Malfa – Il restauro del rudere vicino al mare…costa caro. Pesanti condanne per i proprietari, la ditta e il progettista. Assolto invece il tecnico del Comune di Malfa. I proprietari Giugni / Camerini, villeggianti arrivati dalla Toscana, la ditta Sas rappresentata da Cacopardi che ha realizzato i lavori e l’architetto Giuseppe Faranda, in concorso tra loro, sono stati condannati alla pena dell’arresto di mesi 3 e 20.000,00 € di multa, alla demolizione delle opere realizzate, disponendo la sospensione della pena a condizione della demolizione e disponendo anche la confisca, con spese tutte a carico dei condannati anche quelli della demolizione. L'accusa: aver realizzato un vano in piu'.
Il tecnico comunale Arturo Ciampi, assistito dall’avvocato Saro Venuto che ha rinunciato alla prescrizione, il collegio penale lo ha assolto, per insussistenza dei falsi contestati. Assolti anche l’architetto Faranna e la ditta Sas amministrata da Cacopardi, per insussistenza dei falsi contestati, così come i proprietari Giugni-Camerini, tutti assistiti dagli avvocati Filippo Barbera e Francesca Minasi.
La storia – anno 2014. I signori Giugni /Camerini acquistano un rudere nel Comune di Malfa, all’interno della fascia di rispetto F4 (ovvero entro i 150 metri dal mare)..
Affidano la progettazione, dopo un primo rigetto, all’architetto Giuseppe Faranna di Messina .
La ditta produce al Comune uno studio areofotogrammetrico con restituzione planovolumetrica attestante la persistenza e consistenza del fabbricato, di fatto quasi inesistente se non per tracce di muri ed indicatori della destinazione d’uso abitativa .
Il Comune sulla base della richiesta di riesame supportata dallo studio offerto dalla società S.A.S. di Palermo e sulla base del decreto del fare in ordine al concetto di ristrutturazione edilizia, senza cambio di destinazione d’uso, rilascia la Concessione Edilizia.
Vengono eseguiti i lavori ed il vicino sporge una denuncia dalla quale si attiva una procedimento penale con relativa nomina del Ctu (consulente tecnico d'ufficio).
Il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune Arturo Ciampi ed il progettista Faranna, subiscono una misura cautelare della sospensione dall’attività professionale. Ciampi subisce anche l’obbligatoria rotazione con lo spostamento in altro settore del Comune.
Dopo l’udienza con il gip tutti gli indagati vengono rinviati a giudizio e il Ciampi ed il Faranna ottengono la rimozione della misura loro applicata.
Il Collegio penale di Barcellona P.G, presieduto da Antonino Orifici (piemme Matteo De Micheli), ha disposto ulteriori accertamenti, al fine di stabilire l’esistenza o meno del rudere. I periti, due importanti professionisti di Catania, stante la particolarità del quesito posto dal tribunale e la rilevanza della questione hanno designato l’esperto perito Paolo Surace.
All’esito della perizia è emerso che il rilievo aerofotogrammetrico che restituisce l’assetto planovolumetrico del rudere è senza dubbio utilizzabile al fine di provare la persistenza e consistenza così da richiedere la ristrutturazione. Nel caso in questione, secondo l’interpretazione molto tecnica ed assolutamente discrezionale è emerso che una parte del rudere non era visibile.