Da domani le navi della Caronte & Tourist isole minori partiranno in ritardo per gli Arcipelaghi siciliani. Lo annunciano i sindacati e dunque la vertenza con la società messinese si inasprisce. La protesta andrà avanti per quattro giorni se nel frattempo non ci saranno segnali positivi da parte dell’azienda del gruppo Franza.
Le navi partiranno con un’ora di ritardo dai porti di Milazzo, Trapani, Porto Empedocle e Palermo per le isole Eolie, Pantelleria, Pelagie, Egadi e Ustica. Sono state indette delle assemblee tra il personale e i sindacalisti per discutere circa le condizioni di impiego all’interno della società. A presenziare, i dirigenti sindacali della Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Traporti a supporto dei lavoratori nel percorso di rivendicazione e dialogo con la dirigenza della società C&T.
Lo stato d’agitazione preannunciato nei giorni scorsi dai sindacati. «Gli accordi sottoscritti – avevano avvisato - si devono rispettare, se la società beneficiaria di soldi pubblici prosegue in questa prova di forza inaspettata ed imprevista, replicheremo a tutela dei lavoratori con tutte le azioni sindacali possibili, dalle assemblee allo sciopero.
La storia delle relazioni industriali è sempre stata contraddistinta dalla correttezza e dal rispetto degli impegni assunti. Nel corso nel mese di ottobre sono stati firmati due importanti accordi, sulla stabilizzazione dei guardiani e sulle cosiddette liste dei lavoratori, accordi che hanno avuto origine all’interno di una trattativa non facile, che ha vissuto fasi di rottura, ma che alla fine, era pervenuta alla sottoscrizione dei reciproci impegni».
E ancora «e mentre il confronto era pronto a proseguire con alcune date già individuate per pervenire all’armonizzazione della contrattazione delle tre società del Gruppo Caronte, CTIM, TDI e NGI, inaspettatamente è piombata sulle nostre scrivanie in data 31 ottobre una missiva della società. Alla comunicazione di congelamento degli accordi appena firmati, si erano aggiunti il pagamento della retribuzione annunciato al 50% e persino il clamoroso dietro front sull’applicazione degli accordi sulla turnistica dei lavoratori e sulle regole d’ingaggio e d’imbarco, vecchi di anni». Nell’incontro del 13 novembre la società è stata irremovibile, ha chiesto di rivedere quanto sottoscritto nel corso di questi anni. “
Non è assolutamente pensabile – concludevano - cambiare le regole del gioco a partita iniziata, la nostra richiesta è stata di concretizzare gli accordi sottoscritti, proseguire il confronto ed individuare nuove soluzioni. Se le tariffe della convenzione con il ministero non sono più redditive, la responsabilità non può ricadere sui lavoratori, sulle loro retribuzioni e persino sul rischio di non mantenere l’occupazione”.
Dalla società al momento non si registrano repliche.