"Stiamo lavorando perché vinca il sì. Quello che vorremmo è che questo referendum fosse veramente sulla costituzione. Una modifica costituzionale così importante riguarda il destino di generazioni italiane per i prossimi anni, non può diventare una battaglia politica contro il governo e contro Renzi".

Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, a Palermo per parlare delle ragioni a favore della riforma costituzionale. "Chi vuole sfidare e provare a battere Renzi all'interno del partito avrà le primarie, il congresso. Chi vuole provare a sfidarlo per la guida politica del Paese - ha proseguito - avrà le prossime elezioni. Non usino il referendum, è una riforma attesa da anni".

 

"Se vince il no, non vinceranno Berlusconi, D'Alema e Bersani ma Grillo e Salvini. C'è nel mondo un'ondata populista alimentata dalla paura della globalizzazione, come dimostrano l'elezione di Trump e la Brexit. Davanti a un rischio enorme come questo, vedere dirigenti del mio partito che votano 'no' mi fa venire da piangere". "Questa - ha concluso - è la prima riforma di sistema da settant'anni a questa parte. Chi vince le elezioni potrà governare per cinque anni. Il vantaggio non è per il Pd ma per chi vince".

E ancora: "Se vince il sì ci sarà più stabilità politica, altrimenti l'Italia sarà un Paese ingovernabile, con nessuna maggioranza al Senato e al massimo si faranno le larghe intese o si voterà più volte come è successo in Grecia e Spagna", ha aggiunto Franceschini. "Se vince il no ci saranno danni enormi - ha concluso - alla politica e all'economia".

Sul Ponte sullo Stretto ha detto: "Se butto il Ponte lì come voleva Berlusconi non serve a niente, ma il ponte costruito all'interno di grandi infrastrutture è altra cosa. Se voglio portare l'alta velocità, mica posso farla passare sotto l'acqua.... Non è possibile che l'alta velocità al momento si fermi a Salerno - ha concluso - mentre da Salerno in giù hai trasporti dell'800".

E poi sul caso firme false di M5s. "Non ho mai fatto commenti su vicende giudiziarie e continuo a non farli. Vorrei soltanto che ci fosse lo stesso tipo di trattamento, a livello politico, quando alcune vicende riguardano il tuo stesso partito o un altro avversario. Ho visto aggressioni da parte del Movimento Cinque Stelle per un semplice articolo di stampa"(Gds.it).

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