Vulcano - Continua la saga giudiziaria tra la Geoterme Srl e il Comune di Lipari relativamente alla famosa pozza dei fanghi, ormai chiusa da tre anni in quanto sottoposta a sequestro penale disposto dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ed infatti, il CGA di Palermo ha accolto l’appello cautelare proposto dalla Geoterme, difesa dall’avvocato Luciano Scoglio. Il Collegio ha ritenuto indispensabile sospendere la sola ordinanza di demolizione n. 19/2021 in quanto le problematiche relative alla preventiva adozione del Pue, previsto dall’art. 68 NTA al PRG di Lipari per la zona interamente ricadente nella fascia dei 150 metri dal mare, meritano l’approfondimento che solo la fase di merito, che si auspica sollecita, possa garantire.
In questa fase del giudizio il Comune non si è costituito, non opponendo, quindi, alcuna contestazione alle richieste della società appellante, a differenza delle fasi precedenti in cui, costituendosi a difesa, aveva ottenuto tre provvedimenti favorevoli.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha rigettato, seppure parzialmente, l’appello proposto dalla Geoterme S.r.l., di Vulcano, amministrativa da Gustavo Conti e difesa dall’avvocato Luciano Scoglio, contro il Comune di Lipari, rappresentato dagli avvocati Salvatore Leone e Luca Zaia, per la riforma della sentenza del Tar di Catania che, relativamente alla riqualificazione dell’area termale dei fanghi aveva statuito, in accoglimento delle difese dell’Ente, che per che per la pratica edilizia in questione non potesse formarsi il silenzio-assenso considerato che “…le opere necessarie alla valorizzazione termale si attuano attraverso la formazione di un Piano urbanistico esecutivo (Pue) o un progetto unitario esteso all’intera zona …”.In sede di appello, il Cga ha respinto la domanda principale avanzata dalla Geoterme sul presupposto che il “…silenzio – assenso non possa trovare applicazione per l’assorbente ragione che l’area è soggetta a vincolo paesaggistico, e in materia paesaggistica è vietato il silenzio assenso…”.
Ed ancora, la domanda proposta in via subordinata è stata parzialmente accolta, tuttavia, non nel senso indicato dall’appellante (che pretendeva dal giudice la dichiarazione che il permesso di costruire non deve essere preceduto dal PUE ex art. 68 n.t.a. del PRG) ma nel senso che la sentenza impugnata non poteva stabilire che il piano di recupero è necessariamente prodromico all’esame della richiesta del titolo edilizio, dovendosi il giudice di prime cure limitarsi ad ordinare al Comune di provvedere sulla domanda entro il termine assegnato. La controversia è destinata, comunque, a continuare considerato che la Geoterme ha già impugnato i conseguenziali provvedimenti amministrativi emessi dal Comune di Lipari.
A Vulcano, nelle Eolie, nel laghetto termale famoso in tutto il mondo, la società che lo gestisce ha eseguito lavori di riqualificazione grazie al “silenzio assenso”, ma dopo un contenzioso con il Comune, si pronuncia il Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo sottolineando che “c’è il vincolo paesaggistico e sono vietati”. A rivolgersi al Cga è stata la Geoterme, rappresentata dall’avvocato Luciano Scoglio, mentre il Comune di Lipari è stato assistito dagli avvocati Salvatore Leone e Luca Zaia.
Il Cga ha rigettato, seppure parzialmente, l’appello proposto, per la riforma della sentenza del Tar di Catania che, relativamente alla riqualificazione dell’area termale dei fanghi, aveva sancito, in accoglimento delle difese dell’Ente, che per la pratica edilizia “non potesse formarsi il silenzio-assenso considerato che le opere necessarie alla valorizzazione termale si attuano attraverso la formazione di un Piano urbanistico esecutivo (Pue) o un progetto unitario esteso all’intera zona”.
Il Cga ha respinto la domanda principale avanzata dalla Geoterme sul presupposto che il “silenzio-assenso non possa trovare applicazione perché l’area è soggetta a vincolo paesaggistico, e in materia paesaggistica è vietato il silenzio assenso”. Geoterme ha già impugnato i provvedimenti amministrativi emessi dal Comune per il ripristino dello stato dei luoghi.
Nel laghetto termale che è sotto sequestro dall’estate 2019, la ditta aveva realizzato -grazie al silenzio assenso - una recinzione lungo l'area del 'mare che bolle' (ANSA)
NOTIZIARIOEOLIE.IT 24 GIUGNO 2020
Il gup del tribunale di Barcellona Salvatore Pugliese ha convalidato il sequestro dell'area che interessa il laghetto termale.
Vulcano - Lavori abusivi al laghetto termale e l'assessorato regionale all'energia contesta anche il pagamento di 4 euro (con nuovo aumento: prima era 2,50) che la società Geoterme che lo gestisce fa pagare ai turisti.
Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Noe e dell'isola di Vulcano collaborati, dalla guardia di finanza, dalla guardia costiera e dalla polizia municipale su input della procura della Repubblica di Barcellona che dopo averlo nominato ha fatto intervenire anche il ctu. Si è anche proceduto a denunciare l'amministratore della società e nominato un custode giudiziario.
Contestata in particolare una recinzione lungo l'area del mare che bolle per evitare un accesso gratuito e modifiche varie apportate nell'area adiacente. Tutto questo in un luogo di vincolo assoluto ove - secondo le contestazioni - non si può procedere con il silenzio assenza anche in mancanza di comunicazioni del Comune o di altri enti, considerato che il demanio aveva rigettato l'istanza.
La società dopo i lavori aveva riaperto il laghetto termale da qualche giorno.
20 LUGLIO 2019
In piena stagione turistica la Regione (assessorato energia) intima alla società che gestice il laghetto termale "o tutti entrano gratis sia gli isolani che i turisti, oppure sarà intimata la chiusura immediata".
Dopo una indagine effettuata dai carabinieri, su input della procura della Repubblica di Barcellona si è accertato che dalla gestione i benefici sono solo della società che fa capo alla famiglia Conti che per l'ingresso nella "pozza miracolosa per la pelle" fa pagare un ticket. Tra l'altro non esiste una concessione, e la stagione si può salvare solo se in attesa di una gara per stabilire chi dovrà gestirla si decida di far entrare tutti gratuitamente. Lunedi' il sindaco Marco Giorgianni a Palermo avrà un incontro con i dirigenti regionali per cercare di trovare una soluzione per evitare un nuovo danno turistico, già in atto per via della recente eruzione dello Stromboli.
Il laghetto termale è di proprietà regionale. Con la nuova gara che dovrà essere indetta per lo sfruttamento, una parte dei ricavi saranno destinati alla Regione, oltre che al concessionario.
LA VICENDA
di Rosalba Famà
La Regione: ingresso gratuito o niente termalismo fino alla gara
Vulcano, intimata la chiusura della pozza fanghi
La Regione fa quattro conti e scopre che del termalismo di Vulcano beneficia solo la società che gestisce il recinto della pozza dei fanghi e incamera il ticket di ingresso… in assenza di concessione che peraltro non sarebbe stata mai chiesta. Così, in piena stagione, coi turisti che affollano il laghetto sulfureo, arriva l’intimazione: chiusura immediata! Salvo a ipotizzare una soluzione in extremis, con l’avallo del Comune: entrata gratuita fino all’indizione della gara che dovrà aggiudicare la gestione. Il provvedimento dell’Assessorato Energia è già operativo ma il tutto potrebbe risolversi lunedì quando il sindaco Marco Giorgianni incontrerà i funzionari del Dipartimento diretto dall’ing. Tuccio Urso per salvare una stagione che altrimenti rischia di avere ripercussioni non solo nell’Isola del vulcano mai spento.
Il bene minerario che scaturisce dal sottosuolo è di proprietà regionale mentre finora i proventi di entrata sono stati incassati esclusivamente dalla società che si attesta alla famiglia Conti. La notifica piombata a fine luglio appare sorprendente nei tempi ma in realtà sarebbe l’esito di un procedimento avviato sin dall’estate scorsa e dopo sopralluoghi e verifiche da parte dei carabinieri su mandato a quanto pare della Procura di Barcellona.
Le caratteristiche idrotermali benefiche dei fanghi sono attestate da specifiche analisi , e proprio queste peculiarità porteranno a formalizzare una gara per lo sfruttamento, con parte dei ricavi destinati alla Regione oltre che al concessionario.
La Sicilia ha una potenzialità termale sottoutilizzata, una miniera straordinaria che coniuga benessere, turismo, economia; potrebbe competere e surclassare rinomate località nazionali, che di questi luoghi hanno fatto un’industria capace di implementare la filiera dell’accoglienza, alimentando un indotto fiorente e con importanti ricadute occupazionali. Le esperienze nell’Isola finora sono state deludenti: non si è mai realizzata un’imprenditoria professionale nel settore, ne sono esempio negativo gli impianti di Sciacca e Acireale (di proprietà della Regione) da tempo chiusi; così pure Termini Imerese (proprietà del Comune).
Per non parlare di altre situazioni nel Messinese gestite da privati in modo piuttosto improvvisato, talvolta con una conduzione familiare che non ha prodotto risultati significativi né ha migliorato l’offerta che altrove si è tradotta in beneficio anche per le casse pubbliche (spesso la proprietà del suolo è privata ma le acque estratte sono demaniali, quindi c’è un tributo da pagare a Comuni o Regione). In questo panorama si inserisce la vicenda di Vulcano, occasione per ridiscutere tutta la problematica del termalismo in Sicilia, corollario di un turismo che potrebbe esplodere nei numeri e nella qualità contribuendo a quella destagionalizzazione sempre invocata e mai praticata.
L'INTERVENTO
di Francesco Coscione
Avendo letto gli articoli sul Notiziario mi pongo alcune domande: esiste una società che gestisce la pozza dei fanghi di Vulcano ma non ha la concessione? Si deve fare una gara per la gestione? I proventi vanno solo alla società privata e nulla a Regione e Comune?
A questo punto le domande si moltiplicano e si complicano: chi ha dato la gestione senza concessione? Nessuno si è mai accorto di questo fatto ambiguo per il quale si è dovuta attivare la Regione? La Procura di Barcellona ha fatto controlli e rilevato irregolarità? Ancora siamo qui a domandarci cosa fare???
Adesso si inizierà una causa, la società dirà che lo fa da anni e quindi ha acquisito un diritto e italianate di questo tipo.
Spero che il Sindaco oggi possa far sentire la voce di chi, sempre più, si vede usurpare il proprio territorio in nome solo dei propri interessi economici.
IL PUNTO E VIRGOLA
Vulcano, l'eruzione del fango
Dopo Stromboli anche Vulcano ha la sua bella eruzione. Zolfate di fango volano come schegge elettroniche sopra il laghetto benefico che per Vulcano e' il top dei richiami per "buoni e malati". Mentre la magistratura cerca d'intravedere una luce nell'intreccio per capire forse se ci fu mano politica, la politica di oggi si muove in fretta e furia per capire come riuscire a gestire questo circuito di salute e di turismo prima di vederlo allo sbando. Da oggi a Vulcano il mare e' piu' bollente, l'odore dello zolfo piu' intenso. Isolani e forestieri si chiedono se e' solo l'inizio di una guerra di potere o un semplice segnale prima di scatenare qualche altro scenario ancora piu' preoccupante sulla pelle dell'arcipelago che giorno dopo giorno non capisce dove andare e cosa fare. Anche perche' l'affare c'e' ma anche il lavoro.
PER IL LAGHETTO DI VULCANO TANTI I RICONOSCIMENTI NON SOLO DAI TURISTI CHE OGNI ANNO ARRIVANO DA OGNI PARTE DEL MONDO PER I BENEFICI TERAPEUTICI
Tra le più belle terme libere in Italia, secondo il sito momondo.it c'è anche il laghetto termale di Vulcano
A fare da portabandiera per la Sicilia ci sono le terme di Vulcano e le terme libere di Segesta, dette anche Polle del Crimiso. Si tratta di luoghi liberi dove è possibile accedere gratuitamente o quasi.
Partendo dal Nord Italia, in Lombardia ci sono le terme libere di Bormio (Pozza di Leonardo).
Più giù in Toscana, invece, ecco le terme di Saturnia (Cascate del Mulino), le terme libere di Petriolo, i bagni di San Filippo.
Nella zona di Viterbo (Lazio), troviamo le terme libere delle Masse di San Sisto, le terme del Bullicame, le terme del Bagnaccio, le piscine Carletti.
A Sud invece ci sono Ischia (rinomata zona termale), Sorgeto, Fumarole, Grotta delle Ninfe (terme di Cerchiara), terme di Caronte, e appunto le terme di Vulcano e le terme libere di Segesta dette anche Polle del Crimiso.
---Le cure con i fanghi di Vulcano.
La "Pozza dei Fanghi" è alimentata ininterrottamente da emissioni (polle) di vapori sulfurei che mineralizzano fortemente l'acqua salmastra che in essa si trova, rendendola ipertermale e depositando un limo argilloso ad altissimo contenuto di zolfo. Queste sono le componenti fondamentali delle acque sulfuree che assicurano la totale salubrità delle stesse. La sorgente termale di Vulcano può essere senza dubbio utile a tre gruppi di patologie: (Testo tratto dalla pubblicazione I Fanghi di Vulcano curata dal Dott. Alfredo Basile)
Affezioni articolari: REUMATISMI - OSTEARTROSI - DISTORSIONI - LUSSAZIONI ARTICOLARI - STIRAMENTI MUSCOLARI - FRATTURE (clicca qui per il filmato)
Affezioni dermatologiche: ACNE – PSORIASI (clicca qui per il filmato)
Affezioni delle vie aeree: AFFEZIONI CRONICHE DELL'APPARATO RESPIRATORIO - AFFEZIONI DI NATURA ALLERGICA - AFFEZIONI DI NATURA DISTROFICA ED INFIAMMATORIA (clicca qui per il filmato)
Controindicazioni all'utilizzo dei fanghi termali di Vulcano
SCOMPENSO CARDIO-CIRCOLATORIO - CARDIOPATIA ISCHEMIA - FEBBRI DI QUALSIASI NATURA - GRAVI VASCULOPATIE – GRAVIDANZA - MALATTIE GASTRO-INTESTINALI - NEOPLASIE MALIGNE - PERIODO MESTRUALE
Cose da evitare assolutamente
NON FARE IMMERGERE I BAMBINI AL DI SOTTO DEI 5 ANNI
EVITARE LE IMMERSIONI NELLE ORE PIU CALDE
NON PROLUNGARE MAI I TEMPI OLTRE QUELLI CONSIGLIATI (20 min.)
NON IMMERGERSI A STOMACO PIENO
EVITARE ASSOLUTAMENTE DI CONTAMINARE GLI OCCHI CON L'ACQUA TERMALE PER EVITARE FORTI BRUCIORI
NON APPLICARE FANGO SUL VISO SENZA UNA CORRETTA DIAGNOSI
Nota: I servizi effettuati dalla Geoterme Vulcano S.r.l. non sono convenzionati con il S.S.N. perché effettuati in piscina naturale all'aperto non disponendo attualmente di stabilimento termale.
Le terme conosciute anche con il nome di "stazioni termali" o Spa sono degli edifici pubblici o privati che sorgono in corrispondenza di rinomate sorgenti termali. Le stesse sono dotate di specifici impianti per la somministrazione di terapie alternative così come centri estetici e centri benessere.
L'idea delle terme è da attribuire agli antichi romani che ne hanno fatto da sempre un utilizzo salutare. La pratica si è diffusa in tutto la nazione, ed è arrivata ai giorni nostri. La scelta delle terme o delle Spa sono dettate infatti dalla necessità di "staccare la spina" all'insegna di momenti di vero relax.
La classifica delle Terme più belle d'Italia:
Ecco una classifica promossa dal noto sito di recensioni Zingarate che propone le migliori terme d'Italia. Per la Sicilia, vince il lago di fanghi di Vulcano, nelle Isola Eolie.