di Alessio Pracanica
Interviste non autorizzate, la rubrica degli incontri con le grandi personalità italiane tra domande scomode e verità supposte. Oggi con noi Silvio Berlusconi, uno delle poche personalità politiche contemporanee che può vantare un “ismo” legato al proprio nome.
Interviste non autorizzate: Silvio Berlusconi
D: Buon giorno, presidente, come va?
R: Mah! Un po’ amareggiato.
D: Come mai, se è lecito chiedere?
R: Troppa ingratitudine, irriconoscenza. Lo sa quante bocche sfamo io, sic et semplicem, giornalmente?
D: Si riferisce ai lavoratori Mediaset?
R: Etiam, ma non solum. Mi riferisco soprattutto ai cosiddetti cornuti contenti, in latinum cornutus ridens. Sapesse quanti mariti mi tocca mantenere…
D: Parecchi immagino, data la sua reputazione di tombeur des femmes, ma parliamo d’altro. La trovo in splendida forma.
R: E ci mancherebbe, perbaccolina! Con tutte le maledizioni che mi mandano di continuo i comunisti… Dopo tutto, sono il loro più acrissimo nemico…
D: Ehm! Acerrimo… lasciamo perdere. Perché non ci rivela, invece, il segreto della sua forma smagliante?
R: Nessun segreto. Trombo re-go-lar-men-te, mangio molta frutta e verdura, faccio attività fisica ed evito la carne, sia bianca che rossa.
D: è diventato vegano?
R: mannò! Come dicono gli antichi, gutta cavat lapidem, la gotta ti scava la fossa. E la gotta, si sa, è causata soprattutto dal consumo di carne.
D: Lei è un latinista riformista, direi. Come giudica la situazione del paese?
R: Ci vorrebbero delle risposte ai bisogni più urgenti. Sostegno ai ceti deboli e, in quanto tali, ricattabili.
D: Disoccupati e precari?
R: Mi permetta, lei non capisce un’emerita! Mi riferisco agli imprenditori. Gente per bene che crea benessere, in ostaggio di una legislazione ottusa, retrograda, mediovale, asfissiante, nazista! C’è gente, in Italia, che è addirittura costretta a pagare le tasse. E poi me lo chiamano un paese libero!
Governo Draghi Berlusconi si, Meloni no, Salvini nì
D: Perché, in materia fiscale, cosa proporrebbe?
R: mah… io penserei a una cosa tipo… se uno si trova a passare davanti all’Agenzia delle Entrate, cerca nelle tasche qualcosa di spiccio e lo versa spontaneamente. Sarebbe la fine dell’evasione fiscale!
D: Un’idea davvero originale. E dell’Europa che ne pensa? Ha qualche riforma da proporre anche all’Europa?
R: fase a gironi e poi eliminazione diretta, dagli ottavi in poi.
D: Silvio Berlusconi è senza dubbio un uomo di successo. Le chiedo però se c’è un sogno che non ha ancora realizzato.
R: Guardi io… penso a me come a una sorta di straordinario intellettuale. Una via di mezzo tra Crujff e Van Basten, con sprazzi di Beckenbauer, tracce di Pelè e un vago sentore di Schiaffino. Un frullato insomma di pragmatismo ed estro artistico, con solide basi culturali. Pensi che i conosco tutti i nomi latini delle piante. Quello, per esempium, è un cactus spinosus. Quell’altro è un crisantemum e poi ci sono il basilicus, il prezzemulus, il rosmarinus… potrei continuare per ore. Per giorni, forse.
D: Ultima, ormai tradizionale domanda. Ce l’ha un consiglio per i giovani?
R: perdindirindina se ce l’ho! Devono investire nell’acciaio. È il futuro! Lo dice anche il proverbio: Inox signo vinces!
Silvio Berlusconi è morto
Silvio Berlusconi, breve biografia non autorizzata
Silvio Berlusconi nasce a San Siro dall’unione tra Il Grande Fratello e la casalinga di Voghera. Bambino precocissimo, ancora all’asilo intreccia una liasòn con la bidella, promettendole il sottosegretariato all’Istruzione. Pochi mesi dopo consegue la licenza elementare con una tesi dal titolo: Proibizionismo americano e libera iniziativa.
Per mantenersi agli studi, alla scuola alterna l’attività di chansonnier sulle navi da crociera. Maturerà in quegli anni una forte antipatia per le tedesche larghe di fianchi.
Silvio Berlusconi: "Troppo amareggiato, sono tra i padri della patria"
Finita la stagione turistica, fonda il gruppo rock Masons of Scotland, insieme al fedele Confalonieri (tastiere) Apicella (chitarra) e Dell’Utri (marranzanu). La band, oltre a testi di tema amoroso e sentimentale (Un beso sul corazon, Torna a Segrate) propone pezzi di grande impegno sociale (Fisco ‘ngrato, In cuneo alla balena).
Il primo Lp, intolato “Milano–Varese da casello a casello” ottiene buon riscontro presso la critica specializzata. Emilio Fede parlerà tout-court di capolavoro, mentre Libero intitolerà a tre colonne: Elvis is back!
Nel proseguo degli studi, diserterà l’esame di licenza media, facendo spedire da Nicola Ghedini una lettera alla commissione esaminatrice, in cui afferma di essere ricoverato al San Raffaele per gravissimi motivi di salute. Verrà assolto per decorrenza di termini e promosso d’ufficio in prima superiore.
All’età di 13 anni sposa in prime nozze tale Ampalo Rodriguez, cantante di fado nei bassifondi di Oporto e di 6 anni più giovane. Dal matrimonio, breve ma intenso, nasceranno i figli Giansilvio, Antonsilvio e Silvio Santos. Il connubio verrà in seguito sciolto dalla Sacra Rota per impraticabilità di campo.
Silvio Berlusconi: "Troppo amareggiato, sono tra i padri della patria"
Su gentile richiesta di Sandro Bondi, attraversa l’Italia con uno spettacolo di arte varia durante il quale compie diversi miracoli. Far risorgere una partita Iva, moltiplicare michette e ossibuchi, mutare il vino in acqua. Dopo cotanta prova, assurgerà d’ufficio in un paradiso fiscale.
Sciolti i Masons of Scotland, fonda insieme Confalonieri, Apicella e Galliani il complesso neomelodico Los castigadores de sirvientes. La band scala la classifica con pezzi come Las tardones tienen el dinero e soprattutto il singolo Patata Aulentissima.
Dopo un concerto, sorpreso dalla polizia in atteggiamento equivoco con una giovanissima fan, eviterà la denuncia spiegando che la teen-ager è pronipote di Carlo Magno.
In quegli anni acquista la tv privata di Lecco, grazie al contributo della Banca Rasini, ponendo le basi per il successivo impero nelle telecomunicazioni.
Sposa in seconde nozze la contessina Ginevra Maria Dolores Della Porta Accanto. Dall’unione nasceranno i figli Lugano, Losanna e Bellinzona.
Sciolti i Los Castigadores, fonda con identica formazione il gruppo From Corleone with Love, dai toni cupi e underground. Tra i successi si ricordano: Lo stalliere era un eroe, Materassi argentini e la hit Quel gran pezzo della Claretta, che fa da trait d’union tra il nuovo stile e vecchie tematiche, mai completamente abbandonate.
Raggiunta la maggiore età, entra finalmente in politica candidandosi alla Cancelleria Galattica, con un vasto programma di riforme tra cui si ricordano la sconfitta del cancro, l’apoteosi della bilancia, l’abolizione delle tasse, il Ponte di Messina e l’adozione della moviola in campo, in seguito definita Var. Eletto con voto plebiscitario, manterrà la carica di Cancelliere per ben tre mandati (record europeo juniores).
Sarà costretto ad abbandonare la carica per lo scandalo suscitato nell’opinione pubblica da una palese marcatura a uomo di Costacurta in un Milan-Bayern del 2007.
Trascorrerà gli ultimi anni in lieta gaiezza tra spettacoli di burlesque, seminari di difesa a zona e la stesura delle proprie memorie in sanscrito, dal titolo “Bisunto dal Signore”.
Silvio Berlusconi è morto
Bibliografia:
1) Tennica del colpo di stato (Permaflex ed.)
2) Stallieri si nasce (Le Capannelle ed.)
3) Signorina mi consenta (Nabokov ed.)
4) La culona inchiavabile e altri racconti (Tascabili Horror Mondadori ed.)
5) I paradisi fiscali nelle principali religioni monoteiste (Cayman ed.)
6) La famiglia Mubarak (Munchausen ed.)
Rispolverando Marx: salari e profitti, un conflitto senza etica
Interviste non autorizzate: Kulturjam vi intervista, a vostra insaputa.
Queste interviste non sono vere. Peggio, sono verosimili.(kulturjam.it)
L’intervista del Notiziario allo scrittore Alessio Pracanica, la cultura col bisturi 26-11-2020
Naziland a Recoaro, il nuovo fantastico parco tematico della Regione Veneto
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha pubblicato nella sua pagina istituzionale di facebook un post riguardante il museo realizzato nel bunker di Recoaro scelto dal comandante supremo delle forze tedesche in Italia, il feldmaresciallo Kesselring, in cui le guide turistiche indossano uniforme delle SS. Dopo la bufera mediatica ha cancellato il post pubblicando un messaggio riparatorio. Zaia Uber Alles…
Naziland a Recoaro: il bunker di Kesselring
Abbiamo già speso, su queste come su altre pagine, parole di stima e ammirazione per l’ormai mitico Luca Zaia.
Un uomo che, per insana modestia, si limita a esercitare la carica di governatore del Veneto, ma potrebbe, per talento e immaginifiche virtù, aspirare a ben altri allori.
Basti ricordare l’amabile messaggio rivolto al generoso popolo cinese (Li abbiamo visti tutti, i cinesi, mangiare i topi vivi) a inizio pandemia.
Senza dimenticare la fantasmagorica proposta di utilizzare i veterinari per effettuare i tamponi covid.
Autentica genialata che, sorvolando sulla sintassi nacht und nebel, dispiace sia caduta nell’oblio: L’uomo è un mammifero, tutti i mammiferi hanno 7 vertebre cervicali… E a livello di mammiferi, i veterinari sono degli esperti. Noi siamo un animale, un mammifero. Non c’è nulla di trascendentale pensare di poter fare un percorso anche assieme ai veterinari, che qualora fossero disponibili, noi siamo disposti ad affrontarlo.
Le trovate non si fermano qui, anzi. Impossibile dimenticare perle come il ciclo vaginale, in luogo di vaccinale o la serafica affermazione: io ne capisco di virus, ho fatto due anni di veterinaria.
Da uno così, insomma, ci si aspetta la qualunque, essendo tempesta neuronale in costante attività, fucina di idee da fringe science, fine dicitore della più bell’acqua ed enciclopedica summa di conoscenze, da far invidia al Manuale delle Giovani Marmotte.
La campagna vaginale di Luca Zaia
Braccia crudelmente strappate all’avanspettacolo, che la bieca e burocratica ottusità costringe all’interno di un governatorato regionale, quando il mondo intero, da Hollywood a Broadway, farebbe carte false per averle.
C’è poi di bello che il repertorio si rinnova costantemente. Neanche il tempo di digerire l’ultima, esilarante pensata, ecco uscirne fuori una nuova che supera, mirabile dictu, la precedente in surrealismo e potenza di megatoni.
L’ultima sarebbe il plauso manifestato, sulla propria pagina istituzionale di Facebook, per l’iniziativa partorita in quel di Recoaro Terme, sede del bunker da cui il ridanciano Albert Kesserling diresse la campagna d’Italia, in nome e per conto dell’apprezzato paesaggista austriaco.
Tra quelle mura infatti, pare sia stata ricostruita l’autentica atmosfera, con automezzi, armi d’epoca e guide in divisa tedesca con tanto di Maschinenpistole a tracolla.
Naziland a Recoaro, il nuovo fantastico parco tematico della Regione Veneto
Ingresso a 5 euro per gli adulti e gratuito sotto i 14 anni. Per formare, jawohl, i giovani virgulti della Patria.
La Casa di Carta
La casa di carta si trascina stancamente fino all'ennesima annata, compensando con aumentate esplosioni i molti cilecca della trama.
Il principale dei quali è fingere che tutto sia costantemente in bilico, in pericolo, in discussione.
Quando è evidente, fin dal 1 episodio della 1a annata, che il governo ha perso la battaglia più importante, quella della comunicazione. E persa quella, nel XXI secolo, qualsiasi altra vittoria diventa inutile.
Una lezione che sceneggiatori superficiali e spettatori ingenui dimenticano troppo spesso.
Non solo in tv.
QUA LA ZAMPA
Per vaccini e green pass alti lai, strepiti, conati, cortei, ragli e nitriti di liberticidio, lesa autonomia e violenza morale.
Per l'aumento del 40% sulla bolletta energetica, nemmeno un abbaio.
Quanto devono piacere, al potere, questi ben addomesticati rivoluzionari italiani.
IO TRATTO TU TRATTI EGLI TRATTA
La sentenza sulla trattativa stato-mafia risente degli stessi problemi (politici) di vicende precedenti.
Penso al processo Andreotti, a quello sulla mancata perquisizione del covo di Riina, al caso Pecorelli ect.
Situazioni in cui si ammette una verità a grandi linee, ma si evita di trarne le conseguenze e condannare i responsabili.
Perché farlo provocherebbe una disarticolazione del tessuto politico e soprattutto, in un paese come il nostro, tutta una serie di ricatti e denunce incrociate.
I NANI
In tanti si lamentano di un'informazione caotica, contraddittoria.
Basterebbe fare la tara a chi parla, valutando la sua statura, il suo percorso e la speciosità di certe affermazioni.
Per chi vuole davvero capire, gli strumenti ci sono.
Oggi più che mai.
In verità. molti preferiscono ascoltare solo le pseudofonti che affermano ciò di cui, a torto, sono già convinti.
Postando link ad mentulam in cui, tra una scia chimica e un miracoloso rimedio per dimagrare, si rivela tutta la vera verità sul covid.
Idolatrando le gracili argomentazioni di reietti del mondo scientifico, truffatori riconosciuti, che per rifarsi una verginità si presentano come audaci pionieri del controcorrente.
Evidenziando magari il titolone senza riscontri di un giornaletto generalista, contrapposto a ettari di pubblicazioni scientifiche.
Spacciandosi come irriducibili libertari che però, per diffondere la Verità e il Verbo usano i software di Bill Gates e la piattaforma di Zuckerberg.
Eresia alla Dolcino, priva di strumenti.
Con la somma arroganza di chi si ritiene elite di furbizia in un mondo di scemi.
Mentre è, in buona sostanza, solo il nano più alto del mondo.
"Nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes" diceva Bernardo di Chartes, siamo come nani sulle spalle dei giganti.
Ebbene, nel XXI secolo, parecchi nani hanno scelto di camminare da soli, con la pretesa di vedere più lontano.
LA FAMIGLIA (degli altri)
Secondo una recentissima statistica prodotta dalla Società Italiana di Pediatria, un bambino nato nel sud Italia, rispetto a uno del nord, ha il 50% in più di possibilità di morire entro il primo anno di vita, stante la diversa possibilità di diagnosi e terapia.
Per intenderci, se la sanità del paese funzionasse in modo omogeneo, morirebbero 200 neonati meridionali in meno, ogni anno. Indiscutibile frutto della gestione onesta e trasparente, nonché dei tagli costanti al bilancio. Necessari per mantenere in piedi la baracca, assicurando mazzette e prebende agli amici degli amici.
Leader di questa brillante classifica, manco a dirlo, la Sicilia, regione del paese con il più alto tasso di mortalità infantile. Forse non diventerà bellissima, ma di sicuro vecchissima, continuando questo trend.
Eppure, gran parte del meridione è in mano a quelle forze politiche che strombazzano la famiglia come pilastro della società, valore assoluto e inviolabile baluardo del cattolicesimo.
Oppure ho capito male io e la famiglia va bene solo finché si tratta di dar fastidio a gay, lesbiche e single, altrimenti chissenefrega.
Che i bambini muoiano pure, tanto in paradiso ci vanno comunque.
Purché siano battezzati, si capisce.
LE DIFFICOLTA' E IL DESERTO
Stiamo lavorando per realizzare eventi importanti, lottando contro le difficoltà del momento. Logistiche, normative e personali.
Nonostante questo, abbiamo concretizzato un calendario di altissimo livello. Come già l'anno scorso, quando incontrammo Luigi Ciotti, con le sue mille storie di viva e toccante umanità e Salvo Vitale con Faro Di Maggio, gli "amici di Peppino". Simbolo lucido e concreto di una lotta che non deve mai fermarsi.
Quest'anno inizieremo con Mimmo Lucano, il 16 luglio a Milazzo, che ci racconterà la sua vicenda politica e personale e proseguiremo con tanti altri appuntamenti di grande interesse. A Lipari, a Milazzo e un po' in tutta la provincia.
Inutile dire che, tra le mille difficoltà, c'è anche quella economica. Avendo deciso, da subito, di fare tutto con le nostre forze, senza appellarci a santi in Paradiso, in Parlamento o in Comune.
Pur in un momento così difficile per tutti, vorremmo chiedere un piccolo contributo, a chi può e in relazione alla propria disponibilità.
Pertanto, a chi volesse sostenerci, ricordo il nostro Iban:
Associazione Culturale " Città Invisibili" IT44R0103082290000001733470
A tutti verrà rilasciata, non importa quale sia la somma donata, regolare ricevuta detraibile.
Perché se il nostro scopo è rendere visibili le città, a danno del deserto, non possiamo non rendere visibili e tracciabili, per prima cosa, noi stessi.
Associazione Culturale " Città Invisibili" IT44R0103082290000001733470
L'uomo col borsello
C'è una figura mitologica che nel panorama italiano non manca mai, l'uomo col borsello.
Qualunque sia l'epoca, medievale o digitale, classica o postatomica, lui c'è sempre.
Il borsello è in pelle, nera o marrone, con bretella da spalla.
L'uomo, spesso un omino, è anch'esso in pelle, tra il pallido e il grigio metallizzato, con camicia a righe.
Se costretto in spazi ristretti, impugna il borsello dal manico e si aggira frenetico, cavalcando il pony dei pantaloni.
Quando è libero, per piazze e viali, porta il borsello a spalla, posandoci sopra la mano sinistra.
La destra invece, si muove all'unisono col passo, si innalza, gesticola al nulla. Significando all'universo i millemila ostacoli che impediscono al suo proprietario di svolgere i propri affari.
Perché pare evidente, dall'ansioso nevrotismo emanato, che dall'uomo col borsello dipende il PIL del paese, la sua economia, la realizzazione di millanta imprese.
Anche al bar, trangugia in fretta l'ennesimo aperitivo, con la mano sempre appoggiata sul borsello. Casomai qualcuno avesse a trafugarlo con i segreti in esso contenuti.
Poi va via, farfugliando misterioso un improrogabile impegno.
Se gli si rivolge la parola, l'uomo col borsello emette frasi brevi e decisioniste, da celodurista di lungo corso. Ma se opportunamente stimolato, si lancia in lunghe filippiche contro lo stato, la burocrazia, le tasse, gli immigrati, il fancazzismo dilagante, il lavoro che c'è, ma è la gente che non vuole lavorare.
Cosa faccia di mestiere l'uomo col borsello nessuno lo sa.
Forse regge, tra un campari e un divieto di sosta, i destini del mondo
In piena emergenza Covid, la Lega, capitanata da Jacopo Morrone, ha presentato un disegno di legge finalizzato al Riconoscimento della canzone ‘Romagna mia’ quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica.
La Lega, Romagna mia e il canto di Godzilla
È confortante che in un momento del genere, invece di pensare a quisquilie come il Recovery Fund, il Mes o altre sopraggiunte sciocchezze, ci sia in Italia una forza politica in grado di focalizzare le reali priorità del sistema paese.
Davvero. Non ci si sente soli. Per quanto il momento sia duro e difficile.
Parliamo ovviamente della Lega, movimento che ha dato più volte prova di grande lungimiranza e spirito di unità nazionale. E che circa un mese fa, per opera di un gruppo di deputati, ha depositato una proposta di legge sull’introduzione della canzone Romagna mia, come materia di studio, nelle scuole di ogni ordine e grado.
Proposta che solo animi gretti e volgari potrebbero considerare una mentulata della più bell’acqua. Trattandosi invece di epocale provvedimento, il cui ampio respiro certo susciterà echi sulla scena internazionale, restituendo nel contempo grinta e vitalità a un tessuto economico mortificato non solo dal Covid, ma anche e soprattutto da un ingiustificato sentimento di ignavia nei confronti della musica popolare.
I problemi per la Lega: Covid? Mes? No, romagna mia
È lecito attendersi, a stretto giro di posta, che Joe Biden ricalchi pedissequamente l’iniziativa, obbligando gli studenti americani a imparare Rawhide e Sweet Home Alabama. O che Vladimir Vladimirovič Putin, leader molto caro ai leghisti, faccia lo stesso con Kalinka e con il Canto dei battellieri del Volga.
Mettendo così nel giusto risalto, sul palcoscenico mondiale, la squisita sensibilità artistica della Lega, finora colpevolmente ignorata dal sinistrorso mondo della cultura.
Ha del vergognoso, per esempio, che finora nessun regista di Hollywood abbia mai pensato di utilizzare un leghista per il doppiaggio di Godzilla, nella famosa scena in cui rutta, dopo aver sgranocchiato un segmento del ponte di Brooklyn.
Non bisogna farsi ingannare da certi ruspanti celodurismi d’ormai passata memoria. La cultura per la Lega è stata sempre faro ispiratore. Al punto che, il più celebre dei suoi condottieri, prima di avviare il proprio figliolo verso una luminosa carriera politica, giustamente pretese che si laureasse, inscrivendolo a tale scopo in un prestigioso ateneo albanese.
Ben venga la proposta di legge dunque. A cui, con animo sereno e scevro da faziosità, ci sentiamo di muovere una sola, importante critica: la mancanza di un sano spirito federalista.
I problemi per la Lega: Covid? Mes? No, Romagna mia
Romagna mia, riscossa del federalismo
Imporre un brano regionale all’Italia intera, dall’Alpi a Lampedusa e dal Gargano al Gennargentu, potrebbe sembrare un atto forzoso e dittatoriale, ispirato a quel rigido centralismo che la Lega stessa ha contribuito ad abbattere. Con i risultati, in materia di fiscalità e funzionamento della cosa pubblica, che ben conosciamo.
Sarebbe ben più corretto e democratico se ogni regione adottasse un proprio canto popolare, per farne materia di sano insegnamento a quei giovani che sono il futuro di questo paese. Avremmo così i ragazzi siciliani che mandano a memoria Vitti na crozza, i friulani Monte Canin e così via. Ognuno nel rispetto delle proprie radici. Introducendo, magari, l’obbligo dei costumi tradizionali come abbigliamento scolastico, in luogo di quei ridicoli grembiulini da Prima Repubblica.(kulturjam.it)
La vulgata filosofica attribuisce a Ioannes Buridanus, rettore dell’università di Parigi, il celebre apologo dell’asino che, posto a uguale distanza da due mucchi di fieno, muore di fame non sapendo quale scegliere.
L’esempio, apocrifo e derivato probabilmente da uno scritto di Aristotele, ben rende i comportamenti dell’attuale governo che, come il gatto del Macbeth, vorrebbe, ma non osa.
Non solo fare, ma nemmeno ammettere di non possedere il necessario patrimonio, politico ed economico, per imporre un nuovo lockdown.
E allora se ne resta lì, immobile tra i covoni della libertà e del distanziamento, cercando di masticare qualche stelo più lungo, con un occhio ai numeri del contagio e l’altro ai sondaggi del consenso.
Rifugiandosi dietro provvedimenti di rara vigliaccheria, come la scuola a distanza solo per i ragazzi delle superiori, i quali non hanno certo bisogno di baby sitter o la chiusura di bar e ristoranti alle 18. Che tradotto significa ti obbligo a chiudere, ma senza darti una lira.
Se a tutto ciò aggiungiamo la folle ignavia estiva, i mille provvedimenti strombazzati e mai concretizzati in decreti attuativi e le disposizioni di largo respiro, come i banchi semoventi e i protocolli calcistici, bisogna ammettere che di motivi per protestare ce ne sarebbero parecchi.
La triste verità di un paese commissariato da ogni possibile trojka, con una classe politica di sugheri che si fingono corazzate, di mozzi improvvisatisi timonieri.
E come diceva il mio amico Seneca Ignoranti quem portum petat, nullus suus ventus est. Nessun vento è favorevole, per il marinaio che non sa verso quale porto è diretto.
in un mondo che sta attraversando la più grave crisi dalla fine del secondo conflitto mondiale. Con l’ovvia constatazione che andare in guerra capitanati da Churchill e Roosevelt, è cosa ben diversa che andarci con Di Maio o Salvini.
Detto questo, di fronte ai recenti disordini avvenuti a Napoli, con violenze e arresti, è legittimo nutrire più di un dubbio.
Perché la narrazione della protesta spontanea di onesti cittadini indignati, esasperati dal timore di un nuovo lockdown, è una favoletta buona per i convegni dei terrapiattisti.
Interroghiamoci, per esempio, sulla capillare organizzazione della protesta, con centinaia di scooter utilizzati per rallentare o impedire l’arrivo delle forze dell’ordine. E chiunque sia passato una sola volta da posti come Scampia, o altro quartiere dove lo Stato risulta non pervenuto, sa bene come quei motorini siano onnipresenti vedette, fluide e circolanti, che garantiscono il controllo del territorio.
Domandiamoci come mai tutti i fermati per i disordini erano soggetti già noti alla magistratura per spaccio di droga.
Non abigeato, furto con scasso o abusivismo edilizio.
Spaccio.
Perché il lockdown nuoce alle mafie più che a qualsiasi altra attività economica. Svuotando quei luoghi di movida, da sempre foce privilegiata dei mille rivoli del riciclaggio e Wall Street dello spaccio.
Sarebbe meglio, quindi, che gli asini (di Buridano, of course) nel provvedere al dovere costituzionale di tutelare la salute pubblica, evitassero di prestare orecchio alle sirene di Partenope. Purtroppo, invece, c’è il rischio che si ceda alla consolidata abitudine nazionale della trattativa, rimuovendo dai media ogni notizia al riguardo. Come già avvenuto per le rivolte nelle carceri nella scorsa primavera, azionate presumibilmente dagli stessi telecomandi che guidano le attuali proteste.
C’è da aggiungere che quando le mafie giocano a braccio di ferro con lo Stato, significa che loro ritengono così debole, da farne un interlocutore di pari livello.
Con la complicità di certe forze politiche, spesso contigue alla criminalità con allarmante costanza, che fingendo di difendere i cittadini oppressi, tirano con entusiasmo il generoso carro delle cosche mafiose.
Nessuna sorpresa, comunque.
Dalla camorra, ci si aspetta che faccia la camorra.
Ma dallo Stato ci aspetteremmo che facesse lo Stato.
E qui casca l’asino. A Parigi come altrove.(ilcarrettinonews.it)
Lipari, assoluzione per il sindaco Giorgianni e per il capo area Sulfaro
Si rende noto che il Gup del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto il “non luogo a procedere” nei confronti del Sindaco del Comune di Lipari Marco Giorgianni e del geom. Placido Sulfaro, per i reati contestati di omissione di atti d'ufficio in relazione a degli interventi sul gretto del torrente S. Vincenzo di Stromboli.
Tale sentenza stabilisce dunque piena assoluzione per non aver commesso il fatto, a conferma che l’operato dell’Amministrazione comunale e dei tecnici sia stato corretto e legittimo.
Il Sindaco Giorgianni e il geom. Sulfaro sono stati assisiti rispettivamente dall'Avv. Luca Frontino e dall’Avv. Palamara.
L’Amministrazione Comunale
Ginostra, dopo un decennio al via i lavori per il porto
Con grande soddisfazione, si rende noto che nella giornata di ieri, lunedì 26 ottobre 2020, sono stati consegnati i lavori di “Manutenzione straordinaria e miglioramento tecnico dell’approdo di Ginostra con finalità di protezione civile – 2° stralcio”, alla presenza del direttore dei lavori Ing. Francesco La Spada e dei rappresentanti dell’impresa COMAR s.r.l. di Agrigento, che avrà 180 giorni per l’esecuzione dell’opera.
L’Amministrazione Comunale
GINOSTRA - A Ginostra, piccolo borgo di Stromboli, nelle Eolie, dopo circa 10 anni di iter burocratico, partono i lavori per mettere in sicurezza il porto piu’ volte danneggiato dalle mareggiate invernali. “Con grande soddisfazione, si rende noto – annuncia il sindaco Marco Giorgianni - che sono stati consegnati i lavori di manutenzione straordinaria e miglioramento tecnico dell’approdo di Ginostra con finalità di protezione civile”. Al Comune di Lipari sono intervenuti il direttore dei lavori Francesco La Spada ed i rappresentanti dell’impresa Comar s.r.l. di Agrigento, che avrà 180 giorni per l’esecuzione dell’opera. Per il lungo iter piu’ volte a Ginostra (raggiungibile solo via mare) hanno protestato i 40 residenti.(ANSA)
Covid in Australia, dopo 7 mesi di lockdown finalmente vi sono zero casi