pportelli1di Pino Portelli

E’ lodevole l’iniziativa del neoeletto consigliere comunale Angelo Portelli sostenuto da tutta l’amministrazione Gullo.

Sono stati tolti accumuli di rifiuti, e ripulito marciapiedi sia a Porticello che sul molo di Canneto.
Se è vero che il cambiamento passa attraverso piccoli gesti, l’azione di questi ragazzi, tutti volontari, deve diventare un segnale di speranza e rilancio per tutte le isole. Che questa passione diventi contagiosa per raggiungere quegli obiettivi propri dei cittadini di serie A. Si chiede decoro, non è giusto che angoli di paradiso vengano ridotti a ghetti trascurati.

“Una sfida che è solo all inizio, un lavoro duro e molto impegnativo, ma che con il grande spirito di servizio che ci appartiene, dimostreremo di interpretare l’incarico nel migliore dei modi per il bene di tutta la comunità Eoliana” così commenta il consigliere neoeletto Angelo Portelli.
Il mio personale grazie.

289454271_397752092377370_6545791748803658416_n.jpg

289613691_984842318881078_3950940256567335673_n.jpg

 

L'intervento

4751168b-4f40-4b0f-8ea0-3aa8077d6e3c.JPG

di Gianni Iacolino

Solo il rispetto e l'amore per il proprio territorio, rinvigorito dalla fiducia che viene riposta in questo nuovo percorso amministrativo , possono dare la carica a tanti giovani di buona volontà. Ieri a Porticello e Canneto , oggi al Cimitero di Quattropani.

Grazie ai consiglieri Portelli e Saltalamacchia coadiuvati da tantissimi volontari. Con i mezzi attuali, senza l'impegno di tanti giovani , sarebbe stato tutto impossibile. Si andrà ancora avanti così e ciò sarà possibile solo mantenendo alta la fiducia che i cittadini ripongono nella nuova amministrazione in continua attività sin dal primo giorno del suo insediamento . Un grazie infinito dall'assessore al ramo.

Comportamenti vergognosi quanto inaccettabili, da parte di un addetto alle pulizie..
L'altro ieri 7 Giugno 2022 tratta Lipari- Milazzo ore7.00 e, Milazzo-Lipari ore 18.15. Isola di Stromboli.
In particolare al ritorno (18.15) salgo su col mio cane, Mora Setterina di Canneto, dopo aver imbarcato la macchina per recarmi nel salone passeggeri… ovviamente munito di guinzaglio…. Il cane (pagante), era accanto a me, seduto a terra. Nella paratia o murata opposta alla mia questo addetto stava pulendo a terra, credo con l' aspirapolvere. Vedendo il cane, ha cominciato ad inveire urlando con accento tipicamente messinese… Aòòòò cu stu cani, avi i stamatina….avi a stari o guinzagliu…..

Il cane era col guinzaglio e allego foto... E anche testimoni,nel caso. Ho reagito, abbassandomi al suo livello. Non avrebbe ben compreso altrimenti che, se avessi dovuto scegliere con chi mangiare a tavola tra lui e il cane avrei preferito di gran lunga il mio cane quantomeno più pulito.

Alla società vorrei dire, insegnate a questi soggetti che hanno contatti col pubblico ad essere educati e a tenere un certo comportamento rispettando i fruitori dei vostri servizi. Vi assicuro che non sono l'unico caso...

286592450_1221892261890031_1945347171537283585_n.jpg

Parlo di Canneto!
Oramai da anni, i soliti zozzoni, stanno riempiondo ogni angolo di immondizia, senza preoccuparsi delle conseguenze sulla salute e sul decoro del posto dove vivono.

A qualsiasi ora del giorno, soprattutto nel primo pomeriggio, vengono lasciate buste di spazzatura sul ciglio della strada. Regolarmente durante la notte vengono lacerate da piccioni, gabbiani, cani, gatti e topi, che divorano l’umido organico, sparpagliando rifiuti, i più variegati, in strada… !

Gesti di assoluta inciviltà….privi di cultura e di rispetto anche turistico. L’ufficio ambiente del comune deve necessariamente, attivare dei controlli di rito, con la collaborazione della società partecipata di riferimento, della polizia municipale ma soprattutto serve, l’aiuto di quei cittadini che ben conoscono questi incivili. Un appello all’assessore Taranto che ringrazio per la sua sensibilità e tempestività dimostrata.

 

Sulla Cesare Battisti di Canneto, (in particolare parlo della zona di fronte lo studio del dr Giambò) da troppo tempo ormai ogni qualvolta un'automobile transita, inevitabilmente passa sopra quasi tutti i tombini. Il forte e fastidioso rumore metallico dovuto a una cattiva sigillatura, fa sobbalzare soprattutto nelle ore serali e notturne.....Basterebbero delle strisce di gomma da 2 mm....Grazie.

Vorrei segnalare al sindaco, quale massima autorità sanitaria, che ieri verso le dieci del mattino, subito dopo l'uscita del tunnel verso Lipari, dei cani randagi, e precisamente un pastore tedesco e altri due di colore nero taglia grande, ringhiavano a 2 turisti che passeggiavano verso Canneto. Per fortuna la mia presenza e quella di un automobilista hanno evitato il peggio. Ancora ieri sera gli stessi cani si trovavano a Lipari a cercare cibo tra buste di spazzatura messe fuori casa dagli abitanti, li ho incrociati verso le 23.00 che da Lipari si dirigevano verso Canneto…. Risultano, a mio modo di vedere, molto pericolosi, e a quanto pare delle segnalazioni sono state fatte…. È possibile in quest’ isola poter fare delle lunghe e belle passeggiate senza incorrere in questo genere di pericoli?

---Venerdi 7 e Sabato 8 Novembre previsione meteorologiche alle Eolie....Vento da Nord-Est moderato e mare mosso
Nulla di strano anzi un evento naturale normale, niente di calamitoso, fa parte del normale gioco delle forze della natura, ma l'uomo per sua propensione naturale di "Essere Aberrante", le premesse le crea tutte affinchè un fenomeno del tutto normale diventi calamitoso.....ai disastri naturali quindi se ne contrappongono altri, provocati dall'uomo. A Lipari dove l'erosione della spiaggia desta da tempo forte preoccupazione, a qualche genio (di cosa non è dato sapere) è venuto in mente una sciagurata, criminale, ignobile deplorevole e schifosa idea: abbattere il muraglione che costeggia lato mare la Marina Garibaldi, che da decenni ha resistito a tutte le mareggiate verificatesi a Canneto, al solo scopo di portarlo 2 o 3 metri verso la battigia riducendo così la già esigua spiaggia...l'arenile (immagino già la struttura come verrebbe eseguita "toccami ca cadu" perchè difficilmente il nuovo muraglione verrebbe ad essere costruito con la stessa solidità di quello che andrebbe ad essere sostituito).
Vero è che l'orrore fa parte della follia del genere umano ma a Lipari si esagera magistralmente.
Ora una attenta amministrazione mai e poi mai potrebbe dare corso ad una tale operazione scellerata se non prima (ma prima e non dopo) aver creato una barriera che in qualche modo preservi o/e allunghi le nostre spiagge almeno di 10 metri e in particolare in zona Unci fortemente penalizzata e dove, tra qualche anno il mare entrerà dentro le case, negli ultimi 7 anni il mare si è reimpossessato di 6 metri di spiaggia .... Una attenta amministrazione dovrebbe essere sempre consapevole delle ricadute che le proprie scelte avranno sul sociale e sull'ambiente in particolare. Dobbiamo impedire che ci venga preconfezionato la nostra giornata, il nostro destino e anche il nostro pensiero..... Possibile che in questo paese stupidità e malafede non muoiono mai?
Finiamola di essere assoggettati a ipotesi di esseri umani che qualcuno manovra attraverso fili invisibili e il cui scopo è quello di portare solo denaro e profitto a chi realizza e a chi avalla certi scempi. Abbiamo consentito di distruggere buona parte del nostro sistema economico vogliamo completare l'opera? Alla domanda se l'uomo è davvero un essere brutale e catastrofico? A me pare proprio di si!!! Mala tempora currunt sed peiora parantur.
In un ambiente splendido si deve essere altrettanto splendidi; se non lo si è lo si deve diventare; se non lo si può diventare allora fatevene una ragione ma, ....LASCIATE PERDERE non deteriorate e non mortificate più un paese già tanto martoriato.!!!

cannetomareggiata1981

cannetomareggiata1981-

cannetomareggiata1981--

cannetomareggiata1981----

LE REAZIONI.

Lettera aperta all'amministrazione comunale e ai componenti del consiglio comunale di Lipari .
Egregio Direttore,
mi riferisco alle notizie concernenti i lavori in corso o da intraprendersi a Canneto presso la Marina Garibaldi e Unci e, in particolare, alle preoccupazioni espresse dai tanti, abitanti e non , del bel lungomare di Canneto.
Anzitutto , senza con ciò voler entrare in alcuna eventuale polemica politica, mi sia consentito porgere un contributo di pensiero che deriva dalla mia ormai ultratrentennale esperienza di servizio , tuttora in atto, di Ufficiale e Comandante di Capitanerie di Porto . La spiaggia è notorio che svolge una funzione essenziale per quanto riguarda il mantenimento dell'equilibrio dinamico tra il mare e la costa : essa è di per se in continuo movimento ed il semplice spostamento degli elementi fisici che la caratterizzano (sabbia o ghiaia o ciottoli che siano) compromette il fragile equilibrio che ho prima accennato, con conseguenze devastanti in termini di erosione ed avanzamento dei marosi . Quindi mi sorprende davvero e mi allarma se, effettivamente, s'intenda intervenire con i lavori di riduzione della ampiezza della spiaggia per far posto all' allargamento della sede stradale con contestuale spostamento dell'attuale muraglione (peraltro inattaccato dal tempo e dai marosi, a conferma della bontà dell'opera e della "saggezza degli antichi") , prima che si realizzi un completo, comprovato e satisfattivo studio progettuale concernente eventuali interventi in mare finalizzati alla difesa della battigia e della costa , siano essi di implementazione delle attuali strutture sommerse o altro.
Altra considerazione che faccio riguarda gli aspetti di tutela e prospettive del turismo balneare, considerato che quella di Canneto è l'unica spiaggia sopravvissuta ( da 50 anni ad oggi) nell'isola di Lipari. Mi chiedo dunque come si possa , anzicchè proteggerla e valorizzarla, addirittura ridurne l'ampiezza ? I turisti che ancora - nonostante i notevoli disagi e disservizi - ci privilegiano della loro presenza , apprezzano proprio la caratteristica di tale spiaggia, impreziosita dall'iniziativa di alcuni operatori balneari che, tra mille difficoltà , con il loro operato e la grande buona volontà rendono sicuramente più piacevole il soggiorno sull'isola e nella spiaggia di Canneto. I fondi (europei e non), dovrebbero essere utilizzati per opere di difesa della costa,oppure per iniziative che qualifichino il turismo e migliorino le condizioni degli abitanti dell'isola, piuttosto che essere finalizzati al soddisfacimento di facili accomodamenti, peraltro di dubbia necessità ed efficacia , anzi di verosimile negativo impatto ed a scapito del futuro dell'area.
Concludo : Chi assume l'iniziativa di portare a compimento siffatti lavori mi auguro che effettui un attento esame di coscienza e si assuma consapevolmente e pubblicamente la responsabilità delle proprie azioni, non solo nei confronti degli attuali abitanti ma ancorpiù nei confronti delle future generazioni . Spero invece che prevalga un sano "ravvedimento operoso" e che tali lavori non vengano effettuati.
Grazie per lo spazio che vorrà accordarmi.
Capitano di Vascello (CP) dott. Alessandro Pajno

Nando Bianchi: La capacità di pensiero da chi viene da altro contesto. Purtroppo non sa che rivolgersi ai liparioti significa solo perdita di tempo. Apprezzo molto la considerazione.

Chiara Bertè: Ed Acquacalda?

Angelo Sidoti: Condivido in pieno il pensiero del mio amico Pino. Ma ormai e' cosa certa questa amministrazione resterà nella storia per non aver fatto nulla e quel poco che ha fatto pensato e fatto male!

Tommaso Orioles: Caro Sandro della tua lettera, al di là della parte tecnica che posso apprezzare ma non commentare, essendo privo delle necessarie competenze, atteggiamento peraltro non condiviso dai tuttologi liparoti che sentenziano invece su ogni cosa, condivido appieno la sensazione di amarezza che fa capolino tra le righe. Vedere il nostro amato scoglio senza più una patella, abbandonato all'acqua e o vientu, mette invero tanta tristezza. Chissà Peppuccio e Ciccino, i nostri papà, cosa penseranno nell'osservare dal cielo il loro paese in balia dei marosi con il motore che perde colpi, senza una rotta definita. Affidarci ancora a S. Bartolo? Speriamo che Gli siano rimaste ancora forze sufficienti e la voglia di intervenire ancora una volta per salvare le Sue isole.

Sandra Gisabella: Opinioni espresse, su un tema delicatissimo, per ora in auge, da una persona, proverbialmente corretta, onesta, "competente", nonché amante e frequentatore assiduo di lipari, in particolare, e delle isole minori , tutte...

Francesco Valastro

Io ho verificato personalmente, con grande amarezza, quanto sia vera l'affermazione di Nando Bianchi, ma, nonostante tutto, non posso fare a meno di intervenire nel dibattito aperto dal Sig. Portelli.
Non voglio sembrare volgare, ma c'è un'espressione fiorentina che mi aiuta moltissimo ad esprimere il mio pensiero e cioè "non voglio insegnare al culo a cacare", però gli studi approfonditi da me effettuati in materia di ripascimento delle spiagge, mi consentono di affermare ancora una volta che l'unico modo di salvaguardare e mantenere le nostre spiagge sia il ripascimento duraturo e cioè pietrame grosso fino a pelo d'acqua e un metro di ghiaino sopra e, per impedire all'onda di ritorno e alle correnti trasversali di portare a largo i sedimenti, una corona di scogli naturali posti al piede della spiaggia a -2/3 m. di profondità. Certo la scogliera "beachsaver" al momento sarebbe l'ideale, ma penso che il suo costo sarebbe proibitivo e a mio modesto avviso, poco naturale. Infatti, il progetto del Geom. Mollica è condivisibile tranne che per i tetrapodi affioranti.
Mi permetto far notare che la barriera frangiflutti più efficace sarebbe portare la linea di riva della spiaggia a quella che era all'epoca in cui hanno incominciato a costruire lungo la Marina Garibaldi, sono sicuro che d'allora ci sono state mareggiate più forti di quella del 1981 e sicuramente il mare non è entrato nelle case, altrimenti è stato costruito dove non si doveva. Sinceramente mi rimane difficile pensare che gli abitanti di allora fossero così sprovveduti.

Roberto Piemonte

Giusto per memoria, oggi sarebbe sufficiente cambiare solo la data ma il contenuto è sempre lo stesso...

Canneto Lipari, 18 Gennaio 2010 Al Signor PREFETTO della Provincia di Messina, Al Signor Sindaco del Comune di Lipari, Al Dipartimento della Protezione Civile di Roma e Palermo, Alla Provincia Regionale di Messina

Oggetto: CANNETO – Mareggiata del 15 Gennaio 2010 Protezione centro abitato della frazione di Canneto dagli eventi meteo marini

Nella giornata del 15 Gennaio 2010 si è verificata l'ennesima mareggiata che, inesorabilmente, ha colpito la frazione di Canneto ed anche in questa occasione abbiamo assistito, impotenti, all'aggressione dei marosi che hanno invaso la sede stradale di tutta la Marina Garibaldi da Unci a Calandra penetrando, pericolosamente, in diverse abitazioni ed attività commerciali prospicienti. Il verificarsi dell'ultimo, tanto devastante, quanto previsto, evento meteo marino, ha riportato la memoria dei cittadini al lontano 21 Gennaio dell'anno 1981 quando, una mareggiata di forte intensità causò un vero e proprio disastro e solo per fortuna non vi furono vittime fra gli abitanti. Dopo quell'evento disastroso furono posizionati, in ampi tratti della baia di Canneto, ad una distanza di circa 30/40 metri dalla battigia dei massi in calcestruzzo (cosiddetti tetrapodi) per contrastare e smorzare la forza delle onde del mare. Da allora ad oggi mareggiate ve ne sono state parecchie, fin troppe, anche ampiamente documentate dagli organi di stampa locali, regionali e nazionali, ogni evento diventa sempre più pericoloso per l'incolumità della cittadinanza, i danni conseguenti sono sempre più pesanti e gli interventi successivi sempre più costosi. Ormai, da anni, non vi è alcun dubbio che i tetrapodi, posizionati dopo la mareggiata dell'anno 1981, per assolvere alla funzione di barriera frangiflutti sommersa, a difesa della frazione di Canneto, sono inutili, non svolgono più la loro importante funzione tant'è che il mare, frequentemente, con estrema facilità, invade la carreggiata stradale e, ovviamente, anche le abitazioni e la recente mareggiata ha riproposto, con forza, la necessità di realizzare al più presto efficaci opere a protezione dell'abitato al fine di evitare rischi e tragedie mai dimenticate anche in previsione di marosi di straordinaria entità che, ciclicamente si abbattono sul nostro Arcipelago colpendo i centri abitati come quello di Canneto. Già con nostra lettera del 26 Febbraio 2008, indirizzata al Comune di Lipari ed al Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, abbiamo evidenziato la problematica ma, da allora ad oggi, nè abbiamo avuto riscontro alcuno né alcun intervento è stato attuato. Appare utile rammentare che, fra l'altro, la frazione di Canneto nell'anno 2002, a seguito dello tsunami che si verificò a causa della eruzione del vulcano dell'isola di Stromboli fu indicata fra le località a rischio, poiché fortemente esposta ad eventuali inondazioni marine. E' altresì utile ricordare che ancora oggi è vigente l'emergenza Stromboli. La protezione dell'abitato, il rinfoltimento della barriera frangiflutti sommersa già esistente che, a seguito del naturale assestamento idrogeologico dovuto ai marosi, non svolge più le funzioni per la quale a suo tempo era stata collocata, il posizionamento di altri tetrapodi e/o massi naturali nelle zone ove non sono stati messi in opera ed il ripascimento delle spiagge, non sono più differibili e devono costituire una priorità assoluta. L'esperienza del passato e gli odierni eventi climatici sempre più estremi che mettono a rischio la pubblica incolumità e danneggiano le infrastrutture della frazione di Canneto, impongono, senza mezzi termini, interventi preventivi e tempestivi al fine di evitare che eventi naturali assolutamente prevedibili possano trasformarsi in vere e proprie calamità. Facciamo appello, pertanto, alle istituzioni in indirizzo, affinché venga attuato quanto necessario alla protezione dell'abitato e delle infrastrutture della frazione di Canneto, oggi richiesto in relazione all'emergenza rappresentata dalle mareggiate che certamente rappresentano un evento tanto probabile quanto prevedibile.

Associazione "Per Canneto" Il Presidente Antonino Giardina

Roberto PIemonte

Giusto per la cronaca, è doveroso citare la nostra Amministrazione che, nell'anno 2010 e, precisamente, in data 31/05/2010, a seguito di una nostra formale richiesta di intervento presentata al Prefetto, al Sindaco, al Capo della Protezione Civile (Dott. Guido Bertolaso nostro concittadino onorario) intervenne con un nota a firma del Dirigente Dott. Domenico Russo,(prot. 19773 del 03/06/2010), indirizzata agli stessi destinatari della nostra richiesta, nella quale si afferma che "A parere dello scrivente (Dott. Domenico Russo) non esiste un immediato pericolo per il centro abitato di Canneto da collegarsi all'arretramento dell'arenile. E invece certo che l'intensità e la frequenza delle mareggiate negli ultimi anni rendono necessario un intervento di potenziamento della barriera soffolta, unica opera in grado di garantire protezione oltre che rallentare la naturale erosione dell'arenile.

A cittadini di Canneto, ogni commento, in merito al fatto che non esiste pericolo immediato per noi e le nostre abitazioni e quindi in teoria possiamo stare tranquilli, fermo restando e mi riferisco alla seconda parte della nota dove si parla della barriera soffolta che è naturale chiedersi "como finiu??"

Gentile direttore, mi chiedo se per questi lavori è stato fatto un calcolo similare per il lungomare di Canneto? La formula di Hudson per il calcolo de] peso unitario P di massi della mantellata, formula che si molto più si adopera di quella di Idbarrcn, é Ia seguente:
(8.38) con Kd = coefficienle di stabilità, funzione del tipo di n1asso c di altri fattori che si vedranno in seguito.
Le costanti della formula non sono più due ma una sola; inoltre, secondo la formula di Hudson il peso P del masso e meno sensibile all'inclinazione.
ll motivo per il quale la formula di Hudson e più usata di quella di Iribarren va ricercato soprattutto nel fatto che essa dispone di una maggiore casistica. Innanzi tutto, per ogni tipo di masso, si fa la distinzione tra onda frangente e non frangente. Se l'onda che investe é stabile e frange, si ha il caso di onda non frangente. Se, invece, l'onda frange ai per il ridotto fondale da origine a una sollecitazione maggiore di quella precedente e questa e il caso di onda frangente. I valori del coefficiente Kd consigliati dalle Istruzioni Tecniche Italiane sono riportati nella tabella 8.6. L'esecuzione dei ripristini deve effettuarsi con massi naturali a spigoli vivi, posizionati in doppio strato e con Ia dimensione maggiore disposta in senso trasversale alia sezione. Un tipico esempio riporta il calcolo del peso dei massi per Ia testata e per Ia sezione corrente.
5,00 fondale, 2, 70 peso specifico massi, 3,90 onda di progetto, 2,00 Kd, testata, massi a spigoli vivi onda frangente 1,03 peso specifico acqua di mare 2,00 pendenza, 1,63 peso specifico relativo, 9,3 tonn. peso medio singolo masso, 3,45 e volume medio singolo masso 4 W 336. Grazie per l'ospitalità

Lettera firmata

Mimmo Fonti: Leggo le accorate, erudite ed empiriche osservazioni sul progetto del rifacimento del lungomare di Canneto (Lipari), mi piacerebbe avere dei dettagli sulle osservazioni che sono state fatte dai vari esperti che stanno mettendo in allarme (forse giustamente) la cittadinanza. Per aver già espresso le relative opinioni è evidente che conoscono il progetto e quindi il tipo di intervento; metteteci in condizione di condividere la vs. preoccupazione e se fondata facciamo un immediato esposto agli organi competenti per bloccare tutto.
La sostenibilità ambientale di ogni opera pubblica e privata è alla base del ns. sviluppo sociale ed economico, certo auspicare una regressione di 50 anni mentre il corrente anno scorre nel XXI secolo mi pare eccessivo. (resto in attesa)
Mi convince moltissimo invece la necessità di un ripascimento dei tetrapodi o di misure alternative (tipo pennelli con scogli naturali) per proteggere tutta la marina Garibaldi e per aumentare la lunghezza dell'arenile.

Marco Manni: Tra le buone notizie apprendiamo della riprogettazione del lungomare di Canneto, un'opera che porterà all'ampliamento della sede stradale e della passeggiata verso mare. Anche a me viene spontaneo chiedere se sono previste delle adeguate opere di protezione contro i marosi ed in ogni caso contro rischi endogeni. Da eoliani nati in terre vulcaniche sappiamo infatti che la natura è il nostro primo interlocutore col quale rapportarci e mi riferisco al fatto che accanto ai fenomeni stagionali delle mareggiate bisogna misurarsi con possibili eventi naturali di natura sismica e/o vulcanica che possono determinare onde anomale di una certa portata (l' ultimo caso è del 30 dicembre 2002). Quest'ultima non troppo remota probabilità che ricade tuttavia tra i fenomeni naturali eccezionali è accompagnata da una sistematica tendenza della maggiore isola eoliana all'abbassamento rispetto al livello del mare. Tale fenomeno noto sotto il nome di bradisimo è evidente ed dovuto alle peculiari dinamiche geofisiche del nostro territorio costantemente monitorato dall'INGV, che ogni anno effettua una campagna di misure geodetiche con tecnologia gps nelle isole di Lipari e Vulcano. Dall'analisi degli ultimi dati, non si evince nulla di diverso e pertanto di preoccupante. Tuttavia abbiamo conferma del fatto che il bradisisma positivo nell'isola di Lipari procede nell'ordine di 1 cm all'anno al quale occorre sommare 0,2 mm di innalzamento del livello del mare: l'isola scende pressocchè uniformemente di 1,2 cm all'anno sotto il livello del mare. Questo vale ovviamente anche per Canneto e ne sono una prova le vecchie cisterne del lungomare che ogni 30 anni risultano invase per 30 cm d'acqua marina, vale per Sottomonastero dove tra 20-30 anni i piani di terra di ogni abitazione saranno bagnati costantemente dal mare ( adesso tale fenomeno è evidente nella via Amendola in presenza di alta marea o di mare mosso con direzione sfavorevole). Il porto di epoca romana, intorno all'anno mille doveva già trovarsi a pelo d'acqua mentre oggi giace ad 11 m di profondità, Sottomonastero. Vale per Marina Corta, dove lo sprofondamento della penisoletta del Purgatorio, che dagli stessi studi non appare più pronunciato rispetto alle altre località citate, ha inghiottito il piano terra delle strutture del porto di metà novecento come si evince dalle 2 foto proposte, rendendo necessario un rialzamento portuale. Quindi che ben vengano i progetti piccoli e grandi, ma con profonda consapevolezza e lungimiranza da parte dei nostri amministratori e progettisti, affinché vengano contestualmente poste in essere le dovute prevenzioni e compensazioni contro tali effetti infondo naturali, se non vogliamo che ogni nuova opera risulti presto inadeguata.

liparivecchia14

liparimarinacorta

Massimo Ristuccia: L'opera dei tetrapodi (I tetrapodi, blocchi a quattro punte, si incastrano tra loro e assicurano la necessaria resistenza meccanica all'azione disgregatrice delle onde) ormai è insufficiente e ad ogni mareggiata il mare invade il lungomare creando problemi, danni e costi. Le mareggiate che si susseguono durante l'anno alternano interventi distruttivi, di erosione e di scavo, con quelli costruttivi di deposito e rimodellamento. L'azione di difesa del frangiflutto è essenzialmente quella di dissipare l'energia dell'onda frangente.
Un progetto a lungo termine, non il classico intervento tampone, deve preservare il centro abitato, i cittadini e la ricchezza di questa frazione, ricchezza dalla natura che porta ricchezza economica, se è nei termini descritti da pino, deve avere uno studio "a monte" per garantire dopo opere che siano di garanzia di protezione e sicurezza.
In Olanda da anni sono maestri nel recuperare terreno al mare in sicurezza, ovviamente nella specificità delle loro coste.
Alcuni spunti di studi e opere in Italia:

http://www.regione.puglia.it/www/web/files/demaniomarittimo/06__All.3.2__Strutture_per_la_difesa_delle_coste.pdf
http://www.unibas.it/utenti/longhitano/Lezione%2012%20-%20Erosione%20Costiera%20ed%20Interventi.pdf
http://www.fedoa.unina.it/1332/1/PETROSINO-ANALISI_E_MODELLAZIONE_DEI_SISTEMI_AMBIENTALI_XIX_CICLO.pdf
http://unica2.unica.it/dotit/proposte_ricerca/Proposte%20di%20ricerca%20Ciclo%20XXIV/Ricerca%20idrodinamica%20Morfologia%20Costiera.pdf

cannetomareggiata5

cannetomareggiata6

Le foto a dimostrazione di come un po' di mare mosso possa mettere in allarme un intero paese. Urge seria bonifica delle spiagge, aggiungendo eventualmente anche altri tetrapodi a quelli già esistenti tanto da farli uscire fuori dall'acqua..... non dimentichiamo la mareggiata del 1981 (allego foto per rinfrescare la memoria) ma per capire questo bisogna essere dei Geni? (Pino Portelli)

Eolie, una volta si pescavano i totani...

Si pescavano una volta i totani!!!
Siamo riusciti a depredare il mare. Il nostro mare... Un mare oramai pieno di alghe e fango. Nessuno è riuscito a gestire responsabilmente l'uso e l'abuso di fonti luminose i cosidetti richiami per la pesca del totano. Nessuno ha avuto interesse o il coraggio, ancora oggi almeno qui a Lipari, a porre un limite numerico, (o se questo limite esiste a farlo rispettare) a queste fonti luminose per ogni imbarcazione. Per troppi anni è stato consentito l'uso a volontà di questi artefizi razziando quindi tutto ciò che c'era da razziare. Oggi ne paghiamo le conseguenze abbiamo distrutto una delle risorse più importanti di sopravvivenza che Dio ha creato e regalato "IL MARE". Per tutto ciò ringraziamo chi di dovere. Confidiamo nel nuovo che avanza.... Grazie tante.

In un ambiente splendido si deve essere splendidi; se non lo si è lo si diventi; se non lo si può diventare, non si frequenti...( Enzo Maiorca )

I COMMENTI.

di Massimo Ristuccia

Ha ragione Pino Portelli, ormai bisogna prendere provvedimenti, è stato deturpato un patrimonio marino, una ricchezza, un passatempo, ora è giunto il momento di limitare è regolamentare la pesca e gli strumenti della pesca dei totani. Nell'occassione ripropongo la stroia, originaria, con cui ebbi una"Menzione di merito a Piombino".

La pesca dei Totani.

In un posto di mare di nome "Canneto", frazione dell'isola di Lipari, in un tardo pomeriggio estivo, seduti nel terrazzo di casa o di fronte oppure sulla spiaggia, si può ancora ascoltare qualche nonno che racconta quando andavano loro a pescare, le prime barchette da diporto (rigorosamente di legno) i primi motori fuoribordo, la mattina o la sera, a secondo il tipo di pesca, ogni storia condita di abbondanza è una piccola avventura, con semplicità e un pizzico di rivalità con il loro amico coetaneo. Infatti ci sarà sempre qualcuno di quelli che ascoltano pronto a dire ..... io l'anno scorso ne ho preso uno di due, tre, quattro ( a secondo il tipo di pesce) chili....

Un ricordo d'infanzia – adolescenza (anni 70 – 80) ha per protagonista il "totano"(molluscocefalopode marino, commestibile, simile al calamaro, ma che può raggiungere anche un metro di lunghezza), la sua pesca in questo paesino di mare era un momento di vita che ormai va scomparendo.

"ontrato" ital.=totanara

Nel pomeriggio il pescatore dilettante preparava "l'ontrato"(1), (i pescatori dilettanti erano appartenenti alle più svariate categorie di lavoratori, da insegnanti, impiegati, portuali, operai ecc.), questo attrezzo usato per quel tipo di pesca in quegli anni ha avuto uno sviluppo, pur sempre tollerabile però, dopo la preparazione "dell'ontrato" si controllava l'attrezzatura( che variava secondo la normativa vigente sulla nautica da diporto, "spesso ogni anno cambiava" e secondo la persona, chi portava qualcosa da mangiare, una maglione più pesante ecc... e poi c'era un altro attrezzo indispensabile "la citrulena" (una specie di annaffiatoio con dei beccucci che facevano una fiammella alimentata da una specie di "minerale" credo detto "carburro", poi arrivarono vari tipi di "lampade", "lampare", "lampadari", mi ricordo che tanti avevano un'asta metallica alla cui estremità vi era una lampadina, quest'asta era collegata ad una batteria che l'alimentava. Da ciò si capisce che per la pesca del totano la sera, al buio, c'era bisogno di una "luce" che, sporgendo dalla barca, riflettendosi sul mare, attirava (insieme all'esca dell'ontrato) il totano.

Era facile che intorno alle 20.00, 20.30,21.00, a secondo il mese estivo, su tutto il tratto di spiaggia di quella piccola baia del nostro paesino s'incontrassero tanti pescatori dilettanti pronti a partire("a varare la barca"), c'era il tempo di scambiare qualche parola con chi aveva la barca vicino alla propria e spesso bisognava preparare "lo scario" (2) un altro piccolo rito all'interno della nostra storia.

Quando finalmente la barca arrivava in mare la persona o più persone si allontanavano dalla riva, chi facendo un primo tratto a remi ("i palieddi") o partendo direttamente accendendo il motore "fuoribordo"(3), dirigendosi un po' a largo prendendo una direzione od un'altra a secondo le proprie teorie, c'è chi cambiava il "posto" di pesca ogni sera o chi andava sempre nello stesso posto.

Per un bambino, la prima volta a pesca, era una emozione. Di sera lì, in mezzo al mare ed il cielo stellato, i primi insegnamenti su quella pesca, i "trucchi", le "precauzioni da prendere". Ricordo uno dei tanti episodi simpatici accaduti in quegli anni.
(Totani c'è ne sono anche di diversi tipi ma sicuramente era un vanto, una soddisfazione personale pescarne uno molto grande). Una sera il nostro "bravo pescatore" mentre era lì pronto a tirare su la "totanara", con quei gesti ripetitivi, ebbe un sobbalzo!!, Qualcosa di grosso stava accadendo, lì giù in fondo al mare. Un "totanone" era rimasto agganciato alla corona di punte "dell'ontrato", immediatamente chiese al suo piccolo aiutante di preparare il "coppo"(retino, piccola rete usata specialmente per i pesci pescati), in modo da evitare che appena portato su il totano divincolandosi ricadesse in acqua, lentamente tirava su il filo della "totanara", evitando movimenti bruschi, il nostro "amico" dal fondo cercava in tutti i modi di sganciarsi, quando finalmente arrivò a pelo d'acqua, pronto ad essere issato sulla barca, riuscì a staccarsi e ricadde in acqua(nonostante il "coppo") facendo uno bello schizzo(era molto grosso), dopo tanta fatica, il "bravo pescatore" preso dalla rabbia per averlo perso, scagliò con tutta la sua forza la "totanara" in acqua ma neanche fece in tempo a riprendere con calma il filo, che esso cominciò a scivolare velocemente verso il fondo. Era successo che il nostro "totanone" appena arrivò in acqua "l'ontrato" si avventò su di esso rimanendone definitivamente agganciato(forse voleva entrare nella leggenda locale!!), appena tirato sulla barca con uno sfogo simpatico gli rivolse la frase "ma allora sei un vero totano"!!!!

Intorno alla mezzanotte, più o meno, si rientrava. Arrivati a riva si procedeva con "l'operazione" di tirare la barca, ultimi metri a motore spento, salto sul bagnasciuga, prendi la fune che si agganciava alla barca, a "pruva" , ed attraverso una carrucola ("lavuru") la si tirava sulla spiaggia, usando come per il "varo" le "falanghe". Nel frattempo era facile che giungesse qualche altro "vicino" di "posto barca", diciamo così, si dava una mano a tirare anche la sua barca si scambiava qualche commento sulla serata sul pescato, intanto qualche parente od amico era venuto all'arrivo sulla spiaggia, mentre sulla strada del lungomare, in quegli anni, si aggirava un altro personaggio, "pittoresco", tale "peppuzzo u carvunaro", un "buon diavolo" che con la sua "APE 50" ad una data ora faceva il giro del lungomare aspettando l'arrivo di quei pescatori dilettanti, di solito aveva i suoi preferiti, per acquistare dei totani che poi rivendeva, poteva anche succedere che barattasse i totani con altra merce che aveva acquistato in precedenza, di solito prodotti agricoli. Dopo aver raccolto tutta l'attrezzatura, pescatore, aiutante e parenti/amici, rientravano a casa dove spesso si "friggevano" la stessa notte i totani pescati, soprattutto quelli più piccoli(più teneri, più buoni), finendo la nottata in bellezza con qualche parente od amico.

Bisogna precisare che tra i vari tipi di totani c'è una specie detta con le "unghie", meno prelibata delle altre, che di solito si usava come "esca" per altra pesca o si rigettava in mare per la gioia di qualche altro pesce o comunque veniva cucinata e mangiata malvolentieri. Ebbene una sera, al rientro dopo la pesca, non ricordo se uno o più "burloni", avendo pescato diversi di questi totani con le "unghie", decisero di attaccarli tutti su un lato della barca di un signore anziano, dai modi un po' burberi, comunque una bravissima persona, tale "vartulumeo", che, diciamo, perdeva facilmente la pazienza!!

Sarà stata divertente vedere la scena, l'indomani mattina, appena accortosi di quella fila di totani con le "unghie" sulla sua barca, ma erano tutti scherzi che finivano con una bella risata. Si narra anche che in altri momenti di "rabbia" il nostro "vartulumeo" abbia preso a colpi di "falanga" la barca o in un'altra occasione abbia buttato a mare il suo motore fuoribordo che non voleva partire!!

Di cosiddetti "lupi di mare", pescatori dilettanti che ne combinavano di "tutti i colori" nel loro passatempo estivo ve né erano diversi, c'era chi la sera tardi rientrando dalla pesca dei totani, dopo aver spento il motore, arrivato quasi a riva convinto che scendendo fosse ad un punto dove la profondità al massimo lo facesse bagnare sino alle ginocchia finiva, avendo fatto male i calcoli, per farsi un bel bagno!
Chi alla partenza per la pesca, insieme all'amico, altrettanto inesperto, appena allontanatosi dalla riva mentre l'altro riponeva i remi, dando "gas" al motore fuoribordo distraendosi urtava una barca agganciata ad una boa.
Chi in periodi di mare calmo non volendo tirare la barca sulla spiaggia la ormeggiava ad una boa con una cima (fune) ma non legandola bene finiva per "andarsene per i fatti propri" essendo recuperata da qualcuno che se ne accorgeva.
Chi aveva una barca di legno così pesante che quando veniva il momento di tirarla a riva ci volevano diverse persone per farcela e nel momento di massimo sforzo imprecavano nella propria mente contro il proprietario.

Per tornare alle diverse specie di totani, non so se esistono veramente, ma prendendo spunto da quanto in precedenza detto, sul definire una persona "totano" , vorrei elencare queste "sottospecie":

"TOTANO DI FONDO"= Persona un po' addormentata, assopita, impacciata ecc.

"TOTANO RIPIENO"= Persona un po' grassoccia, imbranata ma simpatica!!

"TOTANO IMPERIALE"= Totano per eccellenza, dalla stupidità irrecuperabile!!!

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

(1) (ital. Totanara)Arnese fatto a fusto per catturare calamari e totani, lungo 10 cm circa e con una corona di punte all'estremità inferiore, dal primo che ricordo dal fusto di piombo dove si legava con dello spago alla parte superiore l'acciuga ("anciova") che era l'esca per il totano, si passo a quelli che nel fusto avevano un rivestimento fluorescente a cui si poteva legare lo stesso l'acciuga fino ai miei ultimi ricordi dove il fusto era costituito da un involucro a tenuta stagna con dentro un meccanismo di luce ad intermittenza, per attirare il totano. Da quel momento in poi si sono ingranditi, evoluti è quello che è successo è un'altra storia.

(2) lo"scario" consisteva è tutt'ora consiste nell'abbattere, spianandolo, lo scalino che il mare crea sulla spiaggia all'altezza del bagnasciuga, al fine di poter far scivolare la barca in mare, scivolare attraverso un'attrezzo ,ancora esistente, di legno, "la falanga" su cui, per renderlo più scorrevole, si mette del grasso animale "u sivo", con una "pala" si procedeva all'operazione e non era difficile assistere a "discussioni" tra l'anziano che consigliava al giovane com'era meglio farlo.

(3) ricordo che io bambino ed i miei coetanei che fossimo o no andati a pesca almeno una volta con il proprio papà, o altro parente, conoscevamo già le marche di questi "motori fuoribordo"(evinrude" – "mercury" – "mariner" ecc.), chi aveva quello più potente(scoprivamo il termine "10 – 15 – 20 cavalli") e per ognuno di noi il migliore era comunque quello del proprio padre!

di Maurizio Pagliaro

Molto bella la storia del " totano " di Massimo Ristuccia e giusta lamentela di Pino Portelli sui mancati controlli. Vorrei a proposito raccontare un episodio ( vero ) accaduto a " fru-fru ",noto pescatore vulcanaro. Dopo aver perso per piu' volte un totano, ne ha agganciato uno, riuscendo a tirarlo a galla, appena arrivato quasi sulla barca, in uno sfogo gli ha sputato, purtroppo per lui ha sputato la dentiera perdendola in mare. L'indomani vendendo il totano, diceva: vedete questo totano, mi è costato un milione di dentiera. Lo stesso " fru-fru",altro episodio, ad un turista che gli parlava in italiano "difficile " ha detto: << figghiu mia ma parlari a stampatello>>.

di Ruben Piemonte

Gent. mo Direttore, in merito alla pesca dei totani , se me lo permette, vorrei contribuire con le seguenti considerazioni:
- i totani sono scomparsi per mancanza di buon senso, e parlo di quello dei pescatori professionisti che per anni sono andati avanti a depredare la risorsa portando a terra sempre più esemplari, riducendo le riserve e deprezzandone il valore commerciale, quindi danneggiandosi 3 volte: lavoravando di più, venendo pagati meno e riducendo le quantità disponibili per il futuro; a questo problema non c'è rimedio se non una presa di coscienza della categoria che dovrebbe consorziarsi e stabilire autonomamente una " quota totani" in modo da controllare il prezzo e moderare lo sforzo; tutto il resto è chiacchiericcio inutile;
- quello che si vede nel piccolo per i totani accade su larga scala per tutte le risorse ittiche e già se ne cominciano a sentire gli effetti; sempre più specie tendono a scomparire o ad essere considerate già estinte sui banchi del mercato;
- lo stato non può controllare il fenomeno perchè spesso non ne ha i mezzi, il personale e le competenze; inoltre il sitema di controllo è impostato nel modo peggiore; all'estero per esempio il controllo viene fatto in banchina, all'arrivo dei pescherecci: veterinari e guardia costiera vanno a bordo e misurano i pesci e le loro quantità, non spendono soldi per il gasolio delle motovedette e il controllo è puntuale; inoltre hanno un regime sanzionatorio per il quale il pescatore che sconfina dalle norme viene severamente e fatalmente punito anche con il ritiro della licenza,contrariamente al nostro sistema per il quale la confisca e la multa in denaro sono irrisorie in confronto alle possibilità di guadagno; inoltre non dimentichiamoci che a causa della disonestà e incompentenza dei nostri politici rappresentanti nelle sedi europee l'Italia è stata fortemente penalizzata rispetto ad altri paesi relativamente alle quote di pesca; per brevità tralascio lo scempio delle pratiche di "demolizione" e la vergogna del "fermo pesca";
- il diportista pescatore ha un impatto non rilevante ai fini della tutela delle risorse per quanto numerosi possano essere i pescatori dilettanti e le battute di pesca, effettuate sostanzialmente nella bella stagione e con bassa frequenza per forza di cose, anzi contribuisce a monitorare le condizioni del mare e funge da sentinella in zone che per mancanza di risorse lo stato non riesce a controllare; non è il chilo di totani della pescata che impoverisce il mare, anzi quel chilo diventa addirittura motore di un indotto ( mantenimento della barca, carburante, esca, attrezzatura etc..) e piccola gratifica per appassionati del mare che se facessero bene i conti andrebbero a comprarli i totani piuttosto!

Se manca il buon senso e non si alza lo sguardo verso qualcosa che sta a più di qualche centimetro dalla punta del nostro naso "materiale" ogni azione di tutela, salvaguardia o altro sarà solo un palliativo per perdere tempo e permettere a chi già ne approfitta di guadagnare ancora di più.

di Pino Martinucci

Leggo con molto interesse i vari interventi sulla pesca del totano. Sono ritornato indietro di circa 40 anni, quando assieme a mio cugino, nato fra Sparanello e Caletta, ci dilettavamo a pescare quella che poi in effetti diventava la nostra cena....e che cena ! Ho letto però una grossa bestialità: qualcuno definisce quella zona della spiaggia che veniva spianata per consentire il varo della barca..... bagnasciuga ! NOOOO, quella non è altro che la battigia !!!! Il bagnasciuga è quella zona della nave che viene a trovarsi sotto o sopra il pelo dell'acqua in base al carico......non confondiamo membri per batacchi!

di Massimo Ristuccia

Tengo a fare una precisazione ed una risposta al Signor Martinucci, visto che il riferimento riguarda la mia storia della pesca dei totani negli anni 70/80. Circa la grossa ""bestialità" o il non confondere "membri per batacchi!", circa la differenza tra bagnasciuga e battigia, senza nessuna polemica, vorrei precisare che in tanti dizionari della lingua italiana è inteso come sinonimo:

Dizionario di Italiano "Il Sabatini Coletti". [ba-gna-sciù-ga] s.m. inv. 1 mar. Porzione dello scafo di un natante compresa tra la linea minima e massima di galleggiamento, asciutta o bagnata a seconda del carico 2 Porzione di spiaggia su cui si frangono le onde SIN riva, battigia

Grande Dizionario Italiano di GABRIELLI ALDO Dizionario della Lingua Italiana· bagnasciuga [ba-gna-sciù-ga] s.m. inv. · 1 region., pop. Zona di una spiaggia marina o di una riva lacustre dove vengono a rompersi le onde e appare ora bagnata ora asciutta
‖ SIN. battigia, battima· 2 MAR Linea di galleggiamento di una nave, compresa tra la linea di immersione minima e massima, che rimane immersa o emerge a seconda del carico e quindi del peso della nave Sign. Parte di spiaggia su cui si infrangono le onde; parte dello scafo di una barca, compreso fra la linea minima e massima di galleggiamento (sopra o sotto il pelo dell'acqua a seconda del carico). Si chiama bagnasciuga o (in antico) linea di fior d'acqua (in inglese boat-topping) quella parte di superficie di carena della nave limitata superiormente dal piano di galleggiamento a massimo carico ed inferiormente dal piano di galleggiamento a nave scarica; è quindi la parte compresa fra opera viva ed opera morta. La parola è spesso impropriamente utilizzata anche per indicare la battigia, ossia quella parte della spiaggia che si bagna e asciuga per effetto del moto ondoso. Concordo sul fatto che anche io ho fatto un uso improprio come dice Wikipedia!

totanodoroTOTANO' D'ORO.

"Totanò d'oro" a tutti coloro che hanno fatto scrivere al cannetaro Pino Portelli:TOTANODORO

..."Si pescavano una volta i totani!!!
Siamo riusciti a depredare il mare. Il nostro mare... Un mare oramai pieno di alghe e fango"...

---Leggo con stupore l'ultima trovata di un gruppo di commercianti che chiede all'amministrazione comunale il doppio senso di circolazione per la via Marina Garibaldi di Canneto...una iniziativa questa che non tiene minimamente conto della già situazione a dir poco infernale, che si vive lungo questa via nei mesi Giugno-Agosto. Già col senso unico questa via diventa " un km di delirio totale, una Via Crucis di dispiaceri urbani, per congestione di traffico pubblico, commerciale e privato.... Manifestazioni di inciviltà e prepotenza, alle quali personalmente ho assistito, si presentano quotidianamente. Il doppio senso di circolazione aggraverebbe e metterebbe certamente a repentaglio ancor di più, la sicurezza della viabilità stessa e dei suoi utenti.... Noi che purtroppo, non abbiamo neanche un marciapiede a prova di passeggino per la limitata larghezza della sede stradale.

Il peccato è originale, e risale a quei geni che hanno deciso di non realizzare dei parcheggi in posizione decentrata. La protesta seppur rispettabilissima, non può prevalere su ragioni di opportunità logistiche ma soprattutto di sicurezza.

Urge avviare procedure pubbliche finalizzate a reperire per il periodo estivo aree da destinare a parcheggio provvisorio tentando di eliminare il più possibile questa infelice e caotica situazione.

IL CONFRONTO.

ezibetti

di Enrico Zibetti

Vedo che con l'avvicinarsi dell'estate prende corpo il dibattito sul senso unico della Marina Garibaldi a Canneto.

Le note di Silvia Carbone, la risposta del Sindaco, la lettera di Pino Portelli.

Personalmente ho fortemente contestato il senso unico la scosrsa estate. Esperimento che era stato fatto anni prima, poi fortunatamente non più ripetuto a ragion veduta, ma malauguratamente tornato di attualità nel 2013.

Non sto a ripetere le problematiche di sicurezza ed inquinamento che si creano nella via C. Battisti (c'è una cospicua letteratura in merito) e non vorrei neppure che si iniziasse una guerra tra "poveri", tra favorevoli e contrari, ma mi pare che per quanto riguarda marciapiedi, larghezza stradale, sicurezza ed inquinamento la via Battisti sia "leggermente" messa peggio della Marina Garibaldi.

Quello che mi colpisce maggiormente è che dato che l'Amministrazione Comunale non riesce a far rispettare il divieto di sosta sul lato mare della Marina Garibaldi allora, per evitare il possibile congestionamento del traffico nelle ore di punta sulla Marina , decide di trasformare in un inferno la via Battisti.

Non mi stancherò mai di ripetere che basterebbero dei dissuasori di parcheggio sul marciapiede lato mare, cioè dei piccoli pali come, se non ricordo male,c'erano anni addietro, ed il problema della sosta selvaggia sarebbe risolto, la legge sarebbe fatta rispettare e la fluidità del traffico garantita.

E' sotto gli occhi di tutti che negli ultimi decenni auto e motocicli sono incrementati a dismisura; che le varie Amministrazioni che si sono susseguite non hanno mai affrontato in modo strutturale e professionale il problema viabilità, parcheggi, trasporto collettivo ecc.; che nei mesi estivi a Canneto, ma non solo, c'è carenza di parcheggi ecc. ecc. Ma tutto ciò non può portare a far vivere in un inferno chi si trova sulla via Battisti per "consentire" di posteggiare in modo irregolare sulla Marina Garibaldi.

Soluzioni che possono, non dico risolvere, ma alleviare il problema parcheggi e viabilità ce ne sono e l'Amministrazione le conosce bene.

Per ora.... confidiamo che siano attuate.

di Silvia Carbone

Ritengo piuttosto "ridicolo" definire "l'ultima trovata" l'iniziativa intrapresa non da un gruppo, bensì dalla quasi totalità dei commercianti/operatori turistici di Canneto.
Se in questo paese si avesse la umiltà di leggere, chiedere, informarsi prima di sparare giudizi, se si riuscisse ad avere un "senso comune " della vita, forse andremmo meglio.........ma questo è il paese e questa la sua gente.

Siamo perfettamente consapevoli che la viabilità di Canneto è e rimarrà in ogni caso un disastro. Ma un'attenta valutazione di ciò che è accaduto nelle estati passate, ci ha conviti che IL SENSO UNICO ATTUATO COSI' SIA INUTILE E DANNOSO.
-Un senso unico PERO' A DOPPIA CIRCOLAZIONE (bus, camion, taxi e furbi di tutti i momenti) che metteva continuamente a repentaglio la sicurezza di chi, ingenuamente, al senso unico credeva e si affidava........................
-un senso unico che affogava e distruggeva la vita dei residenti della Cesare Battisti
-un senso unico che giustificava il parcheggio selvaggio (anche lato mare)
- un senso unico che, privo di sorveglianza, non ha garantito alcuna qualità della vita della frazione.

Se Pino Portelli avesse avuto la pazienza di parlare con qualcuno saprebbe che eravamo in attesa di un ulteriore incontro col Sindaco (che poi però ci è stato negato) per concordare comunque delle modalità che rendessero UTILE E POSSIBILE la viabilità di Canneto.........................
Perché l'iniziativa dei commercianti/operatori turistici non si era posta in contrapposizione con l'Amministrazione Comunale, ma voleva essere di sollecitazione e partecipazione.

Ma è evidente che NON E' GRADITA.

di Pino Portelli

Una delle cose che si fatica a vivere di più credo sia la concretezza. Siamo diventati dei bravi teorici, anzi, a pensarci più che teorici siamo diventati bravi opinionisti: persone dalle mezze idee, magari generate da ascolti distratti...entro nel merito cercando di essere concreto, senza obbligare Dio a stare dalla mia parte. A volte ci dimentichiamo di vivere in un'isola, che quest'isola vive di turismo, e che il turismo è diventato unica fonte di benessere, di ricchezza. Appare ovvio dunque che, l'amministratore del Comune dovrebbe intraprendere tutte quelle azioni atte a mettere a proprio agio il turista, fargli vivere tranquillamente e compiutamente l'esperienza di soggiorno, fargli venire voglia di tornare, renderlo ambasciatore presso amici e conoscenti dei valori e dei pregi delle nostre isole, godere insomma appieno del suo ruolo di isolano temporaneo così come avveniva 30 anni fa. Sulla Marina Garibaldi il problema non è grave ma catastrofico. La macchina resta il mezzo con il quale la maggior parte dei cittadini continua a spostarsi a causa dell'assenza di serie politiche di mobilità urbana (tali da disincentivarne il suo uso) l'unico modo per risolvere il problema è la realizzazione di parcheggi in posizione decentrata evitando di vedere un litorale strangolato dal traffico, da un bordello continuo, con limiti di velocità fantasma, e decibel fuorilegge. Ripristiniamo il diritto alla mobilità di portatori di handicap, anziani, genitori con passeggino. Non è più possibile rimandare scelte coraggiose, incisive e decisive, se non ci sono le capacità, potremmo star qui a contarcela all'infinito e senza risultati, continuando ogni anno a perdere famiglie che abitualmente trascorrevano la proprie vacanze da noi...un vero peccato!!! Promuovere il territorio con delle fantastiche fotografie di spiagge bianche e scivolo di pomice diventa un inganno. La realtà comincia da anni oramai ad essere ben diversa ed è sotto gli occhi di tutti, la gente e parlo di Canneto non vive più, rumore di musica industriale fino alle 5-6 ..ubriachi persi che sbucano da ogni vicolo urlando come forsennati e distruggendo tutto ciò che capita, macchine con musica a tutto volume... Turismo significa , anzitutto, presentare un'isola elegante, pulita, raggiante dal punto di vista dell'immagine, poter mangiare una pizza lungo il litorale senza che lo smog ne faccia parte integrante. Per quanto mi riguarda, purtroppo, non ci siamo per niente perché siamo lontani da tutto questo... Amorevole Silvia, ogni paese ha la sua gente con tutte le contraddizioni possibili. Caratteristica vincente di Noi isolani è che esprimiamo un'ospitalità, un'umanità non riscontrabile altrove, un insieme di capacità, predisposizione, attitudini che complessivamente sbalordiscono in molte occasioni chiunque. Sono felice,fiero ed orgoglioso di fare parte di questa comunità che comunque legge, s'informa ed esprime liberamente e nel rispetto di tutti una propria opinione. Ognuno hai una propria cultura...nel bene e nel male, considero gli altri sono parte complementare indispensabile della nostra esistenza soprattutto in una piccola comunità come la nostra perchè questo è il paese questa la sua gente.....ah quasi dimenticavo a Canneto oltre i 10-15 commercianti/operatori turistici (persone di tutto rispetto e stima ), fanno parte altri 2000 abitanti. Con viva cordialità.

libertylines.jpg