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Il gip di Messina ha disposto l'arresto di 6 persone tra cui Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni, il presidente del consiglio di amministrazione della COSIGE Scarl Antonio D'Andrea e l'ex capo della segretaria tecnica dell'ex governatore siciliano Rosario Crocetta, Stefano Polizzotto.

Sono coinvolti in una inchiesta che ha ad oggetto una presunta tangente per i lavori di realizzazione di tre lotti dell'autostrada Siracusa-Gela. La misura cautelare è stata emessa anche nei confronti del funzionario del Consorzio Autostrade Siciliano Gaspare Sceusa. Astaldi, D'Andrea, Polizzotto e Sceusa sono stati posti ai domiciliari. Misura cautelare in carcere, invece, per il finanziere Nicola Armonium e Antonino Gazzarra, vicepresidente del Cas. Le accuse formulate dalla Procura di Messina sono, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, abuso d'ufficio e corruzione. L'indagine, che nasce da una segnalazione alla procura della città dello Stretto da parte del Tar, a cui avevano fatto ricorso le ditte escluse dalla gara di affidamento dei lavori, è stata coordinata dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia. Oltre ai sei colpiti da misura cautelare, sono coinvolte nell'indagine cinque persone, tra cui i componenti della commissione che avrebbe dovuto verificare la congruità delle offerte per l'affidamento delle opere: Pietro Mandanici, Sebastiano Sudano, Antonino Recupero e Corrado Magro. Indagato anche Maurizio Trainiti, direttore generale pro-tempore del Cas. Il Consorzio Autostrade, solo una settimana fa, è stato al centro di un'altra inchiesta della procura di Messina che ha ipotizzato a carico di Sceusa, tra gli altri, il reato di disastro ambientale per i lavori di messa in sicurezza del tratto dell'autostrada Messina-Catania interessata dalla frana di Letojanni.(ANSA).

IL PUNTO E VIRGOLA

In che posizione si porrà il Comune di Lipari con la costosa socia Condotte che dopo 12 anni continua ad essere la bella addormentata che nessuno vuole svegliare. Oggi é giunto il momento di sapere in questi anni dove si è arrivati e cosa si è fatto, invece di continuare ad aspettare e a pagare. Chiaramente la società mista è rimasta impigliata in una rete che è passata per troppe mani e per troppi rapporti tecnico-politici. Oggi non ci sono solo i guai giudiziari ma anche la presentazione dei libri bianchi in Tribunale e l'annullamento di una grande commessa del governo danese che ha trovato la scusa dello scandalo Mose dove c'è sempre la Condotte. Questi motivi devono dare al Comune di Lipari la pazienza di non infierire ma anche la forza di andare a sciogliere un rapporto compromettente che ha prodotto liti giudiziarie con i propri dipendenti e perdite economiche. Purtroppo tutte le società miste eoliane sono dentro una palude dalla quale non riescono a venire fuori e nel silenzio producono un debito che nessuno vuole vedere.

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