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I giudici delle sezioni unite del consiglio di giustizia amministrativa, presidente Ermanno De Francisco, relatore Antonino Caleca, hanno sospeso l’ordine di demolizione del comune di Malfa nell’isola di Salina sulla casa de Il postino, resa celebre dal film con Massimo Troisi e Philippe Noiret. Secondo i giudici è lecito attendersi in futuro la tutela del bene per il suo alto valore culturale e artistico.

A rivolgersi ai giudici amministrativi Giuseppe Caffarella, proprietario dell’immobile, che ha ricevuto l’ordine di demolizione dall’amministrazione comunale che ha dichiarato abusivo l’immobile perché costruito in area sottoposta a vincolo paesaggistico, entro il limite dei 150 metri dalla battigia.

L’ufficio legislativo e legale della presidenza della Regione siciliana non ha concesso la sospensiva. I giudici di appello hanno rilevato che il proprietario ha chiesto alla sovrintendenza ai beni culturali, all’assessorato e alla commissione speciale della Regione di dichiarare l’interesse culturale e paesaggistico del bene. In effetti, si legge nel provvedimento scritto dal giudice Caleca, «la "Casa del postino“ risulta già iscritta nella carta dei luoghi dell’identità e della memoria della Regione Siciliana e nel 2000 la stessa Regione ha assunto precisi impegni nei confronti dell’Unesco per la valorizzazione dell’immobile. Il parere del Cga è vincolante. Ciò significa che la presidenza della Regione può solo adeguarsi».

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di Carmelo Amato

I giudici del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto hanno assolto l'avvocato e pittore messinese Dimitri Salonia, accusato di aggressione e minacce nei confronti di Giuseppe Cafarella. Quest'ultimo, conosciuto per essere il proprietario della casa dove è stato girato il film 'Il Postino' a Salina, aveva accusato Salonia di averlo picchiato e minacciato a Salina. In effetti ci fu una lite nel 2010 alle Balate, luogo dove fu girato il film "Il postino", in una grotta di proprietà di Salonia dove Cafarella era solito lasciare la barca. Il pittore dopo aver acquistato la grotta aveva messo un cancello poi distrutto in seguito da qualcuno, e Cafarella nei giorni appresso si era piazzato in prossimità della grotta, impedendo alla figlia di Salonia di entrare. Tra Salonia e Cafarella quindi è nato una litigio verbale, ma secondo quanto dimostrato dalla difesa, il pittore, noto per aver realizzato un'installazione artistica sull'isola in ricordo di Troisi, non ha picchiato e minacciato l'uomo. Gli avrebbe solo chiesto di andarsene. Tra l'altro in una sentenza precedente anche la figlia di Salonia, Angela, era stata assolta perché accusata a sua volta di aver minacciato il proprietario della casa de "Il Postino". Salonia in seguito ha anche chiesto al Comune di confiscare la casa de il Postino perché Cafarella non si sarebbe attenuto alle disposizioni dell'ufficio urbanistica di demolire parte del fabbricato e ha anche chiesto che l'abitazione – divenuta famosa in tutto il mondo – sia utilizzata dal Comune come "Casa Museo" del film. Solonia è stato difeso dall'avvocato Caminiti. 

 

In occasione del ventennale della scomparsa di Massimo Troisi e della proiezione del film "Il postino", la Fondazione Salonia presenterà un'installazione naturalistica e un docufilm per, ripercorrere la storia artistica dell'attore, nell'ambito del "Memorial Troisi" organizzato dal Comune di Malfa insieme ad Anfe. Alle Balate di Pollara, a Salina, il Maestro Dimitri Salonia presenterà una sua installazione naturalistica e in serata sarà proiettato il "poema visivo" di Eros Salonia dal titolo "Scusate avete visto Massimo Troisi?". Il film ripercorre gli ultimi giorni di Troisi a Salina, fondendo lo stile del documentario con la fantasia.

---Nell'ambito del 'Memorial Troisi' ideato dal Comune di Malfa (Salina) e dall'Anfe sarà presentato oggi un progetto artistico della Fondazione Salonia per ricordare il celebre attore e la famosa pellicola. Il maestro Dimitri Salonia realizzerà un'installazione artistica nel magico scenario delle Balate di Pollara e il regista Eros Salonia un 'poema' visivo (docufilm) sugli ultimi giorni di Troisi a Salina.

Ricordare Massimo Troisi e, allo stesso tempo, attraverso la poesia di un'installazione naturalistica e di un docufilm, ripercorrere la sua storia artistica e la sua vita, evidenziando l'unicità interpretativa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. E' questo l'obiettivo della Fondazione Salonia che, nel ventennale della morte di Troisi e della proiezione del film 'Il Postino', presenterà un interessante progetto nell'ambito del 'Memorial Massimo Troisi' del Comune di Malfa.


Oggi 6 agosto per il IV appuntamento del festival denominato "Il postino e l'isola di Salina"

e organizzato dal Comune di Malfa e dall'Anfe (Associazione nazionale famiglie emigrate), il Maestro Dimitri Salonia, che nella sua carriera di oltre 50 anni ha realizzato mostre in tutto il mondo e vinto numerosi premi internazionali, esporrà alle 18:30 alle Balate di Pollara a Salina una sua installazione artistico naturalistica che sarà donata al comune di Malfa. Per l'opera Salonia ha utilizzato solo materiale come legno, ferro, sassi, piante e una vecchia barca per non incidere sull'equilibrio ambientale del territorio. La vecchia imbarcazione in legno è stata 'incastonata" nel cancello di entrata di una grotta. All'interno è stato posizionato un registratore collegato ad un impianto stereo che diffonderà al passaggio dei visitatori la voce i suoni e i rumori della natura che Troisi –Ruoppolo o ha registrato nel film "Il postino". Presenti anche oggetti ed elementi tipici dell'ambiente circostante e che erano inseriti nella celebre pellicola
L'installazione denominata "L'ultimo viaggio in un rifugio ancestrale rubato agli dei", cercherà di descrivere allo stesso tempo l'anima di Troisi e il suo rapporto con la morte. Lo schianto della barca rappresenta la vita dell'uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione. La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione.
Sempre oggi alle 21, 30 nella piazza di Pollara a Malfa sarà proiettato il 'poema visivo' di Eros Salonia, regista apprezzato in ambito internazionale, dal titolo "Scusate, avete visto Massimo Troisi ?. Il film che ripercorrerà gli ultimi giorni di Troisi a Salina, fonde lo stile del documentario con la fantasia. Ricorderà difatti, Troisi a Salina attraverso le immagini e le testimonianze dei protagonisti della pellicola e di chi ha lavorato nel film. Oltre dallo scenografo Lorenzo Baraldi la costumista Gianna Gissi, gli attori Mariagrazia Cucinotta e Alfredo Cozzolino e l'aiuto regista Gaia Gorrini, sono state sentite persone dell'isola che hanno conosciuto l'attore, ma anche esperti e docenti di cinematografia. Il 'poema visivo' si spingerà poi a immaginare, con un percorso narrativo originale, il ritorno di Troisi a Salina, nelle sembianze di un ragazzo che ammirerà un'altra volta i colori, i panorami, gli odori e le tradizioni dell'isola e li confronterà con quanto aveva vissuto durante le riprese del film. Questo nuovo modo di raccontare assorbe la sua forza dalle radici della tradizione e la trasforma con punti di vista innovativi che diventino nuova linfa vitale nel linguaggio cinematografico. Si tratta di un nuovo neorealismo dove però i protagonisti, pur facendo parte di un film di fantasia non recitano, ma raccontano se stessi e la loro vita.
Il cortometraggio prodotto da Antonio Barbera sarà esaltato dalla voce di Michele Fruttaldo che è molto simile a quella di Troisi e dalla colonna sonora originale di Michele Amoroso, che ha composto musiche coinvolgenti e struggenti.

Trailer "Scusate, avete visto Massimo Trosi?"

 

mgcucinottagruppo6Grande successo ieri degli artisti della Scuola Coloristica Siciliana guidata da Dimitri Salonia che hanno realizzato all'hotel Ravesi, nell'ambito del "Mare festival" e del ventennale della morte di Troisi e del film il Postino, un grande quadro raffigurante alcuni episodi della pellicola per ricordare il celebre attore. Anche l'attrice Mariagrazia Cucinotta, presente alla manifestazione, ha apprezzato molto l'opera.
Un grande quadro per ricordare Troisi e il Postino è stato realizzato da parte degli artisti della Scuola Coloristica Siciliana per ricordare l'attore ieri nell'ambito dell'ultima giornata del "Mare Festival," all'Hotel Ravesi di Malfa a Salina. Gli artisti guidati da Dimitri Salonia, presidente onorario della Fondazione Salonia e pittore noto in ambito internazionale, hanno ideato una stupenda opera con la tecnica dell'Arte a più mani. Il quadro è stato realizzato dal vivo in una performance spettacolare davanti ad una madrina d'eccezione, Maria Grazia Cucinotta, attrice protagonista de Il postino che ha apprezzato molto il quadro. L'opera ha ripreso alcuni elementi del film come il cappello e la bici indossati da Massimo Troisi nei panni del postino, ma ha anche esaltato i tratti dei personaggi della pellicola come la stessa Cucinotta. Il grande quadro è stato realizzato oltre che da Salonia, dagli artisti Lidia Monachino, Carmen Monachino, Carmen Crisafulli, Tanja Di Pietro e Cristina Ravalli. Salonia si è dimostrato ancora una volta instancabile esploratore della conoscenza, capace di sperimentare collaborazioni con altri talentuosi artisti seguendo la tecnica della pittura collettiva."Sono convinto – ha detto Salonia – che il colore sia la sostanza, la radice, il substrato della vita, credo di poter trasmettere ad altre persone il senso, il gusto, l'estetica della macchia, dei contorni non definiti, dei corpi in movimento. Credo che tutti siamo artisti, specialmente i bambini, che mantengono pura e inalterata la loro innata espressività, non avendo ricevuto insegnamenti pittorici e pesanti influenze esterne. In diverse occasioni, invitando il pubblico a partecipare all'esecuzioni di dipinti, ho scoperto che i più bravi, i più veri , spontanei e sinceri erano coloro, che non avevano mai toccato un pennello. Il mio unico insegnamento si basa su un denominatore comune: partire da fondi scuri, per giungere con pennellate di luce e tinte violente a un'esplosione di colori, omaggio alla mediterranea passionalità siciliana".

LIPARI MOSTRA DEDICATA A "NERUDA".

Dopo il successo ottenuto nell'isola di Salina, sbarca a Lipari la mostra fotografica "NERUDA CINEMA E MEMORIA" dedicata al grande poeta cileno co-protagonista del film "Il postino" ambientato nelle isole Eolie. La mostra è stata allestita nel Museo del Cinema presso la Chiesa dell'Immacolata al Castello di Lipari con le immagini della fotografa Claudia Gacitùa Soriano, gentilmente concesse dall'associazione Dydime di Malfa. Questo evento è stato realizzato nel 20° anniversario della morte di Massimo Troisi, l'altro co-protagonista del film "Il Postino" - avvenuta dopo pochi giorni dalla fine delle riprese del film che ha fatto conoscere la località di Pollara nel mondo, dove gli è stata recentemente dedicata la famosa stradella che egli percorreva in bicicletta nel film. La mostra di Lipari si colloca nell'ambito degli eventi del Festival del Cinema promosso dal Centro Studi Eoliano di Lipari che ringrazia Clara Rametta, assessore al Turismo e Spettacolo del Comune di Malfa, per aver concesso la mostra anche all'isola di Lipari.

----La strada di Pollara intitolata a Massimo Troisi, a 20 dalla morte.L'iniziativa è stata voluta dal Comune di Malfa guidato dal sindaco Salvatore Longhitano. Ha presenziato Maria Grazia Cucinotta che con l'attore napoletano girò il film "Il Postino" nell'isola delle Eolie: "sono particolarmente emozionata a ripercorrere questa stradella - ha detto con gli occhi lucidi - l'opera cinematografica mi ha fatto scoprire come attrice e mi ha dato visibilità internazionale. Devo tutto a questo film e a Troisi che manca tantissimo non solo a me...".

Foto di Patrizia Ganci

Salina - Al via le manifestazioni per ricordare Massimo Troisi che nell'isola delle Eolie girò il film "Il Postino". Questa sera sarà inaugurata la mostra fotografica "Neruda il Fuggitivo" di Claudia Gacitùa Soriano, presso Palazzo Marchetti a Malfa, accompagnata dalla lettura delle poesie di Pablo Neruda lette da Ezio Donato con interventi musicali di Riccardo Insolia. A seguito la proiezione del documentario su Pablo Neruda introdotto dal Prof. Marcello Saija. Venti anni sono già passati dalla morte dell'amato attore Massimo Troisi, dopo appena pochi giorni dalla fine delle riprese del film "Il Postino" di cui fu il protagonista e che ha fatto conoscere la località di Pollara nel mondo. In occasione di questo ventesimo anniversario il Comune di Malfa (Salina), in collaborazione con L'A.N.F.E. - Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati ricorderà l'attore con un memorial a Massimo Troisi "Il postino e l'isola di Salina", un ricco programma di eventi che si svolgeranno per tutto il periodo estivo. Tra gli eventi di giugno sono previste l'intitolazione della nota stradella di Pollara che il postino del film percorreva in bicicletta e l'inaugurazione di una scultura nel Comune di Malfa, entrambe a Massimo Troisi. L'isola accoglierà personaggi dello spettacolo, delle Istituzioni e del Turismo. Testimonial di eccezione Maria Grazia Cucinotta, con la partecipazione della costumista Gianna Giffi, dello scenografo Lorenzo Baraldi, la figlia del fotografo di scena Emanuela Tursi, Enzo Gragnaniello, Gianni Conte, Alfredo Cozzolino ed altri). Un vero e proprio ciclo di incontri sullo stretto rapporto tra Cinema e Turismo, che si alterneranno ad una rassegna cinematografica dedicata al "postino di Pollara". L'evento fortemente voluto e coordinato da Clara Rametta, assessore del Turismo e Spettacolo del Comune di Malfa, vuole essere un appuntamento culturale di richiamo annuale per far rivivere la magia dei luoghi di Pollara che Pablo Neruda consigliava a Mario il postino: "Prova a camminare sulla riva fino alla baia, guardando intorno a te" (Pablo Neruda).

PROGRAMMA MEMORIAL A MASSIMO TROISI IL POSTINO E L’ISOLA DI SALINA

Palazzo Marchetti Malfa (a cura dell’Associazione Didime 90) 20 giugno 2014 Ore 21.00 Inaugurazione mostra fotografica “Neruda il Fuggitivo” di Claudia Gacitùa Soriano

Poesie di Pablo Neruda lette da Ezio Donato con interventi musicali di Riccardo Insolia

Proiezione documentario su Pablo Neruda introdotto dal Prof. Marcello Saija

Pollara 28 giugno 2014 Ore 21.00 Incontro racconto “Ricordando Massimo”

                   Testimonial d’eccezione Maria Grazia Cucinotta, con la partecipazione della Costumista Gianna Giffi, dello Scenografo Lorenzo Baraldi e della figlia del fotografo di scena Emanuela Tursi e Alfredo Cozzolino

                   Proiezione del film “Il Postino”

Pollara 29 giugno 2014 Ore 18.00 Intitolazione strada a Massimo Troisi, Testimonial d’eccezione Maria Grazia Cucinotta

                   Inaugurazione mostra di foto e bozzetti “il Postino: Salina, la metafora della poesia” presso Casa Sebastiano Lo Monaco

                  Inaugurazione scultura “L'ombra del Postino” ideata dagli Architetti Giuseppe Faranna e Sergio La Spina e realizzata dal fabbro-artista Fabio Pilato Ore 22.00 Concerto di Enzo Gragnaniello e Gianni Conte

Pollara Località Balate (a cura della Fondazione Salonia) 06 agosto 2014 Ore 18.30 Inaugurazione istallazione artistico naturalistica “L'ultimo viaggio in un rifugio ancestrale regalato dagli dei” del Maestro Dimitri Salonia

Ore 21.30 Proiezione del documentario “Massimo Troisi ritorna a Salina”

Malfa Dal 14 al 19 settembre Ore 21.30 Rassegna cinematografica “CIAK Massimo Troisi” Palazzo Marchetti

20 settembre Ore 18.00 Presentazione del libro “Mi ricordo...Piripì zozzò” di Alfredo Cozzolino e Ennio Ecuba

               “I giochi del piccolo Troisi” attività ludiche per bambini.

Pollara Serata speciale all'interno del SalinaDocFest ( 23/27 settembre) Malfa (a cura dell’Anfe Associazione Nazionale Famiglie emigrate)

28 settembre Ore 18.00 “Caro amico ti scrivo”. La storia dell’emigrazione delle comunità siciliane attraverso il recupero di lettere e cartoline.

----di Fulvia Caprara per ‘La Stampa'

Un film per prolungare un'esistenza agli sgoccioli, un film che non avrebbe dovuto finire mai, un film che, giorno dopo giorno, avvicinava Massimo Troisi alla sua fine. Dietro la macchina da presa, esattamente 20 anni fa, c'era il regista britannico del Postino, Michael Radford, classe 1946, nato a Nuova Delhi, residente a Londra. Davanti c'era l'artista amato allora come oggi, unico e irripetibile nelle battute entrate a far parte del linguaggio di ognuno e, soprattutto, nella filosofia di vita, quintessenza originale, imitata e citatissima, di una napoletanità introversa, schiva, malinconica.

Di quel set, di quell'intesa, di quell'andare insieme, passo passo, incontro alla morte, Radford (che sarà protagonista, durante il prossimo «Bari International Film Festival» di un tributo a Troisi e di una lezione di cinema preceduta dalla proiezione del film) conserva un ricordo vivissimo e struggente: «Furono giorni tristi e insieme molto felici. Massimo stava morendo, ma il nostro rapporto, nato tempo prima, quando gli avevo chiesto se voleva recitare nel mio film Another time, another place, cresceva di ora in ora. Eravamo diventati amici. Io non parlavo italiano, lui non sapeva una parola di inglese, ma ci capivamo perfettamente».

Come era nata l'idea del «Postino»?
«Massimo non aveva voluto fare Another time, another place perchè le riprese erano ambientate in Scozia e mi disse che lì, per lui, faceva troppo freddo, però ci promettemmo, fin da allora, che avremmo fatto qualcos'altro insieme. Così un giorno lui mi propose questo squisito libro di uno scrittore cileno, Antonio Skarmeta, con un protagonista diciassettenne. Ci vedemmo a Roma e insieme decidemmo di trasformarlo in film cambiando praticamente tutto, tranne la storia d'amore con la ragazza e il rapporto del giovane con Neruda».

In che modo si svolse la lavorazione?
«Dopo tre giorni di riprese Massimo crollò e dovette andare via, però continuavamo a sentirci e lui mi chiedeva sempre qual era la mia impressione su quel poco che avevamo girato. Da quelle domande ho capito che voleva continuare a lavorare, così ci siamo messi d'accordo, Massimo avrebbe fatto il film girando un'ora al giorno, concentrandosi sui primi piani, mentre per il resto avremmo usato controfigure».

Insomma, riprese molto complicate.
«Sì, ma più pesante di tutto era la pena che avevamo nel cuore... ricordo che per la scena del matrimonio ho dovuto cambiare tante di quelle volte le date del piano di lavorazione, che alla fine l'ho fatta con sette sosia di sette attori principali. In certi momenti ero triste, anche disperato. Lo confessai a Massimo, e fu lui a consolarmi dicendomi che io avevo umanità, e che quella è uguale dappertutto e che a tutto il resto avremmo pensato noi, insieme».

Che cosa le ha lasciato «Il postino»?
«La memoria dell'essere stato accanto a una persona speciale. Il postino è rimasto impresso nella mia coscienza perché è il film coincide con la nascita del mio amore per l'Italia».

Perché, secondo lei, Troisi è rimasto così vivo nel ricordo della gente?
«Perché era un uomo speciale, portava su di sé la sofferenza del Mezzogiorno d'Italia, aveva una sensibilità particolare, incarnava l'idea di un popolo napoletano da sempre votato alla sofferenza».

Con il nostro Paese ha mantenuto comunque un legame. È vero che dirigerà la trasposizione cinematografica del libro di Marcello Sorgi «Le amanti del vulcano»?
«Sì, me l'avevano proposta e l'idea mi era subito piaciuta. Il libro racconta la storia dei rapporti tra Roberto Rossellini, Anna Magnani e Ingrid Bergman, un argomento molto divertente che mi avrebbe dato la possibilità di osservare un grande regista da una prospettiva nuova.

Però poi il progetto si è arenato, montare un film in Italia non è facile, anche se io sarei felicissimo di girare nel vostro Paese. Nel frattempo ho lavorato con Anna Pavignano, che scriveva tutti i film di Troisi e con cui mantengo un legame stretto, alla sceneggiatura di un film americano che uscirà in Italia, anche se non so ancora bene quando».

Di che cosa si tratta?
«Si chiama Elsa e Fred, i protagonisti sono Shirley McLaine e Christopher Plummer, racconta la vicenda di una signora in età, un po' stravagante, decisa a realizzare il suo sogno e cioè andare a Roma, alla Fontana di Trevi, e rivivere la sequenza della Dolce vita con Anita Ekberg e MarcelloMastroianni. Il bello è che ci riesce, trova un cavaliere di 83 anni e si regala quell'emozione».

-----Malfa - A venti anni dal film "Il Postino" a fine giugno a Malfa sarà inaugurata una strada all'indimenticabile attore napoletano Massimo Trosi che mori' una settinama dopo aver girato il film che lanciò la seconda isola delle Eolie nel mondo. Sarà proprio la stradella di Pollara che percorreva in bicicletta. Dalla caratteristica casetta rosa – dove s'incontrava con Philippe Noiret - fino alla spiaggia divenuta famosa in tutto il mondo, grazie al film "Il Postino". L'anno scorso, toccò al Comune di Santa Marina Salina intitolare "la passeggiata del porto", che tra i due sindaci scatenò non poche polemiche, ma ora la giunta di Malfa sta predisponendo una manifestazione in grande stile.

 

PROTOCOLLO. Già sottoscritto un protocollo d'intesa con l'Anfe per "Il Postino Memorial". Sarà realizzato un monumento dedicato all'attore, ci saranno una mostra con cimeli del film e incontri culturali con il coinvolgimento della scolaresca. La "madrina" sarà Maria Grazia Cucinotta che deve al capolavoro cinematografico la ribalta internazionale. Il sindaco Salvatore Longhitano inviterà anche il regista Michael Radford.

 

FINANZIAMENTO. "Con questa manifestazione contiamo di riaccendere i riflettori sulla nostra comunità – spiega il sindaco Longhitano – dobbiamo fare in modo di recuperare la spiaggia di Pollara che purtroppo è stata inghiottita dal mare e il costone che è anche pericolante. Speriamo che sia l'occasione buona per far stanziare i quattrini dalla Regione o dal governo nazionale".

POLEMICHE. Salina, con tre Comuni (Santa Marina, Malfa e Leni) e ora due "campanili" sull'intestazione di una strada a Troisi, scomparso nel 1994 che alle Eolie girò il suo ultimo film. "Non ho compreso che c'azzeccato Santa Marina Salina con il film - disse il sindaco di Malfa Longhitano - lo scenario dell'opera fu quello del mio Comune: Pollara, la strada che Troisi percorreva in bici, la casa rosa... Sì, il collega Massimo Lo Schiavo mi invitò a partecipare, ma solo il giorno prima della manifestazione. Ma io avevo preso altri impegni". Longhitano lamentò di non essere stato coinvolto nel progetto: "La manifestazione - disse - poteva essere organizzata tra i due Comuni. Non è un caso che la bella attrice Maria Grazia Cucinotta per il suo soggiorno sull'isola scelse proprio Malfa e l'hotel "Signum" di Clara Rametta che la ospitò anche allora. Il film nel 1996 ebbe 5 nomination agli Oscar e vinse una statuetta per le musiche di Luis Bacalov.

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"Non abbiamo mai litigato - replicò il sindaco di Santa Marina Massimo Lo Schiavo - la manifestazione fu organizzata in tempi strettissimi, con poche risorse, facendo leva sull'entusiasmo di giovani che mostrarono talento e professionalità. Fermo restando che in 19 anni Malfa non intestò nulla a Troisi, "Il Postino" ha reso celebre nel mondo tutta l'isola, e non solo Pollara. Chi sbarca con l'aliscafo a Santa Marina si tuffa immediatamente nel ricordo del film".

La nostra intervista a Maria Grazia Cucinotta - Salina 2 agosto 2013

http://www.bartolinoleone-eolie.it/cucinotta02082013.wmv

Trailers del film "Il Postino" su Youtubehttps://www.youtube.com/results?search_query=il%20postino%20troisi&sm=3

----di Gianluca Rossellini

Presentate le iniziative della Fondazione Salonia per le celebrazioni del ventennale della morte di Massimo Troisi e della proiezione del film 'Il Postino'. Nell'ambito del 'Memorial Troisi' ideato dal Comune di Malfa e di 'Mare Festival' organizzato del Comune di Santa Maria Salina, è stato portato avanti un progetto per ricordare il celebre attore e la famosa pellicola. La Scuola Coloristica Siciliana realizzerà un grande quadro raffigurante episodi del film, il maestro Dimitri Salonia un'installazione artistica nel magico scenario delle Balate di Pollara e il regista Eros Salonia un 'poema' visivo (docufilm) sugli ultimi giorni di Troisi a Salina. Ricordare Massimo Troisi e, allo stesso tempo, attraverso la poesia di un quadro, di un'installazione naturalistica e di un film 'poema visivo' , ripercorrere la sua storia artistica e la sua vita, evidenziando l'unicità interpretativa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. E' questo l'obiettivo della Fondazione Salonia che, nel ventennale della morte di Troisi e della proiezione del film 'Il Postino', ha pensato di sviluppare un interessante progetto nell'ambito del 'Memorial Massimo Troisi' del Comune di Malfa e di 'Mare Festival' organizzato dall'amministrazione di Santa Maria di Salina.
L'evento è stato presentato oggi venerdì 25 luglio alle 10 all'hotel S.Elia a Messina. Erano presenti gli artisti Dimitri Salonia e Lidia Monachino, il regista Eros Salonia, il presidente della Fondazione Salonia Felice Ruggeri e il direttore artistico di 'Mare Festival' Massimo Cavaleri.
Per il Mare Festival il 5 agosto alle 18:30 all'Hotel Ravesi di Malfa, Dimitri Salonia, presidente onorario della Fondazione Salonia e pittore noto in ambito internazionale, insieme ad altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana, realizzerà una grande quadro con la tecnica dell'Arte a più mani. L'opera, che sarà ideata e ultimata dal vivo in una performance spettacolare si ispirerà al film il Postino e a Troisi. Alla manifestazione sarà presente la critica d'Arte nazionale Federica Pasini che illustrerà l'opera intitolata "Il postino della vita". Insieme a Salonia imprimeranno il loro stile cromatico nella tela gli altri artisti Lidia Monachino, Carmen Crisafulli, Tania Di Pietro, Cristina Ravalli, Angela Salonia e Felice Ruggeri.
Il 6 agosto invece nell'ambito del 'Memorial Massimo Troisi' il Maestro Dimitri Salonia presenterà alle 18:30 alle Balate di Pollara una sua installazione naturalistica ideata e donata al comune di Malfa. Per l'opera Salonia ha utilizzato solo materiale naturale trovato sull'isola, come legno, ferro, sassi, piante e una vecchia barca, in modo da non incidere sull'equilibrio ambientale del territorio.
L'installazione denominata "L'ultimo viaggio in un rifugio ancestrale rubato agli dei", cercherà di descrivere allo stesso tempo l'anima di Troisi e il suo rapporto con la morte. "L'idea – spiega Salonia – nasce da alcune riflessioni sulla violenza della natura e sugli elementi che rendono magici alcuni luoghi di Salina come la grotta scavata nel tufo dove le barche di legno vengono tirate in secco dopo i pericolosi viaggi in mare. Lì ho realizzato la mia opera proprio utilizzando una barca in legno. E' come se l'anima dell'imbarcazione si aggrappasse ancora quel rifugio che non l'ha salvata, a quel cancello chiuso che ne ha impedito l'entrata. E ancora rimbalzeranno dentro quei legni 'rumori' e suoni della natura che Massimo Troisi ha registrato per sempre. "Lo schianto della barca – dice ancora Salonia – è come la vita dell'uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione. La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni, creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione. Nel film 'Il postino', in una sorta di chiaroscuro sospeso tra razionalità e aleatorietà, si intrecciano le storie e i destini di Troisi – Ruoppolo e Noiret-Neruda, in una di visionaria chiaroveggente raffigurazione. D'altronde – conclude il maestro – nella stessa poetica di Neruda era spesso presente il tema dell'eterna lotta dell'uomo contro il proprio destino".
Sempre il 6 agosto alle 21, 30 nella piazza di Malfa sarà proiettato il 'poema visivo' di Eros Salonia, regista apprezzato in ambito internazionale, dal titolo "Scusate avete visto Massimo?". Il film che ripercorrerà gli ultimi giorni di Troisi a Salina, fonde lo stile del documentario con la fantasia. Ricorderà difatti Troisi a Salina attraverso le immagini e le testimonianze dei protagonisti della pellicola e di chi ha lavorato nel film. Oltre dallo scenografo, la costumista, gli attori sono state sentite persone dell'isola che hanno conosciuto l'attore. Il poema visivo si spingerà poi a immaginare, con un percorso narrativo originale, il ritorno di Troisi a Salina, nelle sembianze di un bambino che ammirerà un 'altra volta i colori, i panorami, gli odori e le tradizioni dell'isola e li confronterà con quanto aveva vissuto durante le riprese del film. Questo nuovo modo di raccontare assorbe la sua forza dalle radici della tradizione e la trasforma con punti di vista innovativi che diventino nuova linfa vitale nel linguaggio cinematografico.
"Lo scopo del nostro film-documentario – spiega Eros Salonia - è poi anche quello di valorizzare Salina e Malfa e di mostrare l'umanità di un artista d'eccezione, 'affondando la telecamera' nel rapporto tra l'arte, la natura e la morte". "Ma non si tratta – prosegue il regista – solamente di un documentario che ritraccia, come un omaggio postumo, le tappe delle riprese e gli aneddoti della produzione. Questo film vuole essere, invece, una valorizzazione dell'Isola di Salina, del suo potere di seduzione su chi la visita e vi abita. Ma, soprattutto, il progetto che proponiamo è un percorso "interno" verso l'anima dell'isola, verso il suo potere di sospendere la vita umana in un'estasi calma, nella contemplazione del mistero della creazione. Tra uliveti secolari, vigne arrampicate sul vulcano, cantine di Malvasia, tra pescatori e contadini, passerà la voce di Troisi tornato sulla terra e di quanti lo hanno conosciuto. Su tutto, scorrerà la malinconia della scomparsa di un mondo (il contadino e il marinaio). Questa scomparsa poi farà eco all'ironia di Troisi, quell'ironia di chi, come Massimo sapeva di non avere molto tempo da vivere". "Ma per fortuna, - conclude il regista - restano i film, come resta la pietra. Quelli che la storia ci consegna come 'gli ultimi giorni di Massimo Troisi' mostreranno un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell'arte che rivaleggia con la morte. Su tutto, poi, come uccello rapace, Araba Fenice o Chimera, campeggerà, planando su vallate, l'anima del poeta, come il mistero della morte, sospesa, assente, presenza, che si vuole, da parte mia, come sostanza ineffabile del mio racconto".
Il cortometraggio prodotto da Antonio Barbera sarà magnificato dalla colonna sonora originale di Michele Amoroso, che comporrà musiche coinvolgenti e struggenti. Amoroso pianista, compositore e direttore d'orchestra, è docente al Conservatorio "A. Corelli" di Messina. Svolge attività concertistica presso Istituzioni, Enti e Festivals. Autore, tra l'altro, dell'opera lirica "Colapisci" rappresentata nella sala Scarlatti del Conservatorio "V. Bellini" di Palermo e di musiche per spettacoli multimediali eseguite anche presso l'Università di Tor Vergata in Roma, o ispirate a opere pittoriche come "Suite delle stelle" su dipinto di Van Gogh eseguita alla Basilica Cattedrale di Messina.

 

---L'evento culturale che ha fatto conoscere la frazione di Pollara e quindi Salina in tutto il mondo è stato il film "Il postino", ultima pellicola girata da Massimo Troisi, che è scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese. Troisi sta ormai a Salina come Roberto Rossellini a Stromboli, ma per l'attore napoletano ha rappresentato anche il luogo della sua celebrazione cinematografica. Nel 1994 Troisi firma ed interpreta difatti, il capolavoro che si aggiudica cinque 'nomination' agli Oscar di quell'anno (vincendone uno, per le struggenti musiche di Luis Bacalov). Dopo Rossellini, la Bergman, la Magnani, i fratelli Taviani, Antonioni e Nanni Moretti, l'arcipelago eoliano torna con Troisi protagonista sul grande schermo. Il film, ispirato a 'Il postino di Neruda' (Ardiente paciencia), romanzo scritto dal cileno Antonio Skármeta, è stato apprezzato dalla critica e dal pubblico in tutto il mondo e reso struggente proprio per gli splendidi paesaggi di Pollara.

A 20 anni dalla morte di Troisi e da quando fu girata la pellicola, la Fondazione Salonia di Messina ha ritenuto indispensabile ricordare l'attore e celebrare uno dei film più amati del cinema. D'accordo quindi, con il comune di Malfa, competente sulla frazione di Pollara, ha quindi pensato di far realizzare all'artista messinese Dimitri Salonia, a capo della scuola coloristica Siciliana, un'installazione artistica e al figlio Eros un documentario. Produttore del film e' Antonio Barbera. Il regista conosciuto e apprezzato, per il suo lavoro socialmente impegnato nel panorama francese, cercherà attraverso le immagini e le testimonianze degli isolani che hanno conosciuto Troisi, degli storici della Cinematografia, dei protagonisti della pellicola, di raccontare, con un percorso narrativo originale, gli ultimi giorni di Troisi a Pollara, assorbendo dalle radici della tradizione, ma trovando anche punti di vista che diventino nuova linfa vitale nel dibattito culturale. Il progetto, vuole focalizzare l'attenzione sui segni artistici, sociali, cinematografici e letterari che il film ha lasciato, mostrando l'intima connessione tra la dimensione culturale e quella dell'agire sociale. Quelli che la storia ci consegna come "gli ultimi giorni di Massimo Troisi" saranno mostrati come un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell'arte che rivaleggia con la morte.

Eros Salonia parlando del progetto del suo documentario che verrà presentato a luglio durante le celebrazioni del ventennale di Troisi a Pollara, spiega: "Lo scopo del nostro film-documentario è di valorizzare Salina e Malfa e di mostrare l'umanità di un artista d'eccezione, 'affondando la telecamera' nel rapporto tra l'arte, la natura e la morte". "Ma non si tratta – prosegue il regista – solamente di un documentario che ritraccia, come un omaggio postumo, le tappe delle riprese e gli aneddoti della produzione. Questo film vuole essere, invece, una valorizzazione dell'Isola di Salina, del suo potere di seduzione su chi la visita e abita. Ma, soprattutto, il progetto che proponiamo è un percorso "interno" verso l'anima dell'isola, verso il suo potere di sospendere la vita umana in un'estasi calma, nella contemplazione del mistero della creazione. Tra uliveti secolari, vigne arrampicate sul vulcano, cantine di Malvasia, tra pescatori e contadini, passerà la voce di Troisi e di quanti lo hanno conosciuto. Su tutto, scorrerà la malinconia della scomparsa di un mondo (il contadino e il marinaio). Questa scomparsa poi farà eco all'ironia dell'ultimo Troisi, quell'ironia di chi, come Massimo sapeva di non avere molto tempo da vivere. Ma per fortuna, restano i film, come resta la pietra. Quelli che la storia ci consegna come 'gli ultimi giorni di Massimo Troisi' mostreranno un percorso mitico verso una forma di immortalità, in una forza viva: quella dell'arte che rivaleggia con la morte. Su tutto, poi, come uccello rapace, Araba Fenice o Chimera, campeggerà, planando su vallate, l'anima del poeta, come il mistero della morte, sospesa, assente, presenza, che si vuole, da parte mia, come sostanza ineffabile del mio racconto".

Un grande contributo per celebrare Troisi lo darà anche l'artista Dimitri Salonia, che da decenni abita per diversi periodi dell'anno nella frazione di Pollara e ama questo paradiso naturalistico che è per lui grande fonte di ispirazione tanté che lo ha definito "i giardini dell'Eden rubati agli dei". Il maestro Salonia donerà quindi una sua installazione artistica e per quest'opera utilizzerà solo materiale naturale trovato sull'isola, come legno, ferro, sassi, piante e elementi tipici locali come le barche in modo da non incidere sull'equilibrio ambientale del territorio. In particolare, cercherà di realizzare nelle grotte delle Balate a Pollara, dove era stato realizzato il set del fim di Troisi, un'installazione che descriva allo stesso tempo l'anima di Troisi e il suo rapporto con la morte. "L'idea – spiega Salonia – nasce da alcune riflessioni sulla violenza della natura e sugli elementi che rendono magici alcuni luoghi di Salina come la grotta scavata nel tufo dove le barche di legno vengono tirate in secco dopo i pericolosi viaggi in mare. Lì voglio realizzare la mia opera proprio utilizzando una barca in legno. E' come se l'anima dell'imbarcazione si aggrappasse ancora quel rifugio che non l'ha salvata, a quel cancello chiuso che ne ha impedito l'entrata. E ancora rimbalzeranno dentro quei legni 'rumori' e i suoni della natura che Massimo Troisi ha registrato per sempre.

"Allo stesso modo, – prosegue Salonia – Troisi lottando nel film e nella vita contro i colpi del destino, che sono come una marea, si aggrappava ancora alla sua grande anima, alle Balate di Pollara, rifugiandosi nelle notti di tempesta dentro quelle grotte che non hanno saputo proteggere la sua barca nel viaggio della vita. L'installazione sarà creata appunto 'incastonando' una vecchia barca nel cancello di entrata della grotta. Quella caverna che soffoca la barca nella sua bocca. All'interno dell'imbarcazione verrà posizionato un registratore Mp3 collegato ad un impianto stereo che diffonderà la voce di Troisi e i rumori e suoni della natura che lui stesso ha registrato nel film". "Lo schianto della barca– dice ancora Salonia – è come la vita dell'uomo perennemente in balia delle soverchianti forze della natura contro le quali nulla possono razionalità, intelletto e progettazione.

La stessa vita di Massimo Troisi, in perenne bilico tra slanci, passioni, creatività e destino beffardo sempre in agguato, ne è chiara e paradigmatica rappresentazione. Nel film 'Il postino', in una sorta di chiaroscuro sospeso tra razionalità e aleatorietà, si intrecciano le storie e i destini di Troisi – Ruoppolo e Noiret-Neruda, in una di visionaria chiaroveggente raffigurazione. D'altronde – conclude il maestro – nella stessa poetica di Neruda era spesso presente il tema dell'eterna lotta dell'uomo contro il proprio destino".

Rassegna Stampa. Salina, minacce, ritorsioni e denunce e l'isola perde la poesia di Troisi su "La Stampa"

di Laura Anello

Lui era l'unico, vent'anni fa, a potere entrare in questa casa a strapiombo sul mare mentre si giravano le scene del film. «Troisi era stremato, lo truccavano sotto il pergolato laterale, ma nei dieci passi necessari a raggiungere la terrazza della scena, sudava così tanto che dovevano truccarlo di nuovo».

Lui, Pippo Cafarella, l'unico testimone esterno alla troupe di quel «Postino» diventato testamento cinematografico dell'attore scomparso pochi giorni dopo le riprese, è il proprietario della casa rosa che nel film è l'abitazione di Pablo Neruda. L'edificio ottocentesco che – diceva Troisi – era «il simbolo della poesia». Adesso in lui, artista e ribelle, i ricordi si mescolano all'amarezza. Tanta da avere negato l'uso della casa al Comune che si prepara a luglio a celebrare in pompa magna il ventennale del film girato nella frazione di Pollara, la più remota e magica di Salina, l'isola verde delle Eolie. E la più, per così dire, «politica». Perché se tutto l'arcipelago dipende da Lipari, la piccola Salina è divisa in ben tre Comuni, e pullula di assessori e consiglieri come di grappoli di malvasia.

«L'ho spiegato agli organizzatori, proprio non gliela posso dare questa casa. Lo spirito dei festeggiamenti non ha nulla della semplicità, del rigore, della poesia che erano del film e di Troisi. Mi pare prevalgano altre logiche». Di più non aggiunge, ma fatto sta che a guidare le celebrazioni è un avvocato e artista di Messina, Dimitri Salonia, attualmente sotto processo a Barcellona Pozzo di Gotto per una storia di minacce denunciata proprio da Cafarella. «Tre anni fa, insieme a tanti ambientalisti e intellettuali – racconta il proprietario della casa del film – ho puntato il dito contro una tentata speculazione edilizia a Pollara guidata proprio da lui. Da allora sono stato aggredito da due sgherri davanti a mia moglie, la mia barca è stata fatta a pezzi, ho ricevuto una busta con una lametta e una penna rotta, ho sentito epiteti di ogni tipo nei miei confronti, ho trovato le foto dei miei figli tagliate».
Salonia, che ha risposto con una sfilza di denunce per calunnia e per abusivismo, e che nel processo nega ogni relazione con questi episodi, si prepara invece in grande stile a onorare il ventennale attraverso la sua Fondazione e in collaborazione con il Comune di Malfa, una delle tre mini-amministrazioni dell'isola. Lui, che si proclama «capo della Scuola coloristica siciliana» intende realizzare un'installazione artistica, mentre al figlio Eros ha affidato un documentario sugli ultimi giorni di Troisi a Pollara.
Per lui Pollara sono «I giardini dell'Eden rubati agli dei». Lo stesso nome che aveva dato al progetto di una «residenza turistico-alberghiera a 4 stelle in ambito rurale finalizzata alla conoscenza floro–faunistica dell'isola di Salina» per cui aveva chiesto l'immancabile finanziamento europeo a valere su quei fondi Por che dovrebbero servire allo sviluppo del Mezzogiorno: un milione e duecentomila euro, metà dell'investimento complessivo.

Il terreno acquistato dalla società è di centomila metri quadrati, quasi un terzo dell'intera Pollara. Abbastanza da fare saltare in aria un manipolo di ambientalisti e amanti dell'isola (in testa Cafarella) che tre anni fa presentarono un esposto firmato tra gli altri dai registi Paolo e Vittorio Taviani, dell'eurodeputato Giuseppe Fava, dal circolo Legambiente, dal club Unesco dell'isola in cui denunciavano « una preoccupante espansione edilizia tale da minarne il pregresso assetto bioambientale nonché le normali dinamiche civili, essendosi verificata un'escalation di aggressioni e fatti violenti ai danni di alcuni cittadini».
Cafarella sorride di amarezza, passando la mano sull'intonaco color cipria della casa. «Gli scenografi provavano e riprovavano ma il regista Michael Radford non riusciva a trovare il colore giusto. Finché ho mescolato calce, terriccio, colore rosso, dato pennellature grossolane, e spruzzato tutto con la pompa che i contadini usano per spargere la polvere anti-parassiti. E' venuto fuori un effetto dilavato, antico, quello dei miei quadri. Così è nato il rosa di questa casa. La casa che Troisi mi disse di amare: è bellissima, mi sussurrò con un filo di voce».

----di Antonio Famularo

Lettera aperta al Sindaco Salvatore Longhitano,

Recentemente sulle pagine del 'Notiziario' ho letto che nel mese di Maggio codesto Comune 'ricorderà' l'attore Massimo Troisi, scomparso vent'anni fa, dopo avere finito di girare " Il Postino ". A mio parere l'iniziativa è lodevole (come lo è stata, l'estate scorsa, quella del Comune di Santa Marina) perché nelle immagini di quel film, gradevole di per sé, vi sono il fascino e la poesia che Salina riesce a suscitare e a ispirare e che un attento visitatore/osservatore può cogliere e gustare. E quelle immagini salinesi, con le loro atmosfere, rimarranno per sempre nell'immaginario collettivo a futura memoria. Con la presente mi permetto di portare alla Sua attenzione solo un dato (di cui non ho letto nulla al riguardo e che potrebbe essermi sfuggito). Sarebbe alquanto bello, oltreché giusto, per la particolare occasione, 'ricordare' anche Philippe Noiret, un grandissimo Attore e una persona 'perbene', che nel film impersonò il poeta Pablo Neruda (tra le voci più alte della Poesia/Letteratura internazionale del Novecento, insignìto del Premio Nobel), e che col suo talento artistico contribuì notevolmente alla buona riuscita del film, che per la colonna sonora, composta dal Maestro Luis Enriquez Bacalov, fu premiato con un Oscar. A onor del merito anche " Nuovo Cinema Paradiso " era stato premiato con un Oscar e... anche lì il bravo Plilippe aveva impersonato con grande maestria un ruolo indimenticabile, a riprova, ove ve ne fosse bisogno, del suo indiscusso talento.
Del resto è proprio Neruda/Noiret che dà spessore e completezza artistica e umana al Postino/Troisi, 'complici' del connubio Poesia/Amore incentrati sulla figura femminile di Beatriz Gonzales/Cucinotta. E in fondo la "casa rosada" nell' "isla negra" di Pollara, "davanti al mare" (in cui nella realtà Neruda volle essere seppellito) è la casa del Poeta e non del Postino. E a quella casa ubicata a Pollara il grande Noiret vi legò per sempre la sua immagine, lasciandovi un'impronta indelebile del suo grande talento, della sua anima amabile di Uomo e di sensibile Artista. 'Ricordare pertanto l'Attore 'italo'/francese è una scelta del tutto ovvia, naturale, ma ancor più è un grande atto di rispetto verso Troisi che in ammirato e affettuoso omaggio verso Noiret lo volle accanto a sé, co-protagonista, in quel film che introdusse e incoronò Salina nel firmamento del cinema internazionale. Troisi amava la cultura e ne riconosceva il valore; e questo fu, ed è, il suo prezioso làscito: una riuscita 'operazione culturale'. Con l'occasione si potrebbe quindi dedicare una targa al bravo Noiret, da affiggere nel pàtio della casa a Pollara, o intestandogli il belvedere sottostante 'il Semaforo', "Belvedere
Noiret", magari con una targa che ricordi la Sua silhouette e quella di Troisi, ripresi insieme in quella bellissima immagine che fu impiegata per illustrare la 'locandina' del film. Perché Noiret 'appartiene' - come Troisi, la Cucinotta, il regista Radford, il compositore Bacalov, e il 'cast' nel suo insieme - a tutta la comunità salinese. In tal modo, nella sua seria portata, l'evento organizzato da codesto rispettabile Comune non sarebbe soltanto un'operazione da 'cartolina estiva', ma bensì una saggia e pianificata forma di investimento nella 'Cultura', anche in proiezione futura, riconoscendone l'importanza e il valore nonché la 'ricaduta'' positiva che questa produce, di cui le Eolie tutte, oltre i confini dell'orticello di ciascuno, a mio parere hanno anche di bisogno. Sicuro di un Suo convinto riconoscimento a quanto detto, La ringrazio sentitamente sin d'ora con l'espressione della mia stima. Cordiali saluti.

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