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CALA IL SIPARIO SULLA XXIII RASSEGNA TEATRALE A CURA DEL PICCOLO BORGO ANTICO: LE MASCHERE DI DIONISO CONTINUANO A INCANTARE IL PUBBLICO E A REGALARE EMOZIONI!!

Anche quest' anno, al caldo termico del sole di Luglio e Agosto si unisce un calore similmente forte e totalizzante che ha segnato e pervaso l' estate liparota: IL FUOCO SACRO DELL' ARTE SCENICA. Eh già, perché con l' ennesima Rassegna Teatrale, la XXIII, nell' immancabile magica cornice del Castello, sospesi tra Storia e Mito, Tindara Falanga e la "scuderia" del suo Piccolo Borgo Antico ha riconfermato l' amato appuntamento con la cultura e le emozioni. E lo ha fatto con una macchina organizzativa i cui ingranaggi muovono interpreti, tecnici, collaboratori esterni, ragazzi dei laboratori, membri del Direttivo.

Una macchina che , dietro le luci della rappresentazione serale, celano immani sforzi e compiti da incastrare, in un periodo in cui - non dimentichiamolo ! - l' Isola è sommersa dal lavoro e dagli impegni apportati dal turismo. Ebbene! Ciononostante, la passione, autentica e inossidabile, degli storici componenti del PICCOLO BORGO ANTICO riesce a sublimare lo stress in condivisione e adrenalina. Formula immutata e di consolidato successo anche per questa ennesima Rassegna: alternare lavori a cura della compagnia locale a spettacoli allestiti da gruppi esterni, all' insegna della varietà, del confronto e di un' apertura al nuovo.

Quest' anno i titoli in cartellone hanno accordato ampio sfogo all' intuizione e alla penna di registi e interpreti dall' encomiabile estro, sciorinando una serie di rivisitazioni spumeggianti o di pièce del tutto inedite: Tindara ci ha deliziati con testi liberamente tratti da EMMA DANTE e RAY COONEY e ha riproposto l'esilarante sceneggiatura di Daniele Russo, MORTE APPARENTE. In questa visione laboratoriale di un teatro cucito ad hoc sulla pelle e sull'anima degli specifici interpreti e che poggia sulla centralità di una buona scrittura si sono ritrovati anche gli amici registi Vito Mauro Pinizzotto di Vittoria e Gianpiero Garofalo di Corigliano Rossano Calabro, alle prese con commedie di loro pugno che hanno destato attenzione e riscosso notevole successo.

Certo...non è mancato il rispetto della tradizione autoriale: dall' esilarante UOMO E GALANTUOMO dell' immenso Edoardo, riportato a una chiave farsesca e volutamente caricaturale dai nostri attori eoliani del Piccolo Borgo Antico, alla firma decisamente più contemporanea di ANTONIO GROSSO, i cui due atti di MINCHIA SIGNOR TENENTE sono stati magnificamente animati da una compagnia di Amantea, sotto la sapiente regia di Giacomo Aversa, a riprova di come anche tematiche scomode e spinose (delinquenza, illegalità, silenzio omertoso delle Istituzioni) riescano a trovare nell' irriverenza comica una spinta propulsiva verso nuove generazioni.

Evviva il teatro, spia di un' evasione che sa fondere divertimento e riflessione.

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