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Dettagli...

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di Ennio Fiocco

John Wesley Judd e i vulcani delle isole nella primavera del 1874

John Wesley Judd (1840 + 1916) è stato un geologo britannico e professore di geologia. Venne eletto membro della Royal Society ed è stato presidente della Geological Society. Le sue ricerche vennero pubblicate nel Quarterly Journal Geological Society (1874) attirando l'attenzione di Lyell, Darwin e Scrope. Propongo ai lettori un suo articolo uscito nel gennaio del 1875 dal titolo “Contributi allo studio dei vulcani”.

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Nella parte introduttiva evidenzia che “lo studio della natura e delle cause dei fenomeni vulcanici…ha attirato negli ultimi anni l'attenzione di molti osservatori pazienti e pensatori seri...non possiamo che guardare con piacere al risveglio della ricerca in questo importante dipartimento di indagine geologica...

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Durante l'ultima parte del secolo scorso...la ricerca è stata intrapresa con lo studio dei fenomeni presenti nei vulcani attivi da Sir William Hamilton, Dolomieu e Spallanzani, in quel distretto d'Europa dove sono mirabilmente esposti, vale a dire, il Sud Italia...Il lavoro di ricerca si riferisce, afferma Judd, anche alle Isole

Eolie tanto che “Non c'è certamente alcun distretto d'Europa, e forse nessuno nel mondo intero, che offre così belle illustrazioni dei fenomeni dell'azione vulcanica, e allo stesso tempo offre tali notevoli strutture per le loro indagini, come il piccolo gruppo di Isole del Mediterraneo che si trovano tra i Campi Flegrei, Calabria e Sicilia.

L'Etna, è vero, ci presenta i monumenti delle forze ignee che agiscono su scala più estesa e del Vesuvio suscita un interesse più vivo per le sue associazioni storiche, le sue città sepolte, e la vicinanza ad una splendida capitale, ma nessuno di questi vulcani possono essere comparati con quelli delle Isole Eolie, per i notevoli tratti suggestivi delle loro strutture, nel permanente e interessante carattere delle loro manifestazioni e nella diversità e bellezza dei loro prodotti...

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Sir William Hamilton, Dolomieu, Spallanzani e Scrope...hanno contribuito molto alla nostra conoscenza del modus operandi delle forze vulcaniche; Hoffmann, Allan e Abich descrissero le interessanti rocce di cui sono costituiti i Vulcani di Lipari... Le isole si offrono ad oggetti di studio, fornendo a molti studenti di geologia

vulcanica, io stesso tra i tanti, l'opportunità di svolgere ricerche in essi...mi è stato suggerito di fornire un resoconto di alcuni dei risultati di i miei studi lì svolti nella primavera del 1874 che sono interessanti per i lettori di questo Giornale.... Il nome con cui questo gruppo di isole è denominato deriva dalla suo capoluogo più grande e popoloso...c’è un curioso interesse legato alla sua derivazione.

Sembra che in origine Eolo fosse un principe o capo della Colonia greca che abitava queste isole, e, essendo probabilmente un uomo di intelligenza e astuzia superiore, abbia acquisito una certa fama sfruttando i suoi due vulcani attivi come “vetri meteorologici” naturali.

A Stromboli vi è la credenza...il potere di prevedere gli eventi è, secondo il pensare degli isolani, spesso confusa con quello di realizzarli; e l'eroe o il profeta di una generazione diventa il semidio....Tale è il racconto dell'origine del nome dato da alcuni eminenti studiosi italiani; ma quelli che hanno sperimentato l'improvvisa tempesta dei mari circostanti le Isole Eoliane potrebbero forse essere disposti ad adottarne una più semplice spiegazione dell'identificazione di queste isole con le tempestose divinità.

Il gruppo delle Lipari è composto da sette isole abitate e un gran numero di piccoli isolotti e scogli. Sono interamente composti da materiali vulcanici, e due delle isole, Vulcano e Stromboli, contengono bocche ancora attive; negli altri, crateri e colate di lava, in vari stadi di freschezza o di rovina, testimoniano l'antica scala delle operazioni ignee al loro interno...mentre Stromboli è un esempio

ineguagliabile di vulcano nella fase di attività moderata permanente, offrendo agevolazioni per studio tranquillo...Vulcano ci fornisce un'immagine ammirevole e facilmente accessibile con varietà delle sue emanazioni gassose, e per la bellezza dei minerali che ne derivano, ma allo stesso tempo soggetti a esplosioni parossistiche su vasta scala...”.

Propongo: un disegno che riproduce Panarea e Stromboli con tutti gli altri isolotti, dove si intravede in lontananza a destra un piccolo battello a vapore; Un disegno di Vulcano, sempre realizzato da John Wesley Judd nella primavera del 1874 (e cioè oltre un decennio prima della disastrosa eruzione che ha prodotto modifiche all'isola), dove si intravedono nella parte centrale alcune costruzioni realizzate per le estrazioni e in basso si nota la parte verde di Vulcanello. Infine, nella pubblicazione di geologia è stata anche inserita una veduta del 1768 dello Stromboli fumante con due imbarcazioni, realizzata per l'ambasciatore Sir William Hamilton462331740_10231121054963274_3197444590763216427_n.jpg

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