Lipari - Nella Chiesa della Madonna di Porto Salvo a Marina Lunga celebrata la Santa Messa da Don Peppino Mirabito in onore di Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera.
Presenti le massime autorità politiche, militari, religiose e civili.
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Bartolino Leone era in diretta
L'INTERVENTO
di Sandro Biviano
Oggi è Santa Barbara i nostri migliori auguri a tutte le nostre amiche che si chiamano Barbara e a tutti i vigili del fuoco in onore della loro Santa protettrice.
Ancora grazie ai vigili del fuoco che abbiamo conosciuto a Montecitorio che ci hanno regalato le giacche della loro divisa.
Tutto il nostro rispetto alle forze dell'ordine.
LA RICORRENZA DI SANTA BARBARA "PROTETTRICE" DEI VIGILI DEL FUOCO E DELLA GUARDIA COSTIERA
Santa Barbara nacque in Nicomedia attuale İzmit in Turchia ed ebbe a padre Dioscoro, crudelissimo persecutore dei cristiani. Essendo educata nelle lettere, conobbe la sublima storia dei misteri cristiani, e con tutto l'amor del verginal suo cuore ricevette la grazia del battesimo. Per tener presente l'augusto mistero della SS. Trinità, fece aprire una terza finestra nella torre del suo castello per elevarsi meglio a Dio, e ne provava tutta la dolcezza. Il padre accortosi di ciò, chiese spiegazione, e Barbara non esitò a spiegargli il mistero della Croce.
La torre però divenne ben presto la sua prigione a causa di un padre oscuramente geloso della sua bellezza. Si racconta a questo proposito che, durante una lunga assenza del padre, la ragazza sia riuscita a fuggire fortunosamente dalla prigione, e a farsi battezzare presso uno stagno. Girovagando nel bosco, trovò poi rifugio nella capanna di un pastore ma, tradita, venne consegnata nelle crudeli mani del padre, il quale, per punirla, la denunciò come cristiana alle autorità e la fece imprigionare, assistendo con inaudita impassibilità, si dice, anche alle torture cui venne sottoposta.
Un padre davvero snaturato. Il giudice che la processò infierì sulla sua rara grazia condannandola ad attraversare il paese completamente ignuda; nel giorno fissato però, una nube densa e nera, mandata miracolosamente dal cielo, avvolse il suo corpo proteggendola da sguardi indiscreti. Quando venne mandata a morte, fu il padre stesso a farle da carnefice: con un colpo di spada vibrato con insana ferocia, il reprobo genitore decapitò la figlia. Ma quando la testa di Barbara cadde sanguinolenta al suolo, un fulmine a ciel sereno si abbatté sull'uomo, incenerendolo all'istante. La morte improvvisa, inviata come punizione dal cielo, fece giustizia dell'atroce delitto cosi narra la tradizione , mandando sicuramente all'inferno l'anima del padre crudele, prima che avesse il tempo di pentirsene.