di Antonio Brundu
L’essenza della vita della nostra esistenza attraverso la poesia a livello umano e cristiano.
La forza ispiratrice di Italo Toni continua a donarci opere letterarie e poetiche che non conoscono soste e pause e che ci trasportano, come in un fiume dove l’acqua scorre limpida e pura.
L’autore ci presenta in questa pubblicazione a livello poetico più di settanta poesie che abbracciano argomenti diversi e vari e ci indicano una strada illuminata da versi e rime che ci fanno comprendere meglio la realtà nella quale ci troviamo e che dobbiamo affrontare, giorno dopo giorno, in un mondo dove il tempo trascorre veloce e diventa difficile ponderare i momenti esistenziali del nostro vivere quotidiano. Il passato, il presente e il futuro vengono proiettati come in uno schermo che ci chiarisce tanti aspetti difficili da intendere e da interpretare quali “segni dei tempi”.
Ecco perché il passato serve come base fondamentale per conoscere e per capire il presente e a preparare il futuro, con l’auspicio e con la volontà di non commettere gli stessi errori, ma da consolidare quei valori umani e cristiani che sono la radice di sostentamento della nostra essenza vitale. Non a caso il cielo, la natura, il mare, i monti sono colmi di tanti colori e di innumerevoli sapori che arricchiscono i nostri sentimenti e fanno penetrare l’amore dentro i nostri cuori. Solo così, anche se trascorrono gli anni, coloro che sanno amare non saranno dimenticati mai; ed anche se il nostro animo e la nostra mente sono tormentati da tanti pensieri
e da tante situazioni avverse che, spesso, pensiamo di non potere superare. A tal proposito anche il legame, l’affetto e il rispetto verso gli animali ci potranno aiutare molto a superare la molteplicità delle problematiche quali essere viventi su questa terra. Così come il cane è diventato amico fedele dell’uomo, che ascolta e comprende, con la sua sensibilità direi umana, lo stato d’animo specie del proprio padrone. E Dio gli ha dato una forma di saggezza e di buon senso che gli consente di non abbandonarlo mai. Ma l’esempio più grande ed eccelso che Dio ha voluto dare agli uomini è la presenza di Gesù nel mondo allorquando, alcuni millenni fa, è nato in una grotta di Betlemme, nella più totale povertà, semplicità ed umiltà: è nato su questa terra per darci il suo Amore infinito e per redimerci dai peccati.
In realtà Gesù ci ha lasciato una primavera eterna già su questa terra; non a caso, ogni anno, questa stagione si ripete, puntuale, con il risveglio della natura in tutta la sua bellezza e il suo splendore, con il germogliare dei fiori che, poi, porteranno tanti frutti.
Così il sole entra nelle case e riscalda i cuori della gente, specie dei bambini. Nelle piante spuntano, come sempre, le nuove gemme e gli anziani pensano al tempo trascorso in fretta, che ha portato via gli anni della fanciullezza, della gioventù e della spensieratezza. Con il risvegliarsi della vita naturale, si spande, per l’aria, il profumo dei fiori e le fanciulle e le giovani ragazze si prendono per mano e camminano con gioia, felicità ed allegria nei prati e lungo i sentieri naturali. Di notte, poi, nel cielo delle Eolie, le stelle appaiono nitide, chiare e lucenti e, negli occhi degli innamorati, s’intravvedono le meraviglie del creato.
In autunno cadono le foglie dai rami degli alberi e la vegetazione e gli animali del bosco vanno in letargo, alla ricerca di un rifugio e del calore prima che sopraggiunga il rigido freddo invernale, in attesa del bel tempo e della dolce stagione. Una stagione che sognano sempre numerosi eoliani, coloro che hanno dovuto lasciare le isole e sono emigrati nelle Americhe e in Australia tanto tempo fa. Quanti vorrebbero ritornare nelle isole natie, ivi compresi i figli e nipoti che sono nati in terre lontane per rivedere le persone care, gli amici e i luoghi delle loro radici originarie: terre così lontane che sono sempre rimaste impresse nella mente e nel cuore e tanto sentono la necessità e il bisogno di potervi fare ritorno, un giorno, per riallacciare il legame con le proprie isole e così attenuare quel vuoto che si è venuto a creare nel profondo del loro animo, specie per la lontananza dai famigliari e dalla propria madre, della quale si avverte il suo profumo respirato sin dalla nascita e, con il tempo che passa, non si attenua e non svanisce, ma si assorbe sempre più forte e più intenso. L’autore tocca tasti dei sentimenti più reconditi e intimi che ci fanno, nel medesimo tempo, commuovere e gioire e ci danno la forza e il vigore per sedimentare, accettare e continuare la nostra esistenza terrena.
Dopo il Gemellaggio tra i Comuni di Leni (isola di Salina, Eolie) e quello di Ischia, avvenuto nel settembre del 2013, L'Amministrazione Comunale di Leni ha voluto intitolare, nella frazione di Rinella, una strada ai fratelli Sanfilippo (Gaetano, Giuseppe e Antonino), solfatari d'uva. Tutto è scaturito dalla vicenda dei tre fratelli eoliani, i quali, nel 1854, sono partiti dall'isola di Salina e sono emigrati ad Ischia, dove qui hanno risolto il problema della malattia che aveva colpito, all'epoca, i vitigni. Con l'evento del Gemellaggio le due comunità hanno voluto evidenziare questa storia, che era stata dimenticata. Uno dei fratelli Sanfilippo (Gaetano), nel 1857, ha fatto realizzare, a 500 metri dal porto di Ischia, una edicola votiva con una immagine della Madonna del Terzito, che si venera, appunto, nell'isola eoliana. E mentre ad Ischia l'Amministrazione Comunale, dietro un sollecito del sig. Pietro Di Noto Morgera, ha ristrutturato l' edicola votiva inaugurata il 6 settembre del 2013, quella del Comune di Leni ha ritenuto opportuno dedicare una via ai tre fratelli proprio a Rinella. L'evento, svoltosi il 9 agosto scorso, ha avuto due momenti: uno al mattino con la celebrazione della Santa Messa (celebrata da P. Alessandro Lo Nardo) nella chiesa di San Gaetano in suffragio dei fratelli Sanfilippo alla presenza, tra l'altro, del Sindaco del Comune di Leni Riccardo Gullo, del Sindaco del Comune di Malfa Salvatore Longhitano, del vice sindaco del Comune di Santa Marina Salina Domenico Arabia, del vice sindaco del Comune di Leni Agata Pollicino, del consigliere comunale di Ischia Luigi Di Vaio, di Pietro Di Noto Morgera (sempre di Ischia), delle autorità militari, del comandante della Guardia Costiera di Salina Marco Miuccio, del Capo Servizio Guardie Provinciali Riserva Naturale di Salina Elio Benenati, dell' ammiraglio Domenico Picone, della Compagnia Teatrale Ischitana e di isolani e turisti. Subito dopo si è svolta la cerimonia dell'intitolazione della strada ai tre fratelli in prossimità della loro antica abitazione oggi non più esistente. Madrina dell'evento è stata l'attrice teatrale Marina Ascione che, insieme alla bambina ischitana Roberta Di Vaio hanno scoperto la lapide dell'intitolazione. In prima serata, nella piazza antistante la chiesa di San Gaetano è avvenuta la rappresentazione teatrale dei giovani ischitani dal titolo "Di vino, di mare e di zolfo" per la regia di Salvatore Longa e le musiche di Antonio Monti, in ricordo, appunto, dei fratelli Sanfilippo.
(Nella foto di Antonio Brundu- Rinella, Comune di Leni (9 agosto 2015): da sin. Elio Benenati, Domenico Arabia, Salvatore Longhitano, Luigi Di Vaia, Riccardo Gullo, Maria Giuffrè, P. Alessandro Lo Nardo, Pietro Di Noto Morgera, Tina Pollicino, il diacono Pippo La Rosa e l'ammiraglio Domenico Picone).