"L'istituzione di un'Area Marina Protetta alle Eolie rappresenta da sempre un'opportunità fondamentale per permettere alle isole di dotarsi di un ormai imprescindibile strumento di valorizzazione e gestione delle proprie risorse naturali marine.
Siamo lieti – ha dichiarato il presidente di Federalberghi Isole Eolie e isole minori Sicilia Christian Del Bono - che, finalmente, anche il Comune di Lipari abbia ritenuto di inserire la questione tra le proprie priorità e che l'Assessore regionale Croce abbia fissato una data di scadenza (il 9 novembre 2016) per la presentazione della perimetrazione.
"Come evidenziato più volte dalla nostra associazione in varie sedi, l'AMP è uno strumento che, se organizzato e utilizzato sapientemente, può costituire un importante valore aggiunto per la nostra offerta turistica oltre che rappresentare un basilare strumento di tutela del nostro territorio".
A beneficiarne potranno essere sia i pescatori locali che potrebbero quindi contare su un graduale ripopolamento ittico del mare attorno alle Eolie oltre che su una posizione di privilegio rispetto ai pescatori esterni all'arcipelago. Sia gli operatori turistici in generale che vedranno arricchita e meglio indirizzata – verso segmenti di mercato di matrice eco-turistica più consoni alle caratteristiche del nostro territorio – l'offerta turistica eoliana. Sia le associazioni ambientaliste che vedranno realizzati i propri auspici. Sia le stesse pubbliche amministrazioni locali e la guardia costiera che potranno contare su un importante strumento di monitoraggio e tutela del territorio. Si tratta di un'operazione in cui – se le cose saranno fatte per bene – non potranno che esserci dei vincitori.
"Ci rallegriamo, pertanto – ha concluso Del Bono - di questa improvvisa accelerazione, auspicando che diversamente da quanto avvenuto in passato ogni qual volta è stata sollevata la questione si possa procedere rapidamente su un percorso scevro da strumentalizzazioni politiche che abbia come unico obiettivo il raggiungimento dell'agognato obiettivo.
LE REAZIONI.
di Adolfo Sabatini*
Un'improvvisa accelerazione - in generale - non necessariamente è un segnale positivo, come per altro non è positivo parlare con frasi fatte tipo "strumentalizzazioni politiche". E questo, soprattutto, quando si parla di questioni molto delicate come porti e area marina protetta.
*Presidente consiglio comunale
di Antonino Gugliotta*
In riferimento alla riunione svoltasi domenica scorsa riguardante l'istituzione dell'area marina protetta mi preme sottolineare che le premesse non siano di certo le migliori. Infatti l'assenza della marineria eoliana che non è stata invitata a partecipare alla riunione , neanche attraverso i suoi Presidenti di cooperativa, rappresenta di certo una scarsa attenzione verso i pescatori eoliani. Inoltre, mi sembra superfluo aggiungere che il tempo concesso per la presentazione di una bozza di perimetrazione è di certo troppo breve. Mi auguro che qualsiasi percorso decida di intraprendere l'Amministrazione Comunale sia d'ora in avanti condiviso con tutti i portatori d'interesse.
*Presidente Cooperativa " Le Sette Isole Eolie"
di Angelo Pajno*
Area Marina Protetta – quanta disinformazione !
Leggiamo da qualche giorno interventi di comuni cittadini – pochi invero – che plaudono alla ipotesi di costituzione di una AMP alle nostre isole. E’ ovvio che ogni opinione merita rispetto ma ciò non può elidere in democrazia, proprio da amanti dei nostri territori, il nostro diritto a non condividerne l’entusiasmo che appare più il risultato di una grave carenza informativa che di una ponderata presa di coscienza. I fautori di tale iniziativa parlano infatti, con soddisfazione e nell’ordine:
1) di una opportunità volta a tutelare, finalmente (??!!), l’ambiente marino;
2) di una opportunità di sviluppo turistico ed occupazionale (??!!) per le nostre isole;
3) di una occasione da non perdere per la nostra marineria peschereccia che resterebbe l’unica (??!!) a poter operare nei nostri mari.
Aldilà delle belle parole e dei toni (prematuramente) trionfalistici di tali soggetti non si scorge però nei loro interventi che fosse un atomo (per darne idea dell’ordine di grandezza) di prova circa quanto si sostiene. Ne deriva, inevitabilmente, una profonda ignoranza sull’argomento da parte della gente comune che deborda ad ogni sillaba di quanto affermato dagli oratori (o scrittori) che ne parlano ( o scrivono) e sulla cui buona fede non si ha motivo di dubitare; riflessione che preoccupa però vieppiù! Per intenderci: a quanti di noi è stato illustrato nei particolari il contenuto della recente riforma costituzionale sulla quale saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 4 dicembre? I promotori di tale iniziativa si limitano a dirci che essa trasformerà in meglio l’Italia, i detrattori che invece porterà al disastro istituzionale. La scelta è quindi limitata al SI o al NO senza però che alcuno si dia pena di informare nel merito i cittadini italiani; se vogliono – e se ne hanno voglia o i mezzi più adatti – facciano da soli. Bene, la stessa situazione si sta presentando, pericolosamente, anche nel caso della AMP alle Eolie. La nostra Associazione, che da anni si batte (e senza falsa modestia possiamo affermare: con concreto successo) per consentire alla cittadinanza di avere piena e concreta cognizione dei problemi delle nostre isole in maniera scevra da pregiudizi o posizioni precostituite, ritiene quindi di doversi fare carico di quanto, a livello istituzionale e di certo associazionismo ambientalistico integralista, viene ammannito agli eoliani in maniera assolutamente distorta pro domo propria. Preliminarmente non possiamo però esimerci dall’esprimere il nostro più vivo disappunto per avere appreso solo dagli organi di informazione dell’incontro tenutosi presso il Comune di Lipari alcuni giorni addietro – e senza che la cittadinanza abbia avuto la possibilità di intervenire – con esponenti di aggregazioni che certamente non rappresentano i cittadini delle Eolie (che nel 2010 hanno rilasciato alla nostra Associazione oltre 4.000 firme per contrastare – con successo – quell’altra deleteria iniziativa tendente alla costituzione di un parco terrestre che avrebbe definitivamente seppellito ogni possibilità di sviluppo dei nostri territori). Ci auguriamo che tale vulnus sia sanato al più presto e in tal senso sarà richiesta al Sindaco Giorgianni ed alla sua amministrazione una iniziativa urgente perché sia organizzato un incontro pubblico sull’argomento AMP. Nel merito, e seguendo l’ordine argomentativo superiormente indicato:
1) L’AMP tutela effettivamente l’ambiente marino?
Assolutamente no se non si segue alla lettera quanto previsto dalla legge istitutiva (la n.394 del 1991), e ciò vorrebbe dire precludere quasi completamente la diretta fruizione del mare. L’impostazione a dir poco integralista di tale legge, della quale è stata chiesta più volte in sede parlamentare una profonda revisione, ha portato nel tempo (e sulla spinta veemente dei territori interessati) le varie AMP a darsi regolamentazioni sempre più “elastiche” ma ciò collide in maniera inconciliabile con le premesse iniziali. Ed ecco che alla originaria zonazione, che prevedeva sostanzialmente tre aree (A – B e C) si sono aggiunte le c.d. “sottozone” e sono venute fuori dal cilindro, ad esempio, le zone B1 e in qualche caso le D. Ma ciò non è bastato a lenire la catastrofe iniziale ed allora si è fatto largamente spazio agli “ingressi a pagamento”. Si paga infatti per navigare (salvo che in zona A ove il divieto è praticamente assoluto fatte salve rare eccezioni per la balneazione da terra), per ancorare, per sostare alla boa e financo per ormeggiare. Le conseguenze? Chi va per mare per diporto con le imbarcazioni di maggior dimensione – e quindi quelle che dovrebbero avere un maggiore impatto ambientale – appartenendo a categorie di soggetti economicamente più agiate continuerebbero a frequentare il mare nostrum pagando senza problemi il “pizzo di stato”. Tutte le altre imbarcazioni, dal minore impatto ambientale vuoi per motorizzazione che per passeggeri trasportati, migrerebbero verso altri lidi (cosa che già oggi avviene in molti approdi situati nelle vicinanze di AAMMPP) abbandonando le Eolie con un danno per gli operatori del settore a dir poco incalcolabile. Qualche deroga potrà riguardare le imbarcazioni a propulsione elettrica (quante ne avete viste circolare nei nostri mari?) e quelle a vela purchè si muovano…”a propulsione velica” circostanza, quest’ultima, poco praticata – e praticabile – in estate alle Eolie che non godono certo del Meltemi dell’egeo greco. E quand’anche i “sopravvissuti” (che normalmente, date le dimensioni delle loro imbarcazioni, preferiscono sostare in rada) dovessero ormeggiare ai pontili ( o anche presso l’unico porto turistico eoliano a Santa Marina) non troverebbero alcuna attrezzatura per scaricare le proprie casse nere il cui contenuto continuerebbe ad andare a “beneficio” del nostro mare “protetto” nel quale peraltro scaricano – senza alcuna inibizione ambientalista e salvo smentita – anche i reflui “pretrattati” dei Comuni eoliani presso i quali non è attivo un solo depuratore. Ma che strana cultura ambientale! Vien da chiedersi come mai i vari WWF, Legambiente, Mare Vivo, Fondi di Protezione delle Eolie di anglosassone origine et similia non abbiano mai ritenuto più importante rivolgere la loro attenzione a tale problematica. Mah! E passiamo ad altri argomenti sul punto in disamina. Accorati cittadini ricordano via web i bei tempi andati quando si andava a pescare da dilettanti per trascorre qualche ora di sano svago in mare mentre oggi si “piange miseria” circa l’entità del pescato. Poi però non si rendono conto di avere, forse inconsciamente ma palesemente, attribuito la responsabilità di tale depauperamento alla pesca professionale sottocosta. Ma uno dei punti di forza dei sostenitori della AMP non è forse la promessa – anzi la certezza – che proprio i pescatori locali avrebbero il maggior vantaggio dalla sua istituzione ..”perché sarebbe loro riservata in via esclusiva la pesca all’interno della stessa AMP”? Ora, atteso che la pesca sottocosta (la zonazione di una AMP generalmente non si estende oltre il mezzo miglio dalla costa) risulta già oggi, di fatto, appannaggio esclusivo della marineria locale (non ci pare di aver visto pescherecci nord africani o di altre marinerie italiane operare nell’ambito di tale zona di pesca), non si comprende cosa cambierebbe, sotto tale profilo, con la istituzione della AMP. Ma state comunque tranquilli, pescatori della domenica, potrete continuare (forse, dipende dal regolamento) ad andar per mare, naturalmente dopo aver ottenuto il nulla osta da parte dell’ente gestore al quale avrete pagato il relativo “pizzo di stato”. Vorremmo dire quindi al caro concittadino che si lamenta via web del costo del pescato dilettantistico in proporzione alla sua quantità, tanto da essere più conveniente l’acquisto del pesce in pescheria, che una volta istituita l’AMP quel pescato – che resterà di modesta quantità – gli costerà ancora di più. Ci rifletta. E che dire della stupida (non riusciamo a trovare termine diverso) affermazione di colui che si ritiene soddisfatto dalla riduzione da sei mesi (??!!) ad un solo mese del periodo in cui sarebbe possibile effettuare la pesca subacquea una volta istituita l’AMP? Forse il soggetto non sa che la pesca subacquea con autorespiratore è comunque – ed ovunque – vietata ex lege oramai da anni mentre quella in apnea è vietata all’interno delle AAMMPP da una, secondo alcuni distorta, interpretazione da parte del Ministero del disposto dell’art.19, comma 3, della legge quadro sulle AMP ( la già richiamata L.n.394/91). E che dire, infine, delle barche da traffico che in ogni AMP solcano allegramente il mare in continuo e martellante – anche acusticamente visto che allietano i passeggeri con un sound a pieni decibel – ping pong tra la base di partenza e le singole spiagge alle quali possono accedere in quanto autorizzate dall’onnipresente Ente Gestore (ovviamente previo pagamento del “pizzo di stato”).
Un esempio tra i tanti? AMP Costa degli Infreschi e della Masseta, in Campania; porti di partenza: Marina di Camerota, Acciaroli, Sapri, Maratea (Basilicata). Il de profundis della tutela ambientale visto che il diportista una volta giunto alla meta si ferma per godersi il mare mentre le barche da traffico lo solcano senza soluzione di continuità dall’alba al tramonto rischiando di affettare il malcapitato bagnante….però c’è l’AMP! Per tornare a casa nostra, in quale rapporto si collocherà il realizzando porto turistico di Rinella, che porterà alla trasformazione definitiva e traumatica di uno degli angoli paesaggisticamente più belli del nostro arcipelago, con l’AMP? Cosa ne pensa l’amministrazione comunale di Leni ove, pare, alcuni cittadini sarebbero oggi invece preoccupati assai dalle cataclismatiche conseguenze della mole di sfinteriche evacuazioni dei passeggeri delle imbarcazioni che solcano i mari salinari? Ed allora, di cosa stiamo parlando? Ci vuole solo buona fede ed informazione corretta.
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2) L’AMP può essere effettivamente una opportunità di sviluppo economico ed occupazionale per le nostre isole?
Da quanto emerge da studi indipendenti - che, come tali, non provengono da soggetti direttamente interessati (come le varie associazioni ambientaliste che oggi spingono per l’AMP alle Eolie) - pare proprio il contrario. Un recente studio (2010) eseguito da ben 46 ricercatori della Università di Padova coordinati dal Prof. Andrea Camperio Ciani in collaborazione con l’associazione internazionale per lo studio e la conservazione degli ecosistemi Aps Gea Onlus sul Parco dell’Arcipelago Toscano ha sancito, stando al contenuto della relazione finale indirizzata al Ministero dell’Ambiente, il fallimento del parco (che si estende anche sul mare) nei suoi scopi prioritari: “troppi vincoli e nessun beneficio per chi lavora nell’area protetta”. E continua, tale relazione, affermando che…”oggi l’opposizione della popolazione al parco è passata da un 50% a un 90-95%”. E le motivazioni sarebbero le più varie trattandosi, come detto, di un parco sia terrestre che marino: “la proliferazione di cinghiali e mufloni a danno delle attività agricole, l’attivazione di aree marine protette che, a causa dei vincoli imposti, hanno finito per favorire il fenomeno della pesca di frodo, la disparità di trattamento percepita da alcune categorie economiche, anzitutto gli albergatori (ci rifletta e si informi la Federalberghi Eoliana), per chi lavora dentro i confini del parco ed è sottoposto a vincoli e limitazioni ai quali non corrispondono benefici”. Ma non è finita! E’ in corso sul sito “AVAAZ.org petizione della comunità” una raccolta di firme per dire un NO secco alla istituzione di altre aree marine protette in Sardegna, vista l’infelice esperienza di quelle già presenti. Ed ancora, non si comprende come si possa parlare della istituzione di una nuova AMP in Sicilia visto il drastico taglio delle risorse finanziarie attuato dalla Regione, salvo che non si voglia partorire l’ennesimo carrozzone di natura clientelare destinato ad una stentata sopravvivenza infischiandosene del pregiudizio comunque arrecato alle popolazioni locali. Esemplare la vicenda della AMP di Capo Milazzo. Nel corso dell’incontro tenutosi presso il Comune Mamertino il 01.03 ultimo scorso la cittadinanza ha decisamente manifestato la propria contrarietà alla istituzione del vincolo contestando la zonazione proposta dall’ISPRA che, di fatto, con la istituzione anche di una sottozona Bs, ha sottratto alla fruizione praticamente l’intero promontorio. E significativa appare la decisa presa di posizione dei pescatori professionali che si ritengono particolarmente danneggiati. Invitiamo i lettori che lo desiderassero ad accedere al sito dell’ISPRA e ricercare la voce “istruttoria tecnica per l’istituzione dell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo” ove potranno “toccare con mano” gli innumerevoli vincoli previsti dalla zonazione ed avere conferma che anche nelle zone C non si può muover foglia se non previa autorizzazione dell’Ente gestore (leggasi: previo pagamento del solito “pizzo di stato”). Vi basta? Ma non è certamente tutto qui, e non sperate che i fautori della AMP ve ne mettano a conoscenza. Quello sarà compito della nostra Associazione, state tranquilli.
3) L’AMP sarà un vantaggio per la marineria da pesca eoliana?
Sull’argomento abbiamo già avuto modo sopra da dare cenni concreti e, trattandosi di un argomento più tecnico degli altri, saremo ben lieti di incontrare la categoria che comunque pare abbia già preso le distanze dall’entusiasmo fuor di luogo dei fautori della AMP non avendo ancora approfondito la problematica. E ciò senza contare che parlare della data del 09 novembre - indicata dall’assessore regionale all’Ambiente a conclusione dell’incontro con l’amministrazione comunale di cui si è detto - per la presentazione di una zonazione presso il competente assessorato regionale dimostra il disarmante dilettantismo degli interessati. La stessa legge istitutiva impone preliminarmente un attento e dettagliato studio del territorio e di tutta una serie di elementi da valutare scientificamente prima di giungere ad una “proposta” di zonazione. Cosa assolutamente carente (rectius: mancante) nel caso di specie. In assenza quindi di tale ineludibile presupposto, per la cui acquisizione occorreranno mesi, se non anni, l’invito dell’assessore Croce assume la stessa consistenza di un invito ad una gita domenicale fuori porta: portate barbecue e salsiccia. Nient’altro! Chiediamo scusa ai lettori se ci siamo dilungati forse oltre l’indispensabile, ma al contrario di chi spinge per l’infausta istituzione dell’ennesimo vincolo per le nostre isole, noi vorremmo spiegare i motivi per i quali siamo contrari lasciando poi alla gente di determinarsi liberamente ma solo dopo aver preso conoscenza di tutti gli aspetti che una tale innovazione comporta, nel bene e, soprattutto, ne male. Ci faremo risentire a brevissimo per informarvi sul contenuto dell’incontro richiesto alla amministrazione comunale liparese e per invitarvi a tutta una serie di incontri informativi che saranno organizzati sia a Lipari e frazioni sia nelle varie isole del nostro arcipelago.
*Presidente Associazione La Voce Eoliana
NEL WEB.
Concetta Marocchini: Finalmente vi siete. decisi per salvare le nostre Isole?
Ruben Piemonte: La gente semplice pensa che l'area marina protetta sia uno strumento di tutela dell ambiente, non sa invece che è uno strumento per escludere dalla fruibilità zone che prima erano a disposizione di tutti. Serve a anche ai politici per distribuire una decina di posti di lavoro. Serve anche a sperperare denaro pubblico visto che nessuna delle amp ad oggi esistenti è autosufficiente economicamente e grava sulle tasche dei cittadini.
Ivan Piemonte: Tu meglio di tutti sai che di pesce ormai non ce n'è più. A cosa serve che tutta la costa sia fruibile a tutti se decenni di pesca indiscriminata hanno privato le nuove generazioni dei bei ricordi tuoi e miei di quando andavamo a totani ed era una festa. Stessa cosa vale per cernie ed aragoste ormai svanite. Chi del mare ci vive ha bisogno di questo strumento e il caro Fabio di Marettimo ne sa qualcosa di cosa significa avere una stagione sub di sei mesi invece che uno. Pensaci.
Salvatore Agrip: Signor Ivan è proprio così! Ricordo che un tempo si andava a pescare con mio papà e molta gente di Canneto lo faceva, eravamo i cosiddetti dilettanti, quelli della pesca sportiva, a quel tempo proprio a Canneto Bartolino Ferlazzo, amico di mio papà aveva creato anche l'associazione ASPE (Associazione Sportiva Pescatori Eoliani), con tanto di sede. Quasi ogni famiglia aveva la sua barchetta (u vuzzarieddu). si faceva ogni tipo di pesca, con il bolentino a monachelle, puddacini, ariddì, mupe, surici e tanto altro, con le nasse di vario tipo si pescava di tutto, dalle aragoste, al gamberetto, i polipi, gli scantri e ogni pesce di scoglio. Una delle pesche preferite da mio papà era con la "piliusa" a Campobianco, si prendevano prevalentemente le tracine, qualche fagiano e a volte anche qualche polipo, spesso le stelle marine ingoiavano l'esca con tutto l'amo e prendevamo anche quelle. Poi sono arrivate le reti da tramaglio "i battugghi", , noi ne avevamo circa un centinaio di metri e sapendo palmo a palmo tutto il fondale da Punta Castagna a Monterosa, se volevamo prendere qualche aragosta (non era tra le preferite a quei tempi) si prendeva, sapevamo dove c'erano gli scogli degli scorfani quelli rossi che arrivano fino a 3/4 chili e si tentava di prendere anche quelle, poi c'era il posto delle triglie, dei cocci, delle iaiole, dipendeva dalle stagioni, ogni mese aveva i suoi pesci migliori. Piano piano tutto è scomparso e praticamente tutto ciò è finito, come dice lei ci sono rimasti "i bei ricordi" e insime a questi sono arrivate le leggi restrittive, giustamente per tutelare chi con la pesca ci vive e a noi dilettanti ci è rimasta solo la pesca del totano e dei surici, ad essere, ancora oggi fortunati si può prenderne qualche chilo, tutto sommato si risparmia a comprarlo il pesce che a tenere anche una piccola barca per pescare. Quindi una protezione ben controllata oggi è quanto di più logico e doveroso e i primi ad esserne avvantaggiati sono proprio i pescatori che solo atraverso loro possiamo avere il piacere di gustare il buon pesce dei nostri mari, altrimenti non ci resterà che mangiare il pesce del Pacifico e dell'Argentina. Per quanto mi riguarda, ben venga l'Area Marina Protetta.
Emanuele Carnevale: L'area marina protetta sarà un altro valore aggiunto per la Nostra comunità... Mi auguro che venga istituita presto nel rispetto del nostro territorio e degli Eoliani.
Ruben Piemonte: Facciamo così, leggetevi il regolamento dell amp delle egadi e poi ne riparliamo...
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L’AREA MARINA PROTETTA
ISOLE EGADI
L’Area Marina Protetta (AMP) Isole Egadi, con un’estensione di 53.992 ettari, è la riserva marina più grande del Mediterraneo. Situata di fronte alla costa nord-occidentale della Sicilia, circonda l’arcipelago egadino, comprendente le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e gli isolotti di Formica e Maraone. Istituita nel 1991, dal 2001 è gestita, per conto del Ministero dell’Ambiente, dal Comune di Favignana.
Si tratta di un’area ad altissima valenza dal punto di vista naturalistico: il paesaggio costiero è contraddistinto dall’alternarsi di spiagge, falesie e ampi tratti caratterizzati da scogliere, mentre i fondali svelano una grande varietà di habitat di pregio.
L’AMP comprende un ampio tratto della prateria di Posidonia oceanica più estesa e meglio conservata del Mediterraneo (circa 7.700 ettari). La Posidonia, habitat protetto a livello internazionale, è considerata il polmone del Mediterraneo e riveste un ruolo cruciale per l’equilibrio dell’ecosistema marino. Questa pianta, oltre a produrre ossigeno e assorbire CO2, contribuisce a mitigare l’erosione costiera attraverso la formazione delle banquette, strutture prodotte dallo spiaggiamento delle foglie morte a causa delle mareggiate; inoltre, ospita i giovanili di centinaia di specie di organismi, tra cui la celebre e rara Pinna nobilis, costituendo un’area di nursery fondamentale.
Le coste delle isole ospitano, inoltre, estesi marciapiedi a Vermetidi, ambienti delicati, nati dalla cementificazione dei gusci del mollusco Dendropoma petraeum, in associazione con alghe calcaree, che costituiscono formazioni a pelo d’acqua, lungo la costa, fondamentali per la protezione dall’erosione. Nei fondali abbondano gli ambienti a coralligeno e precoralligeno, e si trovano numerosissime grotte sommerse e semi sommerse. L’estensione areale, a mare, di questi habitat a componente primaria carbonatica, oggetto di estesi fenomeni carsici, è stimata in circa 4.000 ettari.
Le Egadi, grazie a questa grande diversità di habitat, sono un’area ad elevatissima biodiversità: tra le specie animali protette a livello comunitario, è stata di recente documentata la presenza della rarissima foca monaca (Monachus monachus), specie simbolo del Mediterraneo, già data per estinta in Italia; la tartaruga marina Caretta caretta, varie specie di cetacei (tursiopi, stenelle e capodogli), alcune specie di squali e una importante colonia dell’Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus), uccello marino endemico del Mediterraneo.
Anche la fauna ittica è ricca e variegata. Citiamo, tra le specie presenti di rilievo, la cernia bruna Epinephelus marginatus, la cernia di fondale Polyprion americanus, la corvina Sciaena umbra, l’ombrina Umbrina cirrhosa, gli sparidi, tra cui il dentice Dentex dentex e il sarago faraone Diplodus cervinus, e la ricciola Seriola dumerili.
Tali luoghi, di eccezionale valore ambientale e paesaggistico, sono fonte di un grande richiamo turistico: nell’AMP si contano ben 76 siti di immersioni subacquee, superficiali (ma con presenze di eccezionale valore), o profonde, in grotta, o su siti archeologici sottomarini (le Egadi furono teatro della celebre battaglia navale tra romani e cartaginesi, in un’area situata a nord-ovest di Levanzo). Molto praticati sono lo snorkeling e il sea-watching guidato. Molti itinerari subacquei dell’area marina protetta sono descritti in dettaglio sul sito web http://egadi.santateresa.enea.it/.
Regole e fruibilità
L’Area Marina Protetta è suddivisa in quattro zone a differente livello di protezione e con diverse possibilità d’accesso e limitazioni nella fruibilità. Le uniche attività non consentite, in tutta l’AMP, sono la pesca subacquea, l’utilizzo di moto ad acqua e il prelievo di organismi marini.
Tutte le altre attività (balneazione, navigazione, ancoraggio, ormeggio, immersioni, pesca professionale e ricreativa, e i vari servizi nautici al turismo) sono consentite e disciplinate, secondo quanto previsto nel Regolamento di Attuazione e Organizzazione dell’AMP, emanato con Decreto Ministeriale nel 2010, e i Disciplinari Integrativi redatti annualmente dall’Ente Gestore.
Box info
Per informazioni e richieste di autorizzazione alle attività da esercitare all’interno dell’AMP Isole Egadi: www.ampisoleegadi.it, autorizzazionionline.ampisoleegadi.it, info@ampisoleegadi.it, ampisoleegadi@pec.ampisoleegadi.it, area marina protetta isole egadi;
Uffici:
sede di Favignana Tel. 0923 921659 e Fax. 0923 922035,
sede di Marettimo Tel/Fax 0923 923171,
sede di Levanzo Tel 0923924214 e Fax 0923 924089
Attività
L’Area Marina Protetta è membro di Federparchi, della rete MedPan, è gemellata con il Monterey Bay Marine Sanctuary (California, USA) e opera costantemente in sinergia con le maggiori associazioni ambientaliste italiane (Legambiente, WWF, Greenpeace, Marevivo, Lega Navale Italiana, CTS), nonché con le realtà locali (Scuola di vela Gulliver, Museo di Malacologia Sercia).
Per l’Area Marina Protetta lavorano stabilmente circa 10 collaboratori, che salgono a 35 durante l’estate, quasi tutti giovani laureati provenienti dalla comunità delle isole o della costa prospiciente.
L’Ente gestore ha avviato negli ultimi anni un processo di gestione, monitoraggio e controllo del territorio basato sulla partecipazione e condivisione degli stakeholders locali.
Le mission istituzionali dell’AMP sono la tutela e la valorizzazione dell’ambiente marino, l’educazione ambientale, la sensibilizzazione e l’informazione dei fruitori, la ricerca e il monitoraggio, la gestione integrata della fascia costiera e la promozione dello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento alla eco-compatibilità del turismo. Nel corso del 2013 l’AMP ha ottenuto la migliore valutazione di gestione, da parte del Ministero dell’Ambiente, per l’assegnazione dei fondi statali tra tutte le 27 aree marine protette italiane.
i progetti dell’AMP
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il progetto MASTER, per il posizionamento di “dissuasori” antistrascico e ripopolanti, per ridurre l’impatto dello strascico illegale sotto costa che danneggia i fondali e depaupera le risorse ittiche; realizzato a Favignana, ha prodotto eccezionali risultati (-50% abusi). La fase II del progetto, relativa a Levanzo e Marettimo, è attualmente in corso.
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l’istituzione di 14 campi ormeggio nelle 3 isole, per un totale di 150 gavitelli, attivi durante la stagione estiva, per evitare i danni ai fondali da parte delle ancore delle barche da diporto, garantendo però la sosta nelle cale più belle;
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il marchio per la certificazione ambientale dei servizi turistici (ricettività, ristorazione, noleggio barche, auto, moto e bici, visite guidate a mare, trasporto passeggeri a terra e a mare, pescaturismo, diving, stabilimenti balneari, servizi di ormeggio), realizzato con il supporto scientifico di ENEA, cui hanno aderito già 56 operatori del territorio;
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il progetto di monitoraggio delle specie protette “Vedette del mare”, con il coinvolgimento dei pescatori locali;
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la realizzazione dell’Osservatorio Foca Monaca nel Castello di Punta Troia a Marettimo, finanziato dallo sponsor Riomare, adibito a centro visite e a luogo per lo studio e il soggiorno dei ricercatori impegnati nel monitoraggio della specie;
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l’allestimento, in fase di completamento, di un Centro di primo soccorso per le Tartarughe Marine a Favignana, realizzato nell’ambito del progetto Life+ 2012 TartaLife, che sarà gestito in collaborazione con WWF Italia e Legambiente;
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il progetto “ENPI CBC Med – Jellyrisk”, per il monitoraggio e la mitigazione delle proliferazioni di meduse lungo le zone costiere del Mediterraneo, con il posizionamento di 3 reti sperimentali anti-meduse;
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il progetto “SIGAMP”, in fase di avvio, per il monitoraggio remoto dell’AMP, finanziato da Fondazione Telecom Italia, per il controllo di dati ambientali e socio-economici, gestiti da un web-gis concepito ad hoc.
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i progetti di ricerca e monitoraggio realizzati con ENEA, Università di Palermo, ISPRA, CNR-IAMC, CoNISMa;
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il progetto “PON Sicurezza”, finanziato dal Ministero dell’Interno, per il posizionamento, in fase di completamento, di videocamere di sorveglianza in tutte le isole;
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il progetto GERIN (GEstione delle RIsorse Naturali), realizzato con ENEA, per il riutilizzo e la ripiantumazione della Posidonia spiaggiata, con ottenimento del premio “Green Coast Award”, rilasciato in occasione di Coast-Expo 2013.
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il progetto “Pescatori e delfini”, per mitigare i potenziali conflitti tra mondo della pesca e cetacei, con il quale sono state riacquistate ai pescatori le reti danneggiate dai tursiopi;
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le attività di prevenzione e controllo in mare, con 4 unità navali operanti tutti i giorni, in estate, a supporto delle attività di sorveglianza effettuate dalle Autorità competenti (Guardia Costiera, Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza e Polizia di Stato);
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il servizio di guide dell’AMP sulle barche che effettuano trasporto passeggeri e crociere intorno alle isole;
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il “miglio blu di Marettimo”, una corsia protetta, lunga 1852 metri, per il nuoto libero e lo swimtrekking;
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la promozione del turismo responsabile e degli sport ecosostenibili, quali vela, windsurfing, kayak, swimtrekking, triathlon, cicloturismo, trekking, free climbing;
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la campagna di raccolta fondi dal nome “Io sto con l’Area Marina Protetta”
SITI IMMERSIONE LEVANZO
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SITI IMMERSIONE MARETTIMO
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SITI IMMERSIONE FAVIGNANA
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PROGETTO LIFE+12 NAT/IT/000937 “TARTALIFE”
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