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di Andrea Guarnieri

Risulta naturale associare le isole Eolie a un pensiero vacanziero di sole-mare-movida.

D'estate subiscono l'assedio di ogni genere di turismo, che accolgono con generosa ospitalità.

Le conosciamo per i paesaggi mozzafiato, per la magica varietà delle spiagge, per il mare ancora ricco di vita sommersa.

Mi sono chiesto come vivono gli isolani d'inverno, quando le luci della ribalta si spengono e bisogna tornare alla realtà. Così ha avuto inizio il mio viaggio, risalendo la corrente.

Abbracciato da una pace genuina e inattesa che permea anche l'aria, ho mosso i miei primi timidi passi alla scoperta dei paesaggi soliti ma illuminati da una luce tutta nuova.

E mi sono imbattuto in uno scenario fiabesco fatto di roccia dalle tinte solari e di vegetazione che si spinge fitta fitta fino al mare.

Ma era l'umanità invernale quella che cercavo.

Dunque ho cominciato a gironzolare: prima a Lipari e Vulcano, poi anche a Stromboli, Vulcano, Filicudi e Alicudi.

E ho incontrato persone libere e liberate dagli abiti di scena indossati fino a qualche mese prima, spontanee, che senza condizionamenti vivono il proprio isolamento come fosse una scelta.

Per questa ragione il prete locale non ha alcuna difficoltà a trasformarsi, dopo avere detto messa, nel più efficiente dei sacrestani, e il farmacista non ci pensa proprio a lasciare a casa il suo gatto, che adagiato comodamente osserva curioso dalla vetrina della farmacia senza destare alcuno scandalo fra gli strombolani.

Mi accolgono con grande calore ed è facile stringere con gli eoliani una relazione sincera e spontanea: è gente forte e aperta, forgiata dal vento, dai vulcani e dal mare.

Partecipo alla loro vita, isolano fra gli isolani, interagendo senza interferire. Con loro condivido ritmi dimenticati: le giornate sono scandite dall'alternanza di luce e buio e ogni attività è pervasa da questa armonia: la fatica dei pescatori, una passeggiata, o le feste sacre e profane vissute con la medesima devozione.

Un aliscafo all'orizzonte: spero che non giunga a spezzare l'incantesimo.

nella foto: Vulcano. La luce fredda dell'inverno rende quasi lunare il paesaggio generato dal Gran Cratere della Fossa. Si raggiunge dopo avere percorso un sentiero che passo dopo passo apre su una visione aerea dell'arcipelago eoliano.(nationalgeographic.it)

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