downloadpalla.jpg

L'A.S.P. di Messina per fronteggiare meglio l'emergenza Coronavirus e venire incontro alle esigenze del territorio provinciale, di concerto con l'Assessore Regionale Ruggero Razza presente oggi a Messina per monitorare l'attività sanitaria, ha deciso di ampliare la dotazione di posti letto Covid-19 dedicati presso l'Ospedale di Barcellona PG; dai settanta previsti saranno portati in 48 ore a 80.
Inoltre presso lo stesso nosocomio della città del Longano saranno portati a dieci i posti di terapia intensiva per dare cure ai malati più gravi.
"Ringrazio - dice il direttore generale Paolo La Paglia - tutti i medici, gli infermieri il personale O.S.S. e gli Ausiliari del Presidio di Barcellona per l'abnegazione e lo spirito di servizio con il quale si sono immediatamente fatti carico dei ricoveri e dell'assistenza dei malati contagiati; colgo l'occasione per ringraziare anche tutto il personale sanitario dell'Ospedale di Milazzo che si è fatto carico dell'attività sanitaria prima gestita dal presidio di Barcellona, e i Sindaci e tutta la popolazione del distretto di Barcellona per la preziosa condivisione".
L'A.S.P. di Messina ha inoltre oggi stipulato una convenzione con l'hotel Europa sito nella zona di Tremestieri a Messina per potere alloggiare in isolamento i soggetti Covid-19 paucisintomatici che non necessitano di assistenza ospedaliera; inoltre sono stati acquistati dalla ditta fornitrice altri 30.000 tamponi per potere sottoporre ad analisi i soggetti sospetti di contagio.

 

Coronavirus: diventano venti i laboratori per i tamponi

Da domani saranno complessivamente venti i laboratori siciliani destinati all'emergenza Coronavirus. Ai dodici già operativi in tutto il territorio regionale se ne aggiungono, infatti, altri otto (pubblici e privati) che saranno chiamati a effettuare le analisi sui tamponi. Quelli privati sono stati selezionati da una commissione sulla base dell'avviso pubblico dell'assessorato regionale della Salute e rispondono ai criteri previsti dalle disposizioni dell'Istituto superiore di sanità. Altre strutture sono in corso di autorizzazione.

Tra i 'nuovi' laboratori pubblici quelli dell'Istituto zooprofilattico a Palermo e dell'ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento. Ma, nel capoluogo, ci sono anche l'Ismett e il Buccheri La Ferla. Altre strutture autorizzate sono state individuate in provincia di Catania e Siracusa.
La misura rientra nell'ambito delle azioni di prevenzione e contrasto stabilite dal governo regionale. In particolare, l'ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci dello scorso 20 marzo ha previsto la realizzazione dei tamponi rinofaringei per il personale sanitario, per coloro che sono sottoposti alla quarantena obbligatoria perchè rientrati in Sicilia e per i positivi al Coronavirus in isolamento domiciliare.

I laboratori pubblici già autorizzati e operativi sono a: Caltanissetta, Catania, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Marsala.

 

Coronavirus: Musumeci, rischiamo di combattere guerra con le fionde

«Se Roma non ci ascolta corriamo il rischio di combattere una guerra con le fionde. Abbiamo chiesto 362 aspiratori elettrici e ce ne hanno consegnati zero. Cinquecentomila kit diagnostici, consegnati zero. Ventilatori elettrici, richiesti 416 e consegnati zero. Mascherine ffp2 e ffp3 richieste 5,2 milioni, consegnate 41.560. Mascherine chirurgiche richieste 13 milioni, consegnate 170mila. Guanti sterili richiesti 53milioni, consegnati 82mila».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, intervenendo questo pomeriggio su Canale 5 alla trasmissione Pomeriggio Cinque di Barbara D'Urso.

«Noi possiamo emettere tutte le ordinanze che vogliamo e il governo puoi emettere tutti i decreti che vuole - ha aggiunto il governatore - ma se non c'è la sufficiente forza per fare i controlli, con le sanzioni conseguenti per chi non rispetta le norme, non abbiamo fatto niente. La Sicilia ha bisogno di avere i militari in gran numero. Io ho chiesto l'intervento dell'Esercito e mi hanno dato purtroppo solo qualche centinaio di uomini, ma non bastano perché serve una mobilitazione generale. Finora noi ci siamo salvati dalla grande ondata, anche se deve ancora arrivare».

«Noi abbiamo immaginato un picco di 7mila contagiati - ha proseguito Musumeci - quindi il massimo che si possa immaginare in una condizione di dilagante epidemia con 2.800 posti letto per gli ospedalizzati, cioè positivi che non avranno bisogno di andare in terapia intensiva, e con 600 posti di rianimazione (oggi ne abbiamo ricoverati 68). Ma qualunque sforzo previsionale di programmazione per un Piano di contrasto publico e privato già attivato è vano se combattiamo una guerra con le fionde. Io continuo a chiedere materiale per poter attrezzare i nostri ospedali aperti e quelli da aprire, ma da Roma non rispondono. Se lo Stato non è presente in periferia anche attraverso queste iniziative la gente perde la fiducia».

Epidemia coronavirus, la FIADEL chiede la testa del direttore generale dell'Azienda Sanitaria 5 per come sta gestendo l'emergenza. Da giorni ci sono pazienti con febbre alla casa di cura Cristo Re, ma i primi tamponi, appena 6, sono stati effettuati solo oggi.

A denunciarlo il sindacato autononomo. “Chiediamo con forza al sindaco di Messina, massima autorità sanitaria cittadina di prendere provvedimenti, così come all'ASP 5 e alla Prefettura -dichiara la dirigente sindacale Clara Crocè. Cosa si aspetta a intervenire e a isolare i pazienti che già manifestano i sintomi del coronavirus? Ci chiediamo inoltre quali misure stia adottando l'Azienda Sanitaria nei confronti delle cliniche e delle case di cura private per arginare la diffusione del contagio tra i malati e gli operatori sanitari. Siamo in possesso di prove che

documentano come nella casa di cura Cristo Re si imponga al personale di lavorare nonostante da parte dell'ASP 5 ci sia la disposizione di stare in quarantena e senza adeguate misure di prevenzione e sicurezza, perché i responsabili della struttura sanitaria affermano che la quarantena vale per tutti tranne che per gli operatori. È assurdo: la sanità che dovrebbe tutelare, diventa il veicolo per infezione”.

Grave situazione anche nella casa di riposo di via I Settembre Come d'incanto. Anche in questo caso la FIADEL denuncia il totale abbandono da parte delle istituzioni preposte. “Il fatto che con spirito di abnegazione il personale abbia scelto di stare accanto agli anziani e di non abbandonarli non giustica questa inerzia -incalza Crocè. Anche in questo caso abbiamo raccolto testimonianze sconcertanti. Nei giorni scorsi gli operatori hanno sopportanto condizioni allucinanti, dormendo persino sui pavimenti prima che la Protezione Civile portasse le brandine. E comunque, a che servono i tamponi effettuati nei giorni scorsi se non sono stati seguiti dall'immediato isolamento dei presunti infettati?

E perché non si effettua la sanificazione della struttura? Il rischio che si corre è che l'esito del tampone non sia veritiero se non si separano immediatamente operatori e anziani. Denunciamo un'intollerabile improvvisazione nella gestione dell'emergenza coronavirus. Il direttore generale dell'ASP Paolo La Paglia se c'è batta subito un colpo, altrimenti rassegni le dimissioni e lasciare il campo a qualcuno altro”.

residence_acanto.jpg