Nell'ambito delle attività poste in essere dalla Direzione marittima di Catania finalizzate al contrasto all'utilizzo delle reti derivanti illegali, in data 9 e 10 maggio u.s., personale militare dipendente dal Compartimento Marittimo di Milazzo ha effettuato una attività complessa di polizia marittima finalizzata nelle acque di giurisdizione.
L'operazione, è stata effettuata sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Catania, con l'impiego di una unità navale d'altura della 6° Squadriglia Guardia Costiera di Messina due motovedette e tre battelli costieri dipendenti dall'Ufficio circondariale marittimo di Lipari, due velivoli del 2° Nucleo Aereo della Guardia costiera Catania, con il costante supporto del Comando della Capitaneria di porto di Milazzo.
Durante le operazioni sono stati espletati svariati controlli a diversi pescherecci che operavano in zona al fine di verificare il rispetto delle vigenti normative in materia di pesca marittima e di sicurezza della navigazione e sono stati accertati numerosi illeciti sia amministrativi che penali.
Il personale di Lipari effettuando una ispezione lungo il litorale dell'isola di Alicudi ha accertato la presenza di un attrezzo di pesca appartenente alla tipologia di rete da posta derivante del tipo illegale posizionato sull'arenile e probabilmente pronto ad essere utilizzato in attività di pesca illegale. L'attrezzo avente una lunghezza di circa 3000 metri, è stato sequestrato e prontamente rimosso dai militari intervenuti. Le unità navali impiegate grazie all'impiego ad ampio raggio dei mezzi aerei hanno inoltre individuato in mare una rete derivante illegale della lunghezza di circa 6000 metri. Anche in questo caso l'attrezzo è stato recuperato e posto sotto sequestro da una unità del corpo per essere successivamente confiscato e distrutto.
Durante i controlli, inoltre, è stato fermato un peschereccio resosi responsabile di numerose violazioni alla normativa nazionale e comunitaria finalizzata alla prevenzione ed eliminazione della pesca illegale.
In particolare i militari hanno accertato e contestato al Conduttore del peschereccio la detenzione a bordo dello stesso di un attrezzo da pesca non consentito, la mancata comunicazione all'Autorità marittima di informazioni obbligatorie inerenti la tipologia di attrezzo imbarcato ed utilizzato e l'illecita alterazione e modificazione dell'apparato motore dell'unità da pesca, al fine di aumentarne la potenza oltre i limiti massimi consentiti per un importo complessivo pari ad euro 10.000. Lo stesso conduttore del peschereccio ed alcuni membri dell'equipaggio sono stati inoltre deferiti alla competente autorità giudiziaria per numerosi reati di cui si sono resi responsabili a vario titolo con la condotta tenuta durante i controlli.
In particolare si è proceduto alla contestazione di violazione di leggi e regolamenti inerenti la sicurezza della navigazione per aver navigato senza i previsti fanali di navigazione accesi, per disobbedienza ad un ordine impartito da nave da guerra nazionale ed inosservanza ad un ordine legalmente dato dall'autorità competente, per essersi rifiutato di raggiungere il porto indicato dalle unità navali della Guardia Costiera, ed infine per dichiarazioni mendaci rese ad un pubblico ufficiale.
L'attività di polizia svolta conferma l'incisiva presenza del personale della Guardia Costiera di Milazzo in tutte le aree del Compartimento Marittimo. La repressione della pesca illegale è uno degli obiettivi primari del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto su specifica disposizione del Ministro competente, al fine di tutelare la risorsa ittica e dell'ambiente marino da un prelievo eccessivo ed incontrollato.
Le attività di prevenzione e repressione di questo fenomeno continueranno assiduamente nei prossimi mesi.
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