di Rosario Battiato
C'è una Sicilia dalle cento meraviglie nel decreto dell'assessore Croce di martedì scorso che definisce l'istituzione dei geositi, cioè quelle "aree o territori – secondo la definizione dell'Ispra – in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione".
Si tratta di realtà che rappresentano la geodiversità del territorio, includendo quegli aspetti geologici, geomorfologici, idrologici e pedologici che sono caratteristici di una specifica area e "determinanti – si legge in una nota dell'Ispra – per le diverse specie che vivono in tali territori". La conservazione della geodiversità, assieme alla tutela del patrimonio geologico, costituiscono due tasselli fondamentali nella quotidiana lotta contro la perdita della biodiversità.
Risale al 2012 la prima norma regionale per il riconoscimento, la catalogazione e la tutela dei geositi in Sicilia. Dello stesso anno è il decreto assessoriale che stabilisce la modalità di istituzione e il Catalogo regionale dei geositi di Sicilia, assieme al Centro documentazione e alla Commissione tecnico-scientifica. Nel 2013 vengono nominati i componenti della commissione e circa due anni dopo, sempre con decreto assessoriale, vengono istituti i "geositi ricadenti nelle aree di riserva naturale per motivi geologici". La gestione dei geositi, per i quali valgono le prescrizioni contenute nei regolamenti in vigore per le Riserve naturali, è affidata agli Enti gestori delle Riserve.
Lo scorso martedì è arrivato il decreto definitivo. Sono poco meno di un centinaio, 93 per l'esattezza, i geositi selezionati all'interno di una trentina di riserve naturali. Le più interessate si trovano alle Eolie. L'Isola di Alicudi ne ospita cinque, in elenco principalmente per l'interesse vulcanogico. Ben 13 si trovano nell'Isola di Filicudi e Scogli Canna e Montenassari.
Anche in questo caso i principali interessi convergono sull'aspetto vulcanologico: tra i siti selezionati ci sono le "lave del centro eruttivo di Filo del Banco", lo "scoglio di Montenassari", la "grotta del bue marino", il "terrazzo di abrasione marina di Giafante-Siccagni". Il vero record spetta comunque all'Isola di Panarea e scogli viciniori: ben 15 geositi selezionati. Tra le aree di interesse, per la maggior parte dell'ambito vulcanologico, rientra anche un sito relativo al geochimico che fa riferimento al "campo fumarolico sottomarino degli scogli viciniori di Panarea".
Nella quadripartizione di interesse, tra locale, regionale, nazionale e mondiale, è privilegiata la seconda tipologia, mentre l'interesse nazionale è segnalato per quattordici volte.
Tra i siti selezionati vanno menzionati "Favara grande a Pantelleria", nell'ambito vulcanologico, il sistema carsico della grotta di Santa Ninfa nel trapanese, premiato per l'interesse scientifico relativo alla speleologia.
Nello stesso ambito di interesse scientifico si rintraccia anche il sistema carsico di Sant'Angelo Muxaro, nell'agrigentino, mentre ci spostiamo nel catanese, precisamente ad Acireale, per il complesso delle grotte da scorrimento lavico "Immacolatelle-Micio Conti".
Sono otto i siti di interesse mondiale. Nella riserva del Monte San Calogero, nel comune di Sciacca, c'è il sistema di cavità carsico-ipogeniche delle Stufe di San Calogero (M.te Kronio), i centri vulcanici della Sciara e Sciara del fuoco a Stromboli, i laghi Ganzirri e Faro nel messinese, segnalati per l'interessante geomorfologia.(qds.it)