Maurizio Landini e' stato eletto segretario generale della Cgil nazionale con il 92,6% a Bari a conclusione del 18 congresso nazionale.
Giovanni Mastroeni, segretario provinciale a Messina è stato inserito nella commissione politica.
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Bartolino Leone
IL PLAUSO
di Angelo Sidoti
Caro Giovanni, voglio esprimerti le mie più sincere congratulazioni per il tuo nuovo ruolo all'interno del sindacato della Cgil.
La tua esperienza quale garante dei diritti del lavoratore e la tua passione per la vera politica quella rivolta alla gente più debole, ti sarà utile in questo nuovo percorso.
Un caro saluto da Torino
L'INTERVENTO
di Michele Sequenzia
Caro Direttore, il 2019, sono previsioni di studiosi del mercato internazionale, “rischia di essere il peggiore anno per l’economia mondiale da oltre dieci anni a questa parte, dai tempi in cui il mondo era alle prese con la crisi finanziaria del 2008 – a sua volta la peggiore dai tempi della grande depressione. Previsioni funeste che parlano di una regressione globale, motore sincronizzato, di tutte le maggiori potenze mondiali: le elezioni europee decideranno il nostro destino. Dove trovare lavoro se cessa l’Unione Europea? Nessuno ci vuole , tutti i porti sono chiusi.
Maurizio Landini , eletto nuovo segretario generale della Cgil, rappresenta per tutti noi lavoratori vecchi e nuovi, cittadini o non, senza permesso, occupati e disoccupati di terra e di mare, a qualsiasi titolo, da nord a sud, nelle isole, sui mari, sui monti o nelle valli, sui campi di pomodori, full time, part time, cassa integrati, in attesa di licenziamento, quelli senza documenti, senza permessi, chi a ore, cottimisti, chi in sciopero, pure i licenziati, e miserabili pensionati , una minima speranza di rinnovamento e di sviluppo. Ci siamo dimenticati che “ La Repubblica Italiana è basata sul lavoro! La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ma chi promuove oggi il lavoro?
Il tema del “ diritto al lavoro” è alla base della nostra convivenza politica e sociale. Se non esiste diritto al lavoro , che da il nostro pane quotidiano, se il governo finge di promuoverlo, se si ingannano i giovani, si mente, molti sono costretti ad espatriare, si svuotano le case e le famiglie, manca la struttura legale, normativa che vale per tutti, Amministratori e dipendenti, dal vertice alla base, si precipita nell’anarchia e nella miseria..
Oggi moltissimi Stati, milioni di individui, di ogni parte del mondo, sono privi di “ diritto al lavoro”. La loro esistenza è miserabile. Ovunque i governi totalitari, capi militari, settari antidemocratici, potentati economici e finanziari, quelli che piacciono “ perché sono ricchi”, le cui tavole sono sempre ben fornite di ogni specialità, gente egoista ed ignorante, plebea, gelosa ed illiberale, impongono con la forza delle armi e del denaro la miseria come arma di ricatto , riducendo interi popoli a miserabili emigranti, masse di disperati, che oggi vagano in terra come sui mari senza meta, rigettati ovunque come indesiderabili.
Alzando muri e chiudendo i porti l’intera società va in frantumi, si uccide lo sviluppo di interi popoli. Oggi l’Italia tutta soffre della mancanza del diritto al lavoro. Esistono leggi che non creano nulla. Senza diritti, immediatamente si sviluppa ovunque lo sfruttamento del lavoratore. Nascono le mafie, crescono le associazioni criminali, il terrorismo. E per interi popoli, la libertà e la democrazia cessano di esistere, s’insediano governi totalitari. Fine della libertà.
Oggi, scrive Landini, “ sono in crisi tutte le organizzazioni di rappresentanza sociale, sia quelle politiche che quelle sindacali, e sta cambiando in modo radicale il modo in cui operano imprese e produzione. L’intero sistema produttivo è in continua evoluzione. Nulla sarà più come prima. Mai come oggi abbiamo tanta precarietà del lavoro, tanta diseguaglianza, tanta frammentazione sociale, tanta competizione tra le persone. E dall’altra parte – questo è il tema – non c’è più un punto di vista del lavoro, una visione alternativa della società, mentre c’è e predomina il punto di vista del mercato e della finanza. In prospettiva, certamente il sindacato ha un futuro; ma deve avere un modello sociale di riferimento. Se chiediamo ai lavoratori di organizzarsi in sindacato, non basta dire che il sindacato serve per tutelare le loro condizioni di lavoro.
Bisogna proporre anche un progetto di trasformazione sociale, un’idea diversa di giustizia sociale, di eguaglianza. Bisogna avere un’idea del perché e del come si lavora e si produce; bisogna avere un’idea di reale coinvolgimento e partecipazione delle persone. Si è scelta la strada di lasciar fare al mercato; si è lasciata vincere – nella cultura e nella politica – l’idea che al centro di tutto ci sono il mercato e la finanza. Oggi siamo tutti gravemente in pericolo. Questo ha fatto scomparire la soggettività, la personalità, la spiritualità di ogni essere umano, delle persone che lavorano, del loro spirito crerativo, e ha cancellato ogni punto di vista diverso e di trasformazione. Sono convinto, sinceramente, che il sindacato possa avere un futuro; ma lo avrà solo se sarà anche un soggetto politico, cioè se avrà valori e proposte di trasformazione sociale in assoluta autonomia e indipendenza da politica e governo.” Saluti da Aarau Cantone di Argovia-CH