Un’altra modesta ma significativa riconquista di territorio, almeno di quello abitato o percorso quotidianamente da tutti,l’azione si è svolta lungo via F. Filzi, strada obbligata per la viabilità isolana, sull’angolo di terreno che guarda il mare, lato destro (a salire).
Il terreno era incolto e la vegetazione spontanea eccessiva, i rischi connessi sono quelli di sempre, incendi durante il periodo estivo e nascondiglio ideale per rottami scomodi. Anche l’aspetto paesaggistico reclamava la sua parte.
Programmato da tempo, riteniamo di aver realizzato un intervento utile, ma c’è da restare sempre sorpresi e amareggiati dal doversi confrontare con i prodotti dell’inciviltà diffusa, vecchie impastatrici e sanitari di uso civile ne sono la prova.
Ancora una volta va citato Stefano Mandarano, ormai associato “onorario” e sempre disponibile con il suo mezzo per i lavori pesanti.
Infine un incontro inaspettato e misterioso, c’è voluta una ricerca in rete per saperne di più, la “Chalcides ocellatus” detto Tiraciatu, tradotto Il tirafiato è un piccolo rettile metà serpente e metà lucertola, si chiama così perché si diceva che veniva attratto dall’alito.
IL COMMENTO.
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L’avero scoperto il TIraciato mi sembra notizia fantastica, per nulla modesta. Speriamo che se ne trovino altri e che vivano in pace e si moltiplichino. Stromboli, la terra del teraciato. Attratti dal fiato del vulcano.
Bravissimi!