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di Ida Fazio*

A Stromboli un docufilm mai visto alle Eolie

Un docufilm che ha atteso 12 anni prima di essere proiettato alle Eolie, e proprio in una delle isole che ne sono protagoniste: Stromboli. È La guerra dei vulcani, di Francesco Patierno, che ieri è stato guardato con interesse e amore da più di trecento persone riunite sulle terrazze dell’Hotel Villaggio Stromboli nel corso di una iniziativa pubblica, aperta a residenti e turisti, organizzata dalla Pro Loco Amo Stromboli, con con la presenza del sindaco e la condivisione della malvasia delle locali cantine Cusolito.

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La visione del film è stata introdotta da uno dei più appassionati narratori di cose eoliane, il giornalista Marcello Sorgi, stimolato dalle domande di Gianluca Verzelli. Di origini palermitane, ma stabile frequentatore delle Eolie tanto da aver ricevuto anni fa la cittadinanza onoraria, Sorgi in altre occasioni ha restituito nei suoi libri storie di respiro nazionale vissute nell’Arcipelago: dal legame di Edda, figlia di Mussolini e vedova di Ciano, confinata nel ’45, con l’antifascista, partigiano, comunista liparese Leonida Bongiorno, alla misteriosa fine della scrittrice Mura, razzista ma scandalosa, e invisa a Mussolini, in un incidente aereo nei cieli di Stromboli.

Ne Le amanti del vulcano Sorgi ha riportato gli incastri della vicenda di competizione amorosa tra le due compagne di Roberto Rossellini, Magnani e Bergman, sulla scena dei due set contrapposti e contemporanei montati nel ’49 sulle due isole vulcaniche dell’arcipelago. Egocentrico e manipolatore, ma geniale e seduttivo, Rossellini viveva a Stromboli la nuova storia d’amore con Bergman inaugurando un post-neorealismo a sfondo folkloristico suggerito dagli esperimenti della Panaria Film, la casa di produzione dei giovani intellettuali aristocratici siciliani Alliata, Di Napoli, D’Avanzo, Moncada, Maraini.

Casa di produzione che, contemporaneamente, impiantava nella vicina Vulcano il set di un film con l’abbandonata Magnani, ben decisa a restituire a Rossellini pan per focaccia con la direzione di Dieterle, uno dei registi della migrazione Vienna-Berlino-Hollywood. Drammatico e pittoresco, variamente intrecciati secondo i diversi talenti creativi degli autori, venivano messi in scena nell’arcipelago eoliano, momentanea succursale della Hollywood sul Tevere.

La chiave originale del film di Patierno sta nel ricostruire la vicenda con un montaggio di brani di realtà (cinegiornali dell’Istituto Luce, della Settimana Incom, paparazzate varie) intrecciati con spezzoni di film dei personaggi che di quelle vicende furono protagoniste: e quindi, per esempio, un litigio coniugale tratto da Europa 51 per far rivivere il dissidio tra Bergman e il primo marito Lindström, o il monologo di Cocteau La voce umana, sempre diretto da Rossellini e interpretato da Magnani, per rappresentare la disperazione della nostra diva abbandonata. Una chiave riuscitissima e stimolante che unisce la curiosità del cinéphile al linguaggio del rotocalco, e che è stata compresa e goduta fino alla fine dagli intervenuti.

Fa riflettere il concorso di pubblico decisamente vistoso per un evento culturale a Stromboli, un’isola che da qualche tempo aveva un po’ allentato la frequenza di questo tipo di manifestazioni. La promozione turistica in versione Amo Stromboli ha molti e diversi versanti, e a quanto pare la chiave che unisce la piacevolezza del contesto allo stimolo dei contenuti sembra funzionare decisamente bene.

*Pro Loco Amo Stromboli APS - Docente presso l'università di Palermo

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