Ancora una volta ci troviamo a leggere notizie sconcertanti sugli attacchi efferati di Israele che si riversano sull’intera popolazione di Gaza – due milioni di persone che vivono in una condizione di permanente assedio, e in un territorio piccolissimo, da decine di anni.
Cosa sta accadendo? Breve cronologia degli eventi.
Le ultime violenze sono iniziate durante il Ramadan, mese sacro, di preghiera e di celebrazione, per i Musulmani di tutto il mondo.
Quest’anno forze militari israeliane hanno deciso di impedire ai palestinesi di Gerusalemme di continuare a ritrovarsi nel loro tradizionale luogo di aggregazione, la porta di Damasco (Bab Al-Amoud).
Le proteste spontanee di giovani palestinesi a Gerusalemme non state duramente represse il 22 aprile, quando 120 palestinesi sono stati feriti in una notte.
Nelle settimane successive, vicino alla Porta di Damasco, 28 famiglie sono state minacciate di espulsione dalle proprie case da un gruppo di coloni israeliani ultra-nazionalisti.
Il 7 di maggio l’esercito israeliano ha preso d’assalto la Spianata delle Moschee (Al-Aqsa) di Gerusalemme – luogo sacro ai musulmani – sparando sul 70mila fedeli in preghiera. Più di 200 sono stati feriti alla testa e agli occhi. Non sono stati scontri, è stato un attacco ingiustificato a uomini che hanno reagito per difendersi.
Le violenze a Gerusalemme sono continuate, fino a quando Hamas ha deciso da Gaza di lanciare la sua controffensiva, sparando 200 razzi verso Israele.
Da quel momento la rabbia di Israele – e il suo potere militare incommensurabilmente maggiore – si riversa sulla popolazione di Gaza, distruggendo scientificamente palazzine dove vivono famiglie di uomini, donne, bambini, uccidendo decine di civili ogni giorno, e minacciando un’invasione di terra.
Aggressione, umiliazione, abuso, violazione di spazi, diritti, identità, fanno parte della vita quotidiana dei Palestinesi dei territori occupati.
Il mondo occidentale ancora una volta esita, traballa e balbetta, quando non si schiera decisamente dalla parte di Israele.
Noi non possiamo assistere a questa ennesima violenza ingiustificata e impari senza reagire. Ci uniamo a tutti quelli che condannano, senza esitazioni, i responsabili della nuova violenza, e della morte quotidiana di civili indifesi e innocenti.
Che fare?
Oltre a indignarci, tutti noi possiamo fare qualcosa di concreto:
- Squarciando il velo del silenzio e della disinformazione su quanto accade quotidianamente in Palestina, per spingere l'opinione pubblica ed i governi occidentali a fare pressioni su Israele
- Aderendo e diffondendo la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro IsraelePer rimanere aggiornati sulla situazione, vi invitiamo a seguire (su facebook, instagram e altri social)
- Progetto Palestina
- Michele Giorgio (corrispondente del Manifesto per il Medio Oriente)
Magazzino di Mutuo Soccorso
(ANSA) LIPARI - Una manifestazione spontanea si è snodata per le vie del centro di Lipari per esprimere solidarietà al popolo Palestinese. E’ stata organizzata dall’associazione “Magazzino di Mutuo Soccorso. “Come in tutte le città d’Italia – dice il presidente Paolo Arena - anche noi volevamo esprimere la nostra indignazione per la pulizia etnica in atto a Gerusalemme Est ed in
tutta la Cisgiordania e per i bombardamenti di questi giorni su Gaza. Ancora una volta ci troviamo a leggere notizie sconcertanti sugli attacchi efferati di Israele che si riversano sull’intera popolazione di Gaza – due milioni di persone che vivono in una condizione di permanente assedio, e in un territorio piccolissimo, da decine di anni.
Noi non possiamo assistere a questa ennesima violenza ingiustificata e impari senza reagire. Ci uniamo a tutti quelli che condannano, senza esitazioni, i responsabili della nuova violenza, e della morte quotidiana di civili indifesi e innocenti”.