L'intensa attività vulcanica iniziata il 29 giugno sullo Stromboli è stata caratterizzata da numerose fasi di trabocco lavico dalla terrazza craterica che, riversandosi lungo la Sciara del Fuoco, hanno prodotto il rotolamento di massi incandescenti fino a mare e il sollevamento di nubi di cenere. I trabocchi lavici sono stati accompagnati da intensa attività esplosiva, con continua emissione di brandelli di lava, e repentine variazioni del tremore vulcanico. La Protezione civile - tuttavia - mantiene attiva la vigilanza sul vulcano attraverso i propri centri, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l'Università di Firenze, preposti alle attività di monitoraggio e sorveglianza.
Sul vulcano si sono verificati dei piccoli crolli dall'orlo della terrazza craterica verso la Sciara del Fuoco, che hanno originato numerose frane di lieve intensità. Nei giorni scorsi poi una porzione di un piccolo cono dell'area craterica settentrionale è crollata, generando una valanga di materiale caldo che si è propagata rapidamente lungo la Sciara del fuoco fino al mare. Il Dipartimento mantiene attiva la vigilanza sul vulcano attraverso i propri Centri di Competenza - Ingv e Università di Firenze - che hanno rafforzato la propria presenza sull'isola, con personale dislocato presso il Centro Operativo Avanzato di Stromboli.
---Continua la fase di intensa attività eruttiva sul vulcano. Continuano a verificarsi crolli dall'orlo della terrazza craterica verso la Sciara del Fuoco, che hanno originato numerose frane di lieve intensità. Questi eventi si sono susseguiti, intensificandosi, fino a quando una porzione di un piccolo cono dell'area craterica settentrionale è crollata, generando una valanga di materiale caldo che si è propagata rapidamente lungo la Sciara del fuoco fino al mare. Dalla breccia che si è generata nel cono, ha poi avuto origine un nuovo trabocco di lava che tuttora si attesta attorno alla quota di 500 metri circa.
Il centro funzionale centrale per il rischio vulcanico del dipartimento della Protezione civile ha confermato, nel proprio bollettino di vigilanza, il persistere di un livello di criticità elevata sul vulcano. Il dipartimento mantiene attiva la vigilanza sul vulcano attraverso i propri centri di competenza – Ingv e Università di Firenze - che hanno rafforzato la propria presenza sull'isola, con personale dislocato presso il centro operativo avanzato di Stromboli.
L'attività di trabocco lavico è andata diminuendo, anche se si continuano a registrare piccoli eventi franosi lungo la Sciara del Fuoco. In concomitanza con il ridursi dell'attività effusiva, si è verificato un incremento delle pressioni acustiche delle esplosioni dal cratere di Nord-Est. I boati prodotti sono stati avvertiti anche nel centro abitato di Stromboli.
Sulla base delle informazioni e degli aggiornamenti disponibili, il Centro Funzionale Centrale per il Rischio Vulcanico del Dipartimento ha segnalato, il persistere di una criticità elevata sul vulcano.
Considerato lo stato di attività e l'elevato afflusso di turisti nella stagione estiva, il Dipartimento della protezione civile ha invitato la Regione Siciliana, la Prefettura di Messina e il Comune di Lipari a verificare l'efficienza dei vari elementi del sistema di protezione civile presenti sull'isola. A tal proposito, il Comune di Lipari, in accordo con le guide, ha già deciso di sospendere, fino al 7 luglio compreso, tutte le attività escursionistiche alle alte quote del vulcano, indipendentemente dal livello di criticità che verrà decretato nei prossimi giorni.
Il Centro Funzionale Centrale per il rischio vulcanico del Dipartimento mantiene attiva la vigilanza sul vulcano attraverso i propri Centri di Competenza - l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l'Università di Firenze - ai quali è stato raccomandato di effettuare una verifica dell'efficienza e valutare un eventuale rafforzamento dei sistemi di monitoraggio e sorveglianza.
"Questa tecnologia - osserva Luigi Lodato, della sezione di Catania dell'Ingv - permette di osservare l'evoluzione in superficie dei fenomeni vulcanici legati alla sovrappressione nella camera magmatica e alla risalita del magma nei condotti, processi fondamentali che precedono un'eruzione''. La telecamera termica consente di rilevare variazioni morfologiche nell'area del cratere, di fare una mappa in tempo reale della distribuzione dei prodotti eruttati, di avere indicazioni sulla profondità della colonna magmatica nei condotti vulcanici e, infine, di registrare in continuo la frequenza e l'altezza delle esplosioni. Nel periodo di osservazione, lo Stromboli ha mostrato attività esplosiva con intensità mediamente energetica, attraverso le diverse bocche distribuite nei tre crateri: quello di Nord-Est, quello Centrale e quello di Sud-Ovest.
"Bocche attive contemporaneamente, ognuna delle quali caratterizzata da uno stile esplosivo prevalente, sono comuno per questo vulcano'', osserva Daniele Andronico, dell'Ingv di Catania. ''L'analisi dei diversi dati acquisiti sull'attività esplosiva - conclude - servirà a valutare la relazione esistente tra le differenti aree crateriche".