Stromboli - L'attrice Angela Finocchiaro ha recitato "Il Bagaglio in fondo al mare" di Fabio Famularo.
Nell'incantevole scenario notturno del Sagrato della chiesa di San Bartolomeo della contrada di Piscità a Stromboli ieri sera è andato in scena "Milioni di passi e il Bagaglio in fondo al mare".
Sulla piccola scalinata in pietra lavica della porta principale della grande Chiesa, artisti, attori, gente del luogo e volontari di Medici senza Frontiere con grande trasporto hanno letto alcune storie di viaggi di speranza alla ricerca di una vita migliore.
La gente molto numerosa ha seguito l'intera serata in religioso silenzio talvolta emozionandosi e in certe occasioni anche commuovendosi per le incredibili storie.
Il racconto del libro "il bagaglio in fondo al mare" di Fabio Famularo edito da Edizioni Strombolibri ha tenuto tutti i presenti col fiato sospeso. Tutti interessati e curiosi di sapere la storia di una famiglia strombolana, quella di Gaetano Famularo di Maria Tesoriero e del loro figlio Domenico, che nel Luglio del1956 lasciano la loro amata Isola di Stromboli e la loro Terra eoliana per imbarcarsi sulla grande e bellissima nave Andrea Doria in rotta verso gli Stati Uniti.
Non solo il viaggio che si concluderà tragicamente con il naufragio del grande transatlantico italiano, ma tutta la loro storia fin da quando decisero di partire per New York ha dell'incredibile, un lungo periodo di attesa tribolata che passa tra il desiderio di partire e quello di restare, tra le eruzioni vulcaniche e la guerra, fino agli anni della carestia.
La magnifica serata si è conclusa con tanti applausi per tutti coloro che hanno recitato in particolare per l'attrice Angela Finocchiaro e per l'autore del libro Fabio Famularo.
di Fabio Famularo
Il giorno prima della sua partenza, lo riservai alla scalata al vulcano. Partimmo poco prima del tramonto in una calda giornata primaverile e cominciammo subito ad attraversare la contrada di Piscità, passando dalla chiesa di San Bartolomeo per poi affrontare il sentiero che conduceva all'osservatorio. Lungo il percorso ci fermammo tante volte, tutto era bellissimo, dall'atmosfera che ci circondava, ai colori del tramonto, agli odori che la rugiada della sera sprigionava lungo la via.
Quando giungemmo all'osservatorio, era già buio e la notte si era completamente impadronita di ogni cosa. Accesi subito la lampada a petrolio e poi dissi a Mario, che in attesa di continuare il nostro cammino ci saremmo fermati per una breve sosta. Lui si sedette senza mai perdere di vista il vulcano e in religioso silenzio si mise ad aspettare. Io invece mi allontanai giusto qualche metro affacciandomi sul precipizio che dava sul mare. La serata era bellissima, una leggera brezza aveva ripulito completamente il cielo e le stelle, che a migliaia brillavano nell'oscurità, si potevano quasi contare una ad una. L'aria che proveniva dal mare era umida e fresca, smuoveva i canneti e le ginestre come se volesse confondere i nostri pensieri.
Il mare era piatto, calmo, quasi immobile e la linea dell'orizzonte era costellata dalle centinaia di lucine rosse che provenivano dalle campane delle spadare. Erano dei piccoli lampioncini a petrolio utilizzati dai pescatori per segnalare la presenza delle reti alle grandi navi che passavano lungo quella rotta. Anche a distanza di miglia, spinto dal vento, si poteva sentire il crepitio di quelle fiammelle e l'odore delle lampade a petrolio. Immaginavo con grande nostalgia tutti i pescatori che in quel momento, sulle proprie barche uno vicino all'altro si raccontavano le loro storie di mare, fatte di leggende, imprese memorabili e pesche miracolose. Quasi mi sembrava di sentire quelle voci, e desiderai tanto essere lì. Mario, se ne stava fisso a guardare il vulcano, in silenzio, nel buio più assoluto. Io, al contrario, ero completamente rapito dal mare. Il luogo dove c'eravamo fermati era veramente unico e ogni volta che ci andavo, non sapevo mai in che direzione guardare. Da una parte il mare sconfinato, le barche, i gabbiani, dall'altra il vulcano, enorme, maestoso, colorato, vivo. La maggior parte delle volte orientavo lo sguardo verso Iddu. Il vulcano era come una calamita, non potevo fare a meno di osservarlo, ma quella notte il mare si era impadronito dei miei occhi e sembrava scorrere dentro le mie vene, attraversandomi tutto il corpo.
Poi, all'improvviso, si sentì un boato gentile e il cielo, in un attimo, si colorò completamente di rosso squarciando il buio della notte. I lapilli cominciarono a salire alti nel cielo quasi a superare le stelle e anche oltre, sembravano sospesi nell'aria e disegnavano traiettorie diverse che illuminavano la montagna. Un attimo dopo eccoli ricadere uno ad uno verso la terra e come inghiottiti nuovamente dal vulcano, scomparire per far tornare il cielo buio e ammantato di sole stelle.
I lapilli cominciarono a scivolare lungo la Sciara del Fuoco e il loro rumore li faceva somigliare a un fiume che scorre verso il mare. Proprio il mare li avrebbe accolti per poi modellarli, e quando uno di essi si tuffava tra le onde, si sentiva l'acqua ribollire.
Mario era rimasto incantato, senza parole, mi disse soltanto: "Lasciami qua". Cercai di convincerlo ad andare ancora più su, fino ai crateri, ma egli rimase immobile sempre nello stesso punto e non volle sentir ragione.
Non ci fu modo di persuaderlo e lì, affascinati da altre decine di eruzioni, restammo tutta la notte fino alle prime luci dell'alba.
di Luca Bussoletti
Si può vivere senza elettricità? Di certo si può fare arte e lo dimostra ormai da tre edizioni (ne esiste, infatti, anche una "zero" che noi contiamo) la Festa del Teatro Eco Logico. Dal 12 al 19 luglio, presso l'affascinante isola di Stromboli, si alterneranno decine di artisti tra teatro, lettura, danza e concerti di vario genere. Una performance lunga otto giorni accomunata dall'assoluta "acustica naturale" e dal tema dello straniero. Vediamo meglio di cosa si tratta. A spiegare qualcosa di più sulla seconda edizione della Festa del Teatro Eco Logico è il Direttore Artistico Alessandro Fabrizi: "Quest'anno il centro di tutto è la figura dello straniero (l'estraneo, il profugo...) e il tema dell'appartenenza (a un luogo, a una cultura, a una lingua) e della proprietà (di cosa possiamo dire " è mio"?). Fin dal titolo vogliamo ricordare un famoso straniero, l'italo-americano Frank Sinatra nel centenario della sua nascita, che incise una canzone dedicata a Stromboli, inizialmente concepita come colonna sonora dell'omonimo film di Rossellini. Alla protagonista del film, la profuga Karen, è dedicata un'Ode a Karen (15 luglio) dall'artista svedese Marie Ohrn, che vuol essere anche un omaggio a un'altra famosa straniera che avrebbe compiuto 100 anni quest'anno: Ingrid Bergman. Tra gli altri eventi in programma: seminario per voce e testo di Metodo Linklater (con Nuria Castano Gutierrez, Oliver Mannel e Natsuko Ohama); la straordinaria storia di Samia Yusuf Omar raccontata da Isabella Ragonese dal libro di Giuseppe Catozzella (14 luglio); un'indagine sui temi della Tempesta di Shakespeare nell'eco delle parole di Anna Maria Ortese con Anna Bonaiuto e Nadia Fusini (18 luglio); l'amore fra "stranieri" di Medea e Giasone (16 luglio); performance per pianoforte e voce dal Pranzo di Babette di Karen Blixen (16 luglio); un monologo tratto dal nuovo libro di Concita De Gregorio interpretato da Elodie Treccani e poi ancora un concerto teatro con le canzoni di Pop Therapy di Bussoletti intervallate da letture del suo blog Crescere Nerd. Incontri di tango, concerti di musica classica, jazz, pop e alternative; danza contemporanea sulla spiaggia con Giorgio Rossi (14 luglio), laboratori per i bambini della Scuola in Mezzo al Mare; realizzazione di un orto sinergico di erbe curative; una lettura condivisa di storie di profughi in collaborazione con Medici Senza Frontiere per la campagna #Milionidipassi (19 luglio); laboratorio di giornalismo ambientale con la scuola dei Giornalisti nell'Erba... e una notte (17 luglio) dedicata alle stelle e alle loro storie!".
Se avevate desiderio di visitare Stromboli, questa è l'occasione ideale. Che arrivi dal sole estivo o dal bagliore dei fuochi notturni, non mancherà luce che vi mostri quanto amore ancora ci sia per l'arte e per i suoi fruitori.
di Luca Maurelli
Spettacoli senza luci, ma con l'illuminazione naturale della luna, senza microfoni ma con le voci vere scolpite nell'ugola e quel leggero tocco di raucedine che non guasta, su un palcoscenico che cambia luogo e conformazione, lo scoglio, la spiaggia, le pendici del vulcano. E in scena, artisti veri, attori, ballerini, cantanti, spogliati dagli orpelli tecnologici davanti al cono dello Stromboli, come in un rito di purificazione da un inverno di fiction televisive e politiche, di esibizioni virtuali sui social e di arte dell'inganno consumata sui media e nella vita reale. La festa del Teatro ecologico di Stromboli, dal 12 al 19 luglio, in 8 giorni di performance dal vivo e ad ingresso libero, con decine di artisti da tutto il mondo, svelerà l'altra faccia del mondo dello spettacolo, quella dell'improvvisazione, non del copione ma del contesto. Di sera in sera, la luce bisognerà cercarsela, al massimo riesumando antiche lampare dei pescatori che il "light designer", nonché attore, Hossein Taheri, è andato a scovare in una lontana fabbrica del nord dove custodivano attrezzi di illuminazione ormai tramandati solo nella tradizione orale di chi va per mare.
Al centro della II edizione del festival è la figura dello "straniero", (l'estraneo, il profugo...) e il tema dell'appartenenza (a un luogo, a una cultura, a una lingua) e della proprietà (di cosa possiamo dire " è mio"?). Ma il simbolo è Frank Sinatra, lo "stranger in the night" da celebrare, nel centenario della sua nascita. Sinatra incise una canzone dedicata a Stromboli, inizialmente concepita come colonna sonora dell'omonimo film di Rossellini. Alla protagonista del film, la profuga Karen, è dedicata una Ode a Karen (15 luglio) dall'artista svedese Marie Ohrn, che vuol essere anche un omaggio a un'altra famosa straniera che avrebbe compiuto 100 anni quest'anno: Ingrid Bergman. Tra gli altri eventi in programma: seminario per voce e testo di Metodo Linklater (con Nuria Castano Gutierrez, Oliver Mannel e Natsuko Ohama); letture da Lo Straniero di Albert Camus (13 luglio) e dalle Argonautiche di Apollonio Rodio l'amore fra "stranieri" di Medea e Giasone (16 luglio); performance per pianoforte e voce dal Pranzo di Babette di Karen Blixen (15 luglio), nel corso della quale una cuoca "straniera" (è veneta) di Stromboli cucinerà una sua specialità e poi ancora workshop di tango, concerti di musica classica, jazz, pop e alternative; danza contemporanea sulla spiaggia (14 luglio), laboratori per i bambini della Scuola in Mezzo al Mare; realizzazione di un orto sinergico di erbe curative; una lettura condivisa di storie di profughi in collaborazione con Medici senza Frontiere (19 luglio) e il progetto "#milionidipassi"; laboratorio di giornalismo ambientale con la scuola dei Giornalisti nell'Erba e una notte (17 luglio) dedicata alle stelle e alle loro storie.
Il grande regista del festival è Alessandro Fabrizi, che inquadra così il contesto nel quale ha dato vita alla formula del teatro "ecosostenibile": «C'è un invito di ecologia, per rispettarlo e renderlo protagonista, per mettersi in relazione con quel paesaggio e dialogarci, invitandolo a farsi "scena" della performance. L'anno scorso Laura Mazzi ha letto le poesie che Emily Dickinson scrisse sui vulcani e sul sole proprio ai piedi del vulcano e a poche centinaia di metri dal cratere che ha attivamente partecipato alla performance con le sue eruzioni, su una piattaforma a picco sul mare, difronte al sole che iniziava la sua discesa. E al termine dell'ultima poesia, il sole ha toccato, davanti a tutti noi, l'orizzonte fra cielo e mare, dando inizio al tramonto. Di chi è stata la regia di questo evento? Ecologia, natura, è questo il gioco». E quest'estate si ricomincerà a giocare (Secoloditalia.it).