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Dettagli...

agiuffre1di Arianna Giuffrè

Matteo Iacolino Dottore magistrale in ingegneria nucleare al Politecnico di Torino
Tanti auguri dai tuoi amici

Al neo ingegnere Matteo Iacolino auguri e felictazioni dal Notiziario e complimenti anche ai genitori Vittoria e Venanzio

 

 

 

 

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Applausi, sorrisi, emozioni, allegria...proprio cosi si è concluso il fantastico Musical della compagnia Live Theatre di Milano.
Senza mezzi, senza agganci, senza conoscenze, solo con passione e allegria, circa 26 persone persone hanno creato qualcosa di fantastico. 6 ballerini hanno usato tutta la loro energia per trasmettere al pubblico un'emozione unica.
Ho fatto parte del cast proprio come ballerina, ho seguito giorno dopo giorno il lavoro costante di molte persone che passavano i weekend a lavorare su coreografie e scenografie.
La più grande soddisfazione dopo tutto questo lavoro, è quella di sentire più di 800 persone per serata battere le mani fino allo sfinimento.
Allora riflettendo mi son detta, perchè non cominciare a creare delle iniziative simili a questa sulla nostra Isola ? Perchè non facciamo diventare Lipari la nuova Broadway ?
" If you can dream it, you can do it "

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Sono maggiorenne dal 2010 , non ho mai votato per delle elezioni, esami, impegni di studio, prove al teatro e impegni vari mi tengono lontana dal mio luogo di residenza, per le varie tornate elettorali che si sono susseguite nei vari anni. In questo modo la politica perde ormai ogni credibilità, basta vedere gli ultimi cambi di governo tra Monti, Letta, Renzi, tre Presidenti del consiglio senza essere nominati senza essere eletti. Non sono mai tornata a Lipari per le elezioni , non avrei avuto neanche il tempo considerando che per arrivare dovrei prendere un taxi, un aereo, certe volte anche due ( quindi quattro considerata l'andata ed il ritorno ), un aliscafo, spendendo magari anche un capitale e con il rischio di arrivare a Milazzo e non partire.
Faccio una considerazione, perché chi ha il domicilio all'estero anche nella Pampa Argentina può votare comodamente da casa e io che invece vivo a Milano non posso ? In fondo, siamo a 15 minuti dalla Svizzera, non sono residente all'estero, ma poco ci manca. La soluzione sarebbe quella di creare dei seggi nelle Università per tutti i domiciliati fuori dal luogo di residenza, quantomeno per le elezioni politiche o le europee. La Bocconi, per non parlare poi di tutte le altre università, conta più dell 80 % di studenti non residenti a Milano. Considerati i 13231 Bocconiani iscritti al giorno d'oggi, direi che la percentuale di persone che perde l'occasione di votare è abbastanza alta, per non parlare poi di tutti gli Universitari fuori sede che studiano in altre città. Nella Patri dei diritti e delle carte bollate, siamo ancora all'anno zero, non sarebbe sbagliata una proposta in Parlamento, dove spesso e volentieri si discute del nulla...

E' un po' come il Museo di Lipari, in inverno rimane aperto, con i soliti orari di comodo e magari non entra nessun visitatore...e poi quando si vede qualche turista e per tutta la stagione estiva, i custodi e tutti i dirigenti, si programmano le loro ferie...anche in pieno agosto, quando tutto il personale dovrebbe essere a disposizione...ma possibile che nessuno sia in grado di prendere delle decisioni?...

---Dopo la campagna di stampa del Notiziario delle Eolie online e l'articolo sul Giornale di Sicilia, non ho visto alcuna levata di scudi...i responsabili rimangono zitti e fermi, omertosi e glissanti, tra qualche giorno tutto tornerá come prima...anzi...non si é proprio mosso nulla...ma la politica allora..a cosa serve?

---Ho seguito con particolare interesse, su Facebook, un lungo dibattito tra cittadini eoliani, asinellivecchiaparlavano di cosa inventare, di cosa riscoprire, di cosa favorire per attirare il turismo, di cosa è meglio o cosa è peggio per le nostre amate isole. Vorrei giusto fare un raffronto con un posto meraviglioso, che mi ha affascinato non appena mi è apparso all'orizzonte, Santorini.
Una delle più belle cartoline, che da sempre fa il giro del mondo, quando si pensa a Santorini è quella della lunga fila di asinelli, che dal porticciolo di Thira salgono fino al centro abitato. Caldo, sole, mare, felicità, armonia, storia, mito, scoperta, archeologia, sono tutte parole che racchiudono la magnifica Grecia. Gli asinelli diventano in questo contesto la cornice romantica di Santorini, l'immagine rurale e un mezzo di trasporto insostituibile ed antico. Con il passare degli anni, I " donkeys of Santorini " sono diventati un gioiello per l'isola, adesso la loro presenza è diventato un brand a tutti gli effetti. Sono simpatici, sono affettuosi e rimangono per sempre nella mente del turista...me lo ricordo ancora, avevo 14 anni e ne presi uno per salire fino in cima, ero felice, mio padre scattò tante foto che tengo ancora oggi tra le cose più care. E' questo quello di cui ha bisogno un viaggiatore...bei ricordi, emozioni, novità, attività che diversifichino il sito. Le Eolie, con l'avvento della modernità, hanno ormai perso quell'atmosfera che le caratterizzava. I lumi a petrolio, l'odore che si respirava la sera quando erano accesi, la cucina a legna, gli asini che camminavano per strada, o meglio, 'i scecchi, che ragliavano la mattina all'alba e trasportavano ogni cosa, l'acqua presa con i secchi dai pozzi, il latte, che trovavi dentro una bottiglia, appena munto dal contadino e tappato con una foglia di fico arrotolata, le greggi di capre e pecore che quotidianamente bloccavano ogni passaggio. Qualcosa la ricordo anch'io, ma i racconti dei miei parenti, soprattutto della nonna, sono vivi ed emozionanti, palpitano di sentimenti veri, rimembranze di un tempo che forse non tornerà. Una lacrima particolare per tutta la fauna che non esiste più, per le tartarughe che trovavi con facilità in mare, ma che i mangiatori di testuggini sono riusciti ad estinguere, per tutti i totani che trovavi in ogni notte senza luna, per tutti i polipi che venivano fino a riva, ma che l'avidità degli uomini, l'ignoranza e la pesca selvaggia hanno decimato. Lipari per sognare, Lipari, esperienza da non dimenticare... Il ripristino dei vecchi sentieri, delle mulattiere, delle stradine interne per un percorso suggestivo, un'isola da riscoprire, un viaggio a dimensione d'uomo, panorami incantevoli, la scalata della montagna di pomice a dorso di mulo. Se tutto questo dovesse accadere...credo che ci sarà bisogno anche di qualche maniscalco.Immagino già un nuovo brand " Aeolian Donkeys ", un marchio da aggiungere alla Malvasia, ai capperi, alla pomice, all'ossidiana, allo zolfo...dimentico qualcosa?

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-----1 Maggio 2014...Sole, caldo e tanta voglia di salire al Castello di Lipari, vorrei scattare delle foto, prima del mio ritorno a Milano. Insieme ai turisti, che camminano sulla rocca , superata la Cattedrale mi avvio verso il Parco Archeologico, ma con grande delusione, mia e di tutti gli astanti, troviamo i cancelli sbarrati, possiamo solo fare dietrofront. Non è questa l'ospitalità che ci si aspetta, non tutti avranno il tempo di ritornare, non tutti avranno la possibilità di risalire. Il museo e il parco dovrebbero avere orari più lunghi, almeno nei giorni festivi, ma qui subentra l'appartenenza alla Regione Sicilia, incongruenze italiane, qui Lipari perde la sua territorialità, la parte più interessante dell'isola rimane chiusa per decreto. Museo di valenza internazionale, quello di Lipari, nel periodo della Magna Grecia, l'isola al centro del Mediterraneo, già nota per il commercio dell'ossidiana, famosa per la creazione dei vasi e le decorazioni del " Pittore di Lipari", viveva un periodo di fulgore, nel teatro greco, venivano rappresentate le commedie , dove tutti gli attori indossavano una maschera. Negli scavi archeologici sono state ritrovate copie delle maschere del tempo, utilizzate poi nei corredi funerari,oggi esposte nell'importante museo liparese. Dioniso, dio del vino e dell'ebbrezza, Dioniso, dio del teatro, Dioniso traghettatore delle eterne beatitudini nell'aldilà.
Con la cultura si può creare reddito, ma la cultura è principalmente idea. " Culture doesn't need money, culture needs ideas."
In molti musei Italiani, quantomeno nei posti di grande interesse turistico, i musei, prolungano l'orario, proprio per favorire l'accesso e la visione delle cose esposte, qui troppo spesso, questo magnifico sito diventa troppo silenzioso, come se fosse una casa di riposo per anziani. Come sarebbe bello poter narrare ai turisti e alla gente del luogo questa storia...forse sarebbe il caso di responsabilizzare i funzionari, forse sarebbe il caso di privatizzare, molti hanno voglia di conoscere, di sapere.
Propongo una soluzione, sarebbe bello e magico poter vedere gli abitanti del luogo vestiti da fauni, da satiri, da baccanti...poter vedere Dioniso o Pan girare attorno all'Acropoli e per le strade di Lipari. Ricreare un'atmosfera mitologica, più unica che rara, organizzazione, ma soprattutto tanta volontà. Un inizio, un cambiamento, una prova, qualcosa che rimanga nella mente del turista. Ci si potrebbe sbizzarrire in mille modi, è come vedere i gladiatori a Roma...molti turisti si fanno fotografare e lasciano anche una mancia. Originalità, creatività, fantasia sono queste le parole che dovrebbero rappresentare la cultura a Lipari. Rispetto per il teatro e per la cultura, valorizzare le meraviglie ritrovate, ricreare interesse per i nostri beni culturali. Il teatro deve tornare a vivere, Lipari riscopra il suo antico patrimonio da riscattare, torni ad essere un'isola da amare, un posto da non dimenticare. Lipari polmone del Tirreno, il museo prende nuova vita, l'arte in continuo movimento... Dopo aver annullato l'incantevole spiaggia bianca della pomice, cerchiamo di utilizzare la cultura dei nostri luoghi nel modo migliore, creando un'esperienza unica al mondo, una foto tra Afrodite ed un papposileno, può diventare un meraviglioso ricordo per il turista. Un'altra alba sorgerà a Lipari, un sole rosso fuoco colorerà il prossimo tramonto, lo spettacolo della natura continua...
The show must go on...

LE REAZIONI.

GBIVIANO1di Giacomo Biviano*

Al Dirigente Generale Dott. Sergio Gelardi Dipartimento Beni culturali e dell'identità siciliana Assessorato dei Beni culturali e dell'identità siciliana - Regione Sicilia

Al Dirigente responsabile Dott.ssa Maria Amalia Mastelloni Museo archeologico regionale "Bernabò Brea" - Lipari

OGGETTO: Orario di apertura e carenza di servizi al Museo "Bernabò Brea" di Lipari

Egregi signori, Numerose lamentele sono giunte al sottoscritto o palesate attraverso i media locali, in ultimo da parte della dottoressa Arianna Giuffrè, per gli orari di apertura del Museo regionale "Bernabò Brea" di Lipari. Il museo, infatti, rimane aperto da lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 19.30, almeno nel periodo estivo, e nei giorni festivi dalle ore 9 alle ore 13.30. Il suddetto orario di apertura non consente, pertanto, di usufruire del museo dopo le ore 13.30 nei giorni festivi ed in particolar modo le domeniche, il 1° Maggio, il 25 aprile, il 2 giugno, il 15 agosto, ecc. Tutte ricorrenze nei quali la presenza turistica registra un notevole aumento in coincidenza dei ponti e weekend settimanali e dove le nostre "attrattive turistiche e culturali" più significative dovrebbero rimanere aperte o comunque fruibili a tutti. E', infatti, un controsenso riuscire a mantenere il museo aperto nei pomeriggi invernali e chiuderlo in quelli festivi durante la stagione estiva e primaverile. Anzi, è un paradosso che non si può spiegare, insieme ai ritardi nella pulizia dei reperti archeologici, ai non aggiornamenti del sito web, in particolar modo per quanto riguarda gli orari d'apertura, alla non realizzazione di una caffetteria, nonostante la presenza di locali predisposti ad hoc, alla mancanza di un servizio di editoria, di guide, di merchandising, ecc.
Un emblematico caso di "mala gestio" del nostro patrimonio culturale.
Pertanto, alla luce di quanto esposto e considerato che alcune società partecipate o controllate dalla Regione Sicilia dovrebbero servire proprio a questo, si chiede d'intervenire ed adottare i dovuti provvedimenti affinchè il museo di Lipari rimanga aperto nei pomeriggi dei giorni festivi e vengano attivati i servizi integrativi necessari ed indispensabili ad una buona accoglienza del visitatore.

*Consigliere Comunale

Marco Zaia: Che chi di dovere prenda spunto dalla sagace e valida proposta di Arianna Giuffrè, perchè penso di non essere l'unico a non sopportare più l'unico format utilizzato al momento del "DJ in Piazza". Ricordo con piacere le Notti Bianche del Museo che da qualche anno non vengono più riproposte. Saremo in grado di capire il nostro futuro solo valorizzando il nostro passato.

Arianna Giuffrè: Io voglio una cultura viva. Grazie Marco.

Conci Biviano: Ragazi datevi una mossa svegliatevi.

Aldo Natoli: Trovo deplorevole quanto segnalato dalla giovane Arianna Giuffrè e spero che quanti hanno in mano le sorti dell'isola riflettano sulle proposte fatte, che ovviamente condivido. Purtroppo sulla gestione del Museo siamo costretti a parlarne in modo sommesso perchè corriamo il rischio che ci portano via anche questo.

ocostanzoOrnella Costanzo: Il museo, la nostra casa. Caro direttore, come cittadina volevo ringraziare Arianna Giuffré per aver sollevato la questione della difficile fruizione delle aree archeologiche appartenenti al Museo Archeologico "Luigi Bernabò Brea", avendo provocato la reazione di un consigliere comunale, Giacomo Biviano che ha così interpellato chi di competenza per sollecitare risposte.
Non è questa la sede per aprire un lungo discorso sulla complessa gestione dei siti museali del nostro territorio, mi preme piuttosto aggiungere stimoli ai lettori del suo giornale sull'importanza che il patrimonio culturale ricopre per lo sviluppo e la crescita delle nostre isole.
Il nostro museo, le nostre aree archeologiche, i nostri paesaggi sono il primo vero strumento di cittadinanza e di comunità. Comprendere, interpretare, costruire un contesto che permetta l'accessibilità a questo straordinario patrimonio, anche per un grande pubblico, aumentano la conoscenza. E la conoscenza fa di noi dei cittadini consapevoli, disposti a difendere i propri tesori, e non dei semplici clienti di un prodotto, fosse anche culturale.
Il nostro patrimonio artistico ha ancora la fortuna di essere molto tutelato, e questo lo si deve sicuramente a chi ci ha preceduti e a chi ha lavorato e ancora oggi lavora, alla sua conservazione. Oggi però non basta, perché è mancata l'opera di educazione all'arte e al paesaggio che necessariamente deve passare dalla scuola e dall'istituzione museale.
E' come se avessimo smesso di parlare una lingua, lasciataci in eredità, ma di cui non conosciamo l'alfabeto. Dobbiamo tornare a frequentare di più gli spazi del nostro patrimonio, obbligarci a farlo se necessario, e dovremmo farlo prima per noi stessi, e poi per i turisti. Il museo deve essere un luogo del sapere, non un posto dove si va una volta nella vita, magari perché in gita scolastica. Dovrebbe essere un luogo dove bambini e anziani si incontrano, con esigenze diverse, ma altrettanto soddisfatte. Un luogo dove si va anche ad ammirare una singola opera, come si va a leggere un solo libro in una biblioteca, un luogo dove perdersi in contemplazione, come pure ad intrattenersi in un bel ristorante o in una bella libreria, uno spazio dove anche divertirsi e fare intrattenimento, purché i fini siano sempre la conoscenza, la ricerca, la produzione di cultura, così come recita l'art.9 della nostra Costituzione e, attraverso esse, mirare al raggiungimento dell'uguaglianza.
Il museo dovrebbe quindi essere inteso come luogo della vita quotidiana e non il tempio di un rito sociale per pochi, magari solo addetti ai lavori o i fortunati che hanno trovato i cancelli aperti.
La fantasia deve essere stimolata, ma dobbiamo fare attenzione alle facili soluzioni offerte dal marketing in uso nelle grandi città d'arte che, nonostante i grossi numeri, non credo assolvano alla vera funzione del patrimonio culturale: la ricerca, la conoscenza, l'educazione alla cittadinanza e infine la tutela. Troppe sono infatti le speculazioni attorno ai siti di interesse storico-artistico e archeologico, alcune delle quali ai limiti, se non oltre, i termini della legalità.
Così come l'intervento del privato, troppo spesso invocato come salvifico, può essere ammesso quando animato da puro mecenatismo e non come strumento di profitto, fatta eccezione naturalmente per quei servizi aggiuntivi indicati dalla legge Ronchey e che si riferiscono alla ristorazione e ai bookshop.
La nostra fortuna è quella di avere un grande patrimonio pur non essendo invasi da flussi turistici difficili da contenere, che è il problema che stanno soffrendo luoghi come Venezia, Firenze, Roma. Appartenere ad un'Italia "minore" ( mi si passi il termine) e insulare può essere invece il nostro vantaggio, per una cura e un'offerta di tipo culturale e turistica in scala ridotta, ma che consentano una relazione più diretta con chi viene a trovarci, lasciando così il ricordo di un'esperienza vera e umana.
A me vengono in mente lo straordinario lavoro fatto a Matera per esempio, anch'essa sito Unesco e ben più irraggiungibile delle Eolie, oggi nella short list come Capitale Europea della Cultura 2019.
O ancora il lavoro fatto nel Rione Sanità a Napoli, quartiere notoriamente difficile, dove negli ultimi anni si è registrato il 297% di incremento di visitatori.
Per dirla in altri numeri, 40.000 turisti hanno cominciato a frequentarlo senza più temerlo, grazie al lavoro della cooperativa sociale La Paranza che ne gestisce le Catacombe (sotto il controllo pubblico e di un parroco illuminato), che con un fundraising intelligente ha raccolto oltre 5 milioni di euro senza dover svendere parti del patrimonio a brand o a sponsor. Ha convinto i finanziatori e i cittadini a sostenere imprese sociali, come una Vela per Sperare, un progetto che avvicina allo sport velico i bambini del rione che pur essendo cresciuti in una città di mare non lo conoscono [vi ricorda qualcosa?] o ancora il progetto Sanitaensemble, vera e propria scuola di formazione orchestrale sul modello Abreu, in Italia diffuso grazie a Claudio Abbado. Oggi in quell'orchestra suonano 46 ragazzini strappati al degrado del quartiere. Dalle Catacombe, un patrimonio muto per anni, ha preso vita un progetto musicale, per non parlare delle ricadute occupazionali dei tanti giovani che animano la cooperativa.
Sempre più spesso recentemente si usa ripetere il celebre refrain del principe Miškin de L'Idiota di Dostoevskij: "La bellezza salverà il mondo", attribuendo alla bellezza quasi una volontà superiore e propria.
A me suona come una sentenza deresponsabilizzante nei confronti di noi cittadini e mi riporta alla mente il monito di uno dei nostri maggiori archeologi, Salvatore Settis, che ribatte con "la bellezza non salverà proprio nulla, se noi non salveremo la bellezza".
Chissà che dalle esortazioni emerse negli ultimi giorni non si possa provare ad instaurare un nuovo dialogo con l'istituzione e con quegli eoliani sensibili al tema.

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