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Stromboli - Il cratere ora da spettacolo. Con il lancio di lapilli incandescenti e con la lava che lungo la sciara finisce in mare. 

In rada sono diversi i vaporetti carichi di turisti che osservano i "giochi di fuoco" del vulcano "Iddu".

foto di Fabrizio Di Maggio e Giuseppe Aloi

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E LA SPIAGGIA NERA E' STATA DEFINITA TRA LE PIU' BELLE D'ITALIA.

Secondo il sito "Siviaggia.it) tra le spiagge piu' belle d'Italia c'è quella nera di Stromboli.  Ospita una splendida spiaggia a Ficogrande, a nord di Scari. Attrezzata con ombrelloni e sdraio, punti di ristoro e campi da beach volley, è sita di fronte allo Strombolicchio e si compone di ciottoli vulcanici e sabbia nera. Un affascinante contrasto, con le acque azzurrissime.

L'eruzione dello Stromboli come nel 1930, la testimone racconta

di Giuseppe Riggio

L'esplosione anomala del vulcano Stromboli dello scorso 3 luglio ha colpito soprattutto il minuscolo villaggio di Ginostra, che è un'isola nell'isola, un grumo di case abbarbicato al versante occidentale, dove si arriva solo dal mare. Un posto bellissimo, amato dai veri eremiti di ogni nazionalità, ma anche da quanti vogliono sperimentare semplicemente sensazioni ormai rare: l'illuminazione pubblica quasi inesistente, la luna che illumina le case bianche ed il mare, nessuna presenza di mezzi a motore. L'unica, sfortunata vittima della spaventosa liberazione di energia che è avvenuta mercoledì si trovava non lontano dalla frazione, dalle parti di Punta Corvo dove si va con una facile passeggiata per osservare le esplosioni del vulcano che si riversano in mare, attraverso la Sciara di Fuoco.

L'eruzione dello Stromboli come nel 1930, la testimone racconta

Vincenzina Lo Schiavo

Ma questa volta è avvenuto qualcosa di veramente fuori dal comune. Un parossismo che per i vulcanologi rientra nel novero degli eventi improvvisi, che non hanno segni premonitori. A Stromboli ogni tanto avviene. Possono passare anche decine di anni. Vincenzina Lo Schiavo, classe 1920, ancora pochi anni fa ricordava lucidamente un evento del lontano 1930 somigliante a quello del 3 luglio: “Ci salvammo perché eravamo andati tutti ad un funerale di una ragazza giovane - raccontava a chi la andava a trovare nella sua abitazione a picco sulla scogliera- le pietre lanciate dal cratere sfondarono anche dei tetti e qualche casa prese fuoco. Dove ci trovavamo noi, al cimitero proprio sotto la montagna – spiegava Vincenzina- per fortuna non arrivò nessun masso”.

I cronisti eoliani degli anni Trenta raccontarono che dopo l'esplosione molti degli ottocento abitanti partirono, molti per mai più ritornare. Il rientro era scoraggiato anche dall'inadeguatezza dello scalo “pertuso”, il minuscolo approdo della frazione che sino all'inizio di questo secolo poteva essere raggiunto solo da una barca a remi che faceva la spola con il traghetto. Oggi c'è un molo più ampio e gran parte delle case sono state ben restaurate, c'è anche la luce e l'acqua corrente. “Ma per portare un po' di progresso nella nostra frazione -spiega Gianluca Giuffrè- ogni volta abbiamo dovuto fare una battaglia, a volte anche in modo creativo. Nel 2002 la mancanza di energia elettrica diventò una caso nazionale grazie a Pippo Baudo che ci fece intervenire in una edizione del Festival di Sanremo. Ma una conquista dopo l'altra  -spiega Giuffrè- abbiamo sempre tenuto a precisare che non volevamo stravolgere il nostro angolo di isola vulcanica”.

Ed in effetti anche se adesso a Ginostra esistono tutti i servizi essenziali, la sensazioni che prevale è sempre quella di trovarsi in un posto raro, realmente straordinario. Certo ogni tanto “Iddu” ,come chiamano il vulcano che sovrasta il paesino, incute paura ai turisti. Invece della sabbia fine che spesso arriva da lassù, questa volta c'è stata una gran botta, che ha squassato tutta l'isola. Certamente resterà a lungo il dolore di chi ha perso un figlio o un amico, ma la convinzione degli abitanti è che  Ginostra è insostituibile e continuerà ad essere frequentata perché costituisce la testimonianza di un mondo altrove ormai scomparso.(repubblica.it)

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