi bocciata da tre franchi tiratori in ARS.

Queste sono alcune delle proposte che il GAL Tirrenico ha inserito nella sua Strategia di Sviluppo, per le quali, mesi addietro nel 2019, dopo una intensa attività di animazione e concertazione con i comuni ed i privati, aveva inviato la disponibilità dei progetti esecutivi richiesti proprio dal Dipartimento alla Programmazione, a partire dai comuni di Novara di Sicilia, Castroreale, Furnari e Falcone e a cui avrebbero fatto seguito quelli degli altri comuni del GAL pronti con i altri eventuali progetti esecutivi.
La Delibera della GR n. 66 del 20 febbraio 2020, invece, condividendo, in prima istanza, la inaccettabile proposta del Dipartimento alla Programmazione di riassegnazione della fondi della Riserva di efficacia mortificando solo il CLLD e i territori sottesi, rischia di perpetrare un inconcepibile quanto evidente salto a ritroso nel tempo in cui le decisioni dello sviluppo verrebbero affidate ad apparati e scelte rette da mere valutazioni quantitative e non qualitative e sorde alle necessità reali dei territori e delle piccole comunità in particolare, peraltro abbondantemente rappresentate dai GAL e descritte nelle Strategia approvate.
Di più. La ripartizione della riserva di efficacia proposta dall’Area 5 del Dipartimento alla Programmazione, con il taglio di risorse al solo CLLD, è proiezione di una gestione disattenta nei confronti del processo di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo che si dimostra ancor di più disattenta agli obblighi assunti e inaccettabilmente sorda alle nostre comunicazioni e appelli di concertazione, oltre che, possiamo dirlo senza tema di smentita, altrettanto disinteressata sullo specifico strumento di programmazione decentrata GAL/CLLD; quasi verrebbe da pensare con l’intento di fare apparire fallimentare l’attività dei GAL/CLLD che, di converso, sono strumenti indipendenti, autonomi e realmente democratici nella scelta della spesa dei fondi comunitari.
Tutto questo, stranamente, avviene proprio mentre i GAL della Sicilia si stanno avviando, tra mille difficoltà, alla attuazione delle loro Strategie di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo con la pubblicazione dei bandi a favore della nascita di nuove imprese e a supporto delle esistenti.
Alcuni GAL della Sicilia, tra questi il GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi con tutti i 13 sindaci, hanno già fatto sentire la loro voce al Presidente della Regione e al Ministero delle Politiche Agricole, annunciando anche forti azione di protesta e chiedendo la conferma della disponibilità dei fondi approvati, la revoca della delibera della GR n. 66 del 20 febbraio 2020, l’adozione di una azione correttiva sulle modalità di assegnazione della riserva di efficacia nel pieno rispetto dello strumento di programmazione CLLD ed in congruenza con gli obblighi già assunti nei confronti dei territori, anche perché il taglio delle risorse FESR porterà le Strategie di Sviluppo Sostenibile di Tipo Partecipato (SLTP), approvate e già in attuazione, sotto la soglia prevista e obbligatoria di €.1.000.000,00 dalle Disposizioni di cui alla SM 19.2 del FEASR mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi peraltro approvati dalle sesse Autorità di Gestione regionali.
Su questa vicenda, i soci e le 13 amministrazioni comunali del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, se da un lato si ritengono lesi e non capiscono quale siano le ragioni di una tale mancanza di rispetto politico oltre che delle legittime aspettative di crescita e sviluppo perpetrato dal Dipartimento alla Programmazione nei confronti delle comunità locali che rappresentano, dall’altro lato sono certi che la valutazione del Governo Regionale possa essere stata di prima approssimazione e, sentite le proprie ragioni, ancora suscettibile di meritevole e giusta rivalutazione a tutela dello sviluppo delle piccole comunità locali del nostro territorio.
Il termine per una risposta alle istanze del GAL da parte della Giunta Regionale è il 20 marzo 2020 dopodiché i GAL della Sicilia (che rappresentano il 90% del comuni della Sicilia) a cui sono stati tagliati i fondi saranno costretti ad adire le vie legali a tutela degli interessi legittimi dei territori e a manleva da ogni responsabilità derivate.

 

Riserva marina delle Eolie Milazzo e Tindari: un unico grande Parco Nazionale

Grande, grandissimo piacere e complimenti nei confronti dell’ amministrazione comunale di Malfa e del suo sindaco Clara Rametta, per la decisione di candidarsi alla gestione della riserva naturale marina delle Eolie.
Nell’isola di Salina hanno capito da tempo l’importanza degli strumenti di tutela e salvaguardia del Patrimonio Culturale “isole Eolie” ai fini di uno sviluppo sostenibile che dia piacere di vivere e di lavoro.
Non possiamo dire altrettanto di altra amministrazione delle Eolie perché è altrettanto importante essere consapevoli che un territorio e i suoi valori tipici e identitari non hanno e non devono avere confini amministrativi, com’è facile capire se si parla di sostenibilità e/o di promozione sostenibile.
E, mi permetto di andare oltre dicendo che tutto l’areale che va dal Tindari a Capo Milazzo di cui le Eolie fanno naturalmente, storicamente e geograficamente parte, deve essere concepito unitariamente con un piano di sviluppo sostenibile (tutela, salvaguardia, valorizzazione e promozione) unitario e condiviso.
In tale ottica, va ripreso il tema il Parco Nazionale delle Eolie che deve diventare “Tirrenico” in coinvolgimento sistemico di tutto l’areale di riferimento.
Con questo auspicio, mi faccio parte attiva per un percorso di coinvolgimento dei territori con l’auspicio che tale proposta venga condivisa dalle amministrazioni, dai territori dagli altri GAL e trovi supporto e condivisione attiva nella deputazione regionale e nazionale.

---Siamo al primo giro di boa del programma di governo regionale e, da quanto si legge dai giornali, si prospetta un possibile rimpasto con nuovi ingressi nella compagine di governo e una riassegnazione delle deleghe che porterà nuova linfa e, auspicabilmente, rinnovata capacità tecnica oltre che politica.

Ad oggi, possiamo affermare, proprio perché è mancata la visione globale del sistema dei Fondi comunitari SIE, come il “comparto” GAL/Sviluppo locale partecipato/CLLD (e non solo) sia stato bistrattato, depotenziato, trascurato per una disattenzione (voluta?) già in fase di programmazione 2014-2020 e proseguita, necessariamente, date le premesse del governo Crocetta, in fase attuativa senza che, ad oggi, vi siano stati dei correttivi significativi in termini di programmazione futura anche se proprio in queste ore si incominciano a vedere dei cambiamenti.

Eppure il CLLD è uno degli strumenti per eccellenza indicati per la spesa dei fondi comunitari assieme alle Agende Urbane e alle SNAI.

Ciò nonostante, è un settore spesso “dimenticato” dagli apparati regionali e che non trova di converso una maturità di autogoverno dagli organismi intermedi per contrastare/compensare tale condizione.

Abbiamo avuto un primo spiraglio in questa oscurità quando, a fine gennaio 2019, è stata approvata dalla Giunta Regionale la delibera a favore della nascita della Rete Cultura della Sicilia grazie al carissimo e sempre compianto Sebastiano Tusa, che ricordo sempre con grande affetto e profonda stima per la fiducia accordatami condividendo e facendo sua quella mia proposta...

Purtroppo, la partecipazione degli organismi intermedi alla politica regionale di sviluppo sostenibile come anche nei tavoli di concertazione quando non assente è inefficace, infruttuoso, sterile, improduttiva, e ciò perché non è riconosciuto loro il ruolo para istituzionale che discende dai regolamenti comunitari oltre che fornito di una dotazione finanziaria ridicola rispetto ai numeri del POR.

È questa una condizione che va superata, cambiata e, a mio modesto avviso, per farlo serve un cambio di passo con una chiara assunzione di posizionamento che vada e veda oltre, anche con la nascita di un organismo rappresentativo di cui si discute da anni.

In tale ottica, il proposto ddl per i GAL presentato dalla deputazione regionale della Lega e Forza Italia, su nostro input, rappresenta un altro significativo passaggio importante in questo percorso di riconoscimento nell’ambito del quale, ritengo per non vanificare future riproposizioni, si devono trovare formule di governance guidate pur se su base autoregolamentativa. Cioè, gli organismi andrebbero, per così dire, accompagnati per la nascita di una loro aggregazione regionale ma che non abbia solo una valenza di mera rappresentanza.

Ciò perché ad una loro matura capacità gestionale e di spesa, non corrisponde altrettanta capacità aggregativa. Eppure un organismo unico dei GAL su base regionale consentirebbe ai territori fuori dalle aree metropolitane e dalle SNAI di avere nuove e altre possibilità che oggi non hanno e non sanno raccogliere: qualche mala lingua dice perché non tutti sono interessati ad uno strumento che potrebbe creare un nuovo polo di potere politico: visione miope e ignorante che relega in una condizione di minorità ancor di più i territori marginali GAL non SNAI o Metropolitani.

Se così fosse, allora una proposta sarebbe quella di iniziare da questi territori marginali che potrebbero, loro, intestarsi il processo CLLD.

Nessuno ha la bacchetta magica ma, forse, le novità che si prospettano all’orizzonte (per chi ci vuole credere) potrebbe consentire un maggiore e più attento ascolto ai territori che noi, attori dello sviluppo locale, interpretiamo a pieno titolo.

Non sto qui a ricordare le immense difficoltà, anche in termini di credibilità, che dobbiamo affrontare per i ritardi accumulati non per colpa nostra anche se, ritengo, che noi abbiamo aiutato questo andazzo proprio per la mancanza di coesione e unitarietà di rappresentanza.

Ciò brevemente detto, mi chiedo se non

sia giunto il momento di avviare, consolidando, un nuovo percorso che possa produrre una proposta politica sostenibile a favore dei nostri territori espressa dagli organismi di tutta la Sicilia che trattano di politica per lo sviluppo sostenibile partecipativo, così da divenire riferimento e interprete autentico delle istanze territoriali marginali per la politica di governo.

*Direttore Generale Gal Tirrenico

Nello stesso giorno in cui uno dei più importanti quotidiani nazionali pubblica una graduatoria dei piccoli comuni siciliani che dagli 60 anni si sono quasi totalmente spopolati soffrendo, tutt’oggi, della piaga dell’abbandono e tra questi cinque sono comuni dal GAL Tirrenico, l’ARS (grazie a tre franchi tiratori della maggioranza ci dicono dall’opposizione, e i numeri confermano) boccia la proposta dell’Osservatorio sul Florovivaismo e il Paesaggio rurale Mediterraneo che avrebbe potuto rappresentare uno strumento a supporto dello sviluppo di quei territori minori e del nostro comprensorio in particolare.
L’Osservatorio sul florovivaismo e il paesaggio rurale mediterraneo, infatti, in una logica di massima trasparenza e condivisione, avrebbe rappresentato una conquista, innanzitutto e appunto per il nostro comprensorio tirrenico che, grazie alle competenze che gli sarebbero state riconosciute, anche a supporto della integrazione delle reti di filiera produttive e turistiche, avrebbe dato voce ai territori minori di Sicilia, ai loro sindaci, nei tavoli regionali.
Peccato.
Credo, che ogni cosa che si fa per il territorio sia fatta per tutti coloro che ci vivono, o vorrebbero farlo.
Fare politica e medina nelle logiche dei partiti e delle correnti non compete a noi che siamo operatori del e nel territorio: è la politica che deve capire la valenza degli strumenti e delle iniziative che devono sempre e comunque supportare, senza se e senza ma.
Un’altra occasione persa per colpa dei giochi di palazzo e la politica, in generale, dovrebbe scusarsi con i cittadini per queste “illogiche” assurdità delle correnti e dei pesi che sono la colpa principe della morte dei territori e delle speranze delle nuove generazioni.
Questo ci ingenera disappunto e tristezza, forse per la eterna pochezza dell’uomo, ma che dobbiamo trasformare in promessa e prospettiva perché le strade dello sviluppo possibili sono tante, basta insistere per trovarle.
E noi, grazie alla fede che ci anima, le troveremo.

 

---GAL e Area Vasta: una concreta e sostenibile ipotesi di formazione per il governo territoriale.

L'espressione «enti di area vasta» viene fuori con il Ddl di riforma costituzionale varato dal consiglio dei ministri lunedì 19 febbraio 2016. Il Ddl, che elimina dalla costituzione la parola «Province», ha inserito questi nuovi enti che di fatto sono gli eredi delle amministrazioni provinciali, la cui competenza è esclusiva dello Stato. Ed enti di area vasta sono proprio le amministrazioni provinciali "rivedute e corrette" previste dal Ddl Delrio, approvato il 25 febbraio 2016 in via definitiva dalla Camera, che ha lo scopo di svuotare le competenze delle attuali Province in attesa della riforma della costituzione. Tutto questo oltre lo stretto.

Da noi, al di là di poter leggere dell’argomento in occasione di un qualche convegno sporadico, se ne sono persi sia il filo che la matassa.

Pertanto, l’area vasta rimane un elemento utopico su cui politici, pensatori o gli studenti di urbanistica e non solo, potranno continuare a esercitarsi per il godimento chi dei lettori, chi dei loro docenti.

Ed altrettanto possiamo continuare a fare noi, operatori dello sviluppo sostenibile di tipo partecipativo, che ne scriviamo ma anche tentiamo (inconsciamente?) di attuarne la logica nell’ambito dei (ahinoi, miseri) piani di azione locale che ad ogni periodo di programmazione vengono proposti da cospicui ambiti territoriali, insiemi di territori che racchiudono anche centinai di migliaia di abitanti.

Ma, questa limitazione amministrativa siciliana non ci toglie il desiderio di pensare in maniera vasta e, in tale prospettiva, proporre percorsi futuri di sviluppo con le azioni che progettiamo e attuiamo.

I GAL, nei fatti, sono “enti di area vasta” di portata sub-provinciale ma con, a mio modesto avviso, una marcia in più rispetto ai “soliti” organismi partecipati che è quella dell’apporto dei privati nelle strategie di sviluppo con un loro ruolo di peso nella governace.

Tale particolare fattispecie di organismo pubblico-privato, basato sullo sviluppo sostenibile, meriterebbe sia un maggior interesse da parte dei gestori economici e politici, che una più puntuale e diffusa divulgazione conoscitiva con il diretto coinvolgimento delle istituzioni formative che, in Sicilia, sul tema non sono state sino ad oggi particolarmente attente.

Così un appello per un progetto condiviso con quanti vogliono fare sviluppo sostenibile concretamente e costituire dal basso quel livello amministrativo e decisionale intermedio per farne argomento di lavoro per una governance sostenibile e condivisa.

Tale livello consentirà ai piccoli comuni di proporre soluzioni anche infrastrutturali condivise ed utili senza essere ostaggio di decisioni metropolitane e/o governative non condivise.

Un livello decisionale reale di area vasta e che metta in moto un sistema di relazioni coinvolgendo il territorio in maniera ramificata su vari livelli a partire dai piccoli comuni.

Ed il GAL anche come struttura è un luogo anche fisico dove incontrarsi per discutere e presentate progetti, proposte; dove amplificare la voce del territorio.

È una idea su cui lavoriamo da tempo assieme ad altri professionisti e istituzioni e che, oggi, potrebbe prendere forma e sostanza, anche oltre il nostro comprensorio, grazie agli strumenti che proprio il PSR Sicilia ci offre e che in alcuni PAL sono stati previsti come nel nostro.

Si tratta di prendere coscienza che l’Area Vasta, di fatto, esiste giá senza che abbia bisogno di essere decretata da una legge.
Ed esiste già anche lo strumento di programmazione per avere e dare delle risorse all’area vasta; si chiama ITI.

L’investimento Integrato Territoriale (ITI) è “un nuovo strumento attuativo che consente di riunire le risorse di più assi prioritari di uno o più programmi operativi per la realizzazione di interventi multi-dimensionali e intersettoriali e si caratterizza per la previsione di un regime di gestione ed attuazione integrato. L’ITI può rappresentare uno strumento ideale per sostenere azioni integrate nelle aree urbane perché permette di coniugare finanziamenti connessi a obiettivi tematici differenti, prevedendo anche la possibilità di combinare fondi di assi prioritari e programmi operativi supportati dal FESR, dall’FSE e dal Fondo di coesione. Un ITI può anche essere integrato da aiuti finanziari erogati attraverso il FEASR o il FEAMP”.
A livello nazionale l’Accordo di Partenariato individua l’ITI quale strumento privilegiato per l’attuazione della Strategia per le Aree Interne; con riferimento invece alle modalità organizzative dell’Agenda Urbana l’Amministrazione pubblica individua la possibilità di avvalersi dell’ITI, quantunque questo sia ritenuto uno strumento residuale da utilizzare solo nel caso in cui la declinazione dell’Agenda Urbana sia concentrata su poche aree target e a condizione di un efficace percorso di co-progettazione.

È uno strumento potente e utile, che in Sicilia è stato snobbato, eppure avrebbe permesso di risolvere il problema dell’assenza della “vecchia” provincia e coadiuvare le aree metropolitane nelle scelte più congruenti con le reali esigenze dei territori.
Ma questo è compito della politica e del governo che deve avere capacità ma, innanzitutto, voglia di fare e di ricorrere a donne e uomini capaci e dotati di una visione quanto più concreta possibile.

Purtroppo, ciò non avviene e così continuiamo a leccarci le ferite e a pietire risorse e mezzi che, saranno restituite (ove non rimodulate per fare finta di aver raggiunto la spesa).

I gal hanno risorse ma sono limitate e possono servire per partire, poi sta a noi rimboccarci le maniche per amplificare i risultati e gli obiettivi, come facciamo e faremo.

Ma, bisogna confrontarsi, fidarsi e cercare di vedere oltre. Oltre il nostro limite temporale.
Pensare in termini di lustri, di decenni per il futuro dei nostri figli senza pretendere di vedere quello che seminiamo e che sarà sicuramente raccolto da chi verrà dopo di noi: da chi avremo il piacere e la ventura di formare con una visione sostenibile.

Nelle prossime settimane avvieremo, come da Statuto, il Forum del Partenariato del GAL Tirrenico, che sarà la base su cui riprendere il discorso di “area vasta” tirrenica, a cui inviteremo a partecipare, in maniera trasversale, tutti gli attori del territorio : scuole, università, aziende, politici, associazioni, ordini professionali, enti locali, i cosiddetti stakeholder.

Parleremo di infrastrutture, di Borghi, di cammini, di archeologia, di innovazione tecnologica, di riforma urbanistica e amministrativa.
Potrà essere il luogo dove nascono proposte di legge che si dibatteranno in prima istanza per poi presentarli a livello regionale e/o nazionale avendone parlato e discusso con i deputati, sindaci, gli assessori, i consiglieri in momenti di costruttivo confronto.

L’idea è che per una “area vasta” servono organismi di governance intermedi come i GAL che, di fatto, sono ad un livello di governance utile per connettere i comuni al luce dell’assenza delle province.

I GAL quali laboratori di cultura, di innovazione, di formazione, di idee, di proposte di governo e gestione amministrativa.

Organismi che formino artigiani della cultura sostenibile e i Gruppi di Azione Locale, proprio per la loro genesi e modalità di gestione e funzionamento quali organismi intermedi riconosciti dalla UE, rappresentano il livello intermedio oggi mancante per un concreto avvio delle aree vaste.

---Distretto del Cibo di Sicilia. Il territorio e i GAL della provincia di Messina si mobilitano.

A conclusione dell'incontro del 20.6.2019, tenuto a Capo D'Orlando, presso Villa Piccolo di Calanovella, si è discusso delle modalità specifiche per la partecipazione al bando nazionale in scadenza, i partecipanti hanno convenuto di costituire il Distretto del Cibo provinciale denominabile "VALDEMONE" includendo quale Soggetto Proponente, previsto nel bando, il già Costituito Bio Distretto dei Nebrodi.

Il Distretto verrà costituito da: Città metropolitana di Messina, Comune di Messina, i comuni dei GAL aderenti, il Gal Nebrodi Plus, il GAL Tirrenico, il Gal Taormina Peloritani,CCIAA di Messina,il Bio-Distretto dei Nebrodi, l'Agenzia per il Mediterraneo, UNIME, IBAM-CNR, Confagricoltura, SLOW FOOD, UNPLI, gli Ordini Professionali, l'Associazione degli Chef della Provincia di Messina, le aziende del settore florovivaistico a partire dal comune di Mazzarrà Sant'Andrea, Barcellona PdG, Furnari e Terme Vigliatore, i comuni dei borghi più belli d 'Italia dell'area del Valdemone ed in attesa di adesione anche aziende turistiche ed imprese agricole delle Eolie.

Per adesioni riferirsi ai propri comuni e GAL di riferimento. GAL TIRRENICO, scarl Organismo Intermedio di Diritto Pubblico

 

--Alla presenza del Sindaco Città metropolitana Cateno De Luca, dell'Assessore alle Politiche agroalimentari Alessandra Calafiore e dell'Assesspre ai Finanziamenti europei Carlotta Previti si è riunito il Comitato Promotore del Distretto Unico del Cibo insieme al Gal Taormina Peloritani, Gal Kalact, Gal Tirrenico mare Monti e Borghi, Gal Helimos, Gal Valle del Belice, Agenzia del Mediterraneo, Università degli Studi di Messina, Slow Food, Messina Tourism Bureau, Iemest, Apom e Associazioni di produttori del territorio. Il Distretto del Cibo nasce ai sensi del Bando regionale Assessorato Agricoltura del 29 Aprile 2019 e l'obiettivo è avviare con i sistemi produttivi locali la certificazione di filiera del marchio collettivo Qualità Sicura regionale istituito con DDG del 29 marzo 2019 quale asse portante e valore aggiunto del proponendo Distretto Unico di Sicilia al fine di elevare la tracciabilità delle nostre produzioni agro-alimentari per un miglioramento del  livello organizzativo, commerciale e di marketing internazionale delle aziende all'interno del Distretto.

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