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Anche se è ancora presto per avere dettagli sulle cause precise, lo tsunami che in Indonesia ha provocato oltre 200 morti e 800 feriti "non è stato provocato da un terremoto ma da una eruzione vulcanica che ha provocato una frana sul vulcano Krakatau", 'figlio' del vulcano che nel 1800 causò la morte di oltre 30mila persone. A spiegare all'Adnkronos le possibili cause dello tsunami che ha colpito l'Indonesia Francesco Chiocci, professore ordinario di Geologia Marina al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Roma 'La Sapienza'.

Una frana sottomarina, spiega, "simile e a quella che causò un maremoto a Stromboli il 3 dicembre del 2002, con onde alte 10metri. Un evento che non provocò vittime - precisa - solo per la stagione ma che provocò ingenti danni alle infrastrutture. E' presto per conoscere esattamente la dinamica, ma il meccanismo è lo stesso".

Secondo l'esperto che svolge ricerca in collaborazione con il Cnr "non è impossibile, a breve tempo, che si possa ripetere un evento simile. La frana - spiega - una volta caduta si stabilizza, ma la 'cicatrice' che lascia resta instabile. E' quindi possibile un nuovo evento simile". Nel 2002, spiega ancora, "la protezione civile con il dipartimento di Geologia hanno dato il via ad un monitoraggio costante, con rilievi annuali, nella zona di Stromboli, proprio per capire e studiare l'evoluzione del fenomeno".

"Da allora - aggiunge - ci sono stati altri eventi ma la frana del 2002 ha coinvolto 7/8 milioni di metri cubi di materiale mentre negli ultimi tempi si sono verificati 'sommovimenti' di circa un milione. Anche se - precisa - lo Stromboli è un caso particolare, essendo un vulcano in attività costante, con produzione continua di scorie. Per questo è soggetto a monitoraggio continuo. Il problema - lamenta - è che a causa dei tagli al budget si sia rimasti privi di navi oceanografiche. Un problema strutturale per il mondo della ricerca".

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