Lipari - Nella Basilica Minore di Canneto l'ultimo saluto a monsignor Gennardo Divola.
Celebrazione religiosa curata dall'Arcivescovo Giovanni Accolla
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NOTIZIARIOEOLIE.IT
E' morto Don Gennaro Divola, il decano dei parroci eoliani.
Già sacerdote per decenni della Basilica Minore di San Cristoforo di Canneto, si era trasferito nella "sua Salina".
Negli ultimi giorni le condizioni si erano aggravate ed era stato ricoverato al Papardo di Messina.
Ai familiari le condoglianze di Gennaro, Salvatore, Bartolino Leone e famiglie
---Don Gennaro arriverà a Canneto questa sera alle ore 20.00 e verrà collocato nella camera ardente allestita presso il Centro Pastorale dove, in questi giorni, tutti potranno rendergli l'omaggio della preghiera. I funerali saranno celebrati lunedì 28 alle ore 9.30 in Basilica e saranno presieduti dall'Arcivescovo Giovanni Accolla.
IL CORDOGLIO
Lillo Maiorana Questa mattina, a seguito di un malore, Mons. Gennaro Divola è stato trasferito in elicottero presso l'ospedale Papardo di Messina e lì, nella tarda mattinata, ha reso l'anima a Dio.
Il Signore ricompensi questo suo servo fedele con la visione del suo volto e lo ammetta alla festosa liturgia del cielo.
Servo buono, generoso e fedele prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Basilica Minore di San Cristoforo di Canneto
Giacomo Biviano Esprimo sentimenti di profondo cordoglio a nome mio e di tutto il Consiglio Comunale per la dipartita di monsignor Gennaro Divola. La sua umiltà rimarrà d'esempio per tutti. Ha lasciato in tutti noi dei solchi indelebili di amore e fraternità contribuendo in maniera significativa a rendere la nostra comunità solidale e aperta verso i più bisognosi. Il Signore lo accolga tra le sue braccia così come lui ha accolto tutti noi. Il Presidente del Consiglio Comunale
Marco Giorgianni Apprendo con molto dispiacere della scomparsa di Monsignor Gennaro Divola. Faccio a nome mio e di tutta l’Amministrazione le più sentite condoglianze ai suoi cari. Lo faccio come Sindaco ma anche come suo parrocchiano nel lungo periodo in cui gli fu affidata la parrocchia di Canneto. Tutti siamo consapevoli della grave perdita di un uomo che ha caratterizzato e assistito per così lungo tempo la comunità di Canneto lasciando di lui un ricordo indelebile e dei parrocchiani affranti ma grati di quanto da lui ricevuto.
Aldo Natoli, ragioniere "In un momento di grande tristezza, con le lacrime agli occhi e con tanti ricordi nella mente e nel cuore, rendo l'estremo saluto al carissimo e compianto Mons. Gennaro Divola che ha concluso il Suo cammino terreno e si è addormentato, significativamente, alla vigilia del Santo Natale quando il Signore lo ha chiamato a Sé.
Guida illuminata, maestro saggio di vita, amabile consigliere di tutti, padre premuroso ed esemplare, amato e stimato da tutti, lascia sulla terra la traccia luminosa delle Sue grandi virtù, lascia un'eredità di fede e di amore, una fede profonda, incrollabile che ha coltivato, custodito e trasmessa a tutti noi.
Ha consacrato la Sua vita a servizio della Chiesa e dei fratelli ed ha svolto la Sua missione sacerdotale con instancabile zelo, con generosa e totale dedizione.
Mentre lo ricordo con immensa gratitudine e con profondo affetto lo affidiamo al Signore al cui servizio ha dedicato fedelmente tutto se stesso certi che, per il bene operato, gli ha aperto le Sue braccia di Padre buono e misericordioso per renderlo partecipe della beatitudine eterna e della pace dei giusti. Mi confermo dev.mo".
Giuseppe Ziino La vigilia di Natale è passato ad altra vita Don Gennaro Divola,
pastore attento e fedele per l’intera comunita’ cannetara, che non potra’ mai dimenticare l’immenso valore del suo operato.
Ricordero’ sempre la persona umile e disponibile che e’ stata per tutti.
Alla famiglia vanno le mie piu’ sentite condoglianze anche dai miei familiari
di Peppino Mirabito Grazie, carissimo don Gennaro!
Carissimo don Gennaro, i suoi resti mortali, dopo aver fatto ieri sosta nella “sue” Chiese di Canneto e di Leni, per le Sante Messe di Suffragio, sono adesso nel piccolo cimitero del suo paese natio, accanto alle tombe dei suoi adorati genitori e dei cari tutti di famiglia.
E’ per me un dovere, oltre che bisogno del cuore, manifestarle pubblicamente il mio affetto e la mia riconoscenza. Non per tessere l’oleografica commemorazione: non ne sarei capace e non riuscirei mai a trovare le parole appropriate. Vuole essere solo un “Grazie al Signore”, per avermi fatto conoscere ed amare Lei e, per averlo posto, quale Maestro, Padre, Educatore, Saggio e Prudente Sacerdote, nel cammino della mia vita. Caro don Gennarino (così da giovane veniva chiamato) 67 anni di vita sacerdotale, di cui ben 54 trascorsi a Canneto, fanno sgorgare dal mio cuore, la gratitudine più vera e più piena che si fa memoria e diventa preghiera.
Tutti gelosamente conserviamo un particolare ricordo di Lei che ne ha sfiorato la vita, delicatamente affiancandosi al personale cammino: una parola al momento giusto, un sincero incoraggiamento. E questo sin dal lontano 1953, quando subito dopo la Sacra Ordinazione nella Chiesa di Leni (Sabato 15 agosto 1953, solennità dell’Assunta), veniva da S.E. Mons. Re inviato parroco a Rinella: era l’11 settembre di quell’anno. Subito, in quella piccola Comunità è stato amato e venerato per il suo spiccato “senso della Chiesa”; per la capacità dell’organizzazione rispettosa e attenta alle persone; per il servizio pastorale umile e disinteressato. La Provvidenza il 24 agosto del 1958, lo volle in Cattedrale a Lipari a tenere l’Omelia nella S. Messa Pontificale celebrata da Mons. Re. I fedeli di Canneto, lì per la prima volta, la incontrarono e, fecero di tutto perché nella Chiesa di Lami animasse nell’Ottobre successivo la Novena e la Festa della Madonna del Rosario. Da allora, i Cannetari, iniziarono a bussare alla porta dell’Episcopio di Lipari per chiedere a Mons. Re, il suo trasferimento a Canneto.
Prima verbalmente, poi il 17 dicembre di quell’anno per iscritto, il Vescovo garbatamente le chiedeva di accogliere la proposta. Lettere, telegrammi, invocazioni da tutte le parti…per non farti lasciare Rinella: la mamma ammalata, il papà 74enne! Il Vescovo, il 30 dicembre di quell’anno, così le scrisse: “Gennarino, non mettere intercapedini alla volontà del Signore che ha stabilito il corso della tua missione sacerdotale. Ho tutto soppesato ed ho deciso: Tu devi essere il Parroco di Canneto”. E Lei in una lettera:” Il sacrificio che mi si chiede, non è piccolo, Eccellenza, però…!” Echeggiava il “non la mia ma la Tua volontà sia fatta”.
Tanti ancora ricordano quel 24 gennaio 1959 quando, per la prima volta, giungeva a Canneto accompagnato dal papà Antonino, dalla mamma Peppina e dalla sorella Grazia che, per tanti e per lunghi anni è stata, insieme a lei, dopo la morte dei suoi cari genitori, presenza, umile, discreta ed insostituibile al suo fianco. Da allora ha sempre rispettato con vera convinzione e collaborato con schietta lealtà i Vescovi che si sono succeduti nella guida spirituale della nostra Diocesi prima, Arcidiocesi dopo. Mons. Re il 7 Ottobre del ’62 la nominava Procuratore al Concilio Vaticano II; Mons. Nicolosi nel ’64 la nominava Confessore straordinario delle Suore in Seminario, e nel ’68 Delegato Vescovile per la catechesi. Il 3 ottobre del 1973, Paolo VI, su richiesta di Mons. Nicolosi, la nominava suo Cappellano, con il titolo di Monsignore.
Il 1 dicembre del 1976, Mons. Salvatore Di Salvo, la nominava Vicario Foraneo e Direttore dell’Ufficio catechistico Diocesano. Nel luglio 1984, Mons. Cannavò (su proposta del Vescovo Ausiliare Mons. Amoroso) la nominava Amministratore Parrocchiale della Chiesa San Vincenzo Ferreri in Ginostra. Il 31 ottobre 1986, quale “promotore di Giustizia”, veniva da Mons. Cannavò posto nella sessione di Apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita e sulle virtù eroiche dell’allora Serva di Dio (oggi Venerabile) di Madre Florenzia Giovanna Profilio.
Il 1 settembre 1996, Mons. Cannavò, collaborato da Mons. Micciché, la nominava Amministratore Parrocchiale della Chiesa Santa Maria del Carmelo in Alicudi.
Il 19 luglio 2002, Mons. Marra, la nominava Canonico del Capitolo della Concattedrale di Lipari.
Il 27 ottobre 2005, Il Sommo Pontefice San Giovani Paolo II, su richiesta di Mons. Marra, la nominava suo Prelato d’Onore. Il 24 novembre 2006, Mons. Marra la nominava Amministratore Parrocchiale delle Parrocchie di San Vincenzo Ferreri e San Bartolomeo in Stromboli.
Quante Celebrazioni da Lei presiedute in occasione del Natale o della Pasqua; quante feste di San Cristoforo scrupolosamente preparate; quanti battesimi amministrati; quanti matrimoni da lei benedetti; quanti pellegrinaggi bene organizzati; quanti incontri con i gruppi e le associazioni parrocchiali che nel tempo si sono avvicendati (Azione Cattolica dove prende anche avvio il gruppo giovanile “Noi e Voi”, Confraternite, Apostolato della Preghiera, Cammino Neocatecumeale, Coro Parrocchiale, Gruppo Caritas, Gruppo Famiglie, Gruppo del Centro Giovanile, Comitati feste …) . Da non dimenticare la sua attenzione verso i Giovani.
Molti, oggi con i capelli bianchi, ricordano con trasporto di cuore, quel primo campo giovani a Val di Chiesa, dopo qualche anno giunto a Canneto. Il primo di tanti: quello indimenticabile di Mongiuffi Melia degli anni 70, fino al 2007, quando ha accompagnato i giovani a Loreto per l’incontro con il Papa. Se si parla di Canneto, si deve fare sempre riferimento a Lei.
Quanta strada è stata percorsa da quando, vivace ragazzo, insieme al suo fratello gemello in groppa all’asinello, percorreva le polverose mulattiere di Leni. Cosa ricordare di un lungo ed intenso cammino? Certamente l’Amore di Dio e la Sua Misericordia che sempre la ha sostenuta, anche nei momenti difficili. E quanti suoi amici, in questi giorni, legati da veri sentimenti di sacerdotale amicizia, anche se da lontano, la hanno accompagnata con la preghera grata e devota: da S.E. Mons. Paolo De Nicolò a Mons. Adriano Paccanelli ed ai tanti laici che, come l’Architetto Marco Agazzi, prezioso collaboratore nella direzione dei lavori della Chiesa Parrocchiale elevata a Basilica e il Dott. Nino Alessandro, direttore dei Cantori Popolari delle Isole Eolie, erano legati alla Sua Persona come i tanti compaesani emigrati e gli amici villeggianti. Ieri, caro don Gennaro, la presenza di Giovannino ai suoi funerali a Canneto, mi ha fatto ricordare i tanti, che come lui, la hanno fedelmente ed esemplarmente affiancata nel lungo ministero a Canneto, collaborando sempre e, senza guardare orologio.
Sono certo che dal cielo oggi, a tutti sorride e benedice. Più volte ripeteva, in questi ultimi anni, a chi le chiedeva come stava: “Sono ai tempi supplementari” e aggiungeva: attendo la chiamata: quando Dio vorrà e come Lui disporrà. Mi venivano in mente le parole che nel 1994, alla morte di mio padre, mi disse: “Vedi, devi essere felice Giuseppe che tuo padre, il caro Salvatore, sia stato chiamato dal Signore nella Settimana Santa, la Vigilia di Pasqua”.
E aggiungeva: “Nessuno di noi può scegliersi il giorno della propria morte ma, te lo confesso che a me piacerebbe chiudere la mia giornata terrena o la vigilia di Pasqua o la vigilia di Natale.
Non però il giorno. Il giorno della festa è sempre tutto per Lui, non è un giorno che ci appartiene.
Dobbiamo fare un passo indietro e preferire la vigilia che più ci appartiene perché metafora della nostra vita, “vigilia di festa”. Caro Don Gennaro (la chiamo così perché non avrebbe mai gradito che la chiamassi Monsignore), il Signore ha esaudito questo suo desiderio, chiamandola a se la vigilia di Natale, ponendo così fine alle sofferenze, fisiche e morali, di questo ultimo tratto di strada vissuto a Leni. Sono certo che, da Servo Saggio e Fedele, ha ricevuto la ricompensa riservata ai buoni operai del Vangelo.
A riceverla in Paradiso, insieme ai cari genitori, la sua cara sorella Grazia (che insieme a lei ha dato la vita per Canneto) e il Cardinale Capovilla che in vita ha sempre nutrito per Lei attenzione e venerazione (ne è prova l’avere scelto la Parrocchia di San Cristoforo per il suo 50° di sacerdozio il 23 maggio 1990) , e mons. Gaetano Picone, suo Parroco e Padrino e i Suoi confratelli con i quali ha condiviso un buon tratto di strada: Padre Alfredo Adornato, Don Pino Raffaele, Don Mimì Palamara, don Giovannino Bonica, don Bruno Maiorana (da Lei accompagnato al Sacerdozio) ed i tanti che, con Lei, hanno servito la Chiesa nelle nostre Isole. Caro Don Gennaro ci benedica dalla finestra del cielo, ora che per Lei “sono passate le cose di questo mondo”, e preghi per ciascuno dei sui figli affinché possiamo conservare il suo ricordo, facendo sempre tesoro degli alti insegnamenti impartiti.
Ne sono certo: non mancherà la sua Preghiera e il dono della sua presenza perché, come diceva Sant’Ambrogio : “chi torna al Signore, non esce di casa”. Buon Natale in Paradiso e ...Grazie, infinitamente Grazie di vero cuore.
di Marco Agazzi
Con queste riflessioni voglio unirmi al dolore della comunità religiosa e civile eoliana ed in particolare a quella di Canneto di Lipari per la scomparsa di mons. Gennaro Divola . L’ ho conosciuto nell'anno 1994 e nel tempo ho potuto comprendere la personalità e lo slancio sacerdotale per nulla condizionato da età anagrafica o difficolta' di alcun tipo. Sono arrivato a Canneto di Lipari inviato da S.E. mons. Loris Francesco Capovilla gia’ segretario particolare di San Giovanni XXIII , Arcivescovo e poi Cardinale a cui sono stato legato da una lunghissima e privilegiata amicizia. Mons. Capovilla era da molto tempo in amicizia con mons. Gennaro Divola , era cittadino onorario dell'intero arcipelago eoliano ed era legatissimo alla comunita' di Canneto di Lipari. Per mons. Capovilla non potevo non conoscere e visitare le perle eoliane ( Sua fedele citazione. Cosi le definiva ) e non potevo non conoscere la nobile e fiera popolazione eoliana. Cosi ho trascorso 15 giorni meravigliosi ospitato in un appartamento della famiglia di Roberto la Greca .Ricordo benissimo il primo incontro con mons. Divola.
Alla porta della canonica accolto in modo signorile e subito introdotto nel racconto della storia e della tradizione eoliana. Successivi incontri in quelle giornate mi hanno dato l'impressione di un sacerdote fedele ed a pieno servizio della chiesa eoliana ma con un sguardo attento a quanto accadeva nel mondo. Sono ritornato moltissime volte a Canneto di Lipari e questa impressione nell'incontro con monsignor Divola mi è sempre rimasta.
Con il tempo ho potuto conoscere i tratti salienti della sua personalità e del suo operare sempre ricondotti principalmente :
Alla preghiera.
Mons. Divola era un sacerdote che pregava moltissimo. Lo ricordo con il rosario in mano in moltissimi momenti della giornata nel periodo ( anni 2004 – 2005 - 2006 ) che ho professionalmente dedicato con altre professionisti , titolari di imprese e collaboratori alla stesura del progetto ed al successivo cantiere di restauro della facciata della chiesa parrocchiale di San Cristoforo a seguito della concessione del titolo di Basilica Romana Minore. Ricordo che ho raccolto la confidenza di molti collaboratori delle imprese impegnate nel cantiere di restauro colpiti da questa sua costante presenza anche di tipo spirituale. Come non poteva sfuggire il suo essere partecipe del dolore delle famiglie colpite da lutti non solo nel tempo delle esequie ma andando a trovarli la serata successiva alla celebrazione delle esequie che e' certamente un momento non facile nella vita di tutti .
All’accoglienza
Era un uomo e un sacerdote che era veramente capace di accoglienza disinteressata e signorile. Nel periodo trascorso professionalmente a Canneto di Lipari era consuetudine vedere bussare alla porta della canonica tantissime persone. Per tutti , sottolineo per tutti , la parola di incoraggiamento era sempre presente oltre che l'interessamento che spesso portava alla soluzione dei problemi rappresentati da chi bussava alla porta. Ricordo ancora lo stupore che soprattutto i turisti nel periodo estivo manifestavano entrando per una visita spirituale e culturale nella Basilica. Monsignor Divola lasciava pregare e visitare senza interferire in alcun modo. Solo alla fine salutava , si presentava e dava sempre la sua disponibilità per qualsiasi cosa di cui avessero bisogno durante il soggiorno vacanziero. E grazie a questi incontri quante buone conoscenze e quanti fili della provvidenza si sono annodati.
Alla fiducia.
Mons. Divola dava fiducia e chiedeva fiducia. Ed era paziente nell'attesa di riceverla. Era uomo di antica educazione. Non poteva concepire il mancato rispetto della parola data . Sapeva dare risposte alle richieste di molti dopo avere meditato, analizzato e valutato. E se la risposta arrivava non potevi non pensare che avrebbe fatto tutto il possibile per mantenere quanto promesso. Ma era un uomo che infondeva fiducia. Diversamente molte sue opere anche " temerarie " non avrebbero potuto essere realizzate. Ma come uomo di antica educazione aveva un rispetto assoluto della istituzione ed in particolare delle decisioni dei superiori diocesani. E per questo assoluto rispetto e questa obbedienza mi risulta essere sempre stato consultato e coinvolto in ogni decisione riguardante la Chiesa eoliana. Fiducia che dava anche ai piu' bisognosi con vicinanza e aiuti materiali. Ricordo le visite in alcune case di Canneto di Lipari che avevano evidente bisogno di aiuto a cui ho partecipato. Il rispetto verso coloro che erano in difficolta' era assoluto.
All’amicizia
Se un uomo chiede fiducia e ne riceve non puo' non essere amico di molti . Monsignor Divola dava importanza all 'amicizia . E penso che abbai sempre dimostrato nel limite delle forze e del tempo concesso dal suo ministero sacerdotale la sua amicizia verso tutti.
Alla programmazione
Essere sacerdote ed esserlo nell'arcipelago eoliano pretende tanta attenzione agli eventi che si presentano nella quotidianità ma significa essere capaci di guardare lontano e nel mondo. Mons. Divola dava attenzione a tutto , era capace di essere attento ai piccoli ed agli ultimi ma sapeva guardare al futuro ed aveva intuito che il riconoscimento del titolo di Basilica Romana Minore unito al complesso parrocchiale da lui realizzato potesse essere legato a un ulteriore progetto liturgico - culturale. La conclusione dei restauri della neonata Basilica Romana Minore sarebbe stata la partenza per un percorso di ulteriore formazione e di approfondimento su temi religiosi e culturali con celebrazioni , conferenze e dibattiti anche nel periodo estivo. Purtroppo i primi cedimenti dello stato di salute di monsignore hanno rallentato e poi credo interrotto questo progetto che aveva una concreta valenza di ulteriore crescita comunitaria sia per la comunità di Canneto di Lipari sia per l’intero arcipelago eoliano
Sono certo che il prezioso servizio svolto da mons. Divola a Canneto di Lipari e nell’arcipelago eoliano non verrà dimenticato da nessuno. Lo affermo perche’ conosco la profonda tradizione religiosa e civile oltre che la storia delle popolazioni delle isole eolie .
E dal cimitero di Leni caro monsignore ci accompagni e ci custodisca
di Massimo Ristuccia
Un ricordo del caro padre Divola, un pezzo della mia vita, della nostra vita che sia felice in paradiso