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La giunta comunale di Malfa presiduta dal sindaco Clara Rametta ha conferito la cittadinanza onoraria al professore svizzero Adrian Wolfgang Martin, artefice insieme alla moglie Regina, della Fondazione Salina, istituita nel 1976 e riconosciuta giuridicamente il 25 maggio del 1977(40 anni fa) con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana.

La cerimonia si è svolta nel Sala Congressi del Comune malfitano, alla presenza delle autorità civili e militari, di un pubblico numeroso composto dagli abitanti dell'isola di Salina e da una delegazione giunta dal Comune di Lipari. Si sono registrati momenti di grande e forte commozione sin dall'inizio della manifestazione specie quando è stato proiettato un servizio (trasmesso 20 anni fa dalla televisione liparese di Videolie e realizzato da Antonio Brundu), sulla figura di Adrian Martin e sull'attività della Fondazione Salina.

L'incontro (moderato dallo stesso Antonio Brundu, quale addetto culturale del Comune di Malfa e giornalista) è proseguito con l'intervento del Sindaco dott.ssa Clara Rametta , la quale ha espresso parole di plauso per la serie di iniziative concretizzate, in tutti questi anni, dalla benemerita Fondazione in favore degli isolani non solo di Salina, ma anche dell'intero arcipelago eoliano. Quindi ha preso la parola il rag. Nuccio Russo, secondo presidente della Fondazione Salina dopo il compianto sig. Giuseppe Cappadona di Leni il quale, per primo, ha apprezzato la disponibilità dei coniugi Martin ed ha consentito di concretizzare (con l'acquisto a suo tempo di una struttura con l'apporto finanziario di alcune Associazioni svizzere), una serie di attività svolte, in questi ultimi 40 anni, dalla medesima Fondazione per lo sviluppo culturale e sociale degli isolani e della gioventù locale.

Mario Virgona, presidente del Consiglio Comunale ha letto le motivazioni espresse nella delibera consiliare per il conferimento della cittadinanza onoraria al prof. Adrian Martin, il quale ha ricevuto dalla mani del Sindaco la pergamena insieme a due pubblicazioni (una sul Centenario del Comune di Malfa e l'altra sulla Bibliografia delle isole Eolie del prof. Giuseppe Arena di Messina). Motivazione: "Per l'impegno profuso, la particolare vicinanza e l'attenzione costante con cui ha condotto e conduce la sua opera nell'ambito della "Fondazione Salina" a sostegno dei problemi delle Isole Eolie e, in modo particolare, della comunità dell'isola di Salina. Malfa, 8 ottobre 2017".

E' toccato al Vice Sindaco Luciano Sangiolo consegnare un omaggio floreale alla signora Regina Martin. Inoltre è stata allestita una mostra di artigianato con oggetti e lavori domestici realizzati durante i corsi annuali. Alla fine è stato offerto un buffet di dolci eoliani a tutti i presenti. "La cittadinanza onoraria, anche se di un piccolo paese come Malfa attribuita ad una personalità come Adrian Martin – ha affermato Clara Rametta nel suo intervento - porta con sè tanti significati. Ovviamente quello di onorare una personalità a cui il nostro Comune e tutta l'isola di Salina devono molto, ma anche legare il suo nome al nostro paese per sempre. Per noi è un grande onore ma soprattutto è un attestato di stima e di affetto. Quando, nel 1978, ho conosciuto Adrian Martin capiì immediatamente che avevo di fronte una persona di profonda cultura e di grande sensibilità. Oggi è stata una grande emozione rivedere l'intervista fatta da Antonio Brundu nel 1997. È stato bellissimo rivedere e sentire quelli che erano i suoi pensieri nei confronti dell'isola e degli isolani. Personalmente ho solo un rammarico: penso che gli isolani avrebbero dovuto fare tesoro ed ascoltare di più tutti gli insegnamenti che Martin ha tentato di trasmetterci. Ricordo tanti incontri che facevamo dove lui cercava di sensibilizzare di più sull'agricoltura e sulle tradizioni isolane. All'epoca non era capito tanto per quelle cose che lui ci voleva trasmettere.

Oggi i tempi sono cambiati. Salina sta incominciando, secondo me, a capire e a valorizzare tutte quelle cose che lui diceva tantissimi anni fa. Si doveva fare più tesoro degli insegnamenti che Adrian Martin aveva cercato di trasmetterci attraverso i suoi discorsi sull'importanza delle attività agricole e tradizionali. Ma per fortuna la Fondazione ha, tutt'ora, un ruolo notevole nell'isola di Salina e noto con grande piacere che, negli ultimi anni, c'è stata molta più partecipazione ai corsi organizzati dalla Fondazione medesima. Vedo anche il rag. Nuccio Russo sta facendo un ottimo lavoro. Per me è stato veramente un grande onore la manifestazione di oggi. Sono veramente felice. Saluto a tutti. Ora passo la parola al presidente del consiglio Mario Virgona per la lettura della delibera consiliare sulla cittadinanza onoraria tributata al prof. Adrian Martin", il quale ha donato una copia del suo libro "Giano di Napoli" (seconda edizione) alla Biblioteca Comunale di Malfa.

L'intervento di Adrian Martin:

"Un vivo e cordialissimo "Grazie" per il grande onore che il vostro Comune ha voluto conferirmi nominandomi "Cittadino Onorario" di Malfa- ha detto nel suo discorso Adrian Martin-. Questa onoranza acquista un particolare ed alto significato per me sulla mia presenza 55enne su questa amata isola di Salina. È proprio il nobile gesto dei cittadini di Malfa che mi completa come cittadino di tutta l'isola. Ciò pare pure di riflettere la mia idea di sempre che Salina non sarebbe un conglomerato di tre entità estranee tra loro, ma una realtà indissolubile di tre individualità diverse, ma affini. L'isola si può paragonare ad un trio composto da tre strumenti musicali dei quali ognuno ha il suo carattere personale, ma proprio insieme suonano una musica incantevole ed incomparabile. Da mezzo secolo e con viva partecipazione ho seguito la vita di ognuna delle tre comunità. Guardando "Malfa" in particolar modo mi dava sempre nell'occhio la speciale e marcata capacità dei suoi cittadini di sviluppare una serie impressionante di iniziative private che hanno fatto rifiorire tutto il paese dopo il periodo di depressione causato dalla filossera e dall'emigrazione.

La coraggiosa Malfa non si è arresa alle avversità dei tempi di crisi, ma ha saputo vincere lo storico calo economico del secolo scorso con la sua instancabile volontà di rinascita. Ho ammirato sempre questo esemplare spirito imprenditoriale che è alla base della ripresa economica del Comune. A Malfa ho visto nascere i primi alberghi di spicco. Ho visto nascere aziende, negozi, officine e servizi di ogni tipo. Per comprare della merce particolare oltre gli alimentari più elementari si andava a Malfa. Lo stesso per trovare ferramenta e materiale ed apparecchi elettrici ed altro ancora. Ho ammirato sempre questa comunità di Malfa, che è stata protagonista della ripresa economica, grazie alla creatività della sua popolazione. Non dobbiamo dimenticare gli interessi e le attività culturali che sono nati pure a Malfa tra le quali l'Associazione "Didime 90", che ha stimolato in modo particolare la vita culturale di tutta l'isola e che, oltre l'effetto di gran valore, ha arricchito anche un turismo elevato. Poi bisogna dare un particolare risalto alla creazione di una Biblioteca Comunale sorprendente e straordinaria.

È stata organizzata in modo molto saggio e previdente ed offre ai visitatori aspetti molto ricchi di libri di ogni tipo. Infine tra tante virtù, doti e meriti dei malfitani c'è la produzione di vini spettacolari. Anche per un amatore del buon vino come me era sempre un pellegrinaggio annuale obbligatorio la visita a Malfa per l'acquisto di una quantità di vini rossi e bianchi e di una serie di bottiglie di malvasia deliziosa e favolosa. Ho seguito con particolare interesse lo sviluppo impressionante della viticultura e della produzione secondo metodi moderni. Ci sarebbero ancora da elencare tanti altri pregi e precedenze di questo Comune, ma non voglio prolungarmi con fatti che i gentili ascoltatori conoscono meglio di me. Vorrei terminare il mio piccolo discorso rinnovando l'espressione della mia profonda riconoscenza per il grande onore che le autorità di Malfa mi hanno voluto tributare. Ne sono molto grato e commosso. Posso solo ripetere il mio grande "Grazie ,Grazie, mille Grazie"! Tanti auguri per un prospero futuro. Grazie anche a tutti gli intervenuti per avermi onorato con la loro presenza! Evviva Malfa! 

Nella foto di Guglielmo La Mancusa, da sinistra Luciano Sangiolo, Flandrina Martin, Conradin e Flurina (figli di Flandrina Martin), Regina ed Adrian Martin, Clara Rametta ed Antonio Brundu

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di Antonio Brundu

Il Ricordo

liv 640x480L’INTERVISTA DI ANTONIO BRUNDU A IDA ABATE NEL 2007 SU ROSARIO LIVATINObrund 640x480

Stralcio intervista di Antonio Brundu alla prof.ssa Ida Abate, docente di latino e greco di Rosario Livatino (Canicattì – Agrigento – ottobre 2007).

-          D. Prof.ssa Abate, lei in questi anni ha partecipato a numerosi incontri sul giovane giudice Rosario Livatino assassinato, nel 1990, dalla mafia agrigentina. Ci può parlare di questa figura così singolare ed importante per trasmettere un messaggio ai giovani?

-          R. Rosario Livatino è diventato un punto di riferimento per i giovani, ma direi per tutti. L’ho conosciuto da studente al Liceo Classico, l’ho seguito quando frequentava l’Università ed anche dopo la laurea. Mi ricordo bene che nelle sue agende c’era sempre un dato: pendenza zero, sia quando lavorava all’Ufficio Registro che nella Magistratura. Ciò vuol dire che faceva esclusivamente il suo dovere con impegno e fedeltà, ben sapendo a quali rischi andava incontro. Penso che, se ognuno nel proprio campo, cercasse di adempiere con senso di responsabilità il proprio dovere sino in fondo al servizio degli altri, io credo che le cose potrebbero cambiare e migliorare. Molto spesso concludo i miei discorsi ai giovani ricordando quello che Robiland (regista del film “Il giudice ragazzino”) disse nel 1994: “Questa nostra Italia, paese dei furbastri, dei pulcinella, dove ha la meglio chi grida più forte, è anche l’Italia dei Livatino e dei Saetta, di quegli eroi sommersi, ignorati, che non fanno notizia, perché si muovono senza retorica e senza fanfàre. Gente che compiono il loro dovere, giorno dopo giorno, con fedeltà, con coraggio ed anche con paura specie nel campo della magistratura. La salvezza dell’Italia è nelle loro mani”. La salvezza dell’Italia – afferma Ida Abate – è anche nelle nostre mani, dico ai giovani, nella misura in cui ognuno, oggi come studenti, domani in tutti i campi in cui si possa essere inseriti, si faccia veramente, la propria parte, in quel modo così come Rosario Livatino visse quella che per lui era una missione. Certo dispiace molto che abbia perso la vita in quel modo, con quello sparo in bocca, come a dire “ Devi tacere per sempre”; però non hanno fatto i conti con qualcuno, che vede molto più di noi poveri uomini! Oggi, però, Rosario Livatino parla tanto, quanto mai avrebbe parlato in vita.

-          D. In realtà la mafia quando uccide una persona come ha fatto in passato, non fa altro che ampliare il messaggio che la stessa vittima voleva esprimere e ne rafforza il contenuto ed il significato.

-          R. Si, nonostante tutto. Un ragazzo di una Scuola Media, in un concorso, ha scritto che la mafia ha fatto autogoal nel caso specifico. Effettivamente è un messaggio che si diffonde dappertutto e mi arrivano delle lettere molto belle. Ho ricevuto recentemente una del Sindaco di Quarrata, in Provincia di Pistoia. Le ho fatto pervenire il film di Salvatore Presti “Luce Verticale. Rosario Livatino. Il martirio”. Lei mi ha risposto e mi ha inviato uno scritto, dove pone in risalto quel volto giovane, quella serietà, quell’impegno che parlano al cuore dei giovani.

-          D. Quando il Santo Padre Giovanni Paolo II° è venuto in Sicilia, ad Agrigento, si è incontrato nel Palazzo Arcivescovile con i genitori di Rosario Livatino e lì cosa è accaduto?

-          R. Ero presente, presenti i genitori, il Cardinale Pappalardo ed il nostro Vescovo. Il Papa ha detto semplicemente e testualmente così: ”E’ uno dei martiri della giustizia ed indirettamente della fede”: Solo questo. Poi credo che ci sono stati studi, convegni, perché si è pensato che si potesse allargare, da parte di Giovanni Paolo II°, il concetto di martirio, quale martire della fede e martire della carità.

                                                                                                                                                                               

 

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