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di Michele Serra

Il primo articolo sulle vacanze dei vip risale al 26 giugno del 1894. All' epoca non esistevano i vip, e nemmeno le vacanze. Si deve a un giornalista d' ingegno, Venanzio Girasoli, la decisione di inventare, dal nulla, un genere poi divenuto fortunatissimo. Girasoli, allora all' apice della carriera, aveva scommesso con un collega che la Gazzetta del Nord avrebbe pubblicato qualsiasi cosa lui avesse scritto: anche sull' argomento più idiota.

Vinse la scommessa. Da allora il suo articolo, considerato una pietra miliare nella storia del giornalismo, viene replicato ogni anno da decine di testate, con continui aggiornamenti e modifiche, ma sostanzialmente ricalcando l' originale. Il tema "dove vanno in vacanza i vip" è anche, dal 1964, prova fissa all' esame per giornalisti professionisti.

Capalbio È già presente nell' articolo del 1894. All' epoca lungo il litorale non c' era assolutamente nulla, solo butteri e cinghiali, distinguibili - almeno a quanto scrive Girasoli - solo perché i secondi non sapevano andare a cavallo. Due intellettuali di sinistra, la poetessa Magalì (pseudonimo di Gina Hompfsweiner) e il grecista di simpatie socialiste Edoardo Doardo, decisero di passare due giorni sulla spiaggia "Bucaiola" (oggi Macchiatonda) e vennero prima aggrediti dai cinghiali, poi picchiati dai butteri perché avevano disturbato i cinghiali.

L' esperienza piacque molto e venne ripetuto ogni anno con identico esito: la tradizione degli intellettuali a Capalbio comincia proprio da lì.

Billionaire Sembra incredibile ma sulle coste sarde, già a fine Ottocento, era stato aperto un locale da ballo proprio là dove sarebbe sorto, un secolo dopo, il Billionaire. Anche qui, fu decisivo il ruolo dei cinghiali. Inseguirono, nella macchia di quella che poi sarebbe diventata la Costa Smeralda, un militare di Cuneo in missione per la repressione del brigantaggio. Si chiamava Mario Briatoni e pare fosse un antenato indiretto di Flavio Briatore.

Terrorizzato, Briatoni trovò rifugio in un casolare che, senza alcun motivo, vendeva pecorino a prezzo quadruplo. Rimase bene impressionato, fece una società con il pastore e decise di stabilirsi lì e aprire una balera di lusso, nella quale pagando un biglietto carissimo si potevano ballare polka, polonaise e quadriglia e bere il solo cocktail allora conosciuto, latte di pecora tiepido.

Il locale rimase deserto per settant' anni, perché la Costa Smeralda ancora non esisteva e la figura sociale del ricco burino, che avrebbe dominato l' Italia moderna, stentava ad affermarsi. Ma è proprio su quelle antiche pietre che sorgerà, tre generazioni più tardi, il glorioso Billionaire.

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Alicudi e Filicudi All' epoca erano quasi del tutto disabitate e nessuno ne conosceva l' esistenza. Ma nei pressi c' era anche una terza isoletta vulcanica, Bilicudi, così chiamata perché era in bilico sopra una voragine oceanica. Pochissimi milanesi molto ricchi, che già allora si chiamavano la Bibi, la Pupi, la Chichi, il Chicco e l' Edgardo, amavano passare il Ferragosto a Bilicudi.

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Arrivavano su una a barca a remi dopo sei giorni di viaggio, dormivano su pagliericci in capanni improvvisati e si nutrivano di alghe lesse e pesci morti che prelevavano dalle pozze d' acqua vulcanica. Purtroppo Bilicudi, a causa di un' eruzione improvvisa, sprofondò nella voragine oceanica con la Bibi, la Pupi, la Chichi, il Chicco e l' Edgardo, ma la moda delle vacanze disagevoli prese l' abbrivio e ancora ai giorni nostri quelle isole attirano migliaia di milanesi facoltosi in cerca di espiazione.

Liguria Già alla fine dell' Ottocento i liguri erano noti per la proverbiale ospitalità. Ai primi turisti venne fatto credere che le Cinque Terre fossero in realtà sei, in modo da far pagare un sovrapprezzo. Chi si attardava in inutili discussioni veniva spinto nei dirupi a picco sul mare, e risulta che l' invenzione del deltaplano risalga proprio a quei momenti. Sulla Riviera di Ponente principi russi e nobildonne inglesi costruirono ville favolose. Sono ancora visibili, affidandosi a guide molto esperte, facendosi largo tra i condomini costruiti da geometri torinesi e impiegati milanesi.(espresso.repubblica.it)

Lipari, nuovo riconoscimento per il prof Pino La Greca

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Nuovo riconoscimento per lo storico del Centro Studi Giuseppe La Greca. Il saggio inedito “Fascisti Contro da Curzio Malaparte a Edda Mussolini Ciano” si è aggiudicato il Premio della Giuria nell'VIII edizione del Premio Letterario Figurativo indetto dall'Associazione Culturale “Caffè delle Arti”.

L’arma del confino politico fu brandita dal regime fascista anche nei confronti dei fascisti caduti in disgrazia o che si erano resi invisi ai gerarchi più importanti o allo stesso Mussolini. Si calcola che i fascisti confinati furono circa 240. Di solito questi personaggi restavano fascisti anche nelle isole e, anzi, tendevano ad accentuare l’ostentazione di quella che definivano “la fede nell’idea”; inutile dire che, alcuni di loro, mescolati tra i confinati antifascisti si prestavano spesso ad ogni possibile provocazione, collaborando con l’ala più estrema delle forze repressive. Nelle carte di polizia relative alle colonie confinarie sono custodite numerose denunce di individui che si definiscono “fascisti della prima ora” e che reclamano l’inasprimento delle condizioni di vita nelle isole per comunisti, anarchici, socialisti, giellisti, repubblicani.

Alcuni di questi erano stati inviati al confino o perché espulsi dal PNF, o per offese a Mussolini, o perché sospettati di avere contatti con i fuorusciti. Al di là delle motivazioni ufficiali, è probabile che molti di loro finirono al confino perché vittime di invidie da parte dei colleghi, considerando anche la precedente militanza di alcuni nelle file della MVSN.

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