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di Salvatore Iacono

Un mio filmato del dicembre 1973: mareggiata a Marina Lunga di Lipari.

Certamente non avrei vinto il davide di Donatello, ma è pur sempre una testimonianza di quasi mezzo secolo fa.

VIDEO

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Un ricordo di mia mamma. Oggi avresti compiuto novantuno anni, ma ti voglio ricordare nel giorno dei tuoi diciotto anni (nella foto, la mamma, a destra, con sua cugina Lina Ziino). Continui a vivere nell’Universo delle anime, inesorabilmente separato dal nostro universo spazio-temporale; un Universo in cui immagino la freccia del tempo cristallizzata nell’eterno presente, con una infinità di dimensioni convergenti alla singolarità dell’Assoluto. Ma è solo una mia immaginazione perché il tuo Universo è totalmente inintelligibile alla nostra mente.

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Liparesi d’altri tempi. Il signore della foto, con il cilindro ed un grosso crocefisso appeso al collo, fotografato sulla spiaggia di Marina Lunga, a Lipari, si chiamava Angelo Ziino ed era nato nel 1876 e morto nel 1940. Ai suoi contemporanei liparesi era meglio noto come “u pacciu i catarredda”.

Quelle poche notizie che ho di lui le ho apprese direttamente dalla mia nonna materna, Angela Biviano, che lo aveva conosciuto, ed occasionalmente s’intratteneva con lui per scambiare qualche parola. Secondo i suoi racconti, il signor Ziino, girovagava quasi tutto il giorno, declamando poesie da lui stesso composte, predicando l’amore e la fratellanza tra gli uomini e vivendo in una povertà dignitosa, sostenuto dalla carità della gente. Insomma, quasi un “hippy” ante litteram.

Questo suo modo di essere, insieme all’eccentricità del vestire, gli procurarono l’appellativo di “pacciu” (pazzo). Non so, invece, l’origine del termine “catarredda”.
Il tempo, inesorabilmente, sta consegnando all’oblio il ricordo di questi antichi liparesi; per questo ho ritenuto opportuno pubblicare la sua foto con questa breve nota, nella speranza che qualcuno possa aggiungere ulteriori notizie.

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Una mareggiata di 38 anni fa Sottomonastero: 25 febbraio 1979.

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Questa fotografia ritrae la famiglia di Giuseppe Iacono, fratello di mio nonno Salvatore Iacono. Ho deciso di pubblicarla perché, oltre al livello estetico che ritengo molto buono, costituisce un interessante documento di antropologia culturale di quel tempo.

Purtroppo la data è troppo sbiadita per poterla indicare con esattezza, ma, poiché compaiono nella foto solo otto delle nove figlie dello zio Peppe (così lo chiamavo io da bambino, avendolo conosciuto quando ancora era in vita), è probabile che sia stata fatta in Australia nel 1928. Questo perché lo zio Peppe con la sua famiglia stava transitando da Messina per gli Stati Uniti nel dicembre del 1908 e Maria, che aveva all'epoca tre mesi, morì sotto le macerie del terremoto mentre la più piccola delle figlie (Jole), che nella foto è in braccio alla zia Angelina, nacque nel 1927 dopo il loro trasferimento in Australia.

Quindi, questa famiglia di liparesi, nei primi decenni del secolo scorso, lasciò l'isola natia e si trasferì in America; poi tornò a Lipari ma scoppiò la prima guerra mondiale e le condizioni di vita si fecero nuovamente difficili. Emigrarono allora in Australia dove alcune delle figlie rimasero mentre altre andarono a vivere in America.

Solo i genitori tornarono in tarda età a Lipari. Da notare che nella foto, ognuna delle ragazze (tranne le tre più piccole), compresa la zia Angelina, indossa un filo di perle. Potrà sembrare un particolare insignificante, ma segnala che la famiglia aveva raggiunto una certa agiatezza.

Tuttavia, quello che voglio sottolineare è che questa gente, senza disporre di ammortizzatori sociali, sussidi statali e di tutto l'armamentario di cui oggi, grazie a Dio, disponiamo, ha preso in mano il loro destino e, senza scoraggiarsi, ha affrontato le intemperie della vita.

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4 DICEMBRE 2021

L'intervista del Notiziario all'ing. Salvatore Iacono, l'emigrante col violino nel nucleare

 

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