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di Marcello Bernardi

Molti di voi concorderanno con la celebre frase "a Lipari un c'è nenti", biascicata sugli Aperol Spritz delle 18.00 o sorseggiata insieme al caffè delle 11. È innegabile che ognuno di noi la pronuncia almeno tre volte al mese,come da regolare prescrizione medica,insieme al classico "simu o funnu" (quattro volte a settimana) e l'immancabile "ormai a Lipari ci sono solo pane e formaggio" (tre volte a settimana).A questo punto è doveroso dire che per quanto spalmiamo queste frasi su tutte le bruschette,non abbiamo mai ragionato su di esse e adesso voglio meravigliarvi dicendovi che un gruppo di di giovani l'ha invece fatto,rimboccandosi le maniche e razionando le parole per dare spazio ai fatti.

Quei giovani sono i volontari del Servizio Civile Nazionale,il quale è approdato sul nostro territorio grazie alla perseveranza,all'infinitá di risorse,alla forza e all'intelligenza di chi da 30 anni da tutto da stesso per il nostro territorio:il mio preziosissimo amico Antonio Casilli.Sono diversi i progetti inerenti al servizio civile e quello a cui ha aderito il primo gruppo di volontari,del quale faccio parte,è "Gli itinerari naturalistici,ambientali e rurali delle Isole Eolie";quest'ultimo è frutto di un accurato studio e racchiude in sé le basi di un meccanismo solido di promozione turistica,canalizzazione dei flussi turistici,salvaguardia del territorio e valorizzazione delle immense risorse del medesimo.Una parte fondamentale del nostro lavoro è costituita dalla formazione,ricca di materie importanti come marketing (e tutto ciò ad esso inerente),sicurezza sul lavoro,regolamentazione dei Siti di interesse comunitario,promozione turistica,legislazione inerente al nostro arcipelago,politiche giovanili e una miriade di altri argomenti presenti in ognuna di queste materie.

I nostri formatori sono Carmelo Beninati e Bartolomeo Favaloro,due ragazzi eccezionali che ci arricchiscono condividendo con noi il frutto dei loro anni di studio e seguendo amorevolmente i nostri passi in questo percorso così importante.Nei due mesi trascorsi dalla data di inizio non nego qualche piccolo intoppo dovuto a chi,pur ricoprendo importanti cariche che richiedono l'osservanza dei dettati di legge,ci ha chiuso le porte in faccia con arroganza e anche marcata ignoranza,rendendo ancora più palese che in quest'isola quando i giovani escono dall'apatia e si mettono in gioco vengono subito ostacolati affinché possano rassegnarsi alla monotonia ed al degrado al pari dei compaesani più adulti;in un certo senso abbiamo fatto "impaurire" qualcuno perché,forse,abbiamo dimostrato troppa consapevolezza.In concreto,le consapevolezze e le conoscenze che deve avere ogni cittadino sono ormai diventate "straordinarie" e quasi proibite poiché rendono i cittadini liberi e coscienti,pericolosi insomma.

Perciò state attenti a pronunciare parole eretiche come "la legge dice" perché in pochi attimi potrebbero partire inquisizioni per stregoneria.A parte il dilagare ironico,non mancano i progressi e le soddisfazioni all'interno di questo percorso e il primo fondamentale step del progetto è pronto;abbiamo lavorato ad un prodotto turistico innovativo,funzionale e "smart".Il prodotto racchiude in sé le basi dello "smart consulting" e l'innovazione nella promozione turistica,attraverso di esso si può realmente ottenere una canalizzazione dei flussi di visitatori e una miglioria all'economia locale.Una parte imprescindibile del prodotto è composta dagli itinerari che il nostro territorio offre al visitatore,i quali sono anche il focus del progetto;in questi due mesi abbiamo accuratamente stilato gli itinerari religiosi,culturali,naturalistici e rurali,rendendoli il centro del nostro prodotto al fine di rivalorizzarli e renderli pienamente fruibili.

Potrei anche spiegare i dettagli del nostro prodotto e svelare qualche altro particolare ma voglio lasciarvi gustare il piacere della scoperta.Nel frattempo,per chi avesse voglia di fare gossip su di noi come già capita,invito ad informarsi (ormai con Google si trova anche il numero di scarpe di Francesco Cossiga) sul servizio civile e sul nostro progetto in particolare,così da poter parlare con cognizione di causa.Buongiorno Lipari!

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Spesso mi sono ritrovato a trarre un'amara conclusione, quella di vivere in una terra di coscienze dormienti. Si è consapevoli che la vita è una giungla ed è facile restare avvinghiati dalle liane nel nostro cammino ma nel momento in cui siamo in trappola non c'è nessuno disposto a salvarci.

Cari concittadini, siamo colpevoli più di quanto possiamo immaginare e ogni giorno continuiamo ad accumulare colpe come fossero figurine Panini: infieriamo sui vinti e proteggiamo i tiranni. Credo che noi stessi siamo le liane che unendosi formano la suddetta giungla, poichè in questi anni ho vissuto così tanti momenti di amarezza da credere che non valesse più la pena di investire alcun tipo di risorse per la nostra Isola poiché tutto il bene compiuto viene ricambiato con tanto, troppo male: ho davvero visto queste "liane" animarsi. Ho visto i miei concittadini offrire il caffè ogni mattina a quei ladri che hanno rubato ovunque, anche a casa mia, e che adesso anziché essere isolati possono camminare a testa alta.

Gli aggettivi "drogato" o "figlio di papà" vengono affibbiati ad ogni giovane con una gratuità impressionante. Probabilmente ci saranno davvero i drogati e i figli di papà ma non meritano di sicuro giudizi dai farisei. Come dicevo poc'anzi, quando si rimane avvinghiati nella giungla non vi è nessuno che venga in soccorso bensì tante iene che aspettano il momento propizio per colpire, nutrirsi dei fallimenti altrui e preservare la propria "posizione". Potremmo unirci, potremmo vivere ogni giorno il significato di "comunità" ma preferiamo rintanarci nelle trincee di una guerra tra poveri ed è così che accumuliamo colpe ed insegnamo a peccare anche ai nostri figli imbrattando il cuore di intere generazioni: il giudizio (in senso negativo) è il nostro biglietto da visita.

Durante il mio breve ma intenso cammino ho condiviso momenti importanti al fianco di ragazzi che hanno ancora voglia di andare avanti di fronte ai vicoli ciechi delle mentalità chiuse e gli interrogativi comuni erano: perché i giovani qui devono essere sempre zittiti? Perché tutte queste provocazioni nei confronti di chi, essendo ancora imberbe, non ricopre alcun tipo di carica rilevante e soggetta ad attacchi? Cosa ci si aspetta da noi? Ebbene, conosciamo le risposte ma voglio ricordarle ancora una volta. In primo luogo, si tenta costantemente di zittirci perché i giovani vivono di quelle verità scomode che chi vive nella menzogna non sopporta: siamo quelli che non hanno ancora preso una mazzetta e non hanno abbracciato i delinquenti, quelli che hanno voglia di ripartire e migliorare. Il motivo di tutte le provocazioni? Semplice, ci si aspetta che un giovane reagisca in maniera rabbiosa ed infantile di fronte alle meschinità così che lo si possa additare come "ragazzino" ma in questi anni non è mai caduto nessuno in questa trappola stupida, motivo per il quale non ho mai perso tempo a rispondere ad eventuali "contraddizioni" o addirittura insulti riguardanti i miei articoli o la mia attività nel comitato studentesco.

Infine, ci si aspetta da noi che prima o poi perdiamo la voglia di parlare, di combattere e di remare controcorrente ma anche qui sbagliano tutti di grosso perché non ci fermano le magliette rosse (delle quali troverete post e commenti subito dopo la pubblicazione di questo pezzo), né le cravatte (che leggeranno l'articolo davanti ad un buon caffè magari dicendo che chi parla troppo finisce nei pilastri della Salerno-Reggio Calabria, come affermò tempo fa uno di loro, ma questa è un'altra storia), né i farisei (in maggioranza rispetto alle prime due categorie). Mi rattrista dover ogni volta categorizzare o dover continuamente fronteggiare le stesse scontate provocazioni e risposte ma ciò non mi ferma. È in gioco qualcosa di più grande di una critica, la mia voce rappresenta quella dei ragazzi che come me vogliono ripartire dalle macerie per ricostruire una vera comunità. Vorrei concludere in maniera diversa ma trovo più indicato invitarvi come sempre a riflettere su queste semplici parole di un ragazzo qualsiasi. Buongiorno Lipari!

 

----Nell'organo di Eolo, da anni, soffiano ormai solo abbandono e decadenza e dei venti melodiosi resta un lontano ricordo, forse intrappolato tra gli arbusti che lo soffocano, la piccola struttura inizia a cedere e presto resterà solo la targhetta esplicativa.

In quel di San Calogero qualcuno ha pensato di trasferire le terme a casa propria, convogliando l'acqua della falda alla propria linea idrica; si narra di vasche termali vista mare ma nessuno verifica la veridicità della leggenda mentre delle terme vere e proprie conosciamo tutti l'epilogo.

Sempre a proposito di risorse territoriali, la "Fossa" di Monte Gallina viene di notte in notte "abbellita"con carinissimi rottami e immondizia varia ma mai nessuno ha visto camionette aggirarsi in quel "pizzo di montagna" durante la notte.

Poco prima della fossa, un angolo do belvedere è stato adibito a zona "discarica-relax" completa di divanetto e tavolino, anzi sembra che quest ultimo sia poi finito nel burrone (vandali che vandalizzano il lavoro di altri vandali, surreale).

Qualcuno a questo punto si starà già domandando se stia parlando di un futuro catastrofico o di un silenzioso presente, ebbene la risposta ahimè è la seconda e ciò porta inevitabilmente ad ulteriori domande tra cui: perché accade tutto questo senza alcun intervento?

La risposta è nei tre mali del nostro territorio: ignavia, omertà, conflitto di interessi.

L'INTERVENTO

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di Luis Mazza

Provo a rispondere brevemente a quanto appena letto nella nuova rubrica “Fuori Sacco”, di Marcello Bernardi, a cui do il “benvenuto” come nuovo opinionista nello “squadrone del Notiziario” che “continua a crescere” (cito testualmente).
Non mi soffermo sulle Terme di San Calogero e sulle sue acque, se non per ricordare en passant che non si fa giornalismo col “si narra che”; quello lasciamolo fare a Le Iene, che vanno a caccia di nonni strappalacrime esperti di archeologia, geologia come di medicina popolare e malvasia; né mi soffermo sull'allarme cedimento del cosiddetto “Organo di Eolo” in cui, secondo Bernardi, al posto dei “venti melodiosi” ora “soffiano solo abbandono e decadenza”. Non mi soffermo, altrimenti dovrei invitarlo a vedere in che condizioni versavano i villaggi preistorici di Filo Braccio e Capo Graziano a Filicudi, ben più importanti (mi sia consentito fare delle gerarchie di valore) della “struttura” (cito Bernardi) di Piano Greca. Siti archeologici di un'importanza immensa e mai abbastanza compresa, che a maggio scorso si presentavano con porzioni sommerse dalla vegetazione e capanne interamente nascoste e che, dopo autorizzazione degli organi competenti, abbiamo ripulito e reso fruibili a migliaia di visitatori. Ma senza nessuna opinione in merito, né prima né dopo!

Vado dritto al punto; anzi vado dritto a Lipari Sud, in zona Monte Gallina e Fossa (in quanto toponimo, il maiuscolo è d'obbligo). Marcello Bernardi scrive:

“Poco prima della fossa, un angolo do belvedere è stato adibito a zona "discarica-relax" completa di divanetto e tavolino, anzi sembra che quest'ultimo sia poi finito nel burrone (vandali che vandalizzano il lavoro di altri vandali, surreale).”

Surreale davvero.
L'angolo di belvedere, in questo angolo di Lipari appena scoperto da Marcello Bernardi, due anni fa si presentava così:

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Tirai personalmente fuori tonnellate di spazzatura, imbracandomi con una cima nautica all'eucalipto appena sopra e calandomi giù nel vallone per almeno dieci metri. Il “bottino” portato sulla strada vicinale fu: un blocco motore più sportelli e sedili di automobile, una vasca da bagno, sanitari vari, batterie, una carcassa di scooter, carriole, plastica di tutti i tipi, materiale di risulta, lamiere e arnesi vecchi, barbecue ecc. L'elenco potrebbe continuare, e spero di recuperare le altre foto che a suo tempo feci vedere ai dipendenti della discarica di Canneto. Tutto il materiale recuperato lo portai con la mia macchina a Canneto in diverse giornate, accordandomi con i dipendenti, per non dover aspettare il camion che avrebbe avuto qualche difficoltà ad arrampicarsi fin lassù.
L'area venne bonificata insieme ad altri volontari e “vandali” di varia provenienza - amici, vicini, guide ambientali, agricoltori della zona e attivisti di Legambiente - rastrellando e pulendo a mano per tirare via tutto, fino all'ultimo pezzo di tubo o di mattonella (l'abitudine per anni era quella di abbandonare materiale di risulta abilmente coperto da sfalci e potature, così al decomporsi della bouganville e degli agrumi, magicamente uscivano fuori resti di bagni e cucine anni Ottanta e detriti di officine meccaniche) e liberando la zona da rovi e canne. Finita la pulizia si decise che quell'area aveva una vocazione ben precisa: offrire ombra ai numerosi camminatori che attraversano Lipari Sud, e trovano lì l'unica zona d'ombra dopo circa due ore di trekking. Così a nostra spesa furono messi un paio di amache, delle sedie e un tavolino (sul quale facciamo trovare acqua fresca, limoni e libri); è capitato spesso di dover aiutare camminatori disidratati o colpiti da insolazione. 
Non si capisce bene quali siano i rottami di cui parla l'autore del pezzo, e voglio sperare che stiamo parlando di due luoghi diversi. L'unico “rottame” in questione è un galleggiante bianco e rosso in vetro-resina (si vede in foto), preso dai cassonetti vicini la pizzetta di San Bartolo al Monte dopo un anno di giacenza, che in discarica era stato giustamente rifiutato: non sapendo cosa farci ora sta lì, riciclato, a fare da sedile per chi all'ombra consuma il suo pranzo al sacco. 
Oggi l'area si presenta così:

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Dunque questa “discarica-relax” è in realtà stata battezzata “Hiker's rest”: nel mondo, e nelle mete di viaggi a piedi, queste aree di sosta sono una realtà consolidata, e quasi sempre frutto di pratiche di autorecupero e riciclo dal basso. È ormai famosa tra le guide ambientali italiane e non solo, e per diversi mesi l'anno (ah, il turismo destagionalizzato!) offre ombra e riparo gratuitamente a camminatori di tutto il mondo; tanto che il 21 marzo scorso ne ha scritto anche Marta Ghelma su La Repubblica (inserto Viaggi), in un pezzo dedicato proprio al turismo lento e sostenibile:

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La cosa interessante però, senza andare a citare La Repubblica, è che lo stesso Notiziario che oggi scrive “discarica-relax”, l'anno scorso al contrario salutava positivamente l'iniziativa. E scriveva: “Lipari, da discarica a zona d'ombra. Grazie ai volontari...” La notizia è al link di seguito:

http://www.notiziarioeolie.it/opinioni-del-notiziario-eolie-lipari/10443-lipari-da-discarica-a-zona-d-ombra-grazie-ai-volontari.html

In questi giorni di vendemmia l'area viene usata anche dai vignaioli che qui si fermano a mangiare un panino o a riposare sulle amache; come nelle settimane scorse è stata presa d'assalto da chi era salito a Monte Guardia in cerca di funghi. Vi assicuro che vedere contadini, cercatori di funghi, asparagi o finocchio selvatico riposare e scambiare chiacchiere e acqua con camminatori australiani, tedeschi e francesi, o ciclisti ed escursionisti olandesi e danesi, mescolando in modo improbabile lingue e accenti, riempie il cuore e fa ben sperare per il futuro di queste isole, dove le antiche tradizioni rurali possono e devono convivere (e forse anche attirarle?) con nuove forme di turismo ecologico.
Un cestino per la spazzatura, infine, permette di non abbandonare mozziconi di sigarette e cartacce per terra, figuriamoci se un tavolino può finire “nel burrone (vandali che vandalizzano il lavoro di altri vandali, surreale)”- come scrive Marcello Bernardi. Anzi, se l'autore del pezzo in questione ci fa vedere dove si trova il tavolino, insieme ad altri “vandali”, andremo a recuperarlo.

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