A Roma, in piazza Montecitorio e davanti al ministero delle Politiche agricole, protestano i pescatori. Nutrita anche la schiera dei rappresenti provenienti dalle isole Eolie. Si tratta della prima manifestazione che sia stata mai organizzata dall’Alpaa, segno tangibile del mutamento d’orizzonte dell’associazione. Tra le questioni, la più impellente è rappresentata dalle quote di pesca del tonno rosso. Di cosa si tratta? “L’Europa– spiega il presidente dell’Alpaa – sulla base del pescato nel 2000, assegnò all’Italia una quota pari a 1.950 tonnellate. Successivamente, con diversi decreti, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha di volta in volta stabilito la ripartizione di tale quota. Un fatto che può sembrare strano, ma che in realtà rientra nella norma: se infatti all’Unione europea spetta la gestione complessiva delle quote, i singoli paesi decidono criteri e modi per attribuire le quantità da pescare ai diversi sistemi e alle singole unità di pesca, intese come imbarcazioni”.
I ministri che si sono succeduti hanno adottato sempre lo stesso criterio, privilegiando le poche (grandi) realtà a danno delle (tante) piccole. Senza dimenticare tutte le altre questioni, non meno importanti, come la richiesta di una deroga temporanea, fino al 31 dicembre 2015, dei vincoli previsti dalla normativa per l’utilizzo delle piccole reti prodotte con maglia non superiore ai 18 centimetri. Deroga richiesta proprio per dare la possibilità ai piccoli pescatori, anch’essi colpiti dalla crisi, di avere più tempo per riconvertire le reti e mettersi in regola con le disposizioni comunitarie. I promotori della protesta chiedono anche di rivedere i criteri atti a individuare nuovi ambiti territoriali in cui adottare piani sperimentali per la pesca speciale del “rossetto”, coinvolgendo in particolare quelle aree dove tale pesca assume caratteristiche tipiche, connesse alle tradizioni del territorio. “È evidente – conclude Rotella – che ci troviamo in presenza di rivendicazioni tutte dettate dal buonsenso, condivise da intere comunità e amministrazioni locali, ma che non riescono ancora a trovare nel governo interlocutori sensibili”.
Foto di Sandro Biviano