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Secondo il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto, « Non pubblicando la delibera sulla copertura del fabbisogno energetico delle isole minori da fonti rinnovabili, l'Autorità per l'energia perde l'ennesima occasione preziosa per proiettare il nostro paese verso un futuro più pulito e meno costoso. Il costo di questo ritardo, come al solito, lo pagano gli utenti italiani. Parliamo di circa 80 milioni di euro l'anno che potrebbero essere risparmiati riducendo così i costi della bolletta elettrica di tutti. Chiediamo quindi al governo di riprendere in mano la situazione, bacchettando l'autorità. Non vorremmo che il decreto e gli obiettivi indicati in esso per lo sviluppo delle fonti rinnovabili nelle isole vengano vanificati da un ritardo colpevole e negligente dell'Autorità».

La conferma arriva dal vicepresidente e responsabile energia di Legambiente Edoardo Zanchini che su Twitter scrive: «Rinnovabili nelle isole minori, sono passati 6 mesi e ancora tutto bloccato in attesa di delibera». Il responsabile isole minori di Legambiente, Umberto Mazzantini, aggiunge: «Il movimento 5 Stelle denuncia uno stallo preoccupante e sconcertante. Le isole hanno bisogno subito di energia pulita e farlo è possibile, come dimostrano i dossier e gli studi di Legambiente i cui dati sono all'origine del provvedimento del governo e delle iniziative parlamentari come quelle del M5s»,

Girootto aggiunge: «La deadline è passata. È giunto il momento dei fatti. Ora bisogna dare un'occasione a questo paese per rinnovare i sistemi di produzione di energia, abbandonando una volta per tutte gli impianti a gasolio vecchi e inquinanti. L'Italia deve fare la sua parte puntando alla riduzione delle emissioni inquinanti e dello sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, in linea con gli accordi internazionali fissati a Parigi nel 2015. Siamo già in ritardo, non possiamo permetterci di aspettare ancora. Gli studi più recenti di Enea e Rse (Ricerca sistema energetico) dimostrano che in tutte le 19 isole minori non connesse alla rete elettrica si può cambiare radicalmente scenario energetico puntando su sole, vento, maree e altre fonti rinnovabili. Si può e si deve fare attraverso una gestione innovativa delle reti, dei sistemi di accumulo e di tecnologie efficienti che dia risposta anche alla domanda di mobilità (stimolando quella elettrica per ridurre i consumi di benzina e diesel), di riscaldamento/raffrescamento delle abitazioni e delle attività e di desalinizzazione delle acque marine».

Per questo il Movimento 5 Stelle ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al ministro dello sviluppo economico. Ecco il testo integrale:

Premesso che: nel mondo sono numerose le isole che, dal Pacifico all'Atlantico, dai mari del nord all'Australia, hanno intrapreso la via della transizione energetica con risultati significativi verso l'utilizzo dell'energia al 100 per cento rinnovabile, raggiungendo obiettivi di sostenibilità e valorizzazione delle risorse locali;

gli studi recenti di Enea e RSE (Ricerca sistema energetico) dimostrano che da Lampedusa al Giglio, da Marettimo a Pantelleria, in tutte le 19 isole minori italiane non connesse alla rete elettrica nazionale, si può cambiare completamente scenario energetico, puntando sul contributo di sole, vento, maree e delle altre fonti rinnovabili, da valorizzare a seconda dei contesti, attraverso un'innovativa gestione delle reti, dei sistemi di accumulo e di tecnologie efficienti, che permetta di dare risposta anche alla domanda di mobilità (spingendo quella elettrica e quindi riducendo consumi di benzina e diesel), di riscaldamento o raffrescamento delle abitazioni e delle attività, di desalinizzazione dell'acqua di mare;

le 19 isole minori italiane non interconnesse alla rete elettrica ricadono in aree del Paese in cui minore è la diffusione delle fonti rinnovabili, con la presenza di impianti a gasolio vecchi e inquinanti;

la produzione di energia elettrica sulle isole è garantita da un conguaglio, di cui beneficiano le aziende concessionarie, prelevato attraverso la voce "UC4" negli oneri di sistema che tutte le famiglie pagano in bolletta. Il costo annuale è pari a 70 milioni di euro per le 13 isole non gestite da Enel, mentre le isole non interconnesse e gestite da Enel sono ammesse a un regime di reintegrazione dei costi per l'attività di produzione di circa 10 milioni di euro all'anno;

considerato che: il 14 febbraio 2017 è stato adottato un decreto del Ministero dello sviluppo economico (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 maggio 2017) che ha l'obiettivo di spingere verso una "progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili". In particolare, il stabilisce gli obiettivi quantitativi del fabbisogno energetico da coprire al 2020 attraverso la produzione da fonti rinnovabili, gli obiettivi temporali per il processo di graduale sviluppo della produzione da fonti energetiche rinnovabili da coprire anche con successivi decreti e le modalità di sostegno degli investimenti necessari al perseguimento degli obiettivi;

ai fini dell'entrata in vigore delle disposizioni, l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico avrebbe dovuto approvare, entro 6 mesi dalla pubblicazione, una delibera che sulla base di criteri fissati dal decreto individui criteri e riferimenti per la remunerazione per la produzione da fonti rinnovabili,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere affinché il raggiungimento degli obiettivi indicati nel decreto per lo sviluppo delle fonti rinnovabili nelle isole non venga vanificato da ritardi nell'approvazione della delibera dell'Autorità, il cui organo collegiale è prossimo alla scadenza.(greenreport.it)

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