La Marnavi esce fuori dall'inchiesta della Procura di Trapani su un vasto giro di corruzione a Favignana, inchiesta che, ricordiamolo, portò nel 2020 all'arresto dell'allora Sindaco, Peppe Pagoto. Per la società è arrivato infatti il provvedimento di archiviazione.
I nomi dei due armatori italiani al vertice di Marnavi e di Vetor figuravano nell’elenco di 24 persone indagate nell’ambito della condotta dalla Guardia di Finanza , che aveva accertato un “accordo corruttivo” tra il sindaco, il vice sindaco pro tempore e un assessore del Comune di Favignana con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di un’altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese che aveva ottenuto dal ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile mediante navi cisterna nelle isole minori della Sicilia.
Secondo le indagini dei finanzieri, sarebbe emerso “un sistematico scambio di favori”, che avrebbe visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei prescritti controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati, rappresentando mensilmente al competente assessorato regionale Energia e Servizi di pubblica utilità – Dipartimento Acqua e Rifiuti – un fabbisogno di acqua potabile ‘gonfiato’. Lo scopo – secondo la finanza – sarebbe stato quello di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola. Con un connesso danno erariale che i finanzieri hanno accertato per circa 2 milioni di euro.
Dal canto loro, gli imprenditori avrebbero ricompensato i pubblici funzionari con vari vantaggi, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla compagnia di navigazione partenopea o mediante contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana
“Con riferimento all’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, teniamo a precisare che le navi coinvolte non sono di proprietà di Marnavi s.p.a., né dalla stessa gestite” era stata la precisazione della società armatoriale partenopea in una nota. “Marnavi è unicamente la capofila del raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatario del servizio di approvvigionamento idrico per le isole minori siciliane, e come tale estranea alle contestazioni della Procura. Quanto al personale, precisiamo che la dipendente Marnavi coinvolta nell’inchiesta si limitava a coordinare il programma di approvvigionamento idrico per le Egadi, e che ogni nostro collaboratore, inclusi i marittimi, è sempre stato selezionato dal nostro ufficio del personale secondo criteri di competenza e professionalità, al di là di ogni denegata logica clientelare”.
Alla società marittima con sede a Napoli, in particolare, era stato contestato un illecito amministrativo “per aver adottato modelli di organizzazione e gestione illecita per l’esecuzione del contratto di pubblica fornitura di acqua potabile delle Isole Egadi con nave cisterna, appaltato dalla Regione Sicilia alla Marnavi con le isole minori; questo tramite i suoi dirigenti Domenico Ievoli e Antonia Vitozzi, fra i destinatari del provvedimento.
Secondo l'accusa Marnavi aveva una "responsabilità amministrativa" sulla vicenda, con Domenico Ievoli, amministratore unico, e Antonia Vitozzi, Responsabile del dipartimento che si occupa delle forniture di acqua potabile, che avrebbero causato un vantaggio a Marnavi, nella gestione del contratto di fornitura di acqua potabile all'isola tramite il Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito da Marnavi e Vemar (che è partecipata per il 50% da Marnavi) dal 2013 al 2018.
Marnavi ha prodotto alla procura di Trapani copia del suo modello organizzativo, risalente al 2014, con la descrizione dei processi di lavorazione che riguardano l'incarico avuto, cioè la fornitura di acqua potabile alle Egadi. Il modello prevede regole molto stringenti, per evitare casi di corruzione, tra cui anche il divieto di assunzione per "dipendenti della pubblica amministrazione" che hanno rapporti con la società, e anche per parenti e affini. Il modello organizzativo è controllato da un organiso di vigilanza indipendente.
Proprio per questo, la Procura ha stabilito di archiviare la posizione di Marnavi. Non può avere responsabilità amministrativa la società per il comportamento di suoi dipendenti, che hanno fraudolentemente aggirato un modello di vigilanza funzionante e idoneo a prevenire i reati.(tp24.it)