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di Mauro Evangelisti 

La Sardegna insiste: a chi vuole viaggiare sia consentito di effettuare il tampone, così potrà dimostrare di essere negativo per venire in vacanza nella nostra regione; «il governo autorizzi i nuovi test salivari» chiede il presidente sardo Christian Solinas. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico, in linea con le posizioni dei ministri Speranza (Salute) e Boccia (Affari regionali), ritengono questa soluzione inapplicabile: non può esistere un passaporto sanitario o un certificato di negatività.

E Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali con delega al Turismo, va oltre: «Dal 3 giugno i cittadini provenienti dall'Ue potranno arrivare in Italia senza sottoporsi alla quarantena. Noi siamo pronti».

Ma anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, nei giorni scorsi ha ipotizzato l'uso del passaporto sanitario per consentire, nel suo caso dall'8 giugno, di arrivare nell'isola. Questo scontro alimenta l'incertezza del turismo, a una settimana dalle possibili riaperture ai viaggi tra regioni. Altri territori molto amati dai turisti non seguono la linea di Sardegna e Sicilia.

Nella riviera romagnola sono stati aperti gli stabilimenti (i bagni come vengono chiamati da quelle parti); l'assessore al Turismo dell'Emilia-Romagna, Andrea Corsini: «Noi ci affidiamo alle decisioni del governo e non chiederemo certificati di negatività, inapplicabili. Stiamo facendo accordi con Germania e Austria per portare turisti nella nostra riviera». Restando sulla costa adriatica è simile la posizione di un governatore di centrodestra, Marco Marsilio (Abruzzo): «Accoglieremo i turisti a braccia aperte.

Noi non abbiamo mai posto ostacoli, neppure abbiamo previsto la quarantena». Altra regione molto apprezzata per le vacanze, la Liguria. Il governatore Giovanni Toti è favorevole all'apertura ai turisti («impossibile senza i viaggi interregionali»); Toti chiede all'Italia di non restare esclusa dagli accordi internazionali («se la frontiera di Ventimiglia rimanesse chiusa sarebbe un problema serio») e non respinge neppure i turisti lombardi («molti hanno le seconde case da noi; hanno più problemi, certo, ma senza la Lombardia questo Paese, non solo la Liguria, non va da nessuna parte»). Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, conferma che le decisioni sugli spostamenti saranno prese nei prossimi giorni: «Il criterio per la riapertura sarà il numero dei contagi. Mercoledì, giovedì e venerdì il ministro Speranza farà le sue valutazioni e poi ci sarà un Cdm».

Resta la presa di posizione forte della Sardegna (condivisa nei giorni scorsi dalla Sicilia) per evitare di compromettere gli ottimi risultati ottenuti sul fronte del contenimento del virus. Spiega il governatore Solinas al Messaggero: «La Sardegna sarà un'isola Covid-free. È importante per i sardi ma soprattutto rappresenta un attrattore formidabile per il turismo nazionale e internazionale».

Dal 3 giugno vuole chiedere il certificato di negatività a chi arriva in Sardegna, ma non esiste questo strumento. Solinas: «Chi voglia raggiungere un porto o un aeroporto sardo dovrà presentarsi all'imbarco munito di un certificato che ne attesti la negatività al virus. Questo gli consentirà, una volta arrivato, di poter vivere in sicurezza una vacanza degna di tale nome e con minori limitazioni che in qualunque altra parte del mondo. Puntiamo ad un test semplice, economico ed affidabile, diffuso su larga scala. Guardiamo con interesse al lavoro fatto sull'analisi salivare in New Jersey, che ha già ricevuto l'approvazione dell'Fda ed è utilizzata dai primi di maggio, nonché al test perfezionato dall'Università dell'Insubria, pronto ad essere sviluppato a livello industriale.

Chiediamo ora al Governo di fare la sua parte, liberalizzando nel Paese la possibilità per i cittadini di eseguire con facilità i test rapidi nei laboratori della propria città o dal medico di base». Secondo Solinas il test rapido salivare (Trs) è affidabile come i tamponi: «Abbiamo proposto alla Conferenza delle Regioni una posizione unitaria per chiedere al Governo la liberalizzazione del Trs insieme a tutti i test rapidi che le autorità sanitarie dovessero ritenere validi».

Il governo ha già detto che non si può fare. «Se Roma non ci dovesse ascoltare, complicherebbe inspiegabilmente la soluzione del problema e farebbe ritardare di qualche settimana l'avvio della stagione turistica in Sardegna, ma abbiamo già previsto due diversi scenari di controllo degli arrivi» conclude il governatore Solinas.(messaggero.it)

 

CON IL CROLLO DEGLI ARRIVI LE GRANDI ISOLE RISCHIANO PERDITE PER UN MILIARDO

di Francesco Malfetano 

Sardegna e Sicilia ora rischiano di affondare. Le due isole del Mediterraneo, già ribattezzate «proibite» per la trattativa ancora aperta sul passaporto sanitario, potrebbero essere ad un passo dal disastro economico.

L' impatto del Coronavirus sul turismo, per loro come per l' intero Paese, rischia infatti di essere fatale. Il settore, secondo Demoskopika, perderà oltre 18 miliardi di euro solo in termini di spesa.

L' estate che sta per iniziare, tra riaperture e distanziamento in spiaggia, sarà drammatica per un comparto che occupa almeno 3,5 milioni di lavoratori lungo la Penisola e vale il 13,2% del Pil indiretto. Le Regioni più in difficoltà però saranno quelle con un' economia poco differenziata, come le due isole appunto, che poggiano quasi del tutto sul turismo. In Sardegna ad esempio, dove la Regione non ha ancora aperto del tutto gli aeroporti e non lo farà prima del 25 giugno, per gli esperti il crollo delle presenze sarà nell' ordine del 50 o del 70 per cento rispetto al 2018 (ultimi dati ufficiali disponibili).

I posti di lavoro stagionali persi invece, almeno 40mila. Inoltre, secondo uno studio dell' IstitutoDemoskopikache ha tracciato una mappa dei possibili effetti del Covid19 sulla spesa turistica nella Penisola basandosi su dati Istat e Banca d' Italia, nei soli mesi di agosto e luglio saranno bruciati in Sardegna oltre 367 milioni di euro. Peraltro, come precisano i ricercatori, si tratta di una stima per difetto circoscritta ai dati del periodo pasquale e alle previsioni per i mesi di luglio e agosto, ipotizzando uno scenario di graduale ripresa a partire da giugno. 

IL QUADRO Va però anche peggio alla Sicilia.

Stando al report infatti, le perdite ammonterebbero a 689 milioni di euro. In questo caso l' impatto più marcato, secondo Federalberghi Sicilia, è dovuto al calo delle presenze dei turisti stranieri (-70%). La sola Palermo ad esempio, stima di dover rinunciare fino a settembre a 450 mila i turisti e quasi un milione di pernottamenti.

Una situazione simile si verificherà in tutti i territori a forte vocazione turistica come la Campania (quasi un miliardo di euro in spesa turistica persa) o la Puglia che a fronte di 530miliardi di euro bruciati, vedrà calare i flussi turistici di almeno il 33%. In totale, nell' intera Penisola, andrebbero quindi in fumo circa 18 miliardi di euro: 9,2 miliardi per la contrazione degli arrivi dall' estero e 8,8 miliardi per la rinuncia alla vacanze degli italiani nel Bel Paese.

Il 70% di questa sforbiciata, pari a 12,6 miliardi di euro, riguarderebbe sei Regioni: Veneto (quasi 3 miliardi), Lombardia (2,4), Toscana (2,2), Lazio (2,1), Emilia-Romagna (1,5) e Trentino-Alto Adige (1,3). Nonostante le perdite però questi territori, a differenza proprio di Sicilia e Sardegna, sulla carta hanno una maggiore capacità di assorbire il colpo.(messaggero.it)

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