Lipari - L'ultimo saluto a Luca Spoletini.
Uno stralcio dell'intervento di Guido Bertolaso.
Bartolino Leone
---Luca Spoletini, 49 anni, è morto.
La camera ardente è stata allestita presso la chiesa del Pozzo. I funerali si terranno domani alle 10 presso la chiesa di San Pietro.
Era stato portavoce della Protezione civile nazionale, diretta da Guido Bertolaso. Era molto vicino alle Eolie. Sin dai tempi dello tsunami di Stromboli dove conobbe anche la moglie Caterina Piccione. Il dottor Spoletini era stato male, mentre si trovava a Lipari. Ed era stato salvato dai medici del pronto soccorso, come rievochiamo nella notizia già pubblicita. A Messina al "Papardo" per delle complicazioni sorte, le condizioni si sono aggravate ed ieri sera è deceduto. Lascia la moglie Caterina, il figlio Francesco di nove anni e una bambina che nascerà a settembre. L'ex capo della Protezione civile Bertolaso ha manifestato il suo dolore in un messaggio sottolineando che ha perso un amico e ricordando anche la figura del validissimo collaboratore.
Ai familiari ed in particolare alla moglie Caterina le nostre condoglianze.
Luca Spoletini, per quasi dieci anni portavoce del Dipartimento della Protezione Civile. Era stato ricoverato la settimana scorsa: si era sentito male a Lipari, in seguito al riacutizzarsi della malattia autoimmune con cui conviveva da anni. Dall'isola delle Eolie, dove vivono i genitori della moglie e dove era andato proprio per accompagnare i suoi familiari, è stato immediatamente trasferito all'ospedale Papardo: nonostante tutti gli sforzi dei medici, ieri mattina il quadro clinico è peggiorato e nella tarda serata il cuore di Luca si è fermato.
Il nome di Luca comincia a circolare tra i giornalisti nel 2000, quando entra nella squadra del commissario straordinario per il Giubileo, dove c'è Francesco Rutelli come Commissario e Guido Bertolaso come vice commissario. Una squadra strettamente legata al Comune di Roma della quale facevano parte, tra gli altri, l'attuale titolare della Farnesina Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Michele Anzaldi e l'attuale portavoce del premier Filippo Sensi. È in quella occasione che Luca si fa conoscere per la sua bravura: attento, preciso, sempre presente. Nel 2001 Luca segue Guido Bertolaso al Dipartimento della Protezione Civile e da allora, per nove anni, ha informato i giornalisti italiani su ogni alluvione, catastrofe o emergenza che riguardasse sia l'Italia sia l'estero, quando la Protezione Civile partiva per portare gli aiuti del nostro paese. Dal terremoto di San Giuliano di Puglia all'eruzione dell'Etna e dello Stromboli, dall'alluvione di Messina al terremoto dell'Aquila, Luca è stato sempre in prima linea.
Per nove anni non ha mai spento il telefono, sacrificando per il lavoro la famiglia e gli amici. Quanto telefonava, sapevi che era accaduto qualcosa. "Stiamo partendo". Così è stato anche in occasione dello tsumani in Asia, a Natale del 2004, quando 24 ore dopo il devastante maremoto la Protezione Civile italiana era già in Sri Lanka per recuperare i nostri concittadini. Prima di tutti gli altri, tanto che fu proprio l'aereo italiano a riportare a casa centinaia di turisti di diversi paesi europei.
Anche per la strage dei bambini nella scuola di Beslan, Luca era in prima linea. Ed è stata quella l'unica occasione in cui, davanti alle tombe di quei piccoli innocenti, lasciò uscire le lacrime, lui che ne aveva viste tante. Nel 2010 è toccato sempre a Luca – assieme a Roberto, Marco, Juri, Ilaria – gestire le ripercussioni dell'inchiesta sulle grandi opere che ha investito l'intero Dipartimento della Protezione Civile.
Quando, negli anni successivi, parlava di quella vicenda, Luca scuoteva la testa consapevole che, come tutte le persone perbene, si era trovato a pagare colpe non sue. Passato alle dirette dipendenze di palazzo Chigi, Spoletini è tornato ad occuparsi di disastri due anni fa, quando è stato chiamato alla comunicazione di #italiasicura, la struttura voluta dal governo per contrastare il dissesto idrogeologico. Luca riprende così a fare, e bene, il suo lavoro: informa, fornisce documentazione e dati, spiega.
Una ventina di giorni fa, alla fine della scuola, era stato "scelto" dagli altri genitori della classe del figlio per fare la foto di fine anno. Lui, che non ha mai usato una macchina fotografica diversa da quella nel telefonino, sorrideva allegro: "contenti loro".
IL RICORDO.
di Erasmo De Angelis
Se c’è un paradiso sono sicuro che Luca Spoletini è lì. All’improvviso, un brutto infarto gli ha spaccato il cuore, ma è un cuore grande, impossibile da fermare e continuerà a battere forte ancora da qualche parte. Morire a 49 anni è davvero uno spreco di vita, è insieme ingiusto, assurdo e inspiegabile. E non ci rassegneremo mai al destino maligno che se lo è portato via nel modo più tragico e nelle ore per lui più felici.
Non c’è parola nel vocabolario per dire del dolore di sua moglie, di suo figlio, del bimbo che nascerà tra poco, dei suoi cari, dei suoi amici, e nostro. Ho avuto la fortuna di averlo conosciuto, e la fortuna di averlo portato con me fin dal primo minuto nella struttura di missione di Italiasicura, a Palazzo Chigi. Uno come lui, il cinismo di Stato lo aveva confinato in uno stanzino, costretto alla pena del fare nulla solo per aver lavorato nella Protezione Civile guidata da Guido Bertolaso.
Da grande professionista della comunicazione qual era, competente, serio, disponibile sempre, era stato fondamentale per avviare e consolidare la macchina nazionale dei soccorsi e del volontariato attivo che oggi il mondo ci invidia. Era allenato a dare tutto se stesso per gli altri ed è stato tra i protagonisti della nascita e dello sviluppo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, era uno di quelli impegnati sul campo, che c’erano sempre. Per dieci lunghi anni lo abbiamo visto correre dietro una sequela di catastrofi, dal terremoto di San Giuliano di Puglia all’eruzione dell’Etna, dal Giubileo alla scossa mortale dell’Aquila; e occuparsi di un numero incredibile di problemi.
Il suo carattere non era l’esercizio del potere, non lo è mai stato, ma l’infinita pazienza, la qualità del lavoro di comunicatore e di organizzatore, l’orgoglio e il senso di responsabilità, l’umiltà dei veri uomini di Stato. Ho sempre ammirato i soccorritori che arrivano sui luoghi dei disastri. E Luca era uno di loro, un punto di riferimento certo per tanti colleghi, un tassello dell’avamposto morale dell’Italia più bella che è sempre mobilitata senza pensare ad altro, sapendo che non ci saranno onorificenze, al massimo arriverà un grazie di cuore, figuriamoci una promozione. Luca aveva problemi di salute, conviveva da anni con la sua emergenza, una malattia autoimmune, ma Luca era l’anticorpo alla lamentela. Fortunatamente c’era lui, con la sua serenità e il suo sorriso e con le sue conoscenze dei grandi rischi. Gli stivali di gomma li indossava sempre, e trovava sempre tempo per rimboccarsi le maniche e spingere verso la prevenzione e la buona informazione che salvano la vita.
Non c’è retorica possibile che possa ricordarlo. Dico solo che uno come Luca bisogna meritarselo, e oggi ci restano, insieme alle lacrime, il bel ricordo di ciò che era, di ciò che ha fatto per il Paese, e il rimpianto di ciò che avrebbe potuto ancora realizzare.(unita.tv)
di Michele Anzaldi*
No, non è vero che la sfortuna non esiste, esiste eccome. Luca Spoletini ha corso tutta la sua vita, piena di felicità e di amore ricambiato, quello che distribuiva con il suo sorriso disarmante, contro la sfortuna. Di una malattia che lo accompagnava come un’ombra dalla quale Luca provava a librarsi con leggerezza, non mollando […]
Chiunque abbia fatto o faccia il lavoro di comunicare non poteva non avere in lui un punto di riferimento, umile, un faticatore, dai guizzi preziosi e discreti. Chi lo ricorda nei giorni del Giubileo di Roma, anche li, a correre da una parte all’altra, a spiegare e mettere pezze, a organizzare e assistere i giornalisti, mai uno lasciato indietro.
O nei giorni della Protezione Civile, sembrava non fermarsi mai, in un sacrificio di sé e della sua vita che gli amici vivevano come una generosità suicida, come una esuberanza inattesa per un uomo schivo, mite, sempre un passo indietro. Luca è stato un capo intelligente, un uomo squadra, un fuoriclasse, un gregario leale, quando la vita e qualche ingiustizia gli hanno imposto di starsene un po’ nell’ombra. Mai un lamento, mai un rimpianto. Sempre la voglia di mettersi in gioco, sempre di nuovo. Educato e sorridente, sempre positivo.
All’ultima curva, la sfortuna gli ha fatto un ultimo sgambetto, un ultimo insulto alla felicità che ha dispensato e continuerà a dispensare. Alla sua famiglia, bellissima. L’amata Caterina, Francesco che adora il suo papà, la bimba che verrà. Ai suoi amici. Alla comunità di chi ha lavorato con lui e ha apprezzato la sua grazia, la sua gentilezza. La maglia di chi ogni giorno si sacrifica per gli altri, quella maglia blu che vestiva con orgoglio e fierezza la portava sul cuore che l’ha tradito. Un sorriso, Luca, il tuo. Che a tutti noi suggeriva dai che la facciamo, dai che ce la faremo. Un sorriso, Luca.(unitatv.it)
*Francesco Cozzi Lepri, Flaminia Lais, Chiara Pasqualini e Filippo Sensi
IL CORDOGLIO DELLA GIUNTA GIORGIANNI E DI GUIDEO BERTOLASO.
Si è spento nella notte il dott. Luca Spoletini, uomo di grandi qualità umane e di altissima professionalità.
Questa Amministrazione comunale, nella persona del sindaco Marco Giorgianni, a nome suo, di tutti gli assessori, dei consiglieri e di tutti i collaboratori, porge alla famiglia Spoletini e alla famiglia Piccione, in particolare a Caterina ed al piccolo Francesco, le più sentite condoglianze.
di Guido Bertolaso
È venuto a mancare Luca Spoletini, difficile esprimere il dolore che provo per la perdita improvvisa di un collaboratore di una vita, di un amico. Troppo giovane per lasciarci. Il mio pensiero va alla sua famiglia ed in particolare a sua moglie ed al bambino che sta per nascere. A loro va il mio abbraccio più forte. Non trovo davvero le parole. Solo tanto dolore. Ciao Luca.
---Medici salvano paziente, di 48 anni, con arresto cardiaco. S.I., di Roma e residente a Lipari, sposato con una isolana al settimo mese di gravidanza. E' accaduto all'ospedale di Lipari. I due sanitari del pronto soccorso (il secondo, anestesista, era al suo primo giorno di lavoro per rinforzare l'organico estivo) pensavano fosse già morto. Rianimato per oltre 30 minuti ed intubato, ha ripristinato l'attività cardiocircolatoria e sono stati eseguiti tutti gli esami, tac compresa dal dottor Giovanni Noto e dal tecnico Daniela Gueli. Allorquando l'èquipe composta dai medici Giovanni Albano, Desireè Curci, l'anestesista. Rosanna Panasiti, gli infermieri Giovanni Gemellaro, Gisella Taranto, e di sala operatoria Carlo Agrip e Roberta Balestrieri, è riuscita a stabilizzarlo, è stato richiesto l'intervento dell'elisoccorso del 118 ed è stato trasferito al "Papardo" di Messina per ulteriori approfondimenti. In pratica aveva avuto un malore in auto ed una amica di famiglia lo ha portato al pronto soccorso. Giunto in ospedale, era già in arresto cardiaco. Il medico Albano si è subito reso conto del caso drammatico ed ha iniziato a massaggiarlo sulla macchina, proprio di fronte al pronto soccorso. Quindi è stato portato in barella in sala e si è continuato il massaggio cardiaco per mezz'ora. E' stato anche defribillato e finalmente ha iniziato a riprendere l'attività cardiaca. Fin quando si è potuto trasferire al "Papardo". Per i medici del pronto soccorso con l'arrivo dell'estate aumenta anche la mole di lavoro per la massiccia affluneza di turisti. Nel cuore della notte - alle 3 - si è anche registrato un intervento per S.G., 42 anni, di Lipari, che a seguito di un incidente ha riportato una ferita ampia alla coscia e dopo essere stato medicato, è stato trasferito e ricoverato al "Papardo". In servizio vi sono quattro medici e altri cinque del 118 integrano l'organico.