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Lipari - Per la concessione dei locali-biglietterie dei mezzi di collegamento di Sottomonastero 5 rinvii a giudizio.

Riguardano il sindaco Marco Giorgianni, Massimo La Cava, legale rappresentante della “Sgm srl”; Alessandro Seminara, e Giuseppe Insana, già legali rappresentanti della Davimar Eolia Navigazione e Donatella De Pasquale, legale rappresentante della Eoltravel Viaggi e Turismo.

Il provvedimento è stato firmato dal giudice Valeria Gioeli, su richiesta del pm Matteo De Micheli. Secondo il capo d'imputazione sono accusati di "abuso d'ufficio e di occupazione illegittima di area demaniale e della struttura prefabbricata realizzata dal Comune e data in uso alle società per utilizzarla per le biglietterie".

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di Leonardo Orlando

La Procura di Barcellona, a conclusione delle indagini preliminari, ha fatto notificare al sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, e ad altri quattro rappresentati legali di società che in forza di un mandato gestiscono le biglietterie dei maggiori vettori che garantiscono i collegamenti navali dalle Isole Eolie ai porti di Milazzo e Napoli, l’avviso di chiusura delle indagini avviate dall’ufficio Circondariale marittimo di Lipari che fa capo alla Capitaneria di Porto di Milazzo sulla struttura prefabbricata realizzata dal Comune di Lipari nella zona portuale di Sottomonastero e data in uso illegittimamente alle società di navigazione per collocarvi le proprie biglietterie e le sale d’attesa riservate ai viaggiatori.

Secondo le ipotesi di accusa formulate dalla Procura retta da Emanuele Crescenti, coadiuvato dal sostituto Rita Barbieri, il sindaco di Lipari attualmente in carica, Marco Giorgianni, è indagato per il reato di abuso di ufficio, in quanto avrebbe concesso in godimento la struttura attraverso una mera delibera di Giunta adottata nel 2014 e ciò nonostante il Comune di Lipari non avesse ancora ottenuto la relativa concessione demaniale dalla Regione.

Gli altri quattro indagati, invece, ai quali si contesta l’occupazione abusiva di area demaniale, sono: Massimo La Cava, 56 anni, legale rappresentante della società “Sgm” srl; Alessandro Seminara, 52 anni, e Giuseppe Insana, 30 anni, entrambi legali rappresentanti che si sono succeduti alla direzione della Davimar Eolia Navigazione srl; Donatella De Pasquale, 54 anni, legale rappresentante della Eoltravel Viaggi e Turismo snc, tutti indagati per occupazione illegale di bene demaniale, in quanto titolari delle concessionarie delle società di navigazione che avrebbero occupato abusivamente la struttura.

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Un uomo di Panarea, S.C., 39 anni, che per ben due volte ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi di reclusione accumulando complessivamente 40 mesi di reclusione per i reati di abusi sessuali nei confronti di quattro bambine in vacanza sull’isola, ha ottenuto una sensibile riduzione della pena finale a causa del riconoscimento del vincolo della continuazione dei reati di violenza sessuale.
La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare Fabio Gugliotta su richiesta dei difensori avvocati Simone Giovannetti e Salvatore Puleo.

Per effetto di ciò, l’uomo, ai domiciliari dallo scorso 21 dicembre, è tornato in libertà perché ha ottenuto la sospensione della pena finale rideterminata a seguito del riconoscimento della continuazione in due anni di reclusione. L’imputato, a seguito dell’incidente di esecuzione effettuato in Tribunale a Barcellona, non andrà in carcere per come previsto dalla legge per questo tipo di reati. I difensori hanno assicurato che l’uomo ha iniziato un ciclo di terapie presso il servizio di salute mentale dell’ospedale di Lipari.

Le due sentenze di patteggiamento divenute definitive erano state emesse l'1 marzo 2017 ed il 28 marzo 2018. La prima si riferiva a gravi abusi sessuali commessi nel luglio del 2016 a Panarea ai danni di tre diverse bambine che si trovavano in una zona dove erano ancorate delle imbarcazioni. Il secondo episodio, avvenuto in epoca precedente, nel dicembre 2015, e scoperto solo successivamente, si riferiva ad abusi compiuti ai danni di una bambina di appena tre anni che sarebbe stata palpeggiata a seguito di un disgustoso “gioco del dottore”. I genitori della minore, che ignari avevano affidato temporaneamente la bambina all’uomo, si sono accorti solo successivamente perché la bimba, incontrando sull’isola l’uomo, ha avuto paura con conseguente crisi di pianto.

----Il giudice sel tribunale di Barcellona Fabio Gugliotta ha rinviato a giudizio un cuoco palermitano che lavora alla Eolie, Francesco Guglielmiono, di 27 anni. 

Dovrà rispondere del reato di omicidio stradale per aver causato la morte del noto "Pr" di discoteche e locali notturni Valentino Trovato, di 37 anni, di Acireale.

L'incidente si verificò nella via Falcone-Borsellino. La Smart guidata dal palermitano si schiantò contro lo scooter del catanese. A Guglielmino si contestano le ipotesi aggravanti per essersi messo alla guida in stato di ebbrezza alcolica.

---Il pubblico ministero Matteo De Micheli, nel processo scaturito dall'operazione "Don Rodrigo" sui falsi matrimoni – contratti da migranti a caccia della cittadinanza italiana – con donne compiacenti disposte a sposarsi in cambio di poche decine di euro, ha chiesto al Tribunale la dichiarazione di non doversi procedere nei confronti dei 25 imputati, perché nel frattempo è intervenuta la prescrizione per tutti i reati. Lo stesso Tribunale, presidente Fabio Processo, componenti Valeria Gioeli e Francesco Alligo, aveva invitato le parti a concludere in presenza della maturata prescrizione dei reati. Tuttavia, dopo gli interventi dei legali, il Tribunale ha comunicato che il dispositivo della sentenza sarà letto nell'udienza del prossimo 5 febbraio. Il processo, scaturito da una inchiesta dei carabinieri, che si concluderà con la prescrizione era iniziato il 7 luglio del 2013 e, per il cronico "turnover" dei magistrati ha subito rallentamenti.

La prescrizione sarà dichiarata per Moez Larafa, tunisino di 38 anni, residente a Fiumarella di Milazzo considerato uno dei nove capi promotori dell'organizzazione mista "italo magrebina" che combinava i matrimoni di donne e uomini nordafricani da una parte e siciliane e siciliani dall'altra, inscenati allo scopo di permettere agli immigrati di ottenere il permesso di soggiorno in Italia e la futura cittadinanza.

I nomi degli altri 24 indagati che usciranno indenni dal procedimento penale sono: Angelo Arcoraci, 31 anni, originario di Barcellona e residente a Milazzo; Angela Acquaro, 60 anni, originaria di Lipari e abitante a Milazzo; Michele Acquaro, 53 anni di Lipari con residenza a Milazzo; Lamine Mohamed Jemaa, 55 anni, tunisino con abitazione a Milazzo; Abdelkader Madouri, tunisino di 55 anni, di Milazzo; Raffaela Mirabello, 35 anni, originaria di Messina e residente a San Filippo del Mela; Giuseppina Munafò, 45 anni, di Giammoro di Pace del Mela; Sebastiano Pirri, 53 anni, originario di Montalbano Elicona e residente prima a San Filippo del Mela e di recente a Barcellona; Davide Scoglio, 31 anni, di Lipari e abitante a Santa Lucia del Mela; Pasqualino Scoglio, 55 anni di Lipari, con domicilio a Milazzo; Maria Tolomella, 29 anni, originaria di Napoli con residenza a Santa Lucia del Mela; Moktar El Zgaida, marocchino di 45 anni, di Milazzo. Prescrizione anche per gli indagati la cui posizione sembrava inizialmente meno gravosa perché non erano stati raggiunti da misura cautelare: Cherkaoui Zgaida di 55 anni, residente a S. Filippo del Mela; Monica Palmiero di 43 anni, originaria di Napoli e residente a Milazzo; Maria Renda Popolo, 25 anni, originaria di Messina, ufficialmente residente a Giammoro di Pace del Mela e di fatto dimorante a Torregrotta; Giuseppa Russo, 45 anni di Fiumarella di Milazzo; il tunisino Abderraouf Jemaa, 45 anni, abitante a San Marco di Milazzo; il marocchino Jaouad El Abboubi, 32 anni residente a Milazzo. Prescrizione anche per Paola Tolomella e Giovanna Smiroldo, entrambe di Milazzo, Antonino Iatino di Santa Lucia del Mela che aveva contratto un falso matrimonio in Municipio il 26 marzo del 2009; Nunzia Taranto che si era sposata con un marocchino il 25 settembre 2008 a Valdina; Maria Popolo Renda sposatasi il 6 agosto 2009 con un magrebino; Annamaria Bruno che convolò a false nozze nell'agosto del 2009 e Antonina Milazzo che si sposò il 3 giugno del 2009 a Milazzo con un tunisino. I matrimoni fittizi avevano il solo scopo, in cambio di soldi, di garantire agli stranieri privi dei permessi di soggiorno la regolare permanenza sul territorio nazionale consentendo ai novelli sposi l'ottenimento della cittadinanza italiana. 

 

----Giovane donna discriminata perché in gravidanza era stata ingiustamente dichiarata decaduta dall'impiego, a tempo determinato, di istruttore di vigilanza della polizia municipale di Santa Marina Salina. Il giudice del lavoro di Barcellona, Valeria Totaro, ha adesso condannato il Comune di Santa Marina Salina al pagamento delle retribuzioni maturare e non godute da una giovane donna di Lipari che nel maggio del 2011, dopo aver superato una selezione pubblica per soli titoli, è stata dichiarata, prima ancora del compimento del periodo di prova, decaduta dall'impiego grazie al ricorso all'espediente di una "prova" estemporanea che non era stata prevista nel bando e nemmeno nel corso di formazione. La giovane donna, Francesca Basile, peraltro laureata, difesa dall'avvocato Vincenzo La Cava, aveva fatto pervenire al Comune, prima della conclusione del corso di formazione, un certificato medico per giustificare un breve ricovero per dolori intestinali.

Dal certificato il Comune ha infatti scoperto che la giovane che poche settimane prima aveva superato la selezione pubblica per soli titoli era in gravidanza da 14 settimane. Da quel momento nei confronti della donna sono stati esercitati numerosi tentativi per convincerla a dimettersi. Al rifiuto della stessa che aveva invece manifestato l'intenzione di ultimare il corso di preparazione, il Comune si è difatti inventato una prova pratica, peraltro non prevista nel bando, e con argomenti che non erano nemmeno ricompresi nel programma del corso di formazione. All'esito della prova la stessa candidata che aveva superato la selezione per titoli è stata dichiarata non idonea e per questo costretta alla decadenza dall'impiego a tempo determinato. Il giudice ha infatti stabilito che «sulla scorta del materiale probatorio acquisito e soprattutto alla luce della tempistica degli eventi e del comportamento dell'ente, risulta assai verosimile la tesi sostenuta dalla difesa della ricorrente, secondo cui la decadenza sarebbe stata dichiarata in realtà per un motivo discriminatorio, ossia a causa dello stato di gravidanza della lavoratrice e degli inevitabili disagi che esso avrebbe causato ad un settore (quello della polizia municipale, ndr) già in sofferenza».

La ricorrente ha inoltre asserito, e non vi è stata da parte del Comune specifica contestazione, che gli argomenti dell'esame non erano stati affrontati durante il corso. Così il Comune è stato condannato a pagare le retribuzioni maturate dal 7 luglio al 20 novembre 2011, oltre agli interessi legali. Il Comune, difeso dall'avvocato Fulvio Cintioli, è stato condannato a pagare le spese per il consulente tecnico e per due terzi quelle di giudizio.

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