(di Toti Piscopo) 

Il recente dibattito sulle partecipazioni espositive dell’assessorato al Turismo della Regione Siciliana al TTG di Rimini e più recentemente al WTM di Londra continua ad alimentare un confronto sempre più animato, particolarmente sulla mancata ospitalità negli stessi stand degli operatori turistici siciliani. Un problema non nuovo, piuttosto antico, sempre tamponato e mai risolto, come spesso accade nel groviglio dell’apparato burocratico amministrativo di questa Regione.

I casi di Rimini e di Londra sono rappresentativi di questa realtà. I due appuntamenti hanno comportato un impegno di spesa complessivo di circa 700 mila euro ed hanno costituito una spesa più che un investimento, come sarebbe stato legittimo auspicare. L’investimento del pubblico deve essere finalizzato a promuovere il territorio, che deve essere commercializzato dai privati. Il teorema è condiviso, sfugge la sua applicazione.

Molti i commenti e condivisioni alla nostra notizia, alcuni dei quali integrati da messaggi personali e non è mancato chi, dopo aver lanciato la pietra, ha nascosto la mano. Non ci soffermeremo più sul caso singolo, per non alimentare sterili polemiche ma anche perché lo stesso sembra avviato a conclusione, come abbiamo già riferito, e per il quale non ci rimane che conoscere, si spera in tempo utile, la soluzione.

Questa vicenda però ci offre lo spunto per qualche riflessione che va ben aldilà dello stand vuoto o pieno o se ospitare l’operatore o meno, possibilmente assistendolo economicamente. Il tema vero da affrontare è quello di visione, di strategia e di programmazione, tutti elementi che passano attraverso la corretta interpretazione del rapporto tra pubblico e privato. Un rapporto da sempre auspicato e non sempre applicato. Tutto il resto è consequenziale.

Ora non è più tempo di assumere iniziative sulla base del sogno di una notte di mezza estate, bensì individuare un modello organizzativo che sia in grado di coordinare risorse umane in un progetto che tenga conto di tutte le componenti produttive, sia del pubblico che del privato, affinché la somma di volontà e capacità diventi il vero valore aggiunto di un territorio che deve competere sui mercati. Un impegno che riguarda tutti, nessuno escluso. 

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