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"Pur confortati dalla decisione del Governo Regionale di impugnare, così come da noi invocato, i Decreti Direttoriali 11.778 e 11.779, non possiamo nascondere la nostra enorme amarezza nel constatare la persistente cecità della politica nazionale e comunitaria nei riguardi delle marinerie siciliane".
Lo dichiara Nino Accetta - presidente di Fedagripesca Sicilia - che denuncia alcune "inaccettabili incongruenze" contenute nei due Decreti Ministeriali a cominciare - spiega -"dalla prevista possibilità di aumentare di cinque unità, rispetto ai trenta già esistenti, il numero dei palangari senza contestualmente aumentare il contingente già assegnato alle barche autorizzate alla cattura del tonno rosso con questo sistema".
Ciò significa che dovrà evidentemente realizzarsi un trasferimento di quote da una barca autorizzata ad una non autorizzata.
"E' un modo di programmare, se di programmazione in questo caso si può parlare, che a noi molto sinceramente pare roba da apprendisti stregoni" - conclude Accetta.

Turmalin

 

"E' fatto divieto di effettuare, sbarcare e commercializzare, a qualsiasi titolo, catture accessorie di tonno rosso" - si legge nel Decreto Direttoriale emesso ieri dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
"Giusto il tempo di cominciare ed è già finita" - commenta a caldo Nino Accetta, presidente di Fedagripesca Sicilia. Che annuncia di aver già chiesto al presidente Musumeci, all'assessore Edy Bandiera e al direttore regionale Cartabellotta - in sede di Consiglio Consultivo Regionale della Pesca - di presentare ricorso avverso il Decreto.
"Oggi più che mai - dice Accetta - ci vuole un cambio di rotta per evitare che le nostre imbarcazioni, che solo ora si accingono ad effettuare battute di pesca al pesce spada, si trovino in difetto catturando accidentalmente tonno rosso. Avevamo chiesto una diversa modalità di ripartizione della quota tonno spettante all'Italia, attribuendo il 60% di quella in più rispetto all'anno 2017 alle catture accidentali, ma non siamo stati ascoltati.
"Adesso - continua Accetta - iniziano i problemi. Cosa fare in caso di cattura accidentale di tonno rosso? La normativa è chiara: se vivo deve essere rilasciato in mare; se morto invece obbligo di sbarco con conseguente verbale sanzionatorio. E' chiaro a tutti che i nostri pescatori non possono né vivere né lavorare dentro questo incubo kafkiano. E deve essere altrettanto chiaro che Fedagripesca, ancora una volta e come sempre, resterà al fianco dei pescatori e delle marinerie in ogni sede, dalle piazze ai Palazzi istituzionali".

IL RICORSO DELLA REGIONE

«La ripartizione delle quote di pesca del tonno rosso effettuata dal governo nazionale penalizza, ancora una volta, la Sicilia. Non è stata tenuta in considerazione la nostra richiesta di una più equa divisione tra i vari sistemi di pesca che salvaguardasse le imprese artigianali e tradizionali. Si è deciso di continuare a premiare pochi, a discapito di molti. Per questo motivo, abbiamo deciso di fare ricorso contro il decreto ministeriale». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dopo la delibera della Giunta di governo che ha impugnato la decisione del
dicastero per le Politiche agricole. Su indicazione dell'Unione europea, le quote italiane sono state aumentate di seicento tonnellate, passando da 3.294 a 3.894, con un aumento del venti per cento. La Sicilia aveva chiesto che fossero distribuite principalmente a chi pesca il tonno con il sistema del 'palangaro', quindi alle tonnare fisse e alle cosiddette 'quote accidentali'. Oggi, invece,
circa tre quarti delle quote appartengono al sistema a 'circuizione' praticato soprattutto in Campania. «Il tonno rosso - aggiunge l'assessore alla Pesca, Edy Bandiera - ha un valore commerciale elevatissimo e anche pochi esemplari catturati rappresentano, per una famiglia di pescatori, una possibilità di reddito e occupazione Abbiamo più volte sottolineato la necessità di incrementare la quota fra i diversi sistemi di pesca. Una mancata applicazione di tutto ciò comporterebbe non soltanto una perdita di ricavo dalla vendita del tonno, ma un danno per l'intero indotto: dalla trasformazione ittica alla pescaturismo, dall'ittiturismo al terziario che, in linea con le
indicazioni dell'Unione europea, puntano su diversificazione dell'attività e integrazione del reddito». L'attuale distribuzione assegna a una sola barca con il sistema della 'circuizione' poco più di 460 tonnellate, quasi quanto spetta all'intero sistema del 'palangaro' (circa 530 tonnellate), con l'aggravante che tale quota, distribuita fra tutte le imbarcazioni, rappresenta un quantitativo
talmente irrisorio da impedire la stessa cattura del tonno. «Non chiediamo alcun favore - conclude il presidente Musumeci - ma solo l'applicazione di un criterio equo, al pari di altre Regioni, che non
continui a danneggiare sempre i pescatori siciliani».

---Nino Accetta (Federcoopesca Sicilia): "Il Decreto sulla piccola pesca appena pubblicato mortifica il ruolo delle Associazioni e ignora le giuste attese dei pescatori. Contrari a questi colpi di mano. Adesso sarà lotta dura".

Il Decreto Ministeriale 7 Dicembre 2016 recante "Disciplina piccola pesca e pesca artigianale" è da qualche giorno online, nel sito del Ministero.
Da subito questo Decreto era stato ampiamente e dettagliatamente criticato da Alleanza delle Cooperative Italiane che nell'ormai lontano 27 Gennaio 2017, aveva anche chiesto a Riccardo Rigillo ( il Direttore Generale della Pesca e dell'Acquacoltura presso il Ministero) un incontro, sollecitando nel contempo l'organizzazione di un seminario tecnico-illustrativo quale indispensabile e doverosa occasione di confronto.

"Adesso - denuncia Nino Accetta, presidente di Federcoopesca Sicilia - ci vediamo notificare un Decreto sul quale non ci è stato concesso interloquire, che avrà un impatto devastante sul mondo della piccola pesca in quanto zeppo di criticità e di nodi che non potranno non venire al pettine, cominciando dai Co.Ge.P.A."

Federcoopesca - che annuncia eclatanti azioni di protesta - contesta il Decreto nel merito ma anche nel metodo, poiché - denuncia - "è vero quel che il Decreto strombazza, e cioè che le Associazioni di Categoria sono state sentite ma è anche vero che non sono state ascoltate, e che si è preferito lasciare cadere nel vuoto le loro giuste osservazioni".
Federcoopesca Sicilia, pur rifiutando di "vedere nella vicenda la volontà terroristica di sminuire e screditare le Associazioni di Categorie agli occhi della base associativa, sottolinea "il dato di fatto, inconfutabile e inaccettabile che le attese dei pescatori sono state ignorate e un intero comparto produttivo mortificato".
L'Assessore Cracolici e il Direttore Cartabellotta – conclude Nino Accetta – sono stati puntualmente informati, "al fine di fare fronte comune per la difesa della pesca siciliana e siamo sicuri che non faranno mancare il loro appoggio in vista delle inevitabili future battaglie".

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