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Presentato a Roma il festival fondato e diretto da Giovanna Taviani che ha annunciato i sei titoli del concorso. Alla presentazione anche il regista francese Nicolas Philibert, che è stato premiato dall’Assessore Miguel Gotor con la Medaglia di Roma e che ha illustrato il suo ultimo lavoro, Sur l’Adamant, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale 2023

Al festival di settembre, sull’isola proiezioni, incontri, spettacoli dal vivo e l’omaggio ad Agnès Varda. Tra gli ospiti e premiate la cineasta iraniana cineasta Firuozeh Khosrovani, la regista e attrice Valeria Golino con Francesca Marciano, sceneggiatrice della nuova serie tv Sky Original L’arte della gioia e Isabella Ragonese, al debutto da regista con il documentario su Rosa Balistreri

Dal 13 al 17 settembre 2023 avrà luogo la diciassettesima edizione del Salina Doc Fest – Donna Oltre Confini, fondato e diretto da Giovanna Taviani. Il festival del documentario narrativo, dedicato alla donna e alle donne, si svolgerà nella perla delle Isole Eolie con un programma ricco di proiezioni, incontri, spettacoli dal vivo, degustazioni di vini locali. A lanciarlo a Roma, presso la Sala Santa Rita da Cascia in Campitelli, è stata la stessa Taviani, con un ospite di eccezione, il cineasta francese Nicolas Philibert (Nel paese dei sordi; Essere e avere), già presente a Salina nel 2019. In serata, presso l’arena del cinema Nuovo Sacher, il regista ha ricevuto dalle mani dell’Assessore alla cultura del Comune di Roma Miguel Gotor la Medaglia di Roma per il suo ultimo lavoro, Sur l’Adamant, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale 2023, proiettato per la prima volta a Roma e sul quale il regista si è intrattenuto in dialogo col critico cinematografico Fabio Ferzetti.

Ricco di iniziative e anteprime il programma del Salina Doc Fest, che quest’anno si focalizzerà sulla figura femminile nelle sue azioni audaci e coraggiose che hanno segnato la storia e il linguaggio cinematografico: “Continua il nostro discorso sull’Isola come metafora femminile – sottolinea Giovanna Taviani – il cui unico confine è il mare. Nel nuovo concept realizzato da QMI Stardust, dalle acque profonde delle Isole Eolie emerge un’isola che ha i contorni mutevoli e fuggenti di una donna: è l’isola di Salina, detta anche Didyme, che nel greco antico significa gemella, per i due coni di vulcano che la attraversano e che visti dal mare sembrano i seni di una dea supina emersa dall’acqua, con lo sguardo rivolto verso un nuovo orizzonte di libertà.

L’urgenza del tema nasce da nasce da una riflessione su quanto sta accadendo oggi nel mondo, a cominciare dalla nuova rivoluzione iraniana, il cui slogan Donna Vita Libertà restituisce alle donne un ruolo di protagonismo attivo per un rinnovamento globale della società in senso democratico. Alla cinematografia femminile iraniana e alle sue protagoniste il Salina Doc Fest dedicherà un Focus Donne e Iran, nella speranza, e nella convinzione, che l’unico modo per aiutare il movimento delle donne iraniane è parlare di loro. Non farle sentire sole”.

In primis, il festival si onora di presentare un Omaggio ad Agnès Varda, regista, sceneggiatrice e fotografa belga, esponente di spicco della Nouvelle Vague con una sorpresa: il dialogo tra la Varda e Cecilia Mangini, in un’intervista inedita realizzata da Paolo Pisanelli.

Nell’ambito del Focus Donne e Iran, spicca la presenza della cineasta Firuozeh Khosrovani, che sarà premiata con il Premio Irritec. “Onorata di consegnare a Firouzeh Khosrovani il Premio Irritec – afferma Giulia Giuffré, Board Member & Sustainability Ambassador del Gruppo industriale – che con arte, coraggio e determinazione, attraverso il documentario narrativo ha dato voce ad un’intera generazione. Perché la storia iraniana e le sue complessità sociali, tra cui le condizioni delle donne, sono lo specchio di una più ampia realtà”.

Come omaggio alla cineasta iraniana saranno proiettati i film da lei diretti Rough Cut (2007), Profession: Documentarist (2014), Fest of Duty (2014) e Radiografia di una famiglia (2020), introdotti e presentati con la regista da Antonio Pezzuto e Paola Cassano, responsabili della selezione dei film in concorso. Firouzeh Khosrovani sarà anche protagonista di un incontro pubblico, moderato da Anna Maria Pasetti. Studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, Firuozeh Khosrovani ha conseguito un diploma di giornalismo a Teheran, dove, il 10 maggio del 2022, è stata arrestata senza una ragione con la collega Mina Keshavarz. Nei suoi documentari ha esplorato l’immagine delle donne tra il vecchio regime (quello dello Shah) e la Repubblica islamica instaurata dopo la rivoluzione.

Al festival sarà presente l’attrice, regista e sceneggiatrice Valeria Golino, che sarà insignita del Premio SIAE – Sguardi di Cinema, nato nel 2017 per dare un valore istituzionale all’attenzione che il festival del documentario riserva ogni anno al cinema di finzione più vicino alle sue tematiche e che ha già visto premiare in passato Danilo Monte e Laura D’Amore, Alice Rohrwacher, Claudio Giovannesi, Ficarra e Picone, Francesco Bruni, Leonardo Di Costanzo e Valia Santella.

A consegnare il premio sarà Roberto Razzini, Consigliere di Gestione SIAE e Managing Director di Sony Music Publishing. Valeria Golino sarà quindi omaggiata con la proiezione – introdotta dal critico Enrico Magrelli – del film Miele, sua opera prima come regista, presentato Festival di Cannes 2013 nella sezione Un Certain Regard. Con lei, Francesca Marciano, che riceverà il Premio Ravesi – Dal Testo allo Schermo, sceneggiatrice di L’Arte della Gioia serie Sky Original diretta da Valeria Golino, girata in Sicilia e ispirata all’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza, la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto. Golino e Marciano saranno protagoniste di un incontro pubblico, moderato sempre da Enrico Magrelli. Miele è la storia di Irene (interpretata da Jasmine Trinca), soprannominata “Miele”, trentenne che aiuta segretamente i malati terminali con l’eutanasia, offrendo loro sempre la scelta di poter interrompere il processo. Un riconoscimento a Valeria Golino all’impegno e al successo del suo lavoro come regista.

Novità del Salina Doc Fest è anche la proiezione di Rosa. Il canto delle Sirene, il poetico ritratto della più importante cantastorie siciliana, Rosa Balistreri, realizzato da Isabella Ragonese, al debutto assoluto come regista. Prodotto da Quoiat Films per Sky Arte, il documentario racconta, attraverso le parole e le vite di un gruppo di donne siciliane, l’anima profondamente folk della cantastorie nei luoghi della sua Palermo e nei volti delle donne che oggi la abitano. L’essenza di Rosa è espressa dalla stessa voce della Ragonese che ha svolto un’approfondita indagine sul territorio, incontrando alcune donne il cui percorso di vita si incrocia con i temi archetipici e gli eventi raccontati dalla protagonista nella sua appassionata carriera di cantastorie.

Alla regista e attrice, che sarà presente al festival, andranno due riconoscimenti: il Premio Salina Doc Fest alla regia e il Premio Omi-Fer, assegnato dall’omonima società tunisina sponsor del festival, che ha fatto dell’inclusione e delle chance lavorative un autentico esempio nella strada verso il successo. Il premio, consegnato personalmente dal CEO e fondatore dell’azienda Taha Omri, è assegnato alla Ragonese per aver saputo documentare nel migliore modo, la preziosa testimonianza di vita di una donna in costante lotta a favore della difesa dei diritti umani, combattendo in prima linea contro povertà, violenza, maschilismo e corruzione.

Dopo la consegna del Premio avrà luogo un omaggio a Rosa Balistreri a cura di Etta Scollo, cantautrice catanese che rielabora versi e racconti del mondo ridando voce a storie sopite nel tempo, ma risonanti nel presente che ci attraversa, facendosi indagine sul senso in musica. Con lei sul palco anche Gaspare Balsamo, attore e narratore orale che leggerà alcuni brani di autori siciliani dedicati alla Balestrieri. Balsamo sarà anche il protagonista della preview del festival il 13 settembre, alla presenza del Sindaco di Leni Giacomo Montecristo, con lo spettacolo cunto Omo a Mari, liberamente tratto dal romanzo Orcynus Orca di Stefano d’Arrigo.

Film di apertura del festival, alla presenza del regista, sarà L’avamposto di Edoardo Morabito, film documentario ambientalista realizzato dal montatore di Maresco e prodotto da Dugong Film con Rai Cinema, che narra la storia utopica di un eco-guerriero scozzese che in Amazzonia crea un luogo ibrido di tecnologia e natura preservato dagli abitanti della foresta. Quando un disastroso incendio ai confini dell’area minaccia di cancellare questo “avamposto”, decide di organizzarvi un altrettanto evento spettacolare, un concerto dei Pink Floyd, al fine di sensibilizzare e convincere il governo a difendere la riserva. Un’opera di estrema attualità con un messaggio forte e chiaro: in un mondo che corre a velocità folle verso l’apocalisse, essere un po’ folli è l’unico modo per opporre resistenza.

Sei, invece, i film documentari in concorso quest’anno al festival: After the bridge di Marzia Toscano e Davide Rizzo, storia di una donna italiana convertita all’Islam la cui vita e responsabilità genitoriale è travolta dall’attentato suicida terroristico del figlio, membro di un commando jihadista; Chutzpah – qualcosa sul pudore di Monica Stambrini, un diario familiare di una donna in crisi che filma ossessivamente con impertinenza (“chutzpah” in ebraico) immagini intime del suo contesto quotidiano; Il debutto di Chiara Scardamaglia, Laura Schimmenti e Andrea Zulini, un film che segue da vicino la registrazione di un disco che ripercorre la parabola esistenziale e politica di una musicista attraverso un’accurata ricerca etnomusicologica, con i brani più significativi e le tematiche più pregnanti di uno spaccato storico e artistico del popolo siciliano;

L’expérience Zola di Gianluca Matarrese, una storia che mescola vita reale e teatro nelle prove per la messa in scena dell’opera di Zola “L’assommoir”, durante le quali i due protagonisti vedono sfumare la propria realtà nella finzione, trovandosi a ripercorrere insieme tutte le scene della storia tra Coupeau e Gervaise; The land you belong di Elena Rebeca Carini, il viaggio interiore di una ragazza che a 30 anni scopre di avere un fratello e decide di conoscerlo da vicino attraverso la sua videocamera, confrontandosi con domande e dubbi, alla scoperta di una propria nuova identità; Touché di Martina Moor, la vita e carriera di un’atleta tra l’ossessione per il successo e il fantasma del fallimento, in un viaggio esistenziale intriso di imprevisti e tradimenti che la costringe a cambiare drasticamente mentalità, luoghi e relazioni umane.

Tre i premi finali per i documentari in concorso: il Premio Palumbo Editore al Miglior documentario, il Premio Mediafenix al Miglior montaggio e il Premio Signum Studenti Dams Roma Tre e Isa Conti Lipari al documentario più votato dagli studenti.

La Giuria Ufficiale del Concorso è composta da Francesca Marciano, Anastasia Plazzotta e John Vignola; la giuria degli Studenti Dams Roma Tre e Isa Conti di Lipari dalle Prof.sse Ivelise Perniola e Maria Antonietta Drago.

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