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Lipari - Nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore Isa Conti Eller Vainicher si è svolta la cerimonia di consegna della Borsa di Studio “Anna Leone” promossa dal Centro Studi Eoliano fra i giovani laureati autori di tesi di laurea con argomento relativo alle Isole Eolie.

La Commissione ha esaminato le tesi pervenute giudicandole ammissibili perché rispondenti ai criteri richiesti dal bando di gara:

Arianna Gallo – L’ossidiana di Lipari, il prezioso vetro del vulcano. Tipologia, utilizzo e distribuzione nel Mediterraneo occidentale durante il Neolitico – Università degli Studi di Verona – Laurea triennale in Beni culturali – Anno accademico 2015-2016 – Relatore: prof. Marco Peresani.

Daniela Costanzo – La promozione turistica attraverso forme di comunicazione online ed offline. Progetto grafico “MondoEolie . Le isole raccontate in: 50 cose da fare e da vedere” – Accademia delle belle arti di Reggio Calabria – Corso Grafica d’Arte. Laurea triennale. Anno Accademico 2015 -2016 – Relatore: prof. Massimo Monorchio.

Martina Agostino – Paesaggi minerari eoliani – Università degli studi di Messina. Dipartimento DICIEAMA. Corso di Laurea triennale in Ingegneria Edile per il Recupero.- Anno Accademico 2014-2015 – Relatore: Ptof. Mario Manganaro.

Giulio Lucio Salpietro – Piante utilizzate sa scopo medicinale nel territorio eoliano: analogie e differenze nei concetti tra medicina tradizionale eoliana e medicina convenzionale. Università degli Studi di Messina. Dipartimento di Scienze, Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali – Corso di Laurea in Scienze Farmaceutiche applicate ai prodotti per la Salute. Classe L-29 Scienze e tecnologie farmaceutiche – Anno Accademico 2015.2016 Relatore: prof. Francesco Occhiuto.

Carmelo Bonannella –Analisi dendro-strutturali di popolamenti forestali sull’isola di Salina – Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria – Dipartimento di Agraria – Corso di Laurea in “scienze Forestali e Ambientali” - Anno Accademico 2015-2016 – Relatore prof. Fabio Lombardi.

Arianna Giuffrè – Exploit Tourism through transportation – the case of the Aeolian Islands (Come trarre vantaggio dal turismo attraverso il trasporto: il caso delle isole Eolie) – Università Commerciale “Luigi Bocconi” – Scuola Superiore Universitaria – Corso di Laurea Magistrale in Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertainement . Anno Accademico 2014-2015 – Relatore: prof.ssa Cristina Mottironi.

Vittorio Giovanni Cassarà. Analisi e proposta traduttiva di The Lady of Lipari – Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Civiltà antiche e moderna – Corso di Laurea Triennale in Lingue, Letterature Straniere e Tecniche della Mediazione Linguistica (L-12) – Anno accademico 2015 -2016 – Relatore: prof. Simon Tanner.

Alla fine della cerimonia è stata presentata la nuova edizione della borsa di studio “Anna Leone”.

Le interviste al presidente del Centro Studi Nino Saltalamacchia e allo storico eoliano Michele Giacomantonio 

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Bartolino Leone era in diretta.

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Per onorare la memoria della Dott.ssa Anna Maria Leone, già Presidente del Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani di Lipari, è istituita una borsa di studio biennale ( 2015 – 2016) da destinare ad uno studente universitario, che presenti una Tesi inerente, per temi e/o argomenti, le Isole Eolie, dell’importo di Euro 1.000,00 (Mille/00).

Gli aspiranti alla borsa di studio devono possedere i seguenti requisiti:

-        Essere cittadini italiani;

-        Conseguire una laurea, in qualsiasi disciplina, con un voto non inferiore a 80/110.

Per partecipare al concorso gli interessati devono presentare o far pervenire, entro il 31 marzo 2017, alla sede del Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani - Via Maurolico, 15 – 98055 Lipari (Me) – tel. 090-9812987, apposita domanda in carta semplice.

Le domande devono contenere:

-        Generalità e numero di codice fiscale;

-        Recapito a cui indirizzare eventuali comunicazioni;

Alla domanda vanno allegati, sempre in carta semplice, i seguenti documenti:

-        Certificato di laurea;

-        Copia della Tesi di Laurea;

-        Autocertificazione di nascita e stato di famiglia.

La documentazione inviata al Centro Studi non verrà restituita.

La Borsa verrà assegnata da un’apposita Commissione Giudicatrice formata dai soci “onorari”.

Il giudizio della commissione è insindacabile.

Non verrà assegnata la Borsa di Studio se non si potranno esaminare almeno tre Tesi di lauree, e l’importo previsto andrà a cumularsi con quello del biennio successivo.

La consegna della Borsa e la presentazione della Tesi premiata, avverrà durante i “Pomeriggi Culturali” edizione 2017.

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IL PRECEDENTE

L'intervista al presidente del centro studi Nino Saltalamacchia e alla vincitrice della borsa di studio Teresa Castagna.

 

http://www.bartolinoleone-eolie.it/premio-annaleone19052015.mov 

 

 

 

 

Presso l’Hotel Villa Meligunis a Lipari, la Borsa di Studio “Anna Leone” promossa dal Centro Studi Eoliano fra i giovani laureati autori di tesi di laurea con argomento relativo alle Isole Eolie è stata assegnata alla dott.ssa Teresa Castagna con una tesi su “Callimaco: L’Aition di Teodoto di Lipari. Revisione Testuale e Commento” – Università degli Studi di Milano – Facoltà di Studi Umanistici – Corso di Laurea Triennale in Lettere – Anno Accademico 2012 – 2013 - Relatore: Prof. Luigi Lehnus. cs2La Commissione ha esaminato le tredici tesi pervenute giudicandone 12 ammissibiliperché rispondenti ai criteri richiesti dal bando di gara. Durante la cerimonia è stata ricordata la figura di Anna Leone, fondatrice e già presidente del Centro Studi Eoliano. Grande l’attesa da parte dei candidati presenti e la partecipazione del pubblico per la nomina della tesi vincitrice; la Borsa di Studio è stata consegnata alla dott.ssa Castagna dalla nipote di Anna Leone, tra l’emozione del ricordo e la fiducia nel futuro rappresentato dai giovani.       Sono intervenuti il presidente del Centro Studi Nino Saltalamacchia, l’assessore alla Pubblica Istruzione Fabiola Centurrino, il dott. Michele Giacomantonio e la prof.ssa Silvia Campantico. Al termine della serata è stato offerto un aperitivo eoliano organizzato dall’Hotel Villa Meligunis.              

Giudizio della Commissione

cs3La tesi di Teresa Castagna si distingue per l’accurata analisi critica, l’utilizzo di numerose fonti eterogenee, i notevoli rimandi alla storia della letteratura antica, con riferimenti alle diverse interpretazioni filologiche, e il tentativo, ove possibile, di addurre argomentazioni per fare luce su quesiti storici di difficile soluzione. Inoltre la parte in cui tratta la storia delle origini di Lipari è puntuale ed aggiornata con alcuni interpretazioni anche originali. L’aiton a cui la Castagna dedica la sua tesi sono pezzi di frasi da cui, a fatica, riesce a ricavarsi un senso. Come tutte le altre presenti nell'opera si tratta di un'elegia, breve poesia lirica che per metrica e argomento si distacca nettamente dal genere epico greco e romano. Nonostante la forma evidentemente molto lacunosa del frammento possiamo dirci fortunati: grazie alle note, parafrasi e glosse di altri autori e anonimi commentatori antichi riusciamo almeno a ricostruire a grandi linee il filo conduttore della poesia. Inizialmente Callimaco pare rivolgersi agli abitanti di Lipari apostrofandoli con l'appellativo di "stirpe psitia", desumendo l'aggettivo dal particolare tipo di vigna che si coltiva sull'isola. Poi il senso del discorso, per i gravi danni al testo, non è perfettamente chiaro. Ma forse si può intuire qualcosa: il comandante degli Etruschi ordina che sia immolato ad Apollo il più forte combattente dei Liparesi. Era stato infatti fatto dai nemici un voto all'oracolo di Febo Apollo a Delfi per cui, se avesse loro concesso la tanto agognata vittoria sugli Eoliani, essi avrebbero sacrificato al dio il migliore dei combattenti insulani: tale promessa si colloca all'interno della secolare e mai esausta rivalità tra Etruschi-Tirreni (e quindi barbari, secondo la mentalità greca) e Eoliani-Greci per il controllo delle isole, collocate in un punto strategico dei commerci del mar Mediterraneo. E la vittoria nemica non tarda. Sembra di capire che nell'elegia Teodoto, il liparese più valoroso, abbia infine avuto un ultimo sussulto di umanità di fronte alla morte, cercando di sottrarvisi, e tale accenno rende con grande efficacia i risvolti psicologici dell'eroe. La sua sorte però ormai è decisa e non vi si può sottrarre. Gli Eoliani, in quell'occasione sconfitti, riottennero però ben presto la libertà perduta, celebrando la vittoria sugli Etruschi con un monumento proprio all'Apollo di Delfi che permise loro la vendetta. Callimaco rende giustizia dunque a Teodoto di Lipari omaggiandolo, a due secoli di distanza, di quest'elegia di cui possiamo solo sperare di trovare nuovi frammenti che ne svelino pienamente il contenuto. Al secondo posto ex-aequo sono state classificate: Silvia Merlino con una tesi sul rischio vulcanologico, giudicata di particolare valore civile e sociale in una realtà in cui la speculazione edilizia continua ad avere un ruolo importante; Morgana Mazzù con una tesi archeologica sull’agger di Sesto Pompeo, giudicata esemplare sia per la ricostruzione storica sia per la ricerca archeologica dove l’autrice sembra muoversi con sicurezza e padronanza della materia; Ilaria Spinella con una tesi sulla comunità stromboliana in Nuova Zelanda, di grande interesse per comprendere come si sia sviluppata l’emigrazione eoliana in continenti lontani e come abbia funzionato il sistema dell’ “immigrazione a catena” che, con la trafila dei richiami, permette a parenti ed amici degli emigrati di stabilirsi a loro volta nel nuovo paese. Al terzo posto anch’esse ex-aequo sono state giudicate le tesi di Melissa Prota, Alba Mazza e Ornella Gulino che, pur con i gravi limiti riscontrati nello svolgimento, evidenziano problemi di grande interesse per le Eolie: il museo ligneo , una nuova campagna di archeologia subacquea con metodi innovativi, il glossario che raccoglie parole ed espressioni dialettali come strumento per preservare e valorizzare il dialetto come patrimonio, in tutela dell’identità locale che rischia di dissolversi nel tempo.

Foto di Antonio Iacullo    

---CENNI STORICI.

di Michele Giacomantonio

Qualche giorno fa il Centro Studi Eoliano ha attribuito la borsa di studio biennale "A. Leone" alla dottoressa Teresa Castagna laureata all'Università degli Studi di Milano con una tesi su "Callimaco: L' Aition di Teodoto di Lipari. Revisione testuale e commento". Forse ai lettori del Notiziario potrebbe interessare avere qualche notizia di più su questo Teodoto e sull'interesse per la tesi della dott.ssa Castagna. Per questo ti segnalo una pagina dell'Archivio storico eoliano a questo proposito.

Lipari e il culto di Apollo. L'aition di Callimaco su Teodoto di Lipari

 

Callimaco, frammento 93 Pfeiffer, Teodoto di Lipari

Traduzione:

Del nettare (...) stirpe psitia (...)

dell'ambrosia.

Vi ha prodotto la terra e voi, più piacevoli di tutto

ciò che oltrepassa il dolce mosto, attraversate la lingua.

Sventurati, quello poco più in là della punta

del labbro (...) nonostante l'uomo

si rifiutasse (...) impose (...)

un isol- (...)

che aveva abitato Lipari (...)

Ti(rreno) (...)

giunse portando (...)

molte cose, ma quello (...)

disse infatti che avrebbe allontanato (...)

sacro se di Febo (...)

dal popolo (...)

questo (...)

(...)

(...)

Breve commento di Teresa Castagna per contestualizzare

Quella qui sopra riportata è la traduzione di ciò che rimane del quinto componimento del quarto libro degli Aitia di Callimaco di Cirene. Come tutte le altre presenti nell'opera si tratta di un'elegia, breve poesia lirica che per metrica e argomento si distacca nettamente dal genere epico greco e romano. Nonostante la forma evidentemente molto lacunosa del frammento possiamo dirci fortunati: grazie alle note, parafrasi e glosse di altri autori e anonimi commentatori antichi riusciamo almeno a ricostruire a grandi linee il filo conduttore della poesia.

Inizialmente Callimaco pare rivolgersi agli abitanti di Lipari apostrofandoli con l'appellativo di "stirpe psitia", desumendo l'aggettivo dal particolare tipo di vigna che si coltiva sull'isola. Poi il senso del discorso, per i gravi danni al testo, non è perfettamente chiaro. Ma forse si può intuire qualcosa: il comandante degli Etruschi ordina che sia immolato ad Apollo il più forte combattente dei Liparesi. Era stato infatti fatto dai nemici un voto all'oracolo di Febo Apollo a Delfi per cui, se avesse loro concesso la tanto agognata vittoria sugli Eoliani, essi avrebbero sacrificato al dio il migliore dei combattenti insulani: tale promessa si colloca all'interno della secolare e mai esausta rivalità tra Etruschi-Tirreni (e quindi barbari, secondo la mentalità greca) e Eoliani-Greci per il controllo delle isole, collocate in un punto strategico dei commerci del mar Mediterraneo.

E la vittoria nemica non tarda. Sembra di capire che nell'elegia Teodoto, il liparese più valoroso, abbia infine avuto un ultimo sussulto di umanità di fronte alla morte, cercando di sottrarvisi, e tale accenno rende con grande efficacia i risvolti psicologici dell'eroe. La sua sorte però ormai è decisa e non vi si può sottrarre. Gli Eoliani, in quell'occasione sconfitti, riottennero però ben presto la libertà perduta, celebrando la vittoria sugli Etruschi con un monumento proprio all'Apollo di Delfi che permise loro la vendetta.

Callimaco rende giustizia dunque a Teodoto di Lipari omaggiandolo, a due secoli di distanza, di quest'elegia di cui possiamo solo sperare di trovare nuovi frammenti che ne svelino pienamente il contenuto.

Il culto liparese ad Apollo: un mistero?

Uno dei tanti problemi o misteri che la storia antica ci ha consegnato è quello di spiegare come è possibile che tutti gli storici antichi parlano della devozione dei liparesi della Lipara greca per Apollo per cui più volte hanno inviato doni votivi a Delfi mentre a Lipari non solo non si sono trovati resti di un tempio a lui dedicato ma non ci sono nemmeno voci in proposito. Bernabò Brea in Meligunis Lipara vol.IX(  Topografia di Lipari in Età Greca e Romana. Part I - L'Acropoli) parlando dei culti della Lipara Cnidia pp27-30)  ci ricorda che Diodoro (XX,101, 1-3) parlando della proditoria agressione di Agatocle del 304 a.C. narra che furono saccheggiati i preziosi ex voto conservati nel Pritaneo, recanti iscrizioni dedicatorie ad Eolo ed Efesto. Da ciò il grande archeologo deduce che  sull'Acropoli si trovassero oltre al pritaneo,  i santuari delle due divinità principali della città, Eolo ed Efesto. Del santuario di Eolo è importantissima testimonianza il grandioso bothoros per le offerte votive il cui riempimento inizia fin dalla prima metà del VI secolo a.C. Quanto al santuario di Efesto, non è ipotesi inverosimile supporre che esso si trovasse proprio là, dove è l'attuale Cattedrale, nel punto centrale dell'Acropoli. E' probabile - continua Bernabò Brea - che anche altre divinità avessero sull'acropoli della città greca un tempio o almeno un sacello. "Sembrerebbe strano che non ricevesse localmente un culto Apollo, al cui santuario delfico i Liparesi erano particolarmente legati". Eppure di un tempio ad Apollo Bernabò Brea non ha trovato traccia.

Ha invece traccia di un santuario ad Afrodite , con tutta probabilità sull'acropoli stessa, testimoniata da una iscrizione incisa a grandi lettere .

Nella città bassa si sono trovate nei pressi della necropoli numerose statuette sacrali  e frammenti di grandi statue dedicate a Demetra, Kore, Hermes e probabilmente anche Dionisio ed esistono tracce di un santuario del V secolo dedicato a Demetra.. Ma di Apollo niente.

Un tentativo di risolvere questo problema ci viene da una giovane milanese, Teresa Castagna, che si è laureata all’Università degli Studi di Milano, facoltà di studi umanistici con 110 e lode discutendo la tesi “Callimaco: l’aition di Teodoto di Lipari, Revisione testuale e commento” e che Il Centro Studi Eoliano ha assegnato la borsa di studio "Anna Leone" per il 2013-2014 dedicata ai giovani laureati che hanno presentato una tesi su Lipari.

Callimaco fu un poeta e filologo greco antico d'età ellenistica nato a Cirene, intorno al 310 a.C. e morto ad Alessandria d'Egitto, intorno al 240 a.C.. Scrisse molto e fra l’altro gli Aitia (dal termine greco αἴτιον, "causa")  che sono una raccolta di elegie suddivisa in quattro libri.

La raccolta si componeva di una quarantina di elegie in distici elegiaci che indagano sull'origine (prevalentemente mitica) di nomi, usanze, tradizioni o culti. I testi sono giunti fino a noi in modo molto frammentario e gran parte delle elegie ci è nota grazie a citazioni di altri autori.

Il quarto libro si apre  con una nuova invocazione alle Muse, della quale si è conservato l'incipit, a cui segue la trattazione di sedici αἴτια: le Dafneforie a Delfi, il capro espiatorio di Abdera, il culto di Melicerte a Tenedo, il sacrificio di Teodoto di Lipari, Limonide di Atene, il cacciatore presuntuoso, le mura pelasgiche ateniesi, Eutimo, la statua di Era di Samo, Pasicle di Efeso, Androgeo, Esidrete di Tracia, Gaio il romano, l'ancora di Argo a Cizico. Sempre nell'ultima parte dell'opera si trova l'elegia sulla chioma di Berenice, nota, oltre che per il breve frammento conservato, per la celeberrima traduzione catulliana e per la trattazione che ne fece Ugo Foscolo.

L’ aition sul sacrificio di Teodoto di Lipari è stato ritrovato in maniera fortuita nel 1934 a Tebtynis, in Egitto, nel corso degli scavi archeologici condotti dallo studioso Achille Vogliano. Il papiro era tra altri documenti abbandonati in un deposito di materiali e oggetti di scarto destinati alla combustione ed era l’unica opera letteraria fra documenti ormai senza valore. Il papiro tramanda una specie di sommario degli scritti di Callimaco. Sono riportati, infatti, in forma di riassunto, alcuni componimenti del libro III degli Aitia, quindi quelli del libro IV, 13 componimenti giambici, epodici e uno trocaico,  i sunti degli scritti cosiddetti lirici e infine l’Ecale e gli Inni. Si suppone che sia andata perduta una porzione di papiro ampia almeno quanto quella conservata (per un totale di tre metri circa).

L’aition   di Teodoto di Lipari è importante anche per il suo legame con Apollo, figura che inaugura il quarto libro dell’opera, al centro di una serie di componimenti volti a celebrare la razionalità e la vittoria dei culti greci sulla barbarie dei riti stranieri.

Le statue votive dei liparesi

Il paragrafo dedicato alla religione e ai culti diffusi in antichità nei territori dell’arcipelago eoliano è quello che ci riguarda ed è anche l’ultimo della tesi. Per spiegare perché a Lipari mancherebbero tracce di un tempio di Apollo l’autrice avanza l’ipotesi che gli abitanti delle Eolie si sarebbero “convertiti” al culto di Apollo delfico per contrapporsi agli Etruschi che avevano promesso ad Apollo che in caso di occupazione di Lipari gli avrebbero sacrificato il più valoroso fra i liparesi ed ora si apprestavano ad eseguire il sacrificio umano. In contrapposizione agli etruschi invece i liparesi promisero ad Apollo , se li avesse liberati dagli Etruschi, statue su una base calcarea lunga una trentina di metri. Le iscrizioni poste sul basamento ci sono giunte in stato molto frammentario ma è possibile comprendere che quelle poste sul lato superiore del basamento sono riconducibili alla prima metà del V secolo a. C. e la dedica al dio rimanda ad una vittoria riportata sui Tirreni. Così gli eoliani avrebbero ottenuto la benevolenza del dio, facendo venir meno il suo appoggio ai Tirreni. Si ipotizza, così, che nell’aition “Callimaco voglia rappresentare con l’episodio di Teodoto di Lipari il superamento della religione antica e barbara, fatta di sacrifici umani e empietà, verso una nuova forma di devozione maggiormente gradita agli dei”. Quindi i liparesi avrebbe intrapreso il culto di Apollo solo a seguito di questa cruenta vicenda cioè in un periodo calcolato fra il 485 e il 475 a. C. e non l’avrebbero più abbandonato.

Tempio di Apollo a Delfi

Su questa interpretazione rimangono però alcuni dubbi. Siamo  sicuri che i Liparesi non praticassero il culto ad Apollo anche prima dell’occupazione degli Etruschi? Secondo Diodoro Siculo (5,9,5) lo scontro dei liparesi con gli Etruschi cominciò praticamente poco dopo l’arrivo dei Cnidi. Il tempo di stabilirsi, di organizzarsi e di prendere conoscenza del territorio. E dovettero essere scontri per arginare l’azione Etrusca che andava consolidando il suo controllo sul Mediterraneo allorché intorno al 542-535 a. C. riuscirono a scacciare , con l’aiuto dei Cartaginesi, dalla costa orientale della Corsica gli abitanti di Alalia (Erodoto 1,166). I Tirreni, avevano in precedenza compiuto atti di pirateria sulle isole per dominarle e avvalersi di un importante punto strategico. Dopo l’ arrivo dei Cnidi però le cose si complicarono e ci furono molti scontri ed i Liparesi cominciarono a vincere molte battaglie navali e offrire dediche a Delfi (Diodoro Siculo) . “Seconda una notevole ipotesi di Robert Flaceliére (Fouilles de Delphe, III,4, Paris 1954 pp. 249-254) – scrive Teresa Castagna -, la più antica offerta dei Liparesi, consacrata in occasione della prima vittoria, era vista ancora da Pausania e si trovava alla prima curva della via sacra, tra il tesoro dei Sifni e quello dei Tebani. Oggi di essa non rimane quasi nulla, ma doveva trattarsi di un piccolo tesoro simile a quelli adiacenti. Fu inaugurata in questo modo la lunga serie di vittorie riportate dagli isolani a cui seguivano le donazioni ad Apollo”.

E allora, se fin dall’inizio degli scontri fra Liparesi e Tirreni già i Liparesi praticavano il culto ad Apollo la tesi che questo culto iniziò, almeno una settantina di anni dopo, in occasione del sacrifico di Teodoto, non regge più. Certo è difficile destreggiarsi nella storia antica quando bisogna fidarsi di storici che scrivono a grande distanza dagli eventi ed ognuno ha una sua visione da fare valere.

Un altro dubbio che vorremmo sottolineare è il seguente. Ammesso che il culto ad Apollo matura presso i Liparesi dopo l'occupazione Etrusca e cioè dopo il 485-475, questo spiegherebbe perché prima di quella data non gli furono eretti templi, ma dopo? Perché non ne furono eretti anche dopo? Forse il culto ad Apollo dei Liparesi era un culto speciale gestito dalla "polis" e non affidato alla pietà popolare? E tutte le volte che la Lipari cnida invocava Apollo e veniva esaudita si inviava l'offerta a Delfi? Cioè il culto di Apollo i Liparesi lo vivevano direttamente presso l'oracolo e non sul proprio territorio?

Come si vede forse la tesi di Teresa Castagna apre più interrogativi di quanto ne risolva. Ma proprio per questonon va assolutamente trascurata.

 

IL BILANCIO DELL'ATTIVITA' CULTURALE "INVERNALE".

Consultivo lusinghiero da parte dei vertici del Centro Studi per le iniziative intraprese, di comune accordo che le altre associazioni culturali che condividono l'iniziativa di "Lipari l'isola della bellezza colta".
Le iniziative, ricordiamo, sono iniziate il 30 ottobre 2014 con la conferenza tenutasi presso l'aula magna dell'ITC alla presenza dei ragazzi delle V classi, relatori Giuseppe La Greca e Angelo Natoli, che hanno illustrato le vicende storiche e mitologiche legate alla individuazione delle Eolie come porte dell'Inferno in epoca medievale, la genesi della commemorazione dei defunti, e la genesi del Purgatorio.
Le iniziative sono proseguire con diversi appuntamenti, il 7 novembre con la presentazione del volume "Un suicidio di Mafia la strana morte di Attilio Manca", con la presenza dell'autore Luciano Mirone; il 14 novembre con la conferenza di Enzo Moreno "Stromboli segreta", il 12 dicembre con la conferenza di Giuseppe La Greca "Jules Verne e le isole Eolie"; il 23 gennaio 2015 con "Vincenzo Consolo, le isole Eolie e l'ignoto marinaio", 10 aprile con "Atlantide alle Eolie"; il 27 febbraio con "l'omaggio a Rosa Ballistreri" a cura di Tilde Pajno e Cristina Velardita, il 20 marzo con "Gli eoliani e la Grande Guerra" a cura di Giuseppe Cirino, il 27 marzo con "Goffredo Parise" a cura di Tilde Pajno, Elena Caronia e Lino Natoli, il 17 aprile con Pietro Lo Cascio "Antichi toponimi e territorio che cambia". Le iniziative, si sono concluse con l'omaggio da parte del Centro studi all'antifascismo pre-resistenziale e all'anniversario del 25 aprile con il convegno organizzato in collaborazione con il Grande Oriente d'Italia e patrocinato dal Comune di Lipari, dal titolo "Le Eolie e la massoneria".
Il convegno tenutosi presso l'Hotel Meligunis, già caso De Mauro-Lo Faso, che ospitò nel ventennio sia il Gran Maestro Domizio Torrigiani sia Ferruccio Parri, distribuito nelle giornate del 24 e 25 aprile ha visto la partecipazione di un numerosissimo pubblico. Presenti al convegno, fra gli altri il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, eoliano d'adozione.
Nella prima giornata, dopo i saluti dell'Amministrazione Comunale (rappresentata dal vice sindaco Gaetano Orto) e dei M.V. delle logge di Termini Imerese e Messina, Salvatore Sansone e Francesco Cilona, che hanno sostenuto attivamente l'iniziativa, hanno prese la parola i relatori, Giacinto Lo Faso, Pietro Lo Cascio e Giuseppe La Greca. Questi ultimi hanno illustrato quello che la massoneria, e specificamente la loggia "L'Eolia" di Lipari, ha rappresentato per l'attività politica, economica e sociale, per quasi 80 anni nel nostro arcipelago.
Nella seconda giornata un lungo ed appassionato intervento del Prof. Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e docente di Storia contemporanea all'Università di Messina, ha illustrato la figura ed il sacrificio del Gran Maestro della Massoneria Italiana, Domizio Torrigiani al confino a Lipari tra il 1927 ed il 1929, leggendo, in conclusione, le parole apparse sul Bollettino della Gran Loggia di Francia nel 1932. "Durante i primi anni del Regime fascista Torrigiani si trovò a guidare la Massoneria in tempi resi difficilissimi dallo scatenarsi dell'orrore e della barbarie. Circostanze, a fronte delle quali, nessuno si è mai trovato né in Italia né altrove... Domizio Torrigiani resterà, nella storia massonica, il Gran Maestro martire".
Il professor Santi Fedele, ha rievoca il 30 agosto del 1932 in cui Torrigiani, ormai malato e cieco morì. Una notizia la sua scomparsa che ebbe una vasto eco sulla stampa massonica internazionale. Il fascismo proibì persino che il feretro venisse onorato da familiari, fratelli e amici. La salma venne scortata solo dai fascisti e le ceneri deposte nella cappella di famiglia a Lamporecchio (Fi). Ma il regime non potè fermare e vietare le parole di commiato che i Fratelli del Goi in esilio rivolsero al "Gran Maestro martire".
Parole contenute nella lettera circolare che ne annunciava la morte inviata a tutte le Comunioni estere: "Noi i Massoni esuli, proscritti, noi che conserviamo accesa la fiamma che ci fu affidata, noi che la persecuzione fascista obbliga a cercare in una terra diversa dalla nostra asilo per i nostri Templi, per i nostri vessilli, per i nostri archivi, per i nostri Lavori rituali, noi attendiamo con ansia il giorno in cui potremo rientrare nella nostra terra finalmente liberata; allora noi ci riuniremo, secondo il rito, attorno alla sua tomba e, dopo averla ricoperta di ramoscelli d'acacia, noi chiameremo per nome il nostro Maestro e sicuramente, all'ultima chiamata, tutti i massoni risponderanno per lui 'Presente'".
"E noi oggi - ha sottolineato Fedele, suscitando fortissima commozione - ripetiamo quel "Presente"! Qui riuniti a Lipari, attorno al Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, a rinnovare il nostro commosso ricordo del Gran Maestro Martire, a rendere omaggio, in questo 70° anniversario della Liberazione, alla memoria dei nostri Fratelli vittime dello squadrismo fascista, caduti nella difesa della Spagna repubblicana, trucidati alle Fosse Ardeatine, e in uno con essi a tutte le donne e gli uomini d'Italia che hanno lottato e si sono sacrificati per la loro e la nostra libertà".
L'intervento si è chiuso con un lunghissimo applauso da parte di tutti i partecipanti e con qualche lacrima di commozione da parte del relatore. Ha, infine, concluso i lavori del convegno il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, che ha rivendicato come anche "la Massoneria italiana ha dato il suo grande contributo alla Liberazione dell'Italia dalla opprimente e sanguinosa dittatura nazifascista. Lo rivendichiamo con orgoglio ed a testa alta, ricordando figure come quella di Domizio Torrigiani, il Gran Maestro martire, che fu confinato prima a Lipari e poi Ponza e che morì cieco dopo essere tornato in libertà nel 32'. E quelle di tanti altri fratelli che combatterono per ripristinare quei valori di Libertà, Democrazia e Umana Fraternità che erano stati negati dal nazifascismo. Proprio da Lipari, terra di confinati, di uomini straordinari appartenenti a partiti e opinioni diverse, partì un forte e impetuoso messaggio di Libertà che oggi a 70 anni dalla Liberazione tutti noi abbiamo voluto ricordare ".

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